[Nonviolenza] Telegrammi. 2052



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2052 del 22 luglio 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Ogni giorno

2. "Sistema dei mass-media e societa' dei consumi". Un incontro di riflessione a Viterbo

3. "Letteratura e consumo". Un incontro di studio a Viterbo

4. Una proposta di azione contro il razzismo

5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

6. Umberto Santino ricorda Giuseppe Casarrubea

7. Maurizia Morini presenta "A colpi di cuore" di Anna Bravo

8. Alcune pubblicazioni di Francuccio Gesualdi e del "Centro nuovo modello di sviluppo"

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. OGNI GIORNO

 

Ogni giorno assistiamo a violenze inenarrabili: che occorre contrastare con l'azione nonviolenta.

La ripetiamo ogni giorno questa persuasione, questa esortazione: la necessita' e l'urgenza di proseguire nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

La ripetiamo ogni giorno questa evidenza, e l'appello all'azione che ne discende: che ogni vittima ha il volto di Abele; che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni giorno ripetiamo queste parole. Che non siano solo parole.

 

2. INCONTRI. "SISTEMA DEI MASS-MEDIA E SOCIETA' DEI CONSUMI". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di martedi' 21 luglio 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Sistema dei mass-media e societa' dei consumi. Analisi critiche, proposte alternative e pratiche nonviolente verso una societa' della responsabilita', della solidarieta', della sobrieta'".

All'incontro ha preso parte Marco Graziotti.

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Marco Graziotti e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Paolo Arena ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Laureato in Scienze della comunicazione, e' autore di un apprezzato lavoro su "Nuove tecnologie e controllo sociale nella ricerca di David Lyon"; recentemente ha realizzato una rilevante ricerca su "Riflessi nella letteratura e nel cinema della boxe come realta' complessa e specchio della societa' della solitudine di massa e della sopraffazione e mercificazione universale", interpretando con adeguate categorie desunte dalle scienze umane e filologiche numerose opere letterarie e cinematografiche; piu' recentemente ancora ha realizzato una ricerca sulle istituzioni e le politiche finanziarie europee facendo specifico riferimento alle analisi di Luciano Gallino e di Francuccio Gesualdi.

 

3. INCONTRI. "LETTERATURA E CONSUMO". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 21 luglio 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Letteratura e consumo. Analisi critica dell'industria culturale e pratiche di difesa della dignita' umana".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

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Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta.

 

4. INIZIATIVE. UNA PROPOSTA DI AZIONE CONTRO IL RAZZISMO

 

E' necessario e urgente un impegno contro il razzismo in Italia. Ed invero vi sono gia' molte iniziative in corso. Quella che vorremmo proporre potrebbe essere agevole da condurre e produrre qualche risultato.

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Un ragionamento

Due sono gli obiettivi: il primo: ottenere, se possibile, risultati limitati ma concreti che vadano nella direzione del riconoscimento dei diritti fondamentali per il maggior numero possibile di esseri umani almeno nel nostro paese; il secondo: contrastare con le nostre voci e la nostra azione il discorso e la prassi dominanti, che sono il discorso e la prassi dei dominatori razzisti e schiavisti, dei signori della guerra e della barbarie.

L'idea e' di provare ad attivare alcune risorse istituzionali per contrastare il razzismo istituzionale.

La proposta e' di premere sui Comuni e sul Parlamento con una progressione degli obiettivi.

Alcuni provvedimenti - quelli che proponiamo ai Comuni - sono agevolmente ottenibili se si creano localmente dei gruppi (persone, associazioni, rappresentanze istituzionali...) capaci di premere nonviolentemente in modo adeguato e con la necessaria empatia e perseveranza; e sono agevolmente ottenibili perche' molti Comuni d'Italia li hanno gia' deliberati e realizzati, e quindi nulla osta in via di principio al fatto che altri Comuni li adottino a loro volta.

Le cose che chiediamo al Parlamento sono meno facilmente ottenibili, ma la nostra voce puo' comunque contribuire se non altro a suscitare una riflessione, a promuovere la coscientizzazione, a spostare i rapporti di forza, ad opporsi a ulteriori violenze smascherando la disumanita' delle scelte razziste e indicando cio' che invece sarebbe bene fare.

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Un metodo

Noi suggeriremmo a chi ci legge e condivide questa proposta di cominciare scrivendo di persona agli amministratori comunali ed ai parlamentari; poi proponendo ad altre persone di fare altrettanto; poi se possibile coinvolgendo anche associazioni e media ed attraverso essi sensibilizzando e coinvolgendo altre persone ancora; poi chiedendo incontri con i rappresentanti istituzionali; e perseverando.

Non vediamo bene un'iniziativa piramidale con un "coordinamento nazionale" e le modalita' burocratiche che ne conseguono. Preferiremmo un'iniziativa policentrica, in cui ogni persona possa agire da se', e meglio ancora con le persone con cui sente un'affinita', e meglio ancora se si riesce ad organizzare un coordinamento locale, ma tra pari e senza deleghe ed in cui le decisioni si prendono con la tecnica nonviolenta del metodo del consenso.

Una sola condizione poniamo come preliminare e ineludibile: la scelta della nonviolenza.

Proponiamo di cominciare e vedere cosa viene fuori. Comunque non sara' tempo sprecato.

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Ed ecco le proposte:

1. Quattro richieste ai Comuni:

1.1. affinche' il sindaco - qualora non lo abbia gia' fatto - informi, inviando loro una lettera, tutte le persone straniere diciottenni residenti o domiciliate nel territorio del Comune che siano nate in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di eta', che la vigente legislazione prevede che nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di eta' hanno la possibilita' di ottenere la cittadinanza italiana facendone richiesta davanti all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza con una procedura alquanto piu' semplice, rapida e meno dispendiosa di quella ordinaria per tutte le altre persone aventi diritto;

1.2. affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli);

1.3. affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune";

1.4. affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti".

2. Quattro richieste al Parlamento:

2.1. affinche' legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti;

2.2. affinche' legiferi l'abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati;

2.3. affinche' legiferi l'abolizione di tutte le ulteriori misure palesemente razziste ed incostituzionali purtroppo tuttora presenti nell'ordinamento;

2.4. affinche' legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia.

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Naturalmente

Sono naturalmente disponibili alcuni modelli di lettera (e molti materiali di riferimento) per ognuno di questi punti, che chi vuole prender parte all'iniziativa puo' riprodurre e adattare.

 

5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

6. MEMORIA. UMBERTO SANTINO RICORDA GIUSEPPE CASARRUBEA

[Dal sito del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" (per contatti: www.centroimpastato.com) riprendiamo il seguente ricordo.

Umberto Santino e' con Anna Puglisi il fondamentale animatore del Centro Impastato, che come tutti sanno e' la testa pensante e il cuore pulsante del movimento antimafia. Tra le opere di Umberto Santino: (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1989; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano 1989; Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda edizione); Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993; La borghesia mafiosa, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia come soggetto politico, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995; Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dal 1893 al 1994, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1995; La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Oltre la legalita'. Appunti per un programma di lavoro in terra di mafie, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1997; L'alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di Lima e Andreotti ai giorni nostri, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma 2000, 2010; La cosa e il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000; Dalla mafia alle mafie, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006; Mafie e globalizzazione, Di Girolamo Editore, Trapani 2007; (a cura di), Chi ha ucciso Peppino Impastato, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 2008; Breve storia della mafia e dell'antimafia, Di Girolamo Editore, Trapani 2008; Le colombe sulla rocca, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; L'altra Sicilia, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; Don Vito a Gomorra, Editori Riuniti, Roma 2011; La mafia come soggetto politico, Di Girolamo Editore, Trapani 2013; Dalla parte di Pollicino, Di Girolamo Editore, Trapani 2015. Su Umberto Santino cfr. la bibliografia ragionata "Contro la mafia. Una breve rassegna di alcuni lavori di Umberto Santino" apparsa su "La nonviolenza e' in cammino", da ultimo nel supplemento "Coi piedi per terra" nei nn. 421-425 del novembre 2010.

Giuseppe Casarrubea (Partinico, 4 marzo 1946 - 7 giugno 2015) e' stato un valoroso militante del movimento antimafia e uno dei massimi storici della Sicilia contemporanea, figlio del militante del movimento operaio assassinato dalla mafia a Partinico nel 1947, collaboratore di Danilo Dolci, educatore e preside, ha dedicato fondamentali ricerche alle lotte del movimento dei lavoratori contro la mafia. Tra le molte ed ottime opere di Giuseppe Casarrubea segnaliamo particolarmente: Una alternativa culturale dalla Sicilia occidentale, Celebes, Trapani 1974; I fasci contadini e le origini delle sezioni socialiste della provincia di Palermo, Flaccovio, Palermo 1978; Uomini e terra a Partinico, Vittorietti, Palermo 1982; Intellettuali e potere in Sicilia, Sellerio, Palermo 1983; Il mondo contadino di Salvatore Salomone Marino, tra scienza e mito, Borgetto, 1988; (con Pia Blandano), L'educazione mafiosa, Sellerio, Palermo 1991; (con Pia Blandano), Nella testa del serpente. Insegnanti e mafia, La Meridiana, Molfetta 1993; Gabbie strette, Sellerio, Palermo 1996; Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato, Angeli, Milano 1997; Fra' Diavolo e il governo nero. Doppio Stato e stragi nella Sicilia del dopoguerra, Angeli, Milano 1998; Portella della Ginestra 50 anni dopo (1947-1997), Sciascia, Caltanissetta 1999-2001 (tre voll.); Salvatore Giuliano: morte di un capobanda e dei suoi luogotenenti, Angeli, Milano 2001; Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Bompiani, Milano 2005; Morte di un agente segreto. Fra Diavolo, la banda Giuliano e e il neofascismo in Sicilia (1943-'47), L'Unita', Roma 2006; (con Mario Jose' Cereghino), Stati Uniti, eversione nera e guerra al comunismo in Italia 1943-1947, Biblioteca comunale di Piana degli Albanesi, Palermo 2007; Tango connection. L'oro nazifascista, l'America Latina e la guerra al comunismo in Italia. 1943-1947, Bompiani, Milano 2007; Lupara nera. La guerra segreta alla democrazia in Italia (1943-1947), Bompiani, Milano 2009; (con Mario Jose' Cereghino), La scomparsa di Salvatore Giuliano. Indagine su un fantasma eccellente, Bompiani, Milano 2011; Piantare uomini, Danilo Dolci sul filo della memoria, Castelvecchi, 2014]

 

"A mio padre, e a Vincenzo Lo Jacono, caduti nella strage di Partinico del 22 giugno 1947" cosi' cominciava la dedica del suo libro su Portella della Ginestra del 1997, e le ultime parole erano per la madre: "Non credeva nella giustizia degli uomini e aveva ragione: nessun tribunale le avrebbe reso giustizia. Nella sua semplicita' capi' tutto e al potere dei palazzi, per quasi cinquant'anni, oppose la sua coraggiosa speranza".

Peppino era nato nel 1946 e la sua vita sara' segnata dalle vicende di un anno emblematico come il '47, che aveva visto la strage di Portella del primo maggio e la morte del padre, anche lui Giuseppe, in un attentato della banda Giuliano alla sezione comunista di Partinico, e tutta la sua attivita' di studioso, il suo impegno di educatore e di militante, saranno dedicati a far luce su quegli avvenimenti che legano la sua biografia personale e familiare alla biografia di un Paese che ha visto la nascita della Repubblica insanguinata da una violenza che mirava a segnarne il destino, e a chiedere che, nonostante il passare degli anni, si facesse giustizia.

