[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 602



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Numero 602 del 30 giugno 2014

 

In questo numero:

1. "Operazione Colomba": Ultime notizie dalla marcia

2. "Operazione Colomba": Un popolo si muove per la pace. Dal 22 giugno al primo luglio la marcia internazionale per la pace in Albania

3. "Operazione Colomba": Un popolo si muove per la pace. Appello per la marcia internazionale per la pace in Albania

4. Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" esprime sostegno alla richiesta di una legge che disponga la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza della nonviolenza

5. Cinque lettere di documentazione per la proposta di legge per la formazione delle forze di polizia alla nonviolenza

6. Una bozza di lettera al governo

7. Una bozza di lettera ai parlamentari

8. Una bozza di lettera ai Comuni

 

1. INIZIATIVE. "OPERAZIONE COLOMBA": ULTIME NOTIZIE DALLA MARCIA

[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]

 

Siamo ormai alla settima giornata di marcia in Albania.

In mattinata ci siamo incamminati verso il santuario di Sant'Antonio che si trova sulla cima del monte che sovrasta l'abitato di Lac.

Questo posto, che dista circa 2 chilometri dall'abitato, e' molto significativo perche' punto di riferimento per tutti gli abitanti della zona e non solo per i cattolici.

Molti sono anche gli albanesi musulmani e ortodossi che frequentano questo luogo per un buon auspicio o semplicemente per una visita.

Come tutti i luoghi di culto anche questo e' stato distrutto durante il comunismo; la chiesa con il convento francescano sono stati ricostruiti solo alla fine degli anni Novanta.

In questo luogo abbiamo cercato di sensibilizzare i pellegrini.

Dopo una pausa, nel pomeriggio, la carovana si e' rimessa in cammino per altri sette chilometri alla volta del villaggio di Mamurras.

Qui abbiamo piantato il solito gazebo informativo e ci siamo fermati a parlare con gli abitanti di questo villaggio che e' luogo di una faida familiare molto accesa che ha visto la morte anche di un bambino di nove anni.

Segnali di speranza sono stati la presenza di molte donne che hanno ascoltato con molta attenzione le testimonianze di Domenico, Alberto e padre Gianfranco Testa.

Gli uomini piu' restii a mostrare interesse sono stati comunque presenti e numerosi, distratti solamente dai goal mondiali di Olanda-Messico.

Anche questo giorno di marcia e di testimonianza si e' concluso con tante strette di mano, tante parole spese per seminare speranza e molti sorrisi.

Non sono mancati gli sguardi diffidenti e di sfida ma siamo convinti di aver imboccato la strada del cambiamento.

 

2. REPETITA IUVANT. "OPERAZIONE COLOMBA": UN POPOLO SI MUOVE PER LA PACE. DAL 22 GIUGNO AL PRIMO LUGLIO LA MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA

[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]

 

Quando? Il periodo di realizzazione della marcia e' dal 22 giugno al primo luglio 2014.

Dove? In Albania, da Bajrami Curri a Tirana.

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Un popolo si muove contro le vendette di sangue

Abbiamo pensato di organizzare una marcia per la pace che percorra l'Albania toccando le localita' piu' significative al fine di sensibilizzare e coinvolgere la societa' civile presente in tutto il territorio nazionale e contare anche sulla partecipazione di realta' (singoli, associazioni...) internazionali.

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Iniziative di sensibilizzazione in Albania

Nel marzo 2013 i volontari di Operazione Colomba hanno promosso una campagna di raccolta di firme contro il perpetrarsi delle vendette di sangue, rivolta a tutti i cittadini, denominata "5.000 firma per Jeten", conclusasi nel settembre 2013, nel corso della quale sono state raccolte e consegnate alle principali autorita' albanesi quasi 6.000 firme affinche' fossero prese misure efficaci per contrastare il fenomeno della gjakmarrje.

