[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 143



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 143 del 24 ottobre 2015

 

In questo numero:

1. Contro tutte le armi, contro tutte le uccisioni

2. Prefettura del Municipio di San Paolo (Brasile): Cento motivi per rinunciare alle armi (2005)

3. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

 

1. EDITORIALE. CONTRO TUTTE LE ARMI, CONTRO TUTTE LE UCCISIONI

 

Ripubblichiamo di seguito tal quale un testo che gia' traducemmo e pubblicammo sul supplemento "Vittoria al mondo. Si' all'umanita'" n. 2 del 20 settembre 2005 ("supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" a sostegno del si' al referendum brasiliano del prossimo 23 ottobre per proibire il commercio delle armi, per salvare la vita delle persone"), riproducendo anche la nota introduttiva con cui lo presentammo allora.

 

2. MATERIALI. PREFETTURA DEL MUNICIPIO DI SAN PAOLO (BRASILE): CENTO MOTIVI PER RINUNCIARE ALLE ARMI (2005)

[Dal sito www.referendosim.com.br riprendiamo il seguente documento della Commissione municipale per i diritti umani della Prefettura del Municipio di San Paolo a sostegno della Campagna di disarmo promossa dal governo federale brasiliano, con la quale si invitavano tutti i cittadini a consegnare le armi da fuoco alle autorita' affinche' venissero distrutte. La Campagna di disarmo avra' come punto d'arrivo il referendum del 23 ottobre 2005 con cui si chiede all'intera popolazione brasiliana di rispondere al seguente quesito: "Deve essere proibito il commercio delle armi e delle munizioni in Brasile?". Segnaliamo la presenza  in questo documento di molte ripetizioni e di alcune flagranti contraddizioni (cfr. ad esempio i nn. 2, 18, 45), frutto evidentemente dell'aggregazione senza adeguata collazione di ricerche e statistiche diverse, e della mancanza quindi di una revisione che ponendo a confronto i dati palesemente incompatibili decidesse per una sola fonte o segnalasse la verificata indecidibilita' tra fonti diverse ugualmente autorevoli (o ugualmente incerte). Abbiamo preferito mantenere tale incongruenze nella nostra traduzione, anziche' uniformare o trovare formule che le attenuassero o compatibilizzassero; ci e' parso infatti utile rispettare il testo anche in queste sue peculiarita', e del resto questo ci offre l'occasione sia per evidenziare che le raccolte di dati e le statistiche sono sempre opinabili e sempre meriterebbero una discussione e verifica critica (a onta di coloro che pensano che una statistica possa sostituire un ragionamento, o un dato numerico possa surrogare una scelta morale), sia per chiarire una volta per tutte che cio' che ci sta a cuore non e' la minuziosa, pedante, ad un tempo macabra e astratta contabilita' dei ragionieri della morte, ma la scelta decisiva di voler salvare le vite umane, le concrete, preziose, insostituibili vite umane che sarebbe cosi' facile salvare se si facesse la scelta ragionevole e urgente del disarmo; gia' Omero sapeva che da se stesse le armi provocano gli esseri umani ad uccidersi. Le armi, in quanto servono sempre e solo a uccidere, sono sempre nostre nemiche: di noi singoli, unici, fragili esseri umani, e dell'umanita' intera (p. s. - nota del 20 settembre 2005 -)]

 

1. Ogni giorno in Brasile cento persone muoiono uccise da armi da fuoco.

2. Ogni giorno in Brasile una persona muore vittima di un incidente con un'arma da fuoco.

3. Ci sono piu' morti per armi da fuoco che per incidenti automobilistici.

4. Il 67% delle morti di esseri umani tra i 15 e i 34 anni e' causato da armi da fuoco.

5. Solo nello scorso anno i morti per armi da fuoco sono stati 36.000. Una persona ogni 15 minuti.

6. Il Brasile e' il paese in cui si muore e si uccide di piu' con armi da fuoco.

7. Il Brasile ha il 2,8% della popolazione mondiale, ma ha il 7% degli omicidi con armi da fuoco nel mondo.

8. In Brasile si muore piu' per armi da fuoco (29,6%) che per incidenti automobilistici (25,1%).

9. Le armi da fuoco sono la prima causa di morte dei giovani in Brasile.

10. In Brasile per un giovane la probabilita' di morire per arma da fuoco e' due volte e mezzo piu' alta (34%) che quella di morire per incidente automobilistico (14%).

11. La persona che si arma si illude che cio' la protegga. Questo accade solo nei film. Nella vita reale il criminale ha l'iniziativa dell'aggressione e sceglie il momento in cui siete distratti. Se voi tentaste di usare la vostra arma, probabilmente morireste.

12. Una persona che ha delle armi in casa ha il 57% di probabilita' in piu' di essere assassinata rispetto a una persona che non ha armi.

13. Se un criminale trova un'arma nella vostra auto o nella vostra casa, la usera' contro di voi e la vostra famiglia, e poi se la portera' via.

14. La maggior parte degli omicidi e' commessa per incomprensioni e aggressioni tra parenti e conoscenti: risse in locali e bar, liti tra automobilisti, scontri tra tifoserie, e conflitti in casa. Sono situazioni in cui le colluttazioni fisiche sono sostituite da sparatorie.

15. Ad esempio, nella zona sud di San Paolo nel 46% degli omicidi vittima e autore si conoscevano.

16. Chiunque puo' perdere la testa, e avendo un'arma a portata di mano puo' diventare un assassino.

17. Contrariamente a quanto pensa la maggior parte delle persone, sul totale delle morti per arma da fuoco solo il 10% sono il risultato dell'attivita' di ladri (furto o rapina seguita da morte).

18. Gli incidenti con armi da fuoco uccidono in media un brasiliano ogni ora.

19. Ogni tre persone ricoverate in ospedale per ferite da proiettile, una ha avuto un incidente con un'arma. E le vittime piu' numerose sono bambini.

20. Ogni giorno mediamente muoiono quattro brasiliani per suicidio con armi da fuoco.

21. Lo stato di Rio Grande del Sud e' uno degli stati piu' armati del Brasile ed occupa il secondo posto per i suicidi con armi da fuoco. Una ricerca svolta dal dottor David Hemenway, dell'Universita' di Harvard, e' giunta alla conclusione che in tutto il mondo "dove ci sono piu' armi da fuoco, ci sono piu' suicidi".

22. La persona comune che compra un'arma in un negozio involontariamente finisce per rifornire il crimine quando la sua arma e' rubata nel corso di un'aggressione, o perduta, o rivenduta a terzi.

23. Ogni anno nello stato di San Paolo 11.000 armi legali vengono rubate e passano nelle mani dei criminali.

24. Disarmare i criminali e' compito della polizia. Quasi tutti gli articoli del nuovo Statuto del disarmo cercano di dare mezzi alla polizia per combattere meglio la criminalita' organizzata (pene alte per il contrabbando di armi, marcatura di armi e munizioni, banca dati nazionale, etc.).

25. E' un mito ritenere che le armi che ci minacciano siano armi a canna lunga, straniere, importate di contrabbando. Rcerche svolte in collaborazione con le forze di polizia a Rio de Janeiro hanno dimostrato che il 74% delle armi sequestrate in contesti di illegalita' sono brasiliane, e il 78% e' costituito da pistole e revolver.

26. Le armi straniere e a canna lunga sono usate negli scontri tra bande, o tra i criminali e la polizia. Cio' che ci minaccia nelle aggressioni sono pistole e revolver, in maggior parte prodotti in Brasile. Da cui l'importanza del controllo su queste armi legali, come prevede lo Statuto del disarmo.

27. I delitti commessi con armi da fuoco sono molto piu' letali di quelli commessi all'arma bianca.

28. In una aggressione con armi da fuoco la probabilita' di essere uccisi e' del 75%, mentre in una aggressione all'arma bianca essa e' del 36%.

29. Le armi da fuoco possono colpire piu' persone in pochi secondi, come accade nelle stragi, e provocano morti anche attraverso pallottole vaganti. Secondo la polizia ogni mese a Rio de Janeiro 40 persone muioiono colpite da pallottole vaganti.

30. Il sistema sanitario pubblico spende circa 12.000 reali per ogni vittima di arma da fuoco. Importo che potrebbe essere utilizzato per curare numerosi malati, acquistare medicine, potenziare gli ospedali...

31. La Campagna di disarmo ha gia' ridotto il numero degli omicidi e degli incidenti con armi da fuoco. A Maringa', il numero delle persone uccise da armi da fuoco e' calato del 30%.

32. Nello stato di San Paolo e' gia' diminuito il numero degli omicidi e la quantita' delle armi per le strade.

33. Dove ci sono un'arma e due persone, c'e' potenzialmente un omicidio.

34. L'obiettivo della Campagna di disarmo non e' di sequestrare le armi dei criminali - funzione che deve esser svolta dalle forze di polizia - bensi' fare in modo che il cittadino onesto non tenga armi da fuoco in casa, per evitar omicidi provocati da discussioni banali, litigi in famiglia, per strada, nei bar, e giochi di bambini con revolver, che molte volte finiscono in tragedia.

35. La cosa importante e' creare nuovi modelli di rifiuto della violenza, modelli di vita migliore per tutti. Vivere meglio significa avere un paese piu' sicuro.

36. Ogni dieci volte che un cittadino onesto afferra un'arma, nove volte il criminale ne trae vantaggio.

37. Secondo un rapporto di "Control Arms", vi sono oltre 650 milioni di armi di piccole dimensioni nel mondo oggi, in maggior parte nelle mani di uomini, e in questo scenario le donne subiscono violenza direttamente e indirettamente a causa delle armi da fuoco.

38. Uno studio realizzato negli Stati Uniti dimostra che la presenza di un'arma da fuoco in casa aumenta del 41% il rischio che qualcuno in quel luogo sia assassinato; per le donne il rischio aumenta del 272%.

39. In Sudafrica ogni 18 ore muore una donna assassinata dal marito o dall'ex-marito.

40. Tra il 1995 e il 2003, quando il Canada inaspri' le leggi sulle armi da fuoco, l'indice delle uccisioni di donne cadde del 40%.

41. Cinque anni dopo che l'Australia inaspri' le leggi sulle armi da fuoco, nel 1996, il tasso delle uccisioni di donne diminui' della meta'.

42. La vitima di un'aggressione con un'arma da fuoco ha 12 volte piu' probabilita' di morire di chi e' vittima di un'aggressione a coltellate, una colluttazione fisica, etc.

43. Le donne quasi mai comprano, possiedono o usano un'arma; ma continuano a subire le conseguenze delle armi da fuoco.

44. Un cittadino armato ha il 57% di probabilita' in piu' di essere assassinato rispetto ai cittadini disarmati.

45. In Brasile ogni 7 ore una persona e' vittima di un incidente con un'arma da fuoco.

46. Nel nostro paese ogni dieci omicidi nove sono commessi con armi da fuoco.

47. A San Paolo quasi il 60% degli omicidi sono commessi da persone senza precedenti penali e per futili motivi.

48. A Rio de Janeiro ogni due giovani che muoiono uno e' vittima di armi da fuoco. Le armi da fuoco causano  al servizio sanitario un costo di piu' di 200 milioni di reali.

49. La violenza in America Latina consuma il 10,5% del Prodotto interno lordo.

50. Negli Usa, per ogni volta che un cittadino usa un'arma da fuoco per uccidere in condizioni di legittima difesa, vi sono 131 casi di morte per omicidio, suicidio o incidente con uso di armi.

51. La probabilita' per una donna di morire assassinata con un'arma dal marito o dall'amante, e' due volte maggiore della possibilita' di essere uccisa da uno sconosciuto. Chi tiene un'arma in casa, in caso di aggressione ha quasi tre volte piu' probabilita' di morire di chi e' disarmato.

52. La maggior parte degli omicidi avviene nelle grandi citta', in cui sono concentrate le armi da fuoco.

53. Le armi costituiscono molto piu' un rischio che una protezione per chi le porta con se'.

54. Difendere una societa' attraverso il disarmo e' tutt'altro che una visione ideologica o romantica, significa piuttosto fare concretamente la scelta di una societa' piu' pacifica in cui tutti possiamo essere effettivamente piu' sicuri.

55. La stragrande maggioranza dei crimini in Brasile e' commessa con armi brasiliane e di calibro permesso.

56. Delle armi sequestrate dalla polizia a Rio de Janeiro, piu' dell' 80% erano brasiliane, e il 90% di calibro permesso; ovvero: anche se il criminale non compra le armi in negozio, sono le armi entrate in circolazione in modo legale le piu' utilizzate per commettere reati e uccidere nel nostro paese. Lo stereotipo del trafficante che usa fucili o mitragliatrici e' impressionante, ma nella realta' provoca un numero infimo di morti se comparato alle vittime dei tradizionali revolver calibro 38.

57. Molte armi arrivano nelle mani dei criminali dopo essere state rubate a persone che le avevano comprate per difendersi, oppure sono sottratte a imprese di security o persino alla polizia. Nella sola San Paolo, in cinque anni, piu' di 70.000 armi debitamente registrate sono state rubate. Proibire la vendita delle armi nel paese avrebbe pertanto un effetto significativo nella diminuzione del numero di armi nelle mani dei criminali.

58. Quasi meta' degli omicidi sono commessi da persone che non sono legate alla criminalita', che non hanno precedenti penali, e che non hanno motivo di detenere armi illegali.

59. Contrariamente a quanto molti pensano, circa meta' degli omicidi non sono commessi da criminali nel corso di aggressioni o massacri. Centinaia di persone muoiono tutte le settimane uccise da individui senza precedenti penali e che conoscono. Sono quelle che perdono la vita in circostanze banali: liti automobilistiche, nei bar, o addirittura assassinate in casa da familiari. E' molto difficile evitare che questi conflitti si verifichino, ma se riusciremo a ridurre il numero di armi, quella che poteva restare una colluttazione non si trasformera' in un assassinio.

60. Una ricerca realizzata a San Paolo segnala la diminuzione delle lesioni fisiche e l'aumento degli omicidi nella capitale, e una situazione inversa nelle zone interne. Si percepisce che la maggior facilita' nel procurarsi e nell'usare le armi nelle grandi citta' ha quotidianamente trasformato molte liti in assassinii, i feriti in morti, le risse in tragedie. Invece nell'interno, in cui la presenza di armi da fuoco e' minore, l'aumento della violenza si riflette in una crescita delle lesioni fisiche, ovvero in colluttazioni si' gravi, ma che non provocano la morte.

61. Anche se la legge sul disarmo ottenesse soltanto di ridurre una parte degli omicidi, avrebbe gia' prestato un grande servizio alla nazione, salvando migliaia di vite all'anno. Pochi atti del congresso nazionale possono avere un cosi' grande effetto in cosi' poco tempo.

62. Negli ultimi vent'anni il numero dei brasiliani assassinati e' aumentato del 273%, sette volte piu' che la crescita della poplazione. Nel solo anno 1998 quasi 50.000 persone sono state uccise, di cui circa 45.000 vittime dell'uso delle armi da fuoco.

63. A causa dei tristi dati del Brasile relativi agli omicidi, l'Onu ci ha dato la qualifica di paese che piu' uccide con armi da fuoco nel mondo. Per farsi un'idea: la possibilita' per un brasiliano di morire per arma da fuoco e' da 3 a 4 volte maggiore della media mondiale.

64. La nostra realta' si rivela ancor piu' spaventosa per il fatto che sappiamo che i giovani sono le principali vittime della violenza che ci affligge. Solo nel 1998, 6.876 giovani tra i 10 e i 19 anni sono stati assassinati in Brasile. Nella sola Rio de Janeiro, tutti i giorni 8 persone tra i 15 e i 24 anni perdono la vita vittime di armi da fuoco. In questa fascia d'eta' la probabilita' di una persona di essere uccisa da un'arma da fuoco e' quattro volte e mezzo maggiore che per la restante popolazione.

65. Le statistiche brasiliane degli omicidi descrivono in modo asettico e quindi inadeguato le migliaia di volti delle vittime e la tristezza dei familiari inconsolabili di fronte alla violenza causata da revolver e pistole in tutto il paese.

66. Non possiamo assistere inerti al fatto che si perdano altre vite umane tutti i giorni; occorre proibire al piu' presto, una volta per tutte, la vendita di armi nel nostro paese.

67. La violenza armata non e' soltanto un problema di applicazione della legge, o di sicurezza nazionale. Questa forma di violenza ha provocato una enorme crisi delle strutture della sanita' pubblica a livello mondiale.

68. La violenza prodotta dalle armi da fuoco di piccole dimensioni causa una sofferenza immensa ad amici e familiari di migliaia di morti e di piu' di un milione di feriti nel mondo ogni anno. Oltre agli effetti immediati, vi sono le lesioni fisiche e psichiche permanenti, la distruzione di famiglie, la perdita di produttivita' economica, e il consumo di risorse dei servizi sanitari pubblici, elementi la cui quantificazione e' difficile.

69. La classe medica internazionale si scontra con grandi difficolta' nel cercar di affrontare le necessita' immediate delle vittime di armi da fuoco, a causa dell'elevato costo della riabilitazione fisica e psicologica indispensabile per tante di esse.

70. Le stesse caratteristiche delle armi da fuoco di piccole dimensioni, facili da portare e da nascondere, resistenti e durevoli, a basso costo e con un grande potere letale, rende molto difficile trovarle e sequestrarle, con grave danno sia per i sistemi sanitari pubblici sia per lo sviluppo economico e sociale in tutto il mondo.

71. Circa 500.000 persone muoiono ogni anno nel mondo vittime di ferite causate da armi da fuoco di piccole dimensioni usate sia per risolvere conflitti, sia per commettere reati, sia in altri eventi violenti.

72. Il costo delle morti per armi da fuoco consuma il 14% del Prodotto interno lordo dell'America Latina, il 10% del Pil del Brasile, e il 25% del Pil della Colombia.

73. Le armi leggere agiscono come un virus contagioso, che attraversa con facilita' frontiere politiche ed economiche, causando danni alle popolazioni vulnerabili, in particolare quelle situate nelle aree povere, politicamente instabili e dominate da conflitti politici.

74. Le donne sono doppiamente vittime delle armi. Esse subiscono gli effetti negativi della violenza armata sia come vittime, sia come madri, mogli, compagne e sorelle di quelli che sono stati uccisi o feriti da armi da fuoco.

75. Solitamente sono le donne che devono sopportare il peso di sostentare una famiglia e sostenerla anche sul piano psicologico dopo che il capofamiglia e' stato ucciso o ferito cosi' gravemente da non poter piu' lavorare.

76. Le donne sono spesso vittime di crimini violenti, aggressioni domestiche, violenza sessuale, suicidi e incidenti con armi da fuoco proprio a causa della facile disponibilita' di armi - siano esse armi detenute legalmente o illegalmente.

77. Al contrario della credenza popolare, le armi non proteggono le donne nei casi di violenza domestica.

78. La presenza di armi in casa aumenta la possibilita' che una relazione irregolare finisca per avere un esito fatale.

79. I casi di aggressione domestica e violenza sessuale con presenza di armi da fuoco hanno una probabilita' molto maggiore di sfociare in morte, che non quelli in cui non vi sia presenza di armi.

80. Secondo uno studio del "New England Journal of Medicine" (Stati Uniti, 1993), nelle abitazioni in cui vi siano armi da fuoco si corre un maggior rischio di omicidi tra familiari che nelle case in cui non vi siano armi.

81. Le donne hanno una concezione piuttosto differente da quella degli uomini su cosa sia la sicurezza. In generale le donne considerano la presenza di armi da fuoco in casa come una minaccia, mentre gli uomini si sentono piu' sicuri. Frequentemente le armi sono un simbolo del potere maschile e favoriscono l'uso della violenza per risolvere i conflitti.

82. Gli uomini che portano armi in casa con l'intenzione di garantire la sicurezza della famiglia, in verita' la stanno ponendo in condizioni di maggior pericolo. I dati del "Violence Policy Center" (Stati Uniti, 1999) rivelano che un'arma da fuoco in casa aumenta di cinque volte il rischio di suicidio per le donne, e di tre volte il rischio di omicidio.

83. L'idea che tenere un'arma in casa sia una efficace modalita' di protezione contro i criminali e' errata. Vari studi dimostrano che e' molto piu' probabile che una persona usi un'arma contro il suo o la sua partner, piuttosto che la usi contro un estraneo.

84. Vi e' troppa violenza. Il tasso di omicidi per arma da fuoco in Brasile e' cinque volte superiore a quello di un paese violento come gli Stati Uniti.

85. I ragazzi sono tra le maggiori vittime. A Rio de Janeiro, muoiono per arma da fuoco 24 volte piu' ragazzi che ragazze nella popolazione tra i 14 e i 24 anni.

86. Il giovane carioca ha 55 volte piu' probabilita' di essere ucciso da un'arma da fuoco che un coetaneo degli Stati Uniti, paese che pure e' assai violento.

87. Avere un'arma in casa e' un pericolo. Tutte le ricerche scientificamente rigorose sull'uso delle armi concludono che la presenza di un'arma e' piu' un rischio che una buona difesa; il preteso "diritto di difesa" di un uomo ad avere un'arma per proteggere la sua casa, in realta' viola il diritto della sua famiglia alla sicurezza.

88. Secondo una ricerca fatta negli Stati Uniti, un'arma da fuoco in casa ha 22 volte piu' probabilita' di essere usata in omicidi, incidenti o suicidi, che per difesa.

89. Voi potreste diventare un assassino.

90. Negli Stati Uniti, secondo il Ministero della Giustizia di quel paese, il 14% delle vittime di arma da fuoco tra il 1976 e il 2000 sono stati uccisi da familiari, il 37,7% da conoscenti, e appena il 15% da sconosciuti. A Rio ogni tre crimini con vittime da armi da fuoco uno coinvolge una persona conosciuta, come un parente, un amico, un collega, un vicino, un collaboratore.

91. Le armi causano incidenti gravi. In Brasile gli incidenti sono la principale causa di ricovero ospedaliero dei bambini con lesioni da arma da fuoco. I bambini sono fortemente attratti dalle armi.

92. Le armi sono usate per suicidarsi. Ogni giorno muoiono in media quattro brasiliani suicidatisi con un'arma da fuoco.

93. "Chi reagisce muore". Nella maggioranza dei casi in cui un cittadino tenta di reagire con un'arma a un'aggressione, il risultato e' tragico per la vittima.

94. Togliere le armi dalla circolazione aiuta a disarmare i criminali. A Rio un terzo (33%) delle armi usate per commettere crimini erano state acquistate legalmente da brave persone, e successivamente erano finite nelle mani sbagliate.

95. Le armi da fuoco uccidono di piu'. Quando un'aggressione avviene usando un'arma da fuoco, la vittima corre un rischio di morire due volte maggiore di quando si usa un altro tipo di arma.

96. Le donne sono favorevoli al disarmo. Le donne non apprezzano le armi, perche' quando un uomo uccide o muore per l'uso di un'arma, la donna deve farsi carico della sofferenza e del sostentamento della famiglia. La violenza armata e' un problema creato da uomini male informati o insicuri. E' compito delle donne convincere gli uomini delle tragiche conseguenze dell'uso delle armi. Di qui lo slogan delle donne: "No alle armi. Ne' per lei ne' per lui".

97. Nel municipio di Rio, il 94% di coloro che muoiono per arma da fuoco sono uomini.

98. Il rischio di morire per arma da fuoco per un uomo tra i 20 e i 24 anni nel municipio di Rio e' 30 volte piu' alto di quello di una donna della stessa fascia d'eta'.

99. La Campagna di disarmo da' gia' risultati. Nel Parana' la campagna ha gia' ridotto del 20% il numero di omicidi, e del 34% gli incidenti con armi da fuoco.

100. La campagna di consegna delle armi e' un'opportunita' che ogni persona ha per disfarsi della sua arma ed essere remunerata dal governo, in modo legale. Chi effettua la consegna puo' ricevere da 100 a 300 reali di indennizzo. A partire da dicembre chi avra' un'arma non registrata potra' essere arrestato. Chi ha un'arma, ha un problema. Questa campagna vi aiuta a risolverlo.

 

3. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 143 del 24 ottobre 2015