[Nonviolenza] Telegrammi. 2152



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2152 del 30 ottobre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. La contraddizione principale

2. Hic et nunc, quid agendum

3. Movimento Nonviolento, Peacelink, Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, Associazione Antimafie Rita Atria: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

4. L'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace (parte seconda)

5. In memoria di Pio Baroja, di Aurelio Chessa, di Henry Dunant, Alessandro Galante Garrone, di Clifford Geertz, di Nicholas Georgescu-Roegen, di Claude Levi-Strauss, di Giaime Pintor, di Adelaide Anne Procter, di Ruggero Zangrandi

6. Segnalazioni librarie

7. La "Carta" del Movimento Nonviolento

8. Per saperne di piu'

 

1. IN BREVE. LA CONTRADDIZIONE PRINCIPALE

 

O l'umanita' estinguera' la guerra, o la guerra estinguera' l'umanita'.

*

Il primo diritto e' non essere uccisi.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

3. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO, ASSOCIAZIONE ANTIMAFIE RITA ATRIA: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

 

4 novembre 2015: non festa, ma lutto.

Cento anni dopo: basta guerre. Un'altra difesa e' possibile.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

*

Il Movimento Nonviolento, PeaceLink, il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo e l'Associazione Antimafie Rita Atria lanciano per il 4 novembre l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", affinche' in ogni citta' si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

In particolare vogliamo sostenere la Campagna "Un'altra difesa e' possibile" che ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta. Un Dipartimento che comprenda i Corpi civili di pace e l'Istituto di ricerche sulla pace e il disarmo e che abbia forme di interazione e collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Gioventu' e del Servizio Civile Nazionale. Si tratta di dare finalmente concretezza a cio' che prefiguravano i costituenti con il ripudio della guerra, e che gia' oggi e' previsto dalla legge e confermato dalla Corte costituzionale, cioe' la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l'opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.

Obiettivo della Campagna e' quello di organizzare la difesa civile, non armata e nonviolenta - ossia la difesa della  Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell'integrita' della vita, dei beni e dell'ambiente dai danni che derivano dalle calamita' naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni - anziche' finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo. La Campagna vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralita' alla Costituzione che "ripudia la guerra" (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il "dovere della difesa della patria" (art. 52).

Per informazioni sulla Campagna "Un'altra difesa e' possibile" si veda al sito www.difesacivilenonviolenta.org La segreteria della Campagna e' presso il Movimento Nonviolento.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto  di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it

PeaceLink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Associazione Antimafie Rita Atria

per contatti: e-mail: abruzzo at ritaatria.it, sito: www.ritaatria.it

 

4. REPETITA IUVANT. L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA DELLE MONGOLFIERE PER LA PACE (PARTE SECONDA)

[Riproduciamo qui la seconda parte (la prima abbiamo riprodotto nel notiziario di ieri) della "Documentazione sull'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri (che vale anche come esortazione alla nonviolenza e come piccola guida pratica per agire se si dovesse nuovamente presentare la necessita' di fermare stragi in corso e di difendere la legalita' costituzionale)" gia' diffusa a suo tempo nella rete telematica]

 

9. La nonviolenza come imperativo morale (27 aprile 1999)

La nonviolenza: un imperativo morale e quindi politico per tutti coloro che vogliono impegnarsi contro la guerra, per aiutare le vittime, per difendere i diritti umani, per promuovere la democrazia e la convivenza, per la vigenza del diritto e della legalita', per dare un futuro all'umanita' sul finire del secolo di Auschwitz e di Hiroshima.

Solo con la nonviolenza ci si puo' opporre coerentemente ed efficacemente alla guerra; solo con la nonviolenza si possono efficacemente e coerentemente difendere i diritti umani.

Il movimento impegnato per la pace e per i diritti umani, tutte le persone di volonta' buona che si vogliono impegnare contro i bombardamenti e contro la pulizia etnica, contro i massacri e contro le deportazioni, contro il terrorismo di stato e di bande, devono scegliere la nonviolenza come unico metodo di lotta lecito e coerente.

Tutti i movimenti pacifisti e umanitari e tutte le persone che solidarizzano con le vittime, con i profughi, con l'umanita' innocente e sofferente; tutte le persone che hanno orrore delle devastazioni e delle catastrofi ecologiche che la guerra sta provocando nel cuore dell'Europa; tutte le istituzioni fedeli al diritto internazionale ed alla civilta' giuridica, alla democrazia ed al mandato fondativo del patto sociale su cui si reggono, che e' quello di garantire la vita delle persone; tutti devono scegliere la nonviolenza.

Gandhi lo disse lapidariamente dopo l'esplosione della bomba atomica su Hiroshima: solo con la nonviolenza l'umanita' avra' un futuro.

Tutti coloro che vogliono difendere i diritti umani, il diritto internazionale, la carta delle Nazioni Unite, i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, devono scegliere la nonviolenza.

Solo con la nonviolenza si puo' fermare la guerra e la barbarie.

*

10. Solo la nonviolenza (3 maggio 1999)

Solo la nonviolenza puo' fermare la guerra.

Solo l'azione diretta nonviolenta e' in grado di far cessare le stragi.

Solo la scelta nonviolenta difende i diritti umani e consente la convivenza.

La nonviolenza e' forte: puo' opporsi efficacemente alla forza delle armi; puo' sfidare coerentemente i piu' grandi poteri del mondo.

La nonviolenza e' umile: non richiede attitudini eccezionali, pose monumentali, proclami retorici; non richiede ingenti risorse fisiche o finanziarie; richiede limpidezza di condotta ed assunzione di responsabilita'.

La nonviolenza e' concreta: interviene realmente nel conflitto; porta la pace e la giustizia nel suo stesso porsi; si oppone ugualmente alla vigliaccheria ed alla violenza; educa alla dignita' umana.

La nonviolenza e' coerente: e' l'unico modo coerente di lottare contro la violenza; e' l'unico modo coerente di affermare la dignita' di ogni essere umano; e' l'unico modo coerente per ridurre l'ingiustizia e il dolore nel mondo.

La nonviolenza e' il potere di tutti: poiche' tutti possono lottare con la nonviolenza, poiche' la nonviolenza fa appello a tutti, poiche' la nonviolenza rispetta la dignita' di tutti e di ciascuno.

La nonviolenza e' adesione alla verita', e' forza della verita': da Gandhi a Capitini gli amici della nonviolenza sanno che essa e' incompatibile con la menzogna, con i sotterfugi, con gli intrighi e le doppiezze: la nonviolenza e' l'amore per la verita' che irrompe nell'agire politico e sociale, e' il principio responsabilita' (il rispondere al volto dell'altro che muto e sofferente ti interroga - Levinas -, il farsi carico del mondo e dell'umanita' - Jonas -) che si rende operare autentico; e' la critica della ragion pratica che si fa movimento di solidarieta' e di liberazione.

La nonviolenza e' lotta come amore: lotta integrale contro l'ingiustizia e la menzogna, lotta integrale per la comunicazione e la dignita', lotta integrale contro la violenza; lotta integrale per i diritti umani, lotta integrale per un'umanita' di eguali, liberi e fraterni.

La nonviolenza e' utopia concreta, principio speranza, ortopedia del camminare eretti: abbiamo usato queste tre formule del filosofo Ernst Bloch per significare che la nonviolenza e' concreta azione e concreto progetto politico e sociale di dignita' umana e difesa della biosfera; che la nonviolenza e' inveramento della speranza in una lotta coerente e che nel suo stesso farsi e' liberante; che la nonviolenza e' affermazione ed istituzione del diritto e dei diritti, legalita' e democrazia in cammino.

*

11. La nonviolenza contro la guerra: istruzioni per l'uso (10 aprile 1999)

11.1. Parte prima

* E' possibile difendere i diritti umani scatenando una guerra?

Noi diciamo di no, poiche' la guerra e' essa stessa la piu' tragica violazione dei diritti umani.

La vicenda della guerra attuale ci dimostra che proprio l'inizio dei bombardamenti ha scatenato orrori indicibili.

I diritti umani si difendono solo con la pace, la solidarieta', la democrazia, la condivisione, la lotta nonviolenta.

* E' possibile opporsi alla guerra con la nonviolenza?

Noi diciamo di si', poiche' la nonviolenza e' un metodo di lotta coerente ed efficace, ed e' anzi l'unico metodo di lotta che contrasta l'ingiustizia e la violenza fino alla radice, rifiutandosi di compiere a sua volta ingiustizie e violenze.

* Contro la violenza: sette argomenti piu' uno

Elenchiamo alcune ragioni essenziali per cui occorre essere rigidamente contro la violenza.

Citiamo da Giuliano Pontara, voce Nonviolenza, in AA.VV., Dizionario di politica, Tea, Torino 1992:

I. il primo argomento "mette in risalto il processo di escalation storica della violenza. Secondo questo argomento, l'uso della violenza (...) ha sempre portato a nuove e piu' vaste forme di violenza in una spirale che ha condotto alle due ultime guerre mondiali e che rischia oggi di finire nella distruzione dell'intero genere umano";

II. il secondo argomento "mette in risalto le tendenze disumanizzanti e brutalizzanti connesse con la violenza" per cui chi ne fa uso diventa progressivamente sempre piu' insensibile alle sofferenze ed al sacrificio di vite che provoca;

III. il terzo argomento "concerne il depauperamento del fine cui l'impiego di essa puo' condurre (...). I mezzi violenti corrompono il fine, anche quello piu' buono";

IV. il quarto argomento "sottolinea come la violenza organizzata favorisca l'emergere e l'insediamento in posti sempre piu' importanti della societa', di individui e gruppi autoritari (...). L'impiego della violenza organizzata conduce prima o poi sempre al militarismo";

V. il quinto argomento "mette in evidenza il processo per cui le istituzioni necessariamente chiuse, gerarchiche, autoritarie, connesse con l'uso organizzato della violenza, tendono a diventare componenti stabili e integrali del movimento o della societa' che ricorre ad essa (...). "La scienza della guerra porta alla dittatura" (Gandhi)".

A questi argomenti da parte nostra ne vorremmo aggiungere altri due:

VI. un argomento, per cosi' dire, di tipo epistemologico: siamo contro la violenza perche' siamo fallibili, possiamo sbagliarci nei nostri giudizi e nelle nostre decisioni, e quindi e' preferibile non esercitare violenza per imporre fini che potremmo successivamente scoprire essere sbagliati;

VII. soprattutto siamo contro la violenza perche' il male fatto e' irreversibile (al riguardo Primo Levi ha scritto pagine indimenticabili soprattutto nel suo ultimo libro I sommersi e i salvati).

Agli argomenti contro la violenza Pontara aggiunge opportunamente un ultimo decisivo ragionamento:

"I fautori della dottrina nonviolenta sono coscienti che ogni condanna della violenza come strumento di lotta politica rischia di diventare un esercizio di sterile moralismo se non e' accompagnata da una seria proposta di istituzioni e mezzi di lotta alternativi. Di qui la loro proposta dell'alternativa satyagraha o della lotta nonviolenta positiva, in base alla duplice tesi a) della sua praticabilita' anche a livello di massa e in situazioni conflittuali acute, e b) della sua efficacia come strumento di lotta" per la realizzazione di una societa' fondata sulla dignita' della persona, il benessere di tutti, la salvaguardia dell'ambiente.

11.2. Parte seconda

La nonviolenza non e' un corpus dogmatico, ma e' una teoria-pratica sperimentale che si sviluppa creativamente nel corso della lotta contro la violenza.

Un bel libro per una prima conoscenza e' la raccolta ragionata (a cura di Giuliano Pontara) di alcuni scritti di Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino.

* Una definizione classica: la carta ideologico-programmatica del Movimento Nonviolento

Una definizione breve e precisa degli obiettivi e dei metodi di chi si batte per la nonviolenza e' nella carta ideologico-programmatica del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini:

"Il movimento nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

I. l'opposizione integrale alla guerra;

II. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

III. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

IV. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli".

* Alcuni aspetti della nonviolenza

- Nonviolenza come teoria-prassi etico-politica per la dignita' umana e la difesa della biosfera

I. coerenza tra mezzi e fini

II. il principio responsabilita'

III. l'umanizzazione della lotta

IV. la compresenza dell'altro

V. il rispetto per la vita

VI. per un'umanita' di eguali

- Nonviolenza come metodologia di lotta e di gestione dei rapporti e dei conflitti

I. le tecniche della nonviolenza

II. processi decisionali e modelli organizzativi

III. comunicazione ed interazione

IV. l'azione diretta nonviolenta

- Nonviolenza come strategia

I. negare il consenso all'ingiustizia

II. un approccio processuale (dinamico, trasformativo) e relazionale

III. il programma costruttivo ed i fini sovraordinati

IV. la partecipazione di tutti e la condivisione

V. realizzazione degli obiettivi ed inveramento dei principi nel corso stesso della lotta

- Nonviolenza come progetto politico, economico, sociale

I. nonviolenza e politica, la politica della nonviolenza

II. la proposta economica della nonviolenza

III. il progetto di una societa' nonviolenta

* La nonviolenza e' lotta

I. E' lotta. E' lotta contro la violenza, contro l'ingiustizia, contro la menzogna. E' lotta perche' ogni essere umano sia riconosciuto nella sua dignita'; e' lotta contro ogni forma di sopraffazione; e' lotta di liberazione per l'uguaglianza di tutti nel rispetto e nella valorizzazione della diversita' di ognuno.

II. E' la forma di lotta piu' profonda, quella che va piu' alla radice delle questioni che affronta. E' lotta contro il potere violento, cui si oppone nel modo piu' completo, rifiutando la sua violenza e rifiutando di riprodurre violenza.

III. Afferma la coerenza tra i mezzi ed i fini, tra i metodi e gli obiettivi. Tra la lotta e il suo risultato c'e' lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta. Chi lotta per la liberazione di tutti, deve usare metodi coerenti. Chi lotta per l'uguaglianza deve usare metodi che tutti possano usare. Chi lotta per la verita' e la giustizia deve lottare nel rispetto della verita' e della giustizia.

IV. E' lotta contro il male, non contro le persone. E' lotta per difendere e liberare, per salvare e per convincere, e non per umiliare o annientare altre persone.

V. E' lotta fatta da esseri umani che non dimenticano di essere tali. Che non si abbrutiscono, che non vogliono fare del male, bensi' contrastare il male. E' lotta per l'umanita'.

VI. La nonviolenza e' il contrario della vilta'. E' il rifiuto di subire l'ingiustizia; e' il rifiuto di ogni ingiustizia, sia di quella contro di me, sia di quelle contro altri. La nonviolenza e' lotta. E' lotta per la verita', e' lotta per la giustizia, e' lotta di liberazione e di solidarieta', e' lotta contro ogni oppressione.

11.3. Parte terza

* L'azione diretta nonviolenta: una sintesi in nove punti

Per una prima informazione una utile sintesi e' offerta dal fondamentale lavoro di Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, vol. I, alle pp. 132-133, che qui riassumiamo: "E' opinione comune che l'azione nonviolenta possa portare alla vittoria solo in tempi molto lunghi, piu' lunghi di quelli necessari alla lotta violenta. Cio' puo' essere vero in alcuni casi, ma non e' necessariamente sempre cosi' (...). Esaminando e correggendo i pregiudizi nei confronti dell'azione nonviolenta siamo spesso in grado di farne risaltare con piu' evidenza le caratteristiche positive:

I. (...) questo metodo non ha niente a che vedere con la passivita', la sottomissione e la codardia; queste devono essere prima rifiutate e vinte, proprio come in un'azione violenta.

II. L'azione nonviolenta non deve essere messa sullo stesso piano della persuasione verbale o puramente psicologica (...); e' una sanzione e un metodo di lotta che comporta l'uso del potere sociale, economico e politico e il confronto delle forze in conflitto.

III. L'azione nonviolenta non si basa sul presupposto che l'uomo sia fondamentalmente "buono", ma riconosce le potenzialita' umane sia al "bene" che al "male" (...).

IV. Coloro che praticano l'azione nonviolenta non sono necessariamente pacifisti o santi; l'azione nonviolenta e' stata praticata il piu' delle volte e con successo da gente "qualsiasi".

V. Il successo di un'azione nonviolenta non richiede necessariamente (sebbene possa esserne facilitato) basi e principi comuni o un alto grado di comunanza di interessi e di vicinanza psicologica tra i gruppi in lotta (...).

VI. L'azione nonviolenta e' un fenomeno occidentale almeno quanto orientale (...).

VII. L'azione nonviolenta non si basa sul presupposto che l'avversario si astenga dall'uso della violenza contro i nonviolenti, ma prevede di dover operare, se necessario, contro la violenza.

VIII. Non c'e' nulla nell'azione nonviolenta per prevenire che venga usata tanto per cause "buone" quanto per cause "cattive", sebbene le conseguenze sociali in quest'ultimo caso siano molto diverse da quelle provocate dalla violenza impiegata per lo stesso scopo.

IX. L'azione nonviolenta non serve solo nei conflitti interni a sistemi democratici, ma e' stata largamente praticata contro regimi dittatoriali, occupazioni straniere e anche contro sistemi totalitari".

* Le tecniche della nonviolenza

Il piu' ampio repertorio di tecniche della nonviolenza e' costituito dal secondo volume della fondamentale opera di Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta: 2. le tecniche, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986. Sharp descrive 198 tecniche di azione nonviolenta.

L'elenco proposto da Sharp e' organizzato nel modo seguente: 1. tecniche di protesta e persuasione nonviolenta, comprendenti dichiarazioni formali, forme di comunicazione rivolte a un pubblico piu' vasto, rimostranze di gruppo, azioni pubbliche simboliche, pressioni su singoli individui, spettacoli e musica, cortei, onoranze ai morti, riunioni pubbliche, abbandoni e rinunce. 2. Tecniche di noncollaborazione sociale, comprendenti ostracismo nei confronti delle persone, noncollaborazione con eventi, consuetudini ed istituzioni sociali, ritiro dal sistema sociale. 3. Tecniche di noncollaborazione economica, comprendenti a) i boicottaggi economici: azioni da parte dei consumatori, azioni da parte di lavoratori e produttori, azioni da parte di mediatori, azioni da parte di proprietari e negozianti, azioni di natura finanziaria, azioni da parte di governi; b) gli scioperi, tra cui gli scioperi simbolici, scioperi dell'agricoltura, scioperi di gruppi particolari, scioperi normali dell'industria, scioperi limitati, scioperi di piu' industrie, combinazioni di scioperi e blocchi economici (tra cui l'hartal, ed il blocco economico). 4. Tecniche di noncollaborazione politica, comprendenti rifiuto dell'autorita', noncollaborazione di cittadini col governo, alternative dei cittadini all'obbedienza, azioni da parte di personale governativo, azioni governative interne, azioni governative internazionali. 5. Tecniche di intervento nonviolento, comprendenti intervento psicologico, intervento fisico, intervento sociale, intervento economico, intervento politico.

Un bel libro sulle tecniche della nonviolenza e' ancora quello classico di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, di recente ristampato da Linea d'Ombra Edizioni, Milano.

* L'addestramento alla nonviolenza

Citiamo da Aldo Capitini (Le tecniche della nonviolenza, p. 127): "Una parte del metodo nonviolento, tra la teoria e la pratica, spetta all'addestramento alla nonviolenza. Le ragioni principali per cui e' necessaria questa parte sono queste:

I. l'attuazione della nonviolenza non e' di una macchina, ma di un individuo, che e' un insieme fisico, psichico e spirituale;

II. la lotta nonviolenta e' senza armi, quindi c'e' maggior rilievo per i modi usati, per le qualita' del carattere che si mostra;

III. una campagna nonviolenta e' di solito lunga, e percio' e' utile un addestramento a reggerla, a non cedere nemmeno per un istante;

IV. la lotta nonviolenta porta spesso sofferenze e sacrifici: bisogna gia' sapere che cosa sono, bisogna che il subconscio non se li trovi addosso improvvisamente con tutto il loro peso;

V. le campagne nonviolente sono spesso condotte da pochi, pochissimi, talora da una persona soltanto; bisogna che uno si sia addestrato a sentirsi in minoranza, e talora addirittura solo, e perfino staccato dalla famiglia".

* Alcune schede da L'Abate (a cura di), Addestramento alla nonviolenza

Sull'addestramento alla nonviolenza in italiano c'e' un buon manuale, a cura di Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha Editrice, Torino 1985; il libro ha per sottotitolo "introduzione teorico-pratica ai metodi", ed in effetti affianca ad alcuni saggi analitici anche una serie di esercizi pratici e due utili appendici, una sul teatro politico di strada, ed una di brevi schede su vari aspetti della nonviolenza.

Riportiamo qui in sintesi alcune schede dal libro curato da L'Abate.

* I quattro principi fondamentali dell'azione diretta nonviolenta: 1. definite i vostri obiettivi; 2. comportatevi con onesta' ed ascoltate bene; 3. amate i vostri avversari; 4. date agli avversari una via d'uscita.

* Sei mosse strategiche dell'azione nonviolenta: indagate; negoziate; educate; manifestate; resistete; siate pazienti.

* Quattro suggerimenti pratici: siate creativi; preparate i vostri partecipanti; comunicate; controllate gli eventi.

* Presupposti validi della nonviolenza: 1. i mezzi devono essere adeguati ai fini; 2. rispettare tutte le forme di vita; 3. trasformare le opposizioni piuttosto che annientarle; 4. ricorrere a creativita', spirito, amore; 5. mirare a cambiamenti incisivi.

* Risposta nonviolenta alla violenza personale: 1. formulate con chiarezza i vostri obiettivi; 2. non lasciatevi intimorire; 3. non intimorite; 4. non abbiate timore di affermare cio' che e' ovvio; 5. non comportatevi da vittime; 6. cercate di tirar fuori la parte migliore della personalita' del vostro avversario; 7. non bloccatevi al cospetto della violenza fisica; 8. continuate a parlare e ad ascoltare. La comunicazione e' il fulcro della nonviolenza.

* Indicazioni procedurali per la discussione e l'azione nonviolenta: 1. nella discussione praticate il giro degli interventi; 2. condividete le abilita' e praticate la rotazione delle responsabilita'; 3. valorizzate i sentimenti; 4. lavorate insieme in modo cooperativo; 5. incontratevi anche separatamente; 6. incontratevi in piccoli gruppi; 7. usate il metodo del consenso nel prendere le decisioni.

* Piano di lavoro per una campagna di lotta nonviolenta

Preliminarmente:

- chi vuole partecipare ad una campagna di lotta nonviolenta deve essere disposto a condividere rigorosamente gli obiettivi, i metodi e la disciplina collettiva, che devono quindi essere preliminarmente discussi fin nei minimi dettagli affinche' sia chiaro a tutti per cosa ci si impegna e come: una lotta nonviolenta ha delle regole rigorose e richiede ai partecipanti un impegno serio, una adeguata preparazione, convinzione e condivisione, coerenza e disciplina, capacita' critica e creativa, rispetto per gli altri.

I. conoscere:

- informarsi

- raccogliere documentazione

- studiare

II. definire gli obiettivi:

- obiettivi finali ed intermedi

- tempi dell'iniziativa

- risorse finanziarie ed umane

- organizzazione e compiti

- interlocutori da coinvolgere

- strumenti di verifica periodica e di eventuale ridefinizione degli obiettivi

III. iniziative e loro gradualita':

- rendere note le proprie richieste/proposte

- notificarle agli interlocutori specifici

- diffondere l'informazione alla societa' in generale

- protestare contro l'ingiustizia

- agire contro l'ingiustizia

- mantenere sempre aperta la comunicazione.

* Il Manuale per l'azione diretta nonviolenta di Walker

Uno strumento di lavoro a nostro avviso insuperato e' il breve testo di Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1982. Ne riportiamo il sommario: 1. Preparazione. 2. Lancio di un programma costruttivo. 3. Aspetti generali del metodo. 4. L'addestramento. 5. Il piano dell'azione. 6. I preparativi dell'azione. 7. Studio della situazione legale. 8. Messa a punto di una disciplina collettiva. 9. Sviluppo di una campagna di propaganda. 10. Raduno dei partecipanti. 11. Inizio dell'azione. 12. Come fronteggiare le rappresaglie. 13. Mantenere la vitalita' del movimento. 14. I dirigenti. 15. Quando la lotta si prolunga.

*

12. Possibili conseguenze penali per chi promuove e per chi partecipa all'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" (5 maggio 1999)

I. Chi promuove, propaganda, sostiene ed invita a realizzare l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Istigazione a delinquere, reato previsto e punito dall'art. 414 del Codice Penale.

La pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio.

II. Chi esegue o tenta di eseguire l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Attentato alla sicurezza dei trasporti, reato previsto e punito dall'art. 432 del Codice Penale.

Anche per questa fattispecie di reato la pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio.

*

13. Modello di istanza di dissequestro di mongolfiere eventualmente sequestrate dalle forze dell'ordine (4 maggio 1999)

Alla Cancelleria del Tribunale di ...

al Presidente del Tribunale di ...

al Procuratore Capo della Procura di ...

e per opportuna conoscenza:

al Questore di ...

al Dirigente della Digos di ...

al Prefetto di ...

Oggetto: richiesta di dissequestro del materiale sequestratomi in data ... nel luogo di ..., relativo all'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace".

Egregi signori,

con la presente il sottoscritto ..., nato a ... il ... e residente in ...,

presenta istanza di dissequestro

del materiale sequestratogli il ... ad ..., relativo all'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace".

Senso e fini dell'iniziativa nonviolenta delle mongolfiere per la pace

Non sara' inutile richiamare qui senso e fini dell'iniziativa nonviolenta delle mongolfiere per la pace: con essa si intende invadere lo spazio aereo circostante le basi Nato impedendo il decollo dei bombardieri che recano devastazioni e morte in Jugoslavia; tale iniziativa nonviolenta non e' di alcuna pericolosita' per alcuno.

Peraltro

- tutti i soggetti istituzionali variamente interessati erano stati direttamente e dettagliatamente preavvisati da giorni;

- vi sarebbe stato un costante assoluto controllo delle mongolfiere ancorandole ad un filo rendendole quindi quel che in gergo tecnico si suol definire "palloni frenati";

- a tutte le autorita' era stato comunicato senso e fine dell'iniziativa, quale materiale si sarebbe portato all'uopo, orario e luogo di incontro e di esecuzione, e per giorni vi e' stato altresi' un costante, reiterato, limpido e cordiale contatto in merito tra il sottoscritto ed i funzionari della Questura di ..., il Comune di ..., la stazione Carabinieri di ...).

Va rilevato altresi' che l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace ha la caratteristica di essere rigorosamente nonviolenta, e che i partecipanti ad essa avevano tutti preventivamente accettato di attenersi ad un codice di regole di condotta nonviolenta obbligatorie, codice a tutti da giorni distribuito (ed altresi' alle autorita' ed ai mass-media, unitamente a tutta l'ulteriore documentazione relativa all'iniziativa).

Infine va ricordato che con tale iniziativa nonviolenta si intende perseguire come scopi:

a) la cessazione della guerra ed il ripristino della pace e del dialogo diplomatico;

b) la restaurazione ed il rispetto della legalita' costituzionale italiana (con particolar riferimento all'art. 11 ed all'art. 78 della Costituzione della Repubblica Italiana), della Carta delle Nazioni Unite (e dello stesso Statuto della Nato) nonche' del diritto internazionale, sciaguratamente violati dal fedifrago ed anomico governo italiano;

c) di salvare le vite degli esseri umani bersaglio dei bombardamenti;

d) di fermare una catastrofe ecologica europea di dimensioni incommensurabili.

Intendo altresi' dire con assoluta chiarezza che continuo a ritenere doverosa, necessaria ed urgente l'iniziativa che ho ideato e promosso, e che il primo maggio ho cercato di eseguire.

Si', ho istigato a salvare delle vite umane, ho istigato a rispettare la Costituzione Italiana ed il diritto internazionale, ho istigato alla legalita' costituzionale ed alla dignita' umana; ebbene, continuero' a farlo finche' ne avro' la possibilita'.

Si', ho tentato di fermare il decollo dei bombardieri stragisti usando la nonviolenza come unico strumento di lotta; ebbene, continuero' a tentare di farlo finche' ne avro' la possibilita'.

Tre sottolineature

Mi preme inoltre sottolineare particolarmente l'assoluta correttezza nei rapporti con le istituzioni e particolarmente con le autorita' di pubblica sicurezza presenti a ...

Mi preme altresi' sottolineare come da parte mia e degli altri amici della nonviolenza presenti il giorno ... a ... vi sia stato un costante atteggiamento rigorosamente nonviolento: prima, durante e dopo il sequestro delle mongolfiere, dei palloncini, degli aquiloni e dell'attrezzatura relativa.

Mi preme infine sottolineare come tutto cio' possa essere confermato dalla testimonianza degli autorevole osservatori che erano presenti proprio per essere elemento di garanzia e serenita' per tutti, osservatori che in quanto tali non partecipavano all'intento ne' all'esecuzione del lancio delle mongolfiere ma avevano l'unica funzione di osservare il regolato, civile, nonviolento svolgimento degli eventi; osservatori che peraltro recavano ben visibile sulle giacche un cartellino di riconoscimento con il loro nome  e la loro qualifica appunto di osservatori.

Un'evidenza

Tutto cio' premesso e' evidente che dal punto di vista probatorio in un eventuale procedimento giudiziario ai miei danni, e' sufficiente il verbale di sequestro adeguatamente analitico da me sottoscritto, cosicche' non vi e' di alcuna utilita' sotto questo riguardo la conservazione presso i vostri magazzini del materiale sequestratomi, e pertanto sono con la presente a richiederne dissequestro e restituzione.

Per amor di verita' e dovere di lealta'

Amor di verita' mi impone tuttavia di dirvi altresi' che qualora mi restituiste il materiale sequestrato e la guerra perdurasse, io cercherei di nuovamente farne uso con una nuova azione diretta nonviolenta per cercar di fermare le stragi, vale a dire che nuovamente cercherei di organizzare una nuova azione diretta nonviolenta di lancio di mongolfiere per la pace per contrastare questa orribile guerra (che e' una guerra palesemente illegale e criminale secondo la nostra Costituzione ed il diritto internazionale), azione diretta nonviolenta che ovviamente nuovamente preventivamente annuncerei alle autorita' competenti, con la medesima procedura rigorosamente limpida e nonviolenta, come gia' fatto in occasione del primo maggio e precedentemente ancora.

Restando in attesa di un sollecito pronunciamento in merito alla presente richiesta, e restando altresi' a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e comunicazione, presso la mia abitazione in ..., o anche piu' tempestivamente al mio numero di telefono e fax ...,

con i migliori auguri di buon lavoro, distinti saluti,

Firma

*

14. Modello di cartellino di riconoscimento da indossare durante l'azione diretta nonviolenta

Premessa: e' indispensabile che tutti coloro che sono presenti all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace indossino sugli abiti (attaccandolo con lo scotch in posizione visibile sul petto) un cartellino di riconoscimento: esso costituisce un elemento di responsabilizzazione personale e collettiva, ed un elemento di rassicurazione per tutti (quindi anche per i mass-media, le forze dell'ordine, gli interlocutori, gli eventuali oppositori dell'iniziativa) poiche' tutti sanno perfettamente chi hanno di fronte.

Noi proponiamo due possibili qualifiche sul cartellino: "partecipante", ovvero persona che concretamente partecipa al lancio delle mongolfiere e quindi si assume anche il rischio della denuncia, del fermo e dell'arresto; ed "osservatore", ovvero persona che non partecipa al lancio delle mongolfiere, ed il cui ruolo e' unicamente quello di osservare lo svolgimento degli eventi, di essere imparziale testimone, di contribuire con la sua sola presenza osservante a rasserenare tutti ed a garantire la denuncia di tutte le violenze ed i soprusi che dovessero eventualmente verificarsi (ed a tal fine e' utile che gli osservatori abbiano anche macchine fotografiche, videocamere, registratori).

Proponiamo il seguente modello di cartellino di riconoscimento:

Luogo e data

Azione diretta nonviolenta per la pace e la legalita' costituzionale

Nome e cognome:

Qualifica:

Firma del movimento promotore dell'iniziativa

*

15. Sulla necessita' dei training nonviolenti

Sottolineiamo che e' indispensabile che chi vuole partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace abbia precedentemente partecipato ad almeno un ciclo di incontri di addestramento alla nonviolenza.

*

16. "Ma abbiamo il dovere di farlo" (5 maggio 1999)

Cercar di salvare delle vite umane e di difendere la legalita' costituzionale attraverso l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere che bloccano i bombardieri puo' costare dieci anni di reclusione. Ma abbiamo il dovere di farlo.

Sabato primo maggio ad Aviano sono stato denunciato per istigazione a delinquere (art. 414 C.P., che prevede da uno a cinque anni di reclusione) e per attentato alla sicurezza dei trasporti (art. 432 C.P., che prevede anch'esso da uno a cinque anni di reclusione).

Il motivo: aver proposto ed aver cercato di fermare il decollo dei bombardieri Nato che dalle basi italiane portano devastazione e morte alle popolazioni della Jugoslavia.

Ed aver proposto ed aver cercato di farlo con l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, ovvero invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi Nato con mongolfiere di carta, palloncini gonfiati ad elio, aquiloni.

Ed averlo proposto, ed aver cercato di farlo, per cercar di salvare qualche vita umana, per oppormi a una guerra illegale e criminale, per difendere il diritto internazionale e la Costituzione della Repubblica Italiana che il governo ha sciaguratamente violato.

Ebbene, continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni cittadino italiano difendere la legalita' costituzionale ed opporsi ad una guerra fuorilegge; continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni essere umano cercar di salvare altre vite umane; continuo ad essere convinto che impedire con un'azione diretta nonviolenta il decollo dei bombardieri stragisti sia azione legittima e giusta.

E quindi continuero' a proporre di farlo a tutte le persone di volonta' buona; e quindi continuero' a cercare di farlo. Con la nonviolenza, senza fare del male a nessuno, con le mongolfiere per la pace.

*

17. Una vittoria giudiziaria del pacifismo nonviolento (26 gennaio 2000)

Archiviato il procedimento penale contro Peppe Sini per l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" per bloccare i decolli dei bombardieri ad Aviano durante la guerra dei Balcani del 1999.

Durante la tremenda guerra dei Balcani vi furono in Italia pacifisti nonviolenti che cercarono di opporsi concretamente, e non solo simbolicamente, alla realizzazione della guerra.

Una delle azioni di questi pacifisti consistette nel tentativo di impedire i decolli dei bombardieri che seminavano strage; tentativo che fu condotto con una impostazione rigorosamente nonviolenta, accuratamente preparato, pubblicamente annunciato e limpido nell'esecuzione.

Precisamente in due occasioni ad Aviano il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo in collaborazione con il movimento ecclesiale nonviolento "Beati i costruttori di pace" tento' di fermare i decolli dei bombardieri con l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", cioe' cercando di ostruire lo spazio aereo circostante e sovrastante l'area di decollo dei bombardieri della base dell'aviazione militare Usa-Nato di Aviano invadendo quello spazio aereo con mongolfiere di carta e palloni ad elio recanti leggeri fogli metallici di disturbo sia della visibilita' sia dei congegni elettronici degli strumenti militari.

L'11 aprile 1999 l'iniziativa fu realizzata con risultato positivo per alcune ore, poi sfortunatamente sopravvenne un'altra ed incompatibile manifestazione che non aveva caratteristiche nonviolente, cosa che sopraffece e di fatto vanifico' (e conseguentemente cancello' dai mass-media, e quindi dall'attenzione dell'opinione pubblica) l'azione nonviolenta che stava ottenendo un clamoroso risultato positivo.

Il primo maggio nuovamente si tento' l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, ma i pacifisti nonviolenti viterbesi furono fermati dalle forze dell'ordine che su disposizione della magistratura territorialmente competente esegui' il sequestro delle mongolfiere e dell'attrezzatura atta al loro lancio controllato, e procedette all'azione giudiziaria contro il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Peppe Sini, che dell'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace era l'ideatore e l'organizzatore. Va notato che durante le operazioni di sequestro delle mongolfiere, i bombardieri non decollarono.

Come e' noto i promotori dell'azione nonviolenta delle mongolfiere per la pace sostenevano che occorreva fermare la guerra, che occorreva far cessare le stragi e che l'unico modo per farlo concretamente senza mettere in pericolo nessuno era impedire il decollo dei bombardieri invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le piste di decollo con oggetti volanti come appunto le mongolfiere di carta cui erano appesi leggeri fogli di metallo, cosi' da disturbare sensibilmente le operazioni di partenza degli aerei-killer, la visibilità aerea e la strumentazione elettronica dei bombardieri e della base.

I promotori dell'iniziativa nonviolenta qualificarono la propria azione come atto dovuto in rispetto e applicazione della Costituzione della Repubblica Italiana e denunciavano l'illegalita' della guerra ai sensi sia della Costituzione italiana, sia della Carta delle Nazioni Unite, sia dello stesso Statuto della Nato.

Per aver promosso l'iniziativa Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, venne denunciato per i reati previsti e puniti dagli articoli 432 (attentato alla sicurezza dei trasporti) e 414 (istigazione a delinquere) del Codice Penale, col rischio di pene che potevano arrivare a piu' anni di detenzione.

Ora e' stato emesso il decreto di archiviazione da parte della magistratura di Pordenone.

Il significato a nostro avviso ricavabile da questo pronunciamento della magistratura ci sembra chiaro ed incoraggiante: i pacifisti nonviolenti che l'11 aprile (prima che altri scatenassero insensati scontri) hanno bloccato per alcune ore i decolli dei bombardieri, e che il primo maggio hanno nuovamente tentato di bloccarli, non sono pericolosi criminali, ma cittadini italiani che prendono sul serio la Costituzione (che all'art. 11 "ripudia la guerra"), persone che dinanzi a reiterati massacri si adoperano per far cessare la strage; e per la loro azione nonviolenta non devono essere puniti col carcere. E' nostro parere che in condizioni di non nuocere dovrebbero essere messi invece tutti coloro che la guerra e le stragi hanno scatenato e realizzato.

*

18. Dichiarazione del responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Peppe Sini, dopo l'archiviazione del procedimento giudiziario nei suoi confronti per aver cercato di impedire con l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" il decollo dei bombardieri dalla base di Aviano durante la guerra dei Balcani del 1999 (27 gennaio 2000)

Potevamo riuscire a fermare la guerra con la forza della nonviolenza.

* Dolore e vergogna

Provo dolore e vergogna per quella guerra illegale e criminale, per le stragi commesse da poteri in conflitto contro popolazioni innocenti; provo dolore e vergogna per la violazione della Costituzione italiana e del diritto internazionale; provo dolore e vergogna per non essere stati capaci di impedire quella carneficina.

* Sollievo

Ma provo anche sollievo per la decisione della magistratura di archiviare il procedimento penale contro di me per l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", con cui cercammo di impedire il decollo dei bombardieri che recavano strage ai popoli dei Balcani.

Quando pensai e promossi l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" sapevo che si trattava di rischiare una denuncia per due reati non lievi come l'"attentato alla sicurezza dei trasporti" (art. 432 C.P.) e l'"istigazione a delinquere" (art. 414 C.P.), e che era realistica la prospettiva di una condanna.

Non so quali valutazioni abbia fatto la magistratura di Pordenone, ma trovo che la sua decisione di archiviazione del procedimento sia saggia nella sostanza. Sarebbe stato ben degno di meditazione che mentre chi ha ordinato le stragi siede al governo, chi ha cercato (e in modo assolutamente nonviolento) di impedire le stragi finisse in galera.

Quindi per quanto riguarda la mia sorte personale tiro un sospiro di sollievo (come gia' all'epoca della guerra del Golfo, quando per aver cercato di promuovere l'opposizione ad essa, fui tratto in tribunale ed il processo ebbe esito a me favorevole).

Alle altre persone che stanno subendo procedimenti giudiziari per essersi opposti alla guerra esprimo la mia solidarieta', la solidarieta' di una persona che ritiene che alla guerra e alla violenza occorre opporsi nel modo più limpido e intransigente: con la nonviolenza.

* La nonviolenza e' piu' forte

Questa vicenda mi conforta ancor piu' nella convinzione che e' possibile opporsi con efficacia e concretamente al potere militare con la forza della nonviolenza; credo sinceramente che se il movimento pacifista italiano avesse scelto la via della nonviolenza concreta e attiva avremmo potuto contrastare efficacemente la macchina bellica: poiche' la nonviolenza e' piu' forte. Non lo dico come articolo di fede, ma come constatazione empirica: se fossimo riusciti a invadere gli spazi aerei delle basi di decollo dei bombardieri non solo per poche ore ad Aviano, ma per giorni ed ovunque, potevamo davvero fermare la guerra.

* Grazie di cuore

A tutti gli amici che hanno in vario modo sostenuto o preso parte all'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", a tutti coloro che hanno espresso solidarieta' dopo la denuncia, ed anche naturalmente ai funzionari e gli agenti di pubblica sicurezza, di esemplare correttezza, con cui ad Aviano ci siamo guardati negli occhi riconoscendoci umani tra umani, tutti dalla guerra umiliati e feriti, e particolarmente a coloro che si sono adoperati come noi affinche' nessuno dei presenti si facesse del male, un grazie di cuore.

* Congedo

Chiedo invece perdono alle genti balcaniche: di fermare la strage su loro scatenata col concorso del nostro paese non siamo stati capaci. Non siamo stati capaci di fermare la guerra con la forza dell'umanita', della ragione, della legalita'. Potevamo riuscirci, e non ci siamo riusciti. Mi ci sveglio ancora in affanno la notte, ne provo un rimorso che non mi da' pace.

 

5. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI PIO BAROJA, DI AURELIO CHESSA, HENRY DUNANT, ALESSANDRO GALANTE GARRONE, DI CLIFFORD GEERTZ, DI NICHOLAS GEORGESCU-ROEGEN, DI CLAUDE LEVI-STRAUSS, DI GIAIME PINTOR, DI ADELAIDE ANNE PROCTER, DI RUGGERO ZANGRANDI

 

Ricorre oggi, 30 ottobre, l'anniversario della scomparsa di Pio Baroja (San Sebastian, 28 dicembre 1872 - Madrid, 30 ottobre 1956), della nascita di Aurelio Chessa (Putifigari, 30 ottobre 1913 - Rapallo, 26 ottobre 1996), della scomparsa di Henry Dunant (Ginevra, 8 maggio 1828 - Heiden, 30 ottobre 1910), della scomparsa di Alessandro Galante Garrone (Vercelli, primo ottobre 1909 - Torino, 30 ottobre 2003), della scomparsa di Clifford Geertz (San Francisco, 23 agosto 1926 - Filadelfia, 30 ottobre 2006), della scomparsa di Nicholas Georgesc-Roegen (Costanza, 4 febbraio 1906 - Nashville, 30 ottobre 1994),della scomparsa di Claude Levi-Strauss (Bruxelles, 28 novembre 1908 - Parigi, 30 ottobre 2009), della nascita di Giaime Pintor (Roma, 30 ottobre 1919 - Castelnuovo al Volturno, primo dicembre 1943), della nascita di Adelaide Anne Procter (Londra, 30 ottobre 1825 - 2 febbraio 1864), della scomparsa di Ruggero Zangrandi (Milano, 5 maggio 1915 - Roma, 30 ottobre 1970).

*

Anche nel ricordo di Pio Baroja, di Aurelio Chessa, di Henry Dunant, Alessandro Galante Garrone, di Clifford Geertz, di Nicholas Georgescu-Roegen, di Claude Levi-Strauss, di Giaime Pintor, di Adelaide Anne Procter, di Ruggero Zangrandi, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- George Lakoff, Mark Johnson, Metafora e vita quotidiana, Editori Europei Associati - Espresso, Roma 1982, pp. 264.

 

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

8. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2152 del 30 ottobre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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