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Chi e' Operazione Colomba

Operazione Colomba e' il corpo nonviolento di pace dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII. Fanno parte del progetto tutti coloro che vogliono sperimentare in maniera diretta che la nonviolenza e' la via per ottenere una pace giusta e duratura. I componenti sono volontari che danno una disponibilita' piu' o meno lunga, scegliendo di condividere la vita con le vittime su diversi fronti del conflitto, in maniera disinteressata. Attualmente e' presente e opera in Israele/Palestina, Colombia e Albania, e si sta cercando di aprire una presenza stabile anche in Libano. Dal 2010 Operazione Colomba e' presente in Albania, a Scutari, con una presenza anche a Tropoja, per sostenere il lavoro che la Comunita' Papa Giovanni XXIII svolge dal 2004 sul tema delle "vendette di sangue". I volontari, insieme ai membri della Comunita' e ai volontari del servizio civile internazionale, condividono la quotidianita' con le famiglie in situazioni di vendetta, anche attraverso sostegni nell'assistenza medica e scolastica, con l'obiettivo di giungere a percorsi di riconciliazione (Pajtimi) e perdono fra queste famiglie in primis, ma anche con l'intento di portare all'attenzione dell'opinione pubblica albanese (e non) questo fenomeno drammatico, al fine di contribuire ad avviare percorsi virtuosi tra le genti e con le associazioni, in vista di una riconciliazione a livello nazionale.

 

3. REPETITA IUVANT. "OPERAZIONE COLOMBA": UN POPOLO SI MUOVE PER LA PACE. APPELLO PER LA MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA

[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]

 

Cambiare? Si puo'. Un popolo si muove per la pace, contro le vendette di sangue.

Marcia internazionale per la pace in Albania, 22 giugno - primo luglio 2014, Bajram Curri - Tirana

La gjakmarrja (vendetta di sangue) e' un fenomeno estremamente lesivo dei diritti fondamentali degli esseri umani, a partire dal piu' importante, quello alla vita. Tale pratica mina, inoltre, l'unita', la stabilita' e il futuro di tutta l'Albania.

Il suo superamento puo' avvenire solo attraverso la promozione di una cultura di pace e nonviolenza che favorisca sia percorsi di riconciliazione tra le famiglie in vendetta, sia percorsi di riconciliazione collettiva: i cittadini albanesi non dovranno mai piu' sentire la necessita' di farsi giustizia da soli, perche' lo Stato sara' presente e in grado di tutelare i loro diritti.

Per fare questo e' indispensabile la mobilitazione della societa' civile nazionale (in primo luogo) ed internazionale, pertanto chiediamo alle Istituzioni albanesi, sottoscrivendo questo appello, di impegnarsi: a dotare il Paese di un sistema giuridico/istituzionale adeguato a sostenere un processo di superamento del fenomeno; ad applicare immediatamente la legge 9389 del 4/5/2005 per la creazione e il funzionamento del Consiglio di coordinamento per la lotta contro le "vendette di sangue", previsto dalla stessa; a rendere certa la pena per quanti si macchieranno di crimini legati alle "vendette di sangue"; a promuovere una cultura di pace e rispetto dei diritti umani, prima di tutto il diritto alla vita.

Come attori della societa' civile (singoli o associati) nazionale ed internazionale, sottoscrivendo questo appello, ci impegniamo: a non usare la violenza in caso di conflitto e a rispettare sempre la vita umana; a promuovere tra i nostri associati/amici/parenti la prassi della risoluzione nonviolenta dei conflitti e della riconciliazione; a ricordare le vittime di ogni violenza, della gjakmarrjes e hakmarrje; a diffondere la storia e le esperienze delle persone che al posto della vendetta hanno scelto di riconciliarsi perdonando; a sostenere la creazione in Albania di un movimento popolare che promuova la cultura della vita, del rispetto dell'altro e della riconciliazione (pajtimi) e che sensibilizzi le istituzioni locali affinche' garantiscano il rispetto e la promulgazione delle norme tese a contrastare il fenomeno delle "vendette di sangue".

Anche chi non puo' partecipare fisicamente alla marcia puo' sottoscrivere questo appello inviando una e-mail a: albania at operazionecolomba.it con scritto: "nome cognome aderisce all'appello per la vita contro le 'vendette di sangue' in Albania".

Per maggiori informazioni (modalita' di partecipazione, percorso, adesioni...): www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania

Operazione Colomba e' il corpo nonviolento di pace dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII. Dal 2010 Operazione Colomba e' presente in Albania, a Scutari e a Tropoja, per sostenere il lavoro che la Comunita' Papa Giovanni XXIII svolge dal 2004 sul tema delle "vendette di sangue".

I volontari, insieme ai membri della Comunita' e ai volontari in servizio civile internazionale, condividono la quotidianita' con le famiglie in situazioni di vendetta, offrendo loro anche assistenza medica e scolastica, ma con l'obiettivo principale di promuovere percorsi di riconciliazione (Pajtimi) e perdono fra queste famiglie.

Operazione Colomba promuove inoltre iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica (albanese e non) su questo drammatico fenomeno, affinche' si avviino anche processi virtuosi che portino a percorsi di riconciliazione nazionale.

 

4. REPETITA IUVANT. IL GRUPPO DI LAVORO SU "LA NONVIOLENZA IN ITALIA OGGI" ESPRIME SOSTEGNO ALLA RICHIESTA DI UNA LEGGE CHE DISPONGA LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA DELLA NONVIOLENZA

 

Il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" esprime pieno sostegno alla richiesta di una legge che disponga la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza.

Come gia' e' stato scritto, "Riteniamo di fondamentale importanza che a tutti gli operatori delle forze dell'ordine siano messe a disposizione con apposite attivita' di formazione, di addestramento e di aggiornamento le conoscenze e le risorse della nonviolenza come strumentazioni teoriche e pratiche di particolare utilita' per interpretare e gestire situazioni complesse e critiche, inverando il pieno rispetto della legalita', della democrazia, della dignita' e dei diritti umani.

"Ricordiamo come gia' nel 2001, dopo la tragedia di Genova, fu presentata una proposta di legge a tal fine, avente a primo firmatario l'allora senatore Achille Occhetto e sottoscritta da parlamentari di tutti gli schieramenti; ma quella proposta di legge non fu poi "calendarizzata" nei lavori parlamentari e resto' quindi purtroppo lettera morta.

"In questi giorni il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, promotore dell'iniziativa gia' nel 2001, ha nuovamente proposto a vari parlamentari di presentare un disegno di legge a tal fine, ricevendo gia' alcune prime positive risposte.

"Sosteniamo l'iniziativa ed invitiamo a nostra volta tutti i parlamentari solleciti del pubblico bene a presentare, discutere ed approvare al piu' presto una legge che disponga la formazione delle forze di polizia alla nonviolenza".

Inviamo altresi' i Comuni, che tutti dispongono di Corpi di polizia locale, le Questure e le Prefetture, cosi' come tutte le articolazioni territoriali delle cinque polizie statali (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Corpo di Polizia Penitenziaria) ad avviare subito esperienze locali di formazione di tutti gli operatori alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza, seguendo i numerosi e persuasivi esempi gia' realizzati sia all'estero che in Italia.

Al riguardo segnaliamo la disponibilita' di alcune utili pubblicazioni, come ad esempio: Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, Codice etico per una polizia democratica, Sapere 2000, Roma 2002; Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, Conflitti e mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003; Andrea Cozzo, Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze dell'ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007; Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Bruno Mondadori, Milano 2003; ed ancora, per ulteriori approfondimenti: Vittorino Andreoli, La violenza, Rcs Rizzoli Libri, Milano 1993, 2003; Hannah Arendt, La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1964, 1993; Franco Basaglia, Scritti, Einaudi, Torino 1981-1982; Zygmunt Bauman, La societa' sotto assedio, Laterza, Roma-Bari 2003, 2005; Zygmunt Bauman, Paura liquida, Laterza, Roma-Bari 2008, 2009; Zygmunt Bauman, David Lyon, Sesto potere. La sorveglianza nella modernita' liquida, Laterza, Roma-Bari 2014; Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2005; Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, Milano s. d. (ma 1967), Linea d'ombra, Milano 1989 (ed anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992); Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007; Alessandro Dal Lago, La produzione della devianza. Teoria sociale e meccanismi di controllo, Feltrinelli, Milano 1981; Franco Fedeli, Polizia e democrazia, Edizioni Studio Tesi, 1978; Erich Fromm, Fuga dalla liberta', Edizioni di Comunita', Milano 1963, 1979; Michel Foucault, Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino 1976; Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996; Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986; Emmanuel Levinas, Ethique et infini, Fayard, Paris 1982, Libraire Generale Française, Paris 1997; Stanley Milgram, Obbedienza all'autorita', Einaudi, Torino 2003; Salvatore Palidda, Polizia postmoderna, Feltrinelli, Milano 2000; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006; Giuliano Pontara, La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Stefano Rodota', La vita e le regole, Feltrinelli, Milano 2007; Françoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli, Milano 2001; Edith Stein, L'empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2006; Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi, Astrolabio Ubaldini, Roma 1971; ed infine, per l'inquadramento di concetti fondamentali: Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia, Utet, Torino 1971, 1977; Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino (diretto da), Dizionario di politica, Utet, Torino 1983, 1990, Tea, Milano 1990, 1992; Umberto Galimberti, Enciclopedia di psicologia, Garzanti, Milano 1999, 2003; Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993.

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Come e' stato scritto: "Tutti sanno quanto sia arduo il lavoro delle forze dell'ordine. E quanto rischioso. A maggior ragione occorre che chi lo svolge non sia incline alla violenza, o peggio ancora preda del culto della violenza. Il potere che lo stato delega alle forze di polizia e' cruciale: l'esercizio concreto del monopolio della forza. Chi ne dispone deve essere proprio per questo adeguatamente preparato per evitare di abusarne. Formare le forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle fondamentali risorse concettuali e tecniche, analitiche ed operative proprie della nonviolenza e' assolutamente decisivo. E necessario. E urgente. Formare le polizie nazionali e le polizie locali alla conoscenza e all'uso della nonviolenza ci sembra indispensabile, per evitare che si ripetano altre tragedie, per garantire i diritti e i doveri di tutti, per promuovere il rispetto della vita e della dignita' di ogni persona".

Formare le forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza e' cosa utile ed opportuna, e' una effettiva necessita'; sollecitiamo il Governo, il Parlamento, i Comuni e tutte le istituzioni della Repubblica Italiana competenti ad un immediato impegno in tal senso.

 

5. MATERIALI. CINQUE LETTERE DI DOCUMENTAZIONE PER LA PROPOSTA DI LEGGE PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DI POLIZIA ALLA NONVIOLENZA

 

1. Una lettera al Presidente della Repubblica (2001)

Egregio Presidente,

vorremmo segnalare alla sua attenzione la seguente proposta:

che tutti gli operatori delle forze dell'ordine, cui incombe il gravoso ed importantissimo impegno di difendere la sicurezza pubblica, l'incolumita' delle persone, la legalita', siano specificamente formate e addestrate alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie di comunicazione e di intervento della nonviolenza.

Data la delicatezza del servizio pubblico dalle forze dell'ordine prestato, e dato che esse per funzione istituzionale si trovano sovente ad agire in situazioni fortemente critiche e d'emergenza, e' assolutamente necessario che la formazione e l'addestramento del personale in esse impiegato prevedano anche questa grande risorsa che e' la conoscenza e la capacita' di applicazione di tecniche comunicative e relazionali, di strategie di intervento e di interpretazione, di solido radicamento in fondamentali valori giuridici e morali, tecniche, strategie e valori che la teoria-prassi della nonviolenza nel corso della storia ha esplorato, elaborato, tematizzato, sperimentato e che mette a disposizione di tutti gli operatori sociali, come di tutti gli esseri umani.

In Italia esistono esperienze formative alla nonviolenza, tradizioni culturali della nonviolenza, illustri studiosi ed educatori alla nonviolenza (sia in ambito accademico che nel servizio sociale), che possono essere adeguatamente valorizzati a tal fine.

Tra le esperienze formative vi sono prestigiose ed ormai consolidate tradizioni di corsi tenuti in universita', in scuole, in istituzioni, in enti di servizio sociale e di servizio civile, in tante sedi dell'associazionismo democratico e della societa' civile.

Tra le tradizioni culturali della nonviolenza in Italia bastera' ricordare la riflessione e la proposta di Aldo Capitini, con il suo richiamo a Francesco d'Assisi, a Giuseppe Mazzini, a Mohandas Gandhi; le esperienze e riflessioni di Danilo Dolci ed il suo straordinario intervento sociale e lavoro maieutico; ed ancora le cospicue ricerche di Guido Calogero e Norberto Bobbio; l'esperienza di don Lorenzo Milani; l'elaborazione di Ernesto Balducci, e molte altre figure esemplari si potrebbero citare tra quanti nel nostro paese hanno dato un grande contributo alla promozione della teoria e della pratica della nonviolenza.

Tra gli studiosi, formatori ed educatori oggi attivi in Italia vi sono prestigiose figure accademiche come Alberto L'Abate, Antonino Drago, Giuliana Martirani, Giuliano Pontara, Giovanni Salio, Giovanni Scotto e molti, molti altri illustri docenti e ricercatori, riconosciuti ed apprezzati a livello internazionale.

Ebbene, poiche' queste risorse esistono e sono dunque a disposizione, che siano valorizzate al fine indicato.

Egregio Presidente,

si faccia autorevole patrocinatore della proposta di un necessario ed urgente intervento delle istituzioni competenti (il parlamento se con una legge, il governo se con un decreto, il ministero se con una circolare, organi di direzione delle forze dell'ordine se con un mero provvedimento amministrativo interno) affinche' tutti i membri delle forze dell'ordine vengano formati alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie nonviolente.

Questo aumenterebbe la loro professionalita', e sarebbe certo di grande utilita'.

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2. Una lettera al Ministro dell'Interno (2000)

Proposta di prevedere la formazione e l'addestramento ai valori, le strategie e le tecniche della nonviolenza per tutti gli operatori pubblici addetti alla pubblica sicurezza

Signor Ministro,

la crescita della violenza va contrastata nel modo piu' rigoroso e coerente: ovvero promuovendo quanto piu' possibile la nonviolenza.

- La nonviolenza, intervento attivo per promuovere diritti e dignita' di tutti

La nonviolenza e' il portato delle scelte assiologiche e giuriscostituenti inscritte nei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.

La nonviolenza e' l'applicazione dei principi etici e giuridici promulgati dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

La nonviolenza e' proposta operativa fondamentale e fondante per la civile convivenza in un'epoca, come quella attuale, di grandi conflitti, di grandi opportunita' evolutive come di immani pericoli di regresso e catastrofe.

La nonviolenza ovviamente non e' passivita', ma opposizione alla violenza la piu' nitida, intransigente ed efficace; non e' un sottrarsi ai conflitti ed alle situazioni di crisi, ma un farvi fronte e gestirli con chiaroveggenza ed energia affinche' essi producano acclaramento e ricomposizione, evolvano in esiti di maggiore giustizia, di maggiore umanizzazione; la nonviolenza non e' contemplazione atterrita o inerme ritrarsi, ma presenza viva e operante per affermare sempre ed ovunque, e quindi in primo luogo ove piu' occorra, la dignita' della persona e i diritti umani; la nonviolenza e' il dispiegarsi del principio di legalita' in quanto esso fonda la convivenza e difende e promuove i diritti di tutti.

- Una proposta pratica: formare e addestrare tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza ai valori, le strategie e le tecniche della nonviolenza

E' necessario che tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza conosca e sia in grado di utilizzare nello svolgimento delle sue mansioni le tecniche, le strategie, i valori, e dunque le acquisizioni e gli strumenti conoscitivi, ermeneutici ed operativi della nonviolenza.

E' infatti assai penoso che proprio le persone che, per il lavoro di altissima responsabilita' che svolgono, piu' hanno bisogno di disporre di una formazione, un addestramento ed una strumentazione (teorica ed applicativa) adeguati a difendere e promuovere sicurezza, convivenza, rispetto dei diritti delle persone tutte, proprio queste persone siano private di una opportunita' formativa massimamente adeguata all'incombenza che la legge e le istituzioni loro attribuiscono.

E' assurdo che proprio quegli operatori dei pubblici servizi che devono intervenire in situazioni di massima crisi ed emergenza, non abbiano a disposizione gli strumenti piu' adatti alla bisogna: le tecniche operative, le strategie comunicative, gli strumenti interpretativi, i valori di riferimento che la nonviolenza propone.

E', quello qui segnalato, un paradosso gravido di conseguenze pericolose: e' un paradosso che deve cessare. Si ponga rimedio istituendo al piu' presto la prassi e l'obbligatorieta' della formazione e dell'addestramento alla nonviolenza per tutti gli operatori addetti alla sicurezza pubblica.

Beninteso: questa non e' una panacea, ma senza ombra di dubbio costituirebbe un contributo di grande valore e di sicura utilita'.

- Benefiche ricadute

Non vi e' dubbio, infatti, che la formazione e l'addestramento alla nonviolenza per il personale addetto alla difesa e promozione della sicurezza e dei diritti di tutti avrebbe immediati effetti benefici sia per i lavoratori destinatari di tale formazione e addestramento, sia per gli utenti tutti del loro intervento, includendo tra gli utenti anche le persone oggetto dei loro interventi: persone che anche quando commettono crimini  e pertanto debbono essere perseguite e punite ai sensi di legge, restano comunque esseri umani ed in quanto tali non possono essere fatti oggetto di trattamenti degradanti, di minacce, di violenze e lesioni.

La Costituzione e' chiara: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" (art. 2); non sono ammessi "trattamenti contrari al senso di umanita'" (art. 27, comma secondo); e naturamente "non e' ammessa la pena di morte" (art. 27, comma quarto).

La nonviolenza, e' una constatazione empirica e non un'asserzione ideologica o fideistica, degnifica le parsone che vengono in contatto con essa; la conoscenza della nonviolenza, dei suoi valori e concetti, come delle sue strategie comunicative e delle sue tecniche relazionali, umanizza le persone e i rapporti, adegua l'agire a valori e fini che sono quelli fondanti la civilta' giuridica, che sono quelli sanciti dalla Costituzione, che sono i valori ed i fini che rendono degna la vita e civile la convivenza.

A tutti andrebbe garantita, fin dalle scuole di base, la conoscenza e la formazione alla nonviolenza; ebbene, che si cominci intanto a mettere questo patrimonio di risorse a disposizione almeno di chi, per il lavoro che svolge, piu' ne ha bisogno.

Che le istituzioni democratiche si adoperino affinche' proprio nelle situazioni in cui di contrastare la violenza si tratta, si abbia a disposizione la ricchezza di strumenti teorici e pratici che la nonviolenza offre.

Signor Ministro,

le saremmo grati se, preferendo riconoscersi nella Costituzione della Repubblica Italiana e  nella civilta' giuridica, anziche' nelle correnti obbrobriose ideologie della violenza, del delirio, della barbarie, lei volesse prendere in considerazione tale proposta e farne oggetto di un intervento operativo in forma o di decreto, o di disegno di legge da proporre con la maggior tempestivita' all'organo legislativo.

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3. Una lettera a vari parlamentari (2000)

Una proposta di legge per stabilire che tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza sia educato e addestrato ai valori ed alle tecniche della nonviolenza

Cari amici ed egregi signori,

con questa lettera aperta vi formuliamo la proposta di voler promuovere, d'intesa con gli altri parlamentari a cio' disponibili, una proposta di legge finalizzata a stabilire che tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza, all'attivita' di repressione del crimine, all'intervento delle istituzioni in situazioni di conflitto e di crisi, abbia nel suo curriculum formativo lo studio dei valori e delle esperienze della nonviolenza, e l'addestramento all'uso delle strategie e delle tecniche della nonviolenza.

Gia' mesi addietro, in una lettera inviata ad alcune figure istituzionali locali, proponevamo ad esse "di voler promuovere un corso di formazione ai valori ed alle tecniche della nonviolenza per tutto il personale preposto alla pubblica sicurezza".

E gia' cola' chiarivamo che "la nonviolenza non e' passivita', ma contrasto efficace ed opposizione integrale alla violenza; e le sue specifiche tecniche comunicative, di accostamento psicologico, di interpretazione sociologica e di intervento sociale, costituiscono strumenti sia di formazione morale e intellettuale di se stessi, sia di interazione adeguata e costruttiva con gli altri; particolarmente in situazioni di conflitto, di tensione e di crisi le tecniche della nonviolenza sono di grandissima utilita', e pressoche' insostituibili.

E' evidente la necessita' che particolarmente coloro che svolgono il delicatissimo e difficilissimo compito di contrastare crimine e violenza, di promuovere e difendere con la legalita' la serenita' e il benessere di tutti, devono avere conoscenze e capacita' tali da saper intervenire adeguatamente in primo luogo in aiuto di chi e' in difficolta'.

Conoscere le tecniche della nonviolenza, ed essere addestrati al loro uso, significa avere a disposizione una strumentazione interpretativa ed operativa di grande valore ed efficacia.

Contrastare la violenza significa contrastare effettivamente ed efficacemente il crimine (che sulla violenza si fonda), significa altresi' garantire autentica sicurezza, che solo puo' nascere dal rispetto piu' scrupoloso dei diritti della persona, di ogni persona, dal rispetto e dalla promozione della dignita' umana, dall'aiuto a chi di aiuto ha bisogno".

E' nostra ferma convinzione che la conoscenza della nonviolenza, dei suoi valori, delle sue tecniche, delle sue strategie di intervento comunicativo, sociale, solidale e umanizzante, sia indispensabile per ogni operatore pubblico e soprattutto per quelli addetti alla sicurezza ed alla protezione dei diritti.