Giovanissimo si lega a Danilo Dolci, a cui ha dedicato un libro uscito nel 2014, poi si dedica all'insegnamento, comincia la sua attivita' di ricerca con un libro sui Fasci siciliani in provincia di Palermo, continua con una serie di volumi sulla strage di Portella, sulla banda Giuliano, sulla storia segreta della Sicilia. Racconta una storia al di fuori degli schemi accademici, che utilizza la documentazione raccolta negli archivi segreti di vari Paesi, finalmente aperti. Si condividano o meno le tesi dei suoi libri, tra cui la piu' discussa, che vede il bandito Giuliano legato ai servizi americani e legge la strage di Portella privilegiando le responsabilita' dei neofascisti, quel che e' certo e' che dobbiamo essergli grati per la tenacia con cui ha svolto il suo compito di studioso controcorrente e per l'impegno che ha caratterizzato la sua sfida agli stereotipi che ancora fanno velo a una completa ricostruzione della verita'.

Quest'impegno ha voluto che fosse collettivo e da cio' nasce la creazione dell'associazione "Portella e non solo", che raccoglie i familiari delle vittime che ancora attendono giustizia, e che durasse nel tempo, con la costituzione di un archivio che raccoglie una massa enorme di documenti, solo in parte esplorati. Da cio' la sua proposta che il suo archivio diventasse pubblico e la sua adesione al progetto del Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia.

L'ultima volta che ci siamo incontrati, e avevo notato la sua magrezza, e' stato all'Archivio di Stato di Palermo, per un incontro promosso dalla Rete degli archivi per non dimenticare e da alcuni archivi. Un incontro in cui si e' ancora una volta toccato con mano l'abbandono in cui versano gli archivi e la difficolta' di venirne fuori, con risorse irrisorie. La Rete degli archivi, nonostante il patrocinio della Presidenza della Repubblica, e' da tempo in stallo e molti progetti stentano a realizzarsi. Mi auguro che la situazione possa cambiare, ma l'Italia e' un paese in cui si sprecano somme ingenti per l'effimero mentre le strutture esistenti sono condannate al degrado.

 

7. LIBRI. MAURIZIA MORINI PRESENTA "A COLPI DI CUORE" DI ANNA BRAVO

[Dal sito http://cle.ens-lyon.fr/ riprendiamo la seguente recensione del 2009.

Maurizia Morini, storica, insegna all'Universita' di Lione. Tra le opere di Maurizia Morini: (a cura di), Figli delle vittime. Gli anni Settanta, le storie di famiglia, Aliberti, Roma 2012.

Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della verita'. Tra le opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli, Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991; (con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone), In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995, 2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999; (con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna 2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008; (con Federico Cereja), Intervista a Primo Levi, ex deportato, Einaudi, Torino 2011; La conta dei salvati, Laterza, Roma-Bari 2013; Raccontare per la storia, Einaudi, Torino 2014]

 

Il libro e' incentrato sul Sessantotto, cioe' sugli anni Sessanta e Settanta con un'attenzione privilegiata al movimento studentesco e al femminismo e la Bravo percorre culture ed esperienze in modo trasversale e non sistematico. Una specie di storia culturale con analisi particolare per i fenomeni accaduti negli Stati Uniti, in Francia ed in Italia.

In primo piano, quindi, sono posti i contesti e il vettore narrativo e' rappresentato dalla soggettivita', in un intreccio fra responsabilita' individuale e vicenda collettiva, fra passione e ragione.

L'autrice ripercorre fasi e problemi del femminismo e parlando di storie delle donne individua un'eredita' senza testamento, cioe' senza destinatari e anche testamenti senza eredi cioe' patrimoni culturali che rischiano di andare dispersi.

Le origini e gli aspetti piu' politici del femminismo rappresentano una prima parte del libro, segue una narrazione per temi diciamo "sensibili" alla memoria come l'amore, il dolore, la violenza.

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Le radici

La Bravo, partendo appunto dalle origini storiche del femminismo si chiede se vi e' stata una filiazione dal movimento degli studenti o se le radici si possono trovare in manifestazioni delle donne del passato.

Nelle interpretazioni storiografiche, gli uomini si sentono il motore della storia per cui per molti ex militanti del Sessantotto il terreno di incubazione del femminismo e' rappresentato dalle lotte degli studenti tout court; perche' le ragazze si sarebbero staccate dalla famiglia, scoprono la politica, sperimentano nuovi rapporti e sono protagoniste.

Per altre studiose il Sessantotto e' un momento clou, la ricerca di se' e' iniziata prima negli anni Sessanta, a questo proposito si puo' citare la nascita del gruppo femminista Demau a Milano alla meta' degli anni Sessanta.

Per l'autrice c'e' del vero in entrambe le interpretazioni: la coscienza di genere si affaccia prima del Sessantotto ma poi il movimento degli studenti contribuisce a preparare il terreno per un movimento delle donne tendenzialmente di massa. Un figliastro!

Esempi dal passato: Olympe de Gouges, autrice della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, alla fine del Settecento in Francia; il suffragismo agli inizi del Novecento; la presenza delle partigiane nella Resistenza. Inoltre, c'e' da chiedersi se l'ancoraggio ad aree progressiste, di sinistra rappresenti un buon affare per le donne e la Bravo sottolinea che questa direzione sembrava lo sbocco naturale in nome dell'uguaglianza, della giustizia, della lotta per e con gli oppressi.

D'altronde... c'erano poche alternative.

Occorre anche chiedersi che cosa abbiano portato le donne nel Sessantotto, non solo un disagio generazionale ma anche, per esempio, la testimonianza di un rapporto contraddittorio fra la storia individuale e la cultura dell'emancipazione.

In conclusione ne esce complicato il problema del rapporto con il Sessantotto, per cui vincolare ad un solo scenario un processo eterogeneo nei tempi e nei contenuti come il femminismo e' riduttivo e assegna al movimento degli studenti un ruolo da deus ex machina improbabile.

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Le politiche del femminismo

Al femminismo si puo' arrivare per molte strade (per esempio negli Stati Uniti dal movimento per i diritti civili): dalla casa: le donne sono stanche di dichiararsi solo casalinghe e di vivere un ruolo assegnato; dalla scuola: le ragazze sono intelligenti ma non cosi' tanto da competere con i maschi; dall'amore, quando lui e' prima principe azzurro e poi padrone da servire; dal lavoro; dal non lavoro.

In questi casi il partire da se' sta nella quotidianita', da' l'imprinting alla politica e sviluppa l'analisi dell'oppressione.

E questo vale anche per le militanti: la scrittrice riporta l'episodio delle militanti di Lotta Continua che lasciano il partito nel 1976, contribuendo all'autoscioglimento dell'organizzazione.

Comunque il metodo del partire da se', per una donna, divide un prima da un dopo, in cui l'amore per una causa non si esaurisce ma si misura con il bisogno di essere per se'.

A questo proposito riportiamo un passo del libro: "Spesso le storie sono dolorose, piene di ansia e collera; il che sembrerebbe confermare lo stereotipo della femminista frustrata e perdente. E se anche fosse? Frustrazione e' il termine classico usato per svilire la sofferenza altrui, perdente (e vincente) sono parole simbolo del meccanismo che trasforma un fatto, l'aver perso o vinto, in un tipo umano ammirevole o disprezzabile. Molte femministe erano (sono) donne felici nel lavoro e negli affetti, che pero' intravedevano la possibilita' di esserlo di piu', e in molte di piu'" (p. 121).

Il femminismo riadatta il metodo del piccolo gruppo di auto-aiuto; e' una terapia della parola, in cui ciascuno racconta la propria storia, ci si stringe per sostenersi nella presa di coscienza delle proprie traversie emotive per rendere piu' facile il cambiamento.

L'autocoscienza trasforma l'ambito della domesticita' in luogo politico. In questo senso il separatismo non e' un'opzione ideologica, ma il primo modo di partire dall'esperienza.

L'autocoscienza e' molto forte - pur nella sua complessita' a livello di gestione interna - nelle fasi iniziali del femminismo; la difficolta' di riconoscere e amministrare le differenze fra donne (se pensiamo al femminismo come ad un movimento nato su un'affermazione di identita') sara' la causa principale del suo esaurirsi nella seconda meta' degli anni Settanta.

Infine un'osservazione territoriale; questa pratica si e' molto diffusa in Italia ma poco in Francia.

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L'amore

Questo tema, inteso in senso ampio, e' stato centrale per i movimenti degli anni Sessanta e Settanta; pensiamo ai concetti dell'antiautoritarismo e dell'antimilitarismo, al dissenso di don Milani, ai gruppi di donne volontarie per l'apertura e la gestione degli asilo nido. Ed anche ai cosiddetti flussi amorosi verso paesi quali il Tibet, il Nepal, l'India e piu' in generale verso i paesi sfruttati e poveri.

Nel Sessantotto abbiamo assistito all'esplicitarsi di un'affettivita' collettiva, da famiglia allargata.

Per quanto riguarda la nota rivoluzione sessuale la Bravo afferma che contrariamente ad uno stereotipo diffuso e infrangibile nel Sessantotto, il sesso non era una priorita' e oggi, in generale, gli ex dei movimenti tacciono per pudore.

In definitiva il meglio che e' passato di quegli anni e' il principio secondo cui una concezione tenera e rispettosa del corpo e della sessualita' non e' monopolio della coppia e della famiglia.

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Il dolore

Per la Bravo, il dolore e' la faccia speculare dell'amore ed aggiunge che le donne hanno sempre avuto il ruolo storico di addette al dolore; l'autrice tocca, nella sua disamina, i temi dell'aborto e della contraccezione ricordando che il clima del periodo era oscurantista a tal punto che in Italia era proibito parlare di anticoncezionali.

Viene compiuta un'ampia analisi delle diverse posizioni, dal Cisa (area radicale) al Crac, all'organizzazione Udi (Unione Donne Italiane), che in occasione del dibattito sulla legge relativa all'interruzione di gravidanza si unira' alle femministe.

Poi, sia in Italia che in Francia la legge approvata si fonda sostanzialmente sulla tutela della salute della donna ed e' stata, questa, una buona strada.

La scrittrice si pone un altro interrogativo, sentendo il bisogno di indagare ogni risvolto del problema, relativo al possibile dolore del feto; argomento su cui all'epoca, per la verita', non ci si poneva la questione e forse il silenzio era motivato da ragioni politiche. Negli anni seguenti al referendum relativo all'abrogazione della legge sull'interruzione di gravidanza si e' sentito il bisogno di accantonare l'aborto, in un certo senso di non volerne parlare piu'.

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La violenza

Vengono trattati vari aspetti legati a questo soggetto: fascismo e neofascismo; terrorismo; violenze di uomini su donne; violenza femminile; violenza come concausa della fine del movimento visibile alla fine degli anni Settanta, con alcune precisazioni: fra terrorismo e movimenti vi e' un salto ma le cose potevano andare diversamente se i movimenti avessero dato piu' attenzione al valore e alla pratica della nonviolenza; il femminismo e' decisivo per smuovere vecchie mentalita' e far passare leggi piu' rispettose delle vittime (e' il caso dello stupro, passato da offesa alla morale a delitto contro la persona); l'ideologia che fa risalire la violenza a comportamenti femminili di vestirsi, di stare in un certo modo resiste ma ha perso legittimita'.

Sulla violenza delle donne, il movimento sembra bloccarsi e ha difficolta' a prendere posizione sulla violenza terroristica.

Nel libro, rispetto a questo silenzio, si trova una possibile spiegazione in una riconferma storica; il potere gestisce il pubblico, le donne si occupano del privato.

Altre analisi, Rossana Rossanda, dicono che non si tratta di indifferenza quanto di una pausa del movimento.

Sulla trasformazione del femminismo Bravo chiude citando Maria Luisa Boccia: "Abbiamo desiderato, amato, detestato, subito e agito attraversando ambivalenze e ricchezza di uno scambio tra individuale e collettivo che ha costituito la cifra peculiare di un vissuto denso di politica. E' difficile, per non dire impossibile, tradurre questa densita' in un bilancio trasparente e lineare; molto piu' semplice e' congedarsi, come si addice al tempo della giovinezza" (p. 271).

In conclusione, la Bravo affronta tanti, molti aspetti dei movimenti degli anni Sessanta e Settanta senza reticenze, non vuole essere rassicurante poiche' tocca anche argomenti scomodi come quello relativo al possibile dolore del feto.

Sicuramente il taglio narrativo che contempla uno sguardo obliquo sui sentimenti e' il piu' innovativo e nello stesso tempo il piu' complesso; mentre un po' sbrigativa ci e' parsa la parte finale, quella relativa alla trasformazione del movimento visibile sul finire del decennio. C'e' spazio per un altro libro!

Nell'insieme un volume prezioso di analisi storica e affettiva su quei decenni cosi' rilevanti per la cultura italiana.

 

8. MATERIALI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI E DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO"

[Riproponiamo ancora una volta]

 

- Franco Gesualdi, Signorno', Guaraldi, Rimini-Firenze 1972.

- Franco Gesualdi, Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.

- Franco Gesualdi e Pierangelo Tambellini del Centro nuovo modello di sviluppo (Vecchiano - Pi), Energia nucleare. Cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento, Perugia 1987.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990, 1994.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Boycott! Scelte di consumo scelte di giustizia. Manuale del consumatore etico, Macro/edizioni, San Martino di Sarsina (Fo) 1992.

- Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sulla pelle dei bambini, Emi, Bologna 1994, 1995.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti. Guida alla comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il Sud del mondo, Emi, Bologna 1993, 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico. Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro, Emi, Bologna 1996, 1997.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile, Emi, Bologna 1998.

- Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano 1999.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Paola Costanzo, Te', infusi e tisane dal mondo, Sonda, Torino-Milano 2001.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sui comportamenti delle banche per scelte consapevoli, Emi, Bologna 2002.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di mezzo, Milano 2002.

- Willy Mutunga, Francesco Gesualdi, Stephen Ouma, Consumatori del nord lavoratori del sud. Il successo di una campagna della societa' civile contro la Del Monte in Kenya, Emi, Bologna 2003.

- Francesco Gesualdi, Acquisti trasparenti, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Tutti i tipi di te', Sonda, Torino-Milano 2005.

- Francesco Gesualdi, John Pilger, Comprare con giustizia, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo, Sobrieta'. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai giovani figli del pianeta. Scegliamo insieme un futuro per tutti, Emi, Bologna 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.

- Francesco Gesualdi, Acqua con giustizia e sobrieta', Emi, Bologna 2007.

- Francesco Gesualdi, Il mercante d'acqua, Feltrinelli Milano 2007.

- Francesco Gesualdi, Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, Terre di mezzo, Milano 2008.

- Francesco Gesualdi, Vito Sammarco, Consumattori. Per un nuovo stile di vita, La Scuola, Brescia 2009.

- Francesco Gesualdi, L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta', Terre di Mezzo, Milano 2009.

- Francesco Gesualdi, Dario Bossi, Il prezzo del ferro. Come si arricchisce la piu' grande multinazionale del ferro e come resistono le vittime a livello mondiale, Emi, Bologna 2010.

- Francesco Gesualdi, Cercatori del regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, I fuorilega del nordest, Dissensi, 2011.

- Centro nuovo modello di sviluppo, I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi, oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia, Milano 2012.

- Francesco Gesualdi, Le catene del debito. E come possiamo spezzarle, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, L'economia del bene comune, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, Cambiare il sistema. La storia e il pensiero del padre del consumo critico, fondatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", Altreconomia, Milano 2014.

- Francesco Gesualdi, Risorsa umana. L'economia della pietra scartata, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2015.

*

Ovviamente cfr. inoltre anche almeno:

- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.

- AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Francesco Tonucci, La citta' dei bambini, Laterza, Roma-Bari 1996, pp. VIII + 248.

- Mario Vegetti (a cura di), Marxismo e societa' antica, Feltrinelli, Milano 1977, 1981, pp. 328.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2052 del 22 luglio 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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