[Nonviolenza] Coi piedi per terra. 778



 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 778 del 18 dicembre 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di novembre 2013 (parte seconda)

2. "Viterbo oltre il muro" esprime gratitudine e solidarieta' al sindaco di Messina

3. Il conte zio

4. Albert Camus, maestro di umanita', maestro di nonviolenza. Una commemorazione a Viterbo

5. Un sindaco che fa onore all'Italia

6. Una lettera aperta ai Presidenti della Camera e del Senato: salvare le vite e far cessare terribili violenze

7. Permettere a tutti gli esseri umani l'ingresso in Italia e in Europa in modo legale e sicuro

8. Una meditazione e un impegno a tre quarti di secolo dalla Notte dei cristalli

9. "Bertrand Russell, pensatore e militante per la pace e i diritti umani". Un incontro di riflessione a Viterbo

10. Per le vittime di Nassiriya, nel decimo anniversario della strage

11. Esseri umani

12. Ancora dei frutti della guerra in Afghanistan

13. In memoria di Flora Tristan, nell'anniversario della scomparsa

14. Vinoba Bhave, "il primo satyagrahi"

15. Per Stokely Carmichael / Kwame Ture, quindici anni dopo

16. In memoria delle vittime della strage di San Salvador del 16 novembre 1989

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2013 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di novembre 2013.

 

2. "VITERBO OLTRE IL MURO" ESPRIME GRATITUDINE E SOLIDARIETA' AL SINDACO DI MESSINA

 

Il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" esprime gratitudine e solidarieta' al sindaco di Messina Renato Accorinti per la degna sua celebrazione del 4 novembre, anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale, memoria delle vittime di tutte le guerre, monito affinche' l'umanita' si impegni ad abolire la guerra ed a rispettare, proteggere e sostenere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Aver richiamato le parole di Sandro Pertini, aver riaffermato il dovere costituzionale di ripudiare la guerra, aver evidenziato il legame di fratellanza che tutti gli esseri umani unisce, ha costituito ad un tempo l'omaggio piu' sentito alle vittime delle guerre passate ed in corso e la dichiarazione piu' sincera dell'impegno oggi necessario, l'impegno cui le istituzioni democratiche sono tenute tanto quanto le singole persone sollecite del pubblico bene e degli altrui diritti: l'impegno ad agire per la cessazione immediata di tutte le guerre; l'impegno ad agire per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione; l'impegno ad agire per la difesa nitida e intransigente dei diritti di tutti gli esseri umani ed in primo luogo il diritto a non essere perseguitati e uccisi; l'impegno a difendere la biosfera e con essa ed in essa la vita di tutti.

Solo la pace salva le vite.

Solo la nonviolenza contrasta la violenza.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

"Viterbo oltre il muro", gruppo di formazione e informazione nonviolenta

Viterbo, 7 novembre 2013

 

3. IL CONTE ZIO

 

La strage e la persecuzione dei migranti che continua.

La guerra terrorista e stragista in Afghanistan che continua.

Il riarmo folle e assassino che continua.

E continuano le politiche di rapina, sfruttamento, oppressione, riduzione in miseria e in schiavitu'.

*

Tutto e' cosi' atrocemente evidente: ed il ceto politico, il ceto intellettuale, il ceto pedagogico altro non sembra saper fare che essere complice della violenza, dei crimini, dell'orrore.

Cosa si aspetta a fare una legge che abolisca le infami misure razziste responsabili della persecuzione e della morte dei migranti?

Cosa si aspetta a cessare di partecipare alla carneficina afgana?

Cosa si aspetta a revocare l'acquisto delle nuove abominevoli armi di sterminio e ad iniziare il disarmo?

Cosa si aspetta a cacciare dal governo del paese i manutengoli ed i corresponsabili della corruzione e del latrocinio, della guerra assassina e del razzismo assassino?

Cosa si aspetta ad avviare una politica economica che costringa i ladri e i pescecani, gli sfruttatori e i corrotti a restituire il maltolto ed a sottostare finalmente alla legge uguale per tutti?

Cosa si aspetta ad avviare una politica sociale che inveri quanto stabilito dalla Costituzione in materia di diritti e di solidarieta'?

Cosa si aspetta ad avviare una politica ambientale di effettiva difesa della biosfera e quindi della vita e della salute di tutti?

Tutto e' cosi' atrocemente evidente: ed il ceto politico, il ceto intellettuale, il ceto pedagogico certo deve durare fatica, una grande fatica, per occultare le basse opere ed ime su cui si regge il privilegio degli sfruttatori, il disordine costituito.

*

Nulla e' piu' necessario ed urgente di un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per la legalita' che salva le vite, per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera.

Nulla e' piu' necessario ed urgente di un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per far cessare le guerre e le uccisioni, le persecuzioni, le devastazioni.

Nulla e' piu' necessario ed urgente di un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per sconfiggere il regime della corruzione, il potere mafioso, i signori della guerra.

 

4. ALBERT CAMUS, MAESTRO DI UMANITA', MAESTRO DI NONVIOLENZA

 

Si e' svolto giovedi' 7 novembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Albert Camus nel centenario della nascita del grande combattente per la liberta', la solidarieta' e la dignita' umana.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani da varie opere di Camus.

La commemorazione e' stata tenuta dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.

*

1. Albert Camus non e' solo un grande scrittore e drammaturgo, non e' solo un grande attivista per i diritti umani: e' uno dei piu' grandi pensatori politici del XX secolo, e lo e' per due motivi.

Il primo: perche' e' uno dei grandi pensatori morali, che mai le scelte morali prostitui' alla contingenza tattica dell'agire politico, ne' al tornaconto personale o del gruppo dei prossimi ai danni di altri esseri umani. Che mai le scelte morali - e quindi altresi' quelle politiche - disgiunse dall'ascolto della voce delle vittime, dalla visione del volto muto e sofferente delle vittime. Che sempre senti' che a quella richiesta di aiuto che i sofferenti e gli estinti lanciano occorre rispondere con la propria responsabilita'. Recare aiuto a chi soffre oppressione, paura, bisogno: e' il primo dovere.

Il secondo: perche' mentre pensava agiva, e cosi' non solo ha protestato, ma ha coerentemente e concretamente combattuto contro il colonialismo, ha combattuto contro il fascismo, ha combattuto contro il totalitarismo, ha combattuto contro le guerre e le dittature, contro le ingiustizie e le violenze. Ha sempre combattuto contro tutte le ideologie e le prassi assassine. Ed ha lottato sempre senza perdere la consapevolezza del rispetto della vita, della dignita' e dei diritti altrui, anche nelle situazioni piu' tragiche.

2. Chi ha letto La peste - a nostro avviso uno dei capolavori di sapienza umana della letteratura universale - sa cosa e' la Resistenza. Chi ha letto La peste sa cosa e' la nonviolenza.

Chi ha letto Lo straniero, Caligola, Il malinteso, La caduta, Il mito di Sisifo, sa cosa e' l'assurdita' della nostra condizione esistenziale e quale sia la radice della rivolta contro ogni egoismo, contro ogni sopraffazione, contro ogni menzogna.

Chi ha letto L'uomo in rivolta - uno dei libri di riflessione morale e politica piu' illuminanti - e gli editoriali di "Combat", sa cosa e' il dovere morale, il dovere politico, vi apprende cosa sia fraternita'.

Ma tutto Camus va letto. Dai Taccuini ad Actuelles, da tutto il teatro a tutta la pubblicistica militante, all'intera opera narrativa, lirica e descrittiva, saggistica. Leggere Camus ti nutre sempre.

3. E' l'artista e il pensatore della bellezza del mondo e del dovere di amare, del senso del limite e della responsabilita', della coscienza della solitudine e del dovere della solidarieta' in inscindibile compresenza, dell'intreccio della giustizia e della liberta', dell'io e del noi, del riconoscimento di umanita' e della riconoscenza per l'umanita', della pieta' che opera contro il male.

Ed e' il lottatore fermo e costante in difesa della civilta' umana che nel dialogo e nella condivisione, nell'ascolto e nell'aiuto reciproco consiste; l'oppositore intransigente che si batte contro tutti i fascismi, contro la guerra, contro la pena di morte, contro ogni persecuzione ed uccisione.

Il filosofo e il militante della nonviolenza in cammino.

A cento anni esatti dalla nascita, ed a cinquantatre dalla scomparsa, lo ricordiamo con gratitudine e lo salutiamo come benefico amico, compagno di lotte, maestro di umanita'.

*

Le persone partecipanti all'incontro nel ricordo e nel nome di Albert Camus hanno riaffermato l'impegno contro tutte le violenze e le menzogne, contro la guerra e l'oppressione, per la giustizia sociale e per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

In particolare hanno espresso adesione e sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro", ed all'appello per la piu' ampia mobilitazione il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

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Una breve notizia su Albert Camus

Albert Camus, nato a Mondovi (Algeria) nel 1913, nel 1940 a Parigi, impegnato nella Resistenza con il movimento "Combat" (dopo la liberazione sara' redattore-capo del quotidiano con lo stesso titolo), premio Nobel per la letteratura nel 1957, muore nel 1960 per un incidente automobilistico. Lo caratterizzo' un costante impegno contro il totalitarismo e per i diritti umani, che espresse sia nell'opera letteraria e saggistica, sia nel giornalismo e nelle lotte civili (oltre che nella partecipazione alla Resistenza). In un articolo a lui dedicato ha scritto Giovanni Macchia (citiamo da "Camus e la letteratura del dissenso", in Giovanni Macchia, Il mito di Parigi, Einaudi): "L'assurdo fu per Camus un punto di partenza... Poiche' non si puo' immaginare una vita senza scelta, e tutto ha un significato nel mondo, anche il silenzio, e vivere 'en quelque maniere' significa pur riconoscere l'impossibilita' della negazione assoluta, la prima cosa che noi non possiamo negare e' la vita degli altri. Nell'interno dell'esperienza assurda nasce come prima evidenza (credere al proprio grido) la rivolta: slancio irragionevole contro una condizione incomprensibile e ingiusta, e che pur rivendica l'ordine nel caos. E ricordo la gioiosa impressione che provoco' la formula cartesiana di Camus, con la sua aria di limpido giuoco, quando la leggemmo la prima volta. Non 'je me revolte, donc je suis': ma 'je me revolte, donc nous sommes'. Risollevare gli uomini dalla loro solitudine, dare una ragione ai loro atti; mettersi non dalla parte degli uomini che fanno la storia ma di coloro che la subiscono... Rivolta come fraternita'". Opere di Albert Camus: tra le opere di Camus particolarmente significative dal nostro punto di vista ci sembrano Il mito di Sisifo, Caligola, La peste, L'uomo in rivolta, tutti piu' volte ristampati da Bompiani. Utile anche la lettura dei Taccuini (sempre presso Bompiani) e delle corrispondenze per "Combat" 1944-1947 raccolte col titolo Questa lotta vi riguarda (ancora Bompiani). Si veda anche (con Arthur Koestler), La pena di morte, Newton Compton, Roma 1981. Opere su Albert Camus: numerose sono le monografie su Camus; si vedano almeno la testimonianza di Jean Grenier, Albert Camus, souvenirs, Gallimard, e per una sommaria introduzione: Pol Gaillard, Camus, Bordas; Roger Grenier, Albert Camus, soleil et ombre, Gallimard; Francois Livi, Camus, La Nuova Italia; una recente vasta biografia e' quella di Olivier Todd, Albert Camus, una vita, Bompiani.

 

5. UN SINDACO CHE FA ONORE ALL'ITALIA

 

Il comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti, ringrazia il sindaco di Messina per il suo intervento il 4 novembre alla commemorazione delle vittime della guerra nell'anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale.

Con il suo intervento il sindaco di Messina ha detto le necessarie parole di verita': che occorre abolire le guerre; che occorre rispettare e soccorrere tutti gli esseri umani, poiche' tutti gli esseri umani sono parte dell'unica famiglia dell'umanita' e sono quindi tra loro fratelli.

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Poiche' la guerra consiste nell'uccisione di esseri umani, la guerra e' nemica dell'umanita', ed e' il massimo dei crimini: abolire la guerra e' quindi il primo dovere per salvare le vite.

E poiche' le guerre le commettono persone armate organizzate, occorre abolire le organizzazioni armate di ogni sorta.

Rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani significa infatti innanzitutto cessare di uccidere; e poiche' lo strumento principale per uccidere sono le armi, cessare di uccidere implica cessare di produrre, commerciare, detenere ed usare le armi: per cessare di uccidere occorre il disarmo. Abolendo le armi si aboliscono ipso facto anche le organizzazioni armate e quindi si abolisce ipso facto anche la guerra.

Abolendo le guerre, abolendo le organizzazioni armate, abolendo le armi si salvano innumerevoli vite e si realizza la pace; e solo con la pace e' possibile la giustizia; solo nella pace e' possibile il benessere di tutti, il rispetto e la promozione dei diritti di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera.

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Del sindaco di Messina avevamo apprezzato gia' il limpido e tenace impegno in difesa dell'ambiente, in difesa dei popoli oppressi, in difesa delle persone perseguitate, contro la mafia, per la pace e la nonviolenza. Con il suo discorso del 4 novembre ha confermato come questo impegno sia adeguato adempimento del dettato costituzionale, ovvero autentico inveramento della legalita': la legalita' che salva le vite e realizza il bene comune.

Auspichiamo che il prossimo anno in tutta Italia le celebrazioni del 4 novembre siano caratterizzate dai valori e dagli impegni affermati quest'anno dal sindaco di Messina.

Auspichiamo che il 4 novembre sia finalmente ovunque giorno di sincero lutto per le vittime delle guerre passate ed in corso e quindi giorno di autentico impegno contro tutte le guerre e le uccisioni.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ripetiamo anche noi, come ha fatto il sindaco di Messina, l'apertura lapidaria dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana: "L'Italia ripudia la guerra".

Ripetiamo anche noi, come ha fatto il sindaco di Messina, le indimenticabili parole del primo discorso da Presidente della Repubblica dell'eroico partigiano Sandro Pertini: "Si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame".

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Il comitato che si e' opposto al mega-aeroporto di Viterbo e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 8 novembre 2013

 

6. UNA LETTERA APERTA AI PRESIDENTI DELLA CAMERA E DEL SENATO: SALVARE LE VITE E FAR CESSARE TERRIBILI VIOLENZE

 

Gentilissima Presidente della Camera dei Deputati,

Gentilissimo Presidente del Senato della Repubblica,

ancora una volta i mezzi d'informazione forniscono atroci dettagli delle terribili violenze inflitte ai migranti che in fuga da guerre e devastazioni, da dittature e fame, cercano di giungere in Italia per salvare le proprie vite.

Ancora una volta la nuda realta' dei fatti ci ricorda questo duplice orrore: le torture e le stragi.

Ancora una volta quindi ci sentiamo in dovere di chiedere al Parlamento italiano il provvedimento legislativo piu' necessario ed urgente per far cessare le stragi nel Mediterraneo e per infliggere un colpo decisivo alle mafie dei trafficanti, alle mafie schiaviste, alla barbarie razzista, e far cessare la persecuzione dei migranti, far cessare violenze inenarrabili contro persone inermi e innocenti, far cessare abominevoli crimini contro l'umanita'.

Chiediamo che il Parlamento italiano faccia cessare le stragi nel Mediterraneo e metta fine a questo orrore nel modo piu' semplice, concreto ed efficace: legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

Lo ripetiamo: chiediamo al Parlamento italiano di legiferare esplicitamente ed inequivocabilmente il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro: riconoscendo pienamente un diritto umano fondamentale; abolendo tutte le misure razziste che hanno provocato morti e delitti inauditi e favoreggiato i piu' feroci poteri criminali; consentendo a tutti gli esseri umani l'ingresso in Italia in modo legale e sicuro cosi' come i cittadini italiani in modo legale e sicuro gia' possono recarsi in altri paesi del mondo.

Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

Confidando nella vostra attenzione e nel vostro impegno, vogliate gradire distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 8 novembre 2013

 

7. PERMETTERE A TUTTI GLI ESSERI UMANI L'INGRESSO IN ITALIA E IN EUROPA IN MODO LEGALE E SICURO

 

La violenza della guerra, del maschilismo, del razzismo.

La violenza mafiosa, schiavista, dello sfruttamento.

Tutte queste violenze concentrate nella condizione fatta a chi in fuga da guerre e dittature, da fame e catastrofi, cerca scampo in Italia e in Europa e lungo la fuga trova invece orrore che all'orrore si aggiunge, trova nuova mostruosa violenza, trova la morte invano fuggita.

E basterebbe invece cosi' poco a salvare innumerevoli vite innocenti; basterebbe cosi' poco a rispettare ed applicare il dettato della Costituzione repubblicana, della Costituzione antifascista, della Costituzione democratica.

Basterebbe permettere a tutti gli esseri umani l'ingresso in Italia e in Europa in modo legale e sicuro.

Permettere a tutti gli esseri umani l'ingresso in Italia e in Europa in modo legale e sicuro, ed abrogare subito le scellerate misure razziste imposte da governi golpisti e assassini.

Permettere a tutti gli esseri umani l'ingresso in Italia e in Europa in modo legale e sicuro, ed opporsi alle guerre cominciando col cessare di partecipare alla carneficina afgana.

Permettere a tutti gli esseri umani l'ingresso in Italia e in Europa in modo legale e sicuro, e disarmare e smilitarizzare, disarmare e smilitarizzare, disarmare e smilitarizzare.

Permettere a tutti gli esseri umani l'ingresso in Italia e in Europa in modo legale e sicuro, e combattere la violenza mafiosa, schiavista, dello sfruttamento.

Permettere a tutti gli esseri umani l'ingresso in Italia e in Europa in modo legale e sicuro, e combattere la violenza militarista, maschilista, razzista.

Basterebbe cosi' poco per tornare all'umanita'.

 

8. UNA MEDITAZIONE E UN IMPEGNO A TRE QUARTI DI SECOLO DALLA NOTTE DEI CRISTALLI

 

Settantacinque anni fa la Notte dei cristalli, il pogrom nazista avvenuto tra il 9 e il 10 novembre 1938 sull'intero territorio asservito al regime hitleriano.

Nel ricordo della vittime di quel crimine, nel ricordo delle vittime della Shoah, vogliamo richiamare ancora una volta al dovere di contrastare il razzismo, vogliamo richiamare ancora una volta al dovere di contrastare tutte le uccisioni e le persecuzioni, vogliamo richiamare ancora una volta al dovere di recare soccorso ad ogni essere umano in pericolo.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

*

Il tre ottobre scorso l'immane strage di migranti nel Mediterraneo.

Nei giorni immediatamente successivi la commozione anche da parte di governanti e parlamentari italiani costretti a riconoscere che alla radice di quella tragedia e delle innumerevoli altre analoghe vi sono anche e in primo luogo le criminali e criminogene misure razziste italiane ed europee che impediscono ai migranti in fuga da guerre e dittature, da devastazioni e fame, di giungere in Italia in modo legale e sicuro come sarebbe loro evidente diritto.

In quei giorni alla commozione ed all'ammissione di colpa si aggiunsero anche le solenni promesse ad impegnarsi per abrogare quelle infami misure razziste, quelle infami misure assassine.

Ma oltre un mese e' passato, e di quelle solenni promesse nulla e' stato mantenuto. Nulla. E di abrogare quelle misure razziste e assassine non se ne sente neppure piu' parlare.

Ne proviamo vergogna ed orrore. Orrore e vergogna.

E di nuovo dunque chiediamo che il Parlamento italiano torni al rispetto della legalita' costituzionale, torni al rispetto dei diritti umani, e legiferi cio' che e' necessario e urgente legiferare per far cessare le stragi nel Mediterraneo e per infliggere un colpo decisivo alle mafie dei trafficanti, alle mafie schiaviste, alla barbarie razzista, e far cessare la persecuzione dei migranti, far cessare violenze inenarrabili contro persone inermi e innocenti, far cessare abominevoli crimini contro l'umanita'.

Di nuovo dunque chiediamo che il Parlamento italiano riconosca e legiferi il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

Lo ripetiamo una volta di piu': il Parlamento italiano riconosca e legiferi il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

Riconosca e legiferi il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro: salvi le vite di innumerevoli innocenti.

Riconosca e legiferi il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

*

Settantacinque anni fa la Notte dei cristalli, il pogrom nazista avvenuto tra il 9 e il 10 novembre 1938 sull'intero territorio asservito al regime hitleriano.

Nel ricordo della vittime di quel crimine, nel ricordo delle vittime della Shoah, vogliamo richiamare ancora una volta al dovere di contrastare il razzismo, vogliamo richiamare ancora una volta al dovere di contrastare tutte le uccisioni e le persecuzioni, vogliamo richiamare ancora una volta al dovere di recare soccorso ad ogni essere umano in pericolo.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

 

9. "BERTRAND RUSSELL, PENSATORE E MILITANTE PER LA PACE E I DIRITTI UMANI". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di domenica 10 novembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione su "Bertrand Russell, pensatore e militante per la pace e i diritti umani".

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati vari brani dalle sue opere, e ne e' stata ricostruita l'intensa biografia, la riflessione e l'azione.

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Bertrand Russell e' una figura pressoche' leggendaria, nato nel 1872 da Lord e Lady Amberley e deceduto quasi un secolo dopo nel 1970 dopo una vita straordinariamente intensa, civilmente impegnata e intellettualmente feconda. Filosofo, matematico, scrittore, ha subito la prigione per il suo impegno pacifista ed ha avuto il Premio Nobel per la letteratura; ha promosso iniziative contro la guerra e per il disarmo, per i diritti civili e il progresso sociale; tra tante altre iniziative: quelle per l'obiezione di coscienza, la dichiarazione Einstein-Russell, la lettera "ai potenti della terra", la fondazione del movimento Pugwash, la campagna per il disarmo nucleare, la costituzione del Tribunale internazionale per i crimini di guerra nel Vietnam. Opere di Bertrand Russell: la bibliografia di Russell e' sconfinata, per i temi che maggiormente ci interessano sono particolarmente utili la monumentale Autobiografia, edita da Longanesi, ed i numerosissimi saggi di argomento pacifista, politico ed etico. Una utile antologia essenziale con specifici riferimenti bibliografici e' nel volume di Mario Alcaro, Bertrand Russell, che citiamo di seguito. Opere su Bertrand Russell: specifico su Russell pacifista e impegnato per i diritti umani e' il libro di Mario Alcaro, Bertrand Russell, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1990; piu' centrati sugli aspetti filosofici sono i libri di Alfred J. Ayer, Russell, Mondadori, Milano 1992; Michele Di Francesco, Introduzione a Russell, Laterza, Roma-Bari 1990; Alberto Granese, Che cosa ha veramente detto Russell, Ubaldini, Roma 1971.

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Nel ricordo del grande filosofo pacifista le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato la necessita' e l'urgenza dell'impegno per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani, ed in particolare hanno espresso adesione all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte".

 

10. PER LE VITTIME DI NASSIRIYA, NEL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA STRAGE

 

La strage di Nassiriya di cui ricorre il decimo anniversario rivela la verita' atroce della guerra: che consiste nella distruzione di vite umane.

In Iraq continuano quotidiane le stragi.

La partecipazione italiana alle due scellerate guerre del Golfo e' stata un atto illegale. Chi quella guerra ha deciso, chi la partecipazione italiana ha deliberato, e' corresponsabile della morte delle vittime di Nassiriya come di tutte le altre vittime della guerra e del terrorismo le cui stragi tuttora continuano, la' ed altrove.

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Ugualmente e' illegale e criminale la partecipazione italiana alla scellerata guerra afgana tuttora in corso. Ed ugualmente chi questa guerra ha deciso, chi la partecipazione italiana ha deliberato, e' corresponsabile della morte delle vittime che anch'essa continua a mietere.

Cosi' chi produce, autorizza, commercia, detiene ed usa armi omicide, delle vittime delle armi omicide e' corresponsabile.

Cosi' chi arruola, organizza, addestra, manda esseri umani a uccidere e ad essere uccisi, e' corresponsabile delle vittime che quell'attivita' provoca.

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Tacciano i governanti, i parlamentari italiani che hanno mandato i soldati italiani in Iraq, in Afghanistan: delle morti da quelle guerre provocate sono anch'essi corresponsabili.

Tacciano i governanti, i parlamentari italiani che hanno votato per finanziare le missioni internazionali belliche e il riarmo: delle morti in quelle guerre avvenute, delle morti dalle armi provocate, sono anch'essi corresponsabili.

Tacciano i retori del "dulce et decorum est pro patria mori": chi scrisse quelle parole non esito' a fuggire dal campo di battaglia per salvare la propria vita; chi le ripete cinicamente sacrificando le altrui vite e' sempre in malafede, della violenza che porta alle stragi si fa servitore ed ebbro esaltatore, offende tutti gli uccisi.

Tacciano i retori del "si vis pacem, para bellum": chi prepara la guerra prepara le stragi, la pace e' invece l'impegno a salvare le vite.

Solo le belve si compiacciono del sangue versato.

*

Mente chi dice che la guerra sia pace o pace rechi. La guerra e' guerra, e' strage, e' distruzione. E' il contrario dell'umanita'. E la piu' grande nemica dell'umanita'.

Mente chi dice che le vittime "non sono morte invano". Nulla mai giustifica un omicidio. Nulla mai giustifica una strage. Nulla mai giustifica una guerra. Nessuna morte e' "utile", nessuna morte e' "giusta", nessuna morte e' "necessaria".

Mentono sempre tutti gli assassini.

Mentono sempre tutti i complici degli assassini.

Mentono sempre, ed offendono i morti, ed offendono il dolore dei vivi, ed offendono e mutilano la propria stessa umanita', e nuove stragi favoreggiano, consentono, preparano.

La menzogna e l'uccidere sono premessa e sostanza della guerra.

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Il ricordo delle vittime di Nassiriya, come di tutte le vittime di tutte le guerre e di tutte le uccisioni, ci convoca all'impegno contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni.

Ci convoca all'impegno per salvare tutte le vite.

Ci convoca all'impegno nitido e intransigente per la pace, per il disarmo, per la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.

La voce di tutte le vittime ci chiama a cessare di uccidere.

La voce di tutte le vittime ci chiama a impedire di uccidere.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. ESSERI UMANI

 

Il 3 ottobre la strage nel Mediterraneo con centinaia di morti.

Il 12 ottobre una nuova strage con decine di morti.

E per qualche giorno l'Italia pianse e capi': capi' che quei morti noi li avevamo gettati nelle mani delle mafie schiaviste e torturatrici dei trafficanti, noi li avevamo uccisi affogandoli ad uno ad uno in un braccio di mare, noi li avevamo condannati all'orrore e alla morte: con le infami misure razziste e assassine che impediscono loro di giungere in Italia in modo legale e sicuro, che negano loro il diritto di salvare le loro vite - diritto che pure la nostra legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana, esplicitamente e solennemente riconosce loro.

Per qualche giorno l'Italia pianse e capi', e finanche il presidente del Consiglio dei Ministri dichiaro' la sua opposizione alle infami misure razziste e assassine tuttora in vigore.

Per qualche giorno la commozione, i buoni sentimenti, i proclami dolenti e indignati.

Poi il nulla, il nulla che uccide.

A poco piu' di un mese dalle stragi del 3 e del 12 ottobre, le infami misure razziste e assassine non sono state affatto abolite; e ne' governo ne' parlamento sembrano ricordarsi piu' delle solenni promesse e degli stentorei proclami, non sembrano piu' avere la benche' minima intenzione di fare quel che e' assolutamente necessario e urgente per salvare innumerevoli vite innocenti ed inermi; per far cessare stragi, torture, schiavitu'; per riconoscere finalmente a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta'. E quel che e' assolutamente necessario e urgente fare - chiunque lo sa - e' semplicemente varare una legge che riconosca il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

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Ripetiamolo ancora una volta: il parlamento italiano faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

Ripetiamolo ancora una volta: ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

 

12. ANCORA DEI FRUTTI DELLA GUERRA IN AFGHANISTAN

 

L'"Ufficio delle Nazioni Unite contro le droghe e il crimine" (www.unodc.org) dichiara che in Afghanistan la produzione di oppio ha raggiunto un nuovo picco, con un aumento del 49% rispetto allo scorso anno.

Significa che un ulteriore diluvio di eroina si riversera' sul mondo, ad arricchire vieppiu' le mafie, a fare innumerevoli altre vittime.

E' ancora una tragica conferma, l'ennesima, dei disastrosi esiti della scellerata guerra afgana in cui anche l'Italia e' illegalmente ed assurdamente impegnata: un paese devastato, innumerevoli feriti e mutilati, stragi che continuano ed ormai da tempo si sono estese al confinante Pakistan, innumerevoli profughi privati di tutto, uno sperpero immenso di risorse pubbliche internazionali per finanziare la guerra con l'unico risultato di sempre piu' morti e disastri, con i criminali fautori del totalitarismo misogino sempre piu' forti, ed una ulteriore enorme espansione della produzione di papavero da oppio, ovvero un ulteriore immane arricchimento per le mafie assassine, una ulteriore immane crescita di sofferenze e morti in tutto il mondo.

La guerra afgana lungi dall'aver favorito legalita' e rispetto dei diritti umani, lungi dall'aver promosso sicurezza e benessere, ha provocato e continua a provocare catastrofi inenarrabili, sofferenze inaudite, stragi infinite, ed infine ha reso piu' forti e piu' ricchi i poteri mafiosi e le organizzazioni totalitarie.

Cessi la guerra in Afghanistan.

Cessi immediatamente l'illegale e insensata partecipazione italiana alla guerra.

Torni l'Italia al rispetto della sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana che "ripudia la guerra".

Si impegni finalmente l'Italia per la pace che salva le vite, per recare aiuti umanitari a tutte le vittime, per sostenere i diritti umani con mezzi adeguati: civili, pacifici e nonviolenti.

Si impegni finalmente l'Italia per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.

Si impegni finalmente l'Italia per il diritto di ogni essere umano e dell'umanita' intera alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

La guerra e' l'orrore assoluto, la guerra disumanizza ed uccide, la guerra e' nemica dell'umanita'.

La guerra solo produce cadaveri e macerie, e sempre rende piu' forti i poteri criminali, e mentre commette massacri nuovi massacri prepara.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo  la pace salva le vite.

 

13. IN MEMORIA DI FLORA TRISTAN, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

 

Flora Tristan, del potere di tutti

 

Noi che abbiamo conosciuto la miseria

e la miseria che sta sotto la miseria

ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:

da adesso no.

 

Noi che abbiamo sofferto la fame e le percosse

e cio' che genera la fame e le percosse

ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:

da adesso no.

 

Noi che ci siamo riconosciute e riconosciuti

uguali nella maschera del dolore e uguali nel sogno della gioia

ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:

da adesso no.

 

E avendo detto no allo sfruttamento

avendo detto no alla guerra e alla paura

e al calpestare gli altrui corpi piagati

ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:

da adesso si' che facciamo cominciare

la nuova storia.

 

(Giobatta Corinzi, Ancora dieci parole...)

 

Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 14 novembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione di Flora Tristan nell'anniversario della morte della grande intellettuale e militante femminista e socialista.

*

Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni testi di e su Flora Tristan, e ne e' stata ricostruita la vita, il pensiero e l'azione.

Flora Tristan nacque a Parigi il 7 aprile 1803. Il padre, di facoltosa famiglia spagnola con ingenti proprieta' in Spagna e in Peru', mori' quando lei aveva quattro anni, e poiche' per un disguido burocratico l'atto di matrimonio dei genitori non era stato registrato, la madre resto' esclusa dall'eredita' e lei fu considerata figlia illegittima; affrontarono la poverta' e l'emarginazione. Flora Tristan nel 1821 sposo' un uomo violento da cui successivamente fuggi', e che continuo' a perseguitarla fino a tentare di ucciderla (la pallottola da cui fu colpita non la uccise, ma resto' conficcata nel corpo di Flora Tristan per tutta la vita). Dopo un viaggio in Peru', dove viveva la ricca famiglia del padre, tornata in Europa pubblico' articoli, opuscoli, reportages e romanzi; tra essi Les peregrinations d'une Paria; nel 1840 dopo un'inchiesta condotta a Londra sulle condizioni della classe operaia pubblico' le Promenades dans Londres, in cui denunciava la brutalita' dello sfruttamento capitalistico. Nel 1843 pubblica L'union ouvriere, il suo testo politico piu' noto; svolge poi un'intensa attivita' di conferenziera socialista in tutta la Francia, le annotazioni del suo diario del 1843-1844 saranno pubblicate nel volume postumo Tour de France. Mori' a Bordeaux il 14 novembre 1844.

Ha scritto di lei Alfredo Salsano: "Nata nel 1803 da un colonnello spagnolo discendente da una ricca famiglia peruviana e da madre francese, Flora Tristan mori' nel 1844 dopo una vita tutta spesa nella realizzazione della propria personale liberazione, che da ultimo s'identifico' con quella della classe operaia. Figura indubbiamente eccezionale nel quadro del socialismo francese prequarantottesco, la Tristan con Promenades dans Londres (1840) fece conoscere in Francia le condizioni del proletariato inglese, esponendo anche le concezioni di Owen che conobbe personalmente, e dei cartisti, con i quali fu direttamente in contatto. Il suo posto nella storia del socialismo - e del movimento operaio - e' pero' legato soprattutto all'opuscolo Union ouvriere (1843), con cui introdusse per la prima volta l'idea di un'organizzazione destinata a realizzare l''unione universale degli operai e delle operaie'".

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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ribadito la straordinaria importanza dell'opera di Flora Tristan, che anticipa e prepara quella di Marx ed Engels, e che connette la lotta per la liberazione delle donne con la lotta per la liberazione di tutte le classi sfruttate ed oppresse, e formula un programmi di unione e di lotta del movimento operaio che sara' successivamente il nocciolo duro del programma dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori fondata a Londra nel 1864.

Due secoli dopo Flora Tristan ancora illumina la nostra lotta: nella sua affermazione dei diritti delle persone escluse ed oppresse dal sistema di dominazione maschilista e patriarcale; nel suo impegno per i diritti dei migranti; nella sua azione per i diritti delle donne; nella sua opera di organizzazione del movimento operaio; nella sua denuncia dello sfruttamento delle persone e del degrado dell'ambiente di vita; nel suo indicare strumenti di azione nonviolenta, una strategia nonviolenta, un programma nonviolento per la lotta delle oppresse e degli oppressi contro la sorda violenza del disumano potere economico e politico, ideologico ed istituzionale; nel suo pensare ed agire la lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; nel suo rischiarare le coscienze e le intelligenze ed unire chi soffre oppressione in un impegno comune di lotta per la giustizia e di concreta solidarieta'.

Flora Tristan, femminista e socialista, pensatrice ed attivista della liberazione dell'umanita', voce e volto della nonviolenza in cammino, a due secoli dalla sua travagliata ed eroica esistenza, a due secoli dalla sua eroica e luminosa resistenza all'iniquita' e alla menzogna, e' ancora oggi ed ogni giorno di piu' maestra e guida per la lotta nonviolenta di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi contro il disordine costituito, maestra e guida della lotta nonviolenta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

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Nel ricordo della grande militante del movimento di liberazione dell'umanita' le persone partecipanti all'incontro hanno espresso pieno sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte".

Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso altresi' pieno sostegno all'appello affinche' il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, si svolgano ovunque iniziative contro il femminicidio.

 

14. VINOBA BHAVE, "IL PRIMO SATYAGRAHI"

 

Si e' svolto nel pomeriggio di venerdi' 15 novembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio commemorativo di Vinoba Bhave, nell'anniversario della morte - avvenuta il 15 novembre 1982 - del grande studioso e combattente nonviolento che Gandhi scelse - e chiamo' - come "il primo satyagrahi".

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Vinayak Bhave, detto Vinoba, 1895-1982, discepolo e collaboratore di Gandhi, ne prosegui' l'impegno. Promosse grandi campagne nonviolente, la "Societa' per l'elevazione di tutti" (Sarvodaya Samaj), il movimento per il dono della terra ai contadini. Tra le opere di Vinoba: Gandhi. La via del maestro, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1991; I valori democratici, Gabrielli, Verona 2008. Tra le opere su Vinoba: Shriman Narayan, Vinoba, Cittadella, Assisi 1974; Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto, Vinoba o il nuovo pellegrinaggio, Jaca Book, Milano 1980. Nella rete telematica: www.mkgandhi-sarvodaya.org/vinoba

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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati vari testi di e su Vinoba.

Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta pieno sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte".

 

15. PER STOKELY CARMICHAEL / KWAME TURE, QUINDICI ANNI DOPO

 

Quindici anni fa, il 15 novembre 1998, moriva di cancro a Conakry, in Guinea, Stokely Carmichael / Kwame Ture.

Era nato a Port of Spain, a Trinidad, il 29 giugno 1941, ed era stato uno dei leader del movimento antirazzista negli Stati Uniti. Laureato in filosofia, dirigente dello Student Nonviolent Coordinating Committee (Sncc), propugnatore del "black power" e figura simbolo del Black Panther Party, oppositore della guerra del Vietnam, sostenitore delle lotte di liberazione delle oppresse e degli oppressi, coniuge per alcuni anni di Miriam Makeba, fu duramente perseguitato, sistematicamente calunniato, piu' volte incarcerato, anche lui nel mirino del famigerato programma Cointelpro dell'Fbi che facendo ampio uso di metodi illegali e criminali letteralmente massacro' attivisti ed organizzazioni dei movimenti per i diritti civili e della sinistra. Dal 1969 si trasferi' a Conakry in Guinea, assunse il nome di Kwame Ture, proseguendo nel suo impegno antirazzista, antimperialista, socialista e panafricanista.

In molti lo incontrammo in una indimenticabile pagina di quell'indimenticabile libro scritto dalla Scuola di Barbiana che e' Lettera a una professoressa (Libreria Editrice Fiorentina, 1967).

Nel 1968 Laterza pubblico' la traduzione italiana del libro di Carmichael e di Charles V. Hamilton, Strategia del Potere Negro (ed. or. Black Power. The Politics of Liberation in America, Random House, New York 1967), un libro la cui lettura e' ancor oggi assai utile.

E nel 1969 presso Einaudi apparve la traduzione del volume che raccoglieva gli atti del congresso "Dialettica della liberazione" che si era svolto a Londra nel 1967, volume che comprendeva un appassionato, tumultuoso e acuminato intervento di Carmichael.

Nel corso degli anni Sessanta e Settanta gli scritti sia dei movimenti anticoloniali (e delle figure piu' vive di quelle esperienze: da Frantz Fanon ad Amilcar Cabral) sia dei movimenti antirazzisti americani (e delle figure piu' rappresentative di essi, da Martin Luther King a Malcolm X, da George Jackson a Leroi Jones / Amiri Baraka, ad Angela Davis) ebbero ampia circolazione anche in Italia e contribuirono significativamente ad una cultura e una pratica della solidarieta' internazionale e della concreta lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, cultura e pratica che resta di grande valore, ed e' efficiente a non lasciarsi irretire dalle trappole dell'ideologia dominante che attraverso l'accecamento sulle effettuali radici della sofferenza nel mondo inducono sovente gli ignari e gli smemorati a variegate e pur ferrigne forme di complicita' col disordine costituito.

Dal nostro punto di vista, dal punto di vista della nonviolenza in cammino che ad ogni oppressione e violenza si oppone, e che al movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta propone la scelta nitida e intransigente della nonviolenza come unica forma di lotta realmente adeguata a contrastare la violenza dei potenti, la violenza dei poteri criminali, la violenza degli sfruttatori e degli oppressori tutti; dal nostro punto di vista, dal punto di vista della nonviolenza in cammino che sa che le strategie e le azioni violente portano sempre in ultima analisi alla vittoria degli oppressori anche perche' esse disumanizzano chi le adotta e quindi non possono mai essere intrinsecamente e realmente liberatrici (si ingannava su questo punto decisivo Fanon, che pure e' stato e resta uno dei nostri maestri maggiori); dal nostro punto di vista, dal punto di vista della nonviolenza in cammino che sa che solo come estrema forma di legittima difesa personale e collettiva - la Resistenza antifascista anche nelle sue modalita' armate, ad esempio - le strategie e le azioni violente sono ammissibili, come male necessario (che piu' grave male contrasta e limita e impedisce) e non come bene in se'; dal nostro punto di vista, dal punto di vista della nonviolenza in cammino che sa che solo la nonviolenza invera nei mezzi come nei fini la teoria e la prassi dell'integrale liberazione e dell'integra solidarieta'; dal nostro punto di vista, dal punto di vista della nonviolenza in cammino, Stokely Carmichael / Kwame Ture, quali che possano essere stati i suoi limiti, i suoi errori, le sue contraddizioni (e sarebbe utile una approfondita ricognizione del suo lavoro politico dagli anni Settanta agli anni Novanta, su cui manca a chi scrive queste righe un'adeguata documentazione per poter esprimere con sufficiente cognizione di causa una valutazione accurata), ha apportato un generoso contributo alla lotta contro l'oppressione, alla lotta per la liberazione dell'umanita'; ed a quindici anni dalla scomparsa lo ricordiamo come un compagno nel comune impegno di solidarieta' e di liberazione, i cui scritti, discorsi e interviste, storicamente situati e quindi contestualmente e criticamente letti, costituiscono ancora strumenti efficaci di interpretazione della realta' e di riflessione sui compiti dell'ora.

Tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

16. IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI SAN SALVADOR DEL 16 NOVEMBRE 1989

 

Il 16 novembre 1989 a San Salvador furono assassinati da un commando militare sei sacerdoti gesuiti e due loro collaboratrici dell'Universita' del Centroamerica (Uca), prestigioso istituto di studio profondamente impegnato nella difesa dei diritti umani e nell'elaborazione della teologia della liberazione.

Ignacio Ellacuria, Amando Lopez Quintana, Joaquin Lopez y Lopez, Jose' Ignacio Martin-Baro', Segundo Montes, Juan Ramon Moreno Pardo, Celina Maricet Ramos, Elba Julia Ramos, furono massacrati da uno squadrone della morte, vittime come l'arcivescovo Oscar Romero e migliaia di salvadoregni della furia omicida del regime e del suo braccio armato.

Le vittime della strage del 16 novembre 1989 testimoniano ancora: convocano ogni persona di volonta' buona all'impegno per la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi; convocano alla lotta contro l'ingiustizia e la violenza; convocano alla fraternita' che tutti gli esseri umani riconosce e libera.

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Nell'anniversario del loro martirio, il 16 novembre 2013 il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo li ha ricordati con un incontro di commemorazione, di riflessione, di studio, di impegno contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni, per la liberazione dell'umanita' da ogni oppressione.

La nonviolenza e' in cammino.

 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

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Numero 778 del 18 dicembre 2013

 

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