Naturalmente non si tratta di "convertire" delle persone, bensi':

- in primo luogo, di mettere a disposizione strumenti interpretativi ed operativi adeguati per agire in modo costantemente legale, efficace e rispettoso della dignita' umana nello svolgimento delle proprie mansioni;

- in secondo luogo, di fornire agli operatori addetti al controllo del territorio ed alla protezione dei diritti, un quadro di riferimento categoriale ed applicativo coerente con la Costituzione, e quindi con la fonte stessa della legalita' nel nostro paese; e con la Dichiarazione universale dei diritti umani, che costituisce un comune orizzonte di riferimento per le codificazioni giuridiche e le prassi amministrative dei paesi democratici;

- in terzo luogo, di offrire un'occasione di riflessione sulle dinamiche relazionali e sulle strategie operative e cooperative nel rapporto interpersonale e particolarmente nel conflitto con la persona o le persone nei cui confronti si interviene e con cui quindi si interagisce;

- in quarto luogo di mettere a disposizione indicazioni utili ad un approfondimento delle problematiche non solo giuridiche, procedurali, amministrative e tecniche, ma anche psicologiche, sociologiche, comunicative e antropologico-culturali connesse ed implicate dall'attivita' che si svolge.

I valori teoretici, le strategie d'intervento e le tecniche operative della nonviolenza, e quindi l'educazione e l'addestramento ad essi ed esse, costituiscono una opportunita' formativa che a nostro parere sarebbe necessario ed urgente che entrasse nel bagaglio di conoscenze, nei curricula studiorum e nell'addestramento di tutti gli operatori addetti alla sicurezza pubblica.

Vi saremmo assai grati se voleste prendere in considerazione questa proposta, e - qualora la riteneste persuasiva ed opportuna - se voleste impegnarvi per tradurla in una proposta di legge o in altro atto legislativo equipollente.

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4. Una lettera ai responsabili degli organi dello Stato preposti alla sicurezza pubblica (2001)

Egregio signor ministro dell'Interno,

egregi signori comandanti e dirigenti responsabili dei corpi preposti alla sicurezza pubblica: Arma dei Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Corpi di Polizia Locale, ed altri organi aventi competenze e funzioni in materia,

egregi signori prefetti e questori,

e per opportuna conoscenza:

egregi signori rappresentanti dell'associazionismo professionale, sindacale, assistenziale e culturale,

gentili operatori dell'informazione,

onorevoli parlamentari,

vi scriviamo per nuovamente formularvi e segnalarvi la proposta che tutti i dipendenti delle forze preposte alla sicurezza pubblica siano formati e addestrati alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.

Riteniamo che proprio per la delicatezza ed importanza della funzione svolta, e' necessario che tutto il personale adibito al compito di difendere la legalita', di contrastare il crimine, e di garantire la sicurezza, l'incolumita', i diritti e la dignita' di tutti, possa giovarsi degli strumenti e delle conoscenze che la teoria-prassi nonviolenta mette a disposizione.

Crediamo che la presenza dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza nei percorsi formativi, addestrativi e di aggiornamento delle forze dell'ordine sia di grandissima utilita'.

Vorremmo pertanto pregarvi di un vostro autorevole e fattivo impegno affinche' venga recepita ed attuata la proposta che tutto il personale degli organi preposti alla sicurezza pubblica sia formato e addestrato alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.

Restando a disposizione per ogni chiarimento o approfondimento, e disponibili fin d'ora ad inviarvi tutto il materiale di documentazione italiano ed internazionale da noi raccolto a tal fine, auspichiamo un vostro interessamento e restiamo in attesa di un cenno di riscontro.

*

5. Una lettera ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati (2001)

Un impegno del Parlamento per una legge che stabilisca per tutto il personale delle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.

Una proposta per migliorare la preparazione delle forze dell'ordine e l'attivita' di difesa della legalita', di tutela della sicurezza pubblica, di protezione dei diritti, della dignita', dell'incolumita' e della sicurezza di tutti gli uomini e le donne in Italia.

Signori Presidenti,

vorremmo rivolgervi la richiesta di un vostro impegno a sostegno della proposta di una legge che stabilisca per tutto il personale delle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.

Tale iniziativa legislativa garantirebbe alle forze dell'ordine una migliore preparazione, una maggiore serenita', una piu' efficace azione nell'adempimento della loro importante e delicata funzione.

Essa garantirebbe altresi' un piu' efficace rapporto tra istituzioni e cittadini, una migliore attivita' di difesa della legalita', di tutela della sicurezza pubblica, di protezione dei diritti, della dignita', dell'incolumita' e della sicurezza di tutti gli uomini e le donne in Italia.

La formazione e l'addestramento ai valori, le tecniche e le strategie della nonviolenza ha ormai una secolare tradizione, ed e' entrata nella prassi di istituzioni, di organismi, di ambiti associativi e di servizio, pubblico e non, i piu' diversificati.

Non vi e' dubbio che essa sarebbe di grandissima utilita' per il personale delle forze dell'ordine: uomini e donne che svolgono una funzione importante e delicata spesso in situazioni di emergenza e di stress, e per i quali gli strumenti analitici, interpretativi, comunicativi, relazionali ed operativi approntati dalla teoria e dalla pratica della nonviolenza possono essere di fondamentale importanza per un intervento adeguato.

In altri paesi sia europei che a livello mondiale si sono realizzate esperienze in questo senso di grandissimo valore e interesse; esperienze analoghe si sono gia' realizzate localmente anche in Italia. E' giunto il momento che si produca un quadro legislativo nazionale e che la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso della nonviolenza diventi parte integrante del percorso formativo e addestrativo di tutto il personale degli organi istituzionali preposti alla sicurezza pubblica, alla difesa della legalita', alla protezione dei diritti delle persone.

Vari deputati, senatori e parlamentari europei hanno gia' espresso attenzione e disponibilita' alla promozione di una proposta di legge a tal fine.

A sostegno di tale proposta si sono gia' espresse anche altre illustri personalita' della cultura, della vita civile, delle istituzioni.

Sollecitiamo un vostro autorevole interessamento in tal senso.

 

6. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AL GOVERNO

 

Al/alla Ministro/a ...

Oggetto: proposta di un impegno suo personale, ovvero collegiale nell'ambito del Consiglio dei Ministri di cui fa parte, per la promozione e l'adozione di un atto normativo che disponga la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza

Gentile ministro/a ...,

le scrivo per formularle la richiesta di un atto legislativo ovvero regolamentare che disponga la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza.

Non vi e' bisogno di sottolineare la grande utilita' di tale formazione e addestramento, dovendo le forze dell'ordine intervenire anche in situazioni assai critiche, in cui le risorse della nonviolenza possono essere di insostituibile utilita'.

Distinti saluti,

FIRMA

LUOGO, DATA

Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html

INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE

 

7. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AI PARLAMENTARI

 

Al/alla senatore/senatrice/onorevole ...

Oggetto: proposta di presentazione di un disegno di legge affinche' tutti gli appartenenti alle forze di polizia statali e locali siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza

Gentile parlamentare,

le scrivo per formularle una proposta: di voler presentare un disegno di legge affinche' tutti gli appartenenti alle forze di polizia siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.

Lei gia' sapra' che un analogo disegno di legge fu gia' presentato nel 2001, dopo la tragedia di Genova, sottoscritto da parlamentari di tutti gli schieramenti politici, ma allora non fu poi "calendarizzato" nei lavori parlamentari e quindi non giunse a buon fine.

Non vi e' bisogno di sottolineare la grande utilita' di tale formazione e addestramento, dovendo le forze dell'ordine intervenire anche in situazioni assai critiche, in cui le risorse della nonviolenza possono essere di insostituibile utilita'.

Distinti saluti,

FIRMA

LUOGO, DATA

Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html

INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE

 

8. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AI COMUNI

 

Al Sindaco del Comune di ...

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori della Giunta Comunale

a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale

alla Segretaria generale del Comune

Oggetto: Proposta che il Comune di ... realizzi un corso di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per tutti gli operatori del Corpo di Polizia Locale.

Gentile sindaco,

forse sapra' gia' che in varie realta' territoriali, da Milano a Palermo, da diversi anni si svolgono attivita' di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per gli operatori dei vari Corpi di Polizia.

La nonviolenza appronta infatti strumenti di grande utilita', anche dal punto di vista comunicativo e relazionale, per gli operatori pubblici che nello svolgimento delle loro delicate funzioni possono trovarsi a dover fronteggiare situazioni complesse e critiche.

Con la presente lettera si avanza la proposta che il Comune di ... realizzi un corso di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per tutti gli operatori del Corpo di Polizia Locale.

Distinti saluti

FIRMA

LUOGO, DATA

Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html

INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 602 del 30 giugno 2014

 

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