[Nonviolenza] Telegrammi. 2207



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2207 del 25 dicembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. No a un'altra Nassiriya

2. Un appello alle persone impegnate per salvare le vite

3. Il nocciolo della questione, ed il resto e' silenzio

4. Il crollo della diga. Un appello al presidente del Consiglio dei ministri del 18 dicembre 2015

5. Presidente, non ci uccida. Una lettera aperta al Presidente della Repubblica del 21 dicembre 2015

6. In memoria di Clara Barton, di Lelio Basