[Nonviolenza] Dalle parole ai fatti. Una lettera al Presidente della Repubblica



 

DALLE PAROLE AI FATTI. UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Egregio Presidente della Repubblica,

in questi giorni lei ha saputo dire in piu' di un'occasione le parole di pace che era necessario dire.

E proprio perche' quelle giuste parole non restino inascoltate, occorre chiarirne le ineludibili conseguenze e chiamare le altre istituzioni dello stato ad un agire coerente con esse e con la legge fondamentale dell'ordinamento giuridico italiano, la Costituzione della Repubblica.

Mi sembra che lei abbia inequivocabilmente convocato il nostro paese a un impegno concreto e coerente in difesa della pace e della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

La pace e' infatti l'indispensabile prerequisito per poter sconfiggere il terrorismo ed inverare il rispetto, la difesa, la promozione dei diritti umani.

Ebbene, questo impegno richiede una politica adeguata, una politica che attualmente chi governa l'Italia purtroppo, al di la' delle enunciazioni di principio talvolta lodevoli, effettualmente non svolge.

E valga il vero:

- l'Italia sta partecipando alle guerre in corso sia rifornendo di armi e cooperando con regimi e poteri assassini, sia con la presenza diretta delle proprie forze armate;

- l'Italia e' tragica protagonista del mercato di morte piu' scellerato: con la produzione e il commercio di armi poi utilizzate per menar strage nel mondo;

- l'Italia continua a far parte di inammissibili alleanze militari con soggetti che hanno commesso crimini di guerra e contro l'umanita';

- l'Italia persevera nella complicita' con regimi violatori dei diritti umani;

- l'Italia sperpera enormi risorse del pubblico erario per immani e insensate spese militari (72 milioni di euro al giorno), commettendo un duplice male: sottraendo di fatto questi ingentissimi fondi ad opere civili e di pace, e destinandoli de facto a fini di guerra e di morte (poiche' le armi e le forze armate a questo sono costitutivamente intese: alle uccisioni e alla guerra, che sempre e solo consiste nella strage di esseri umani);

- l'Italia non ha ancora abrogato le tante infernali misure razziste che radicalmente violano la dignita' e i diritti di tante persone innocenti nel nostro paese: dai campi di concentramento alle deportazioni, ad innumerevoli altre vessazioni, fino all'effettuale favoreggiamento da parte delle istituzioni dell'economia illecita e dei poteri criminali che organizzano e praticano il barbaro sfruttamento schiavista di tante vittime innocenti;

- l'Italia reca insieme agli altri paesi dell'Unione Europea (e piu' di altri, essendo un paese di primo arrivo) una gravissima responsabilita' nel provocare la morte di innumerevoli migranti in fuga dalla fame e dalle guerre, persone la cui vita sarebbe salva se fosse loro consentito di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese, e che invece si vedono costrette ad affidarsi agli scellerati trafficanti mafiosi per sfuggire all'orrore in un nuovo orrore precipitando.

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Egregio Presidente della Repubblica,

occorre che alle sue nobili parole - che peraltro invitano a realizzare semplicemente quanto previsto e disposto dalla Costituzione italiana, dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, dalla Carta delle Nazioni Unite, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani - seguano da parte del Governo, del Parlamento, delle articolazioni tutte della pubblica amministrazione per quanto di loro competenza, atti ad esse coerenti, atti che inverino l'appello a salvare le vite e a rispettare la dignita' umana, appello che lei ha autorevolmente, reiteratamente, nitidamente espresso a nome dell'intero popolo italiano.

Non restino mera retorica le sue parole di pace e di amore all'umanita'; diventino reale politica dello stato italiano: una politica nonviolenta, la politica nonviolenta necessaria e urgente, la politica nonviolenta che sola puo' salvare il nostro paese e l'umanita' intera dalla catastrofe della guerra e della barbarie.

Voglia gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene.

 

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

 

Viterbo, 28 novembre 2015

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, crpviterbo at yahoo.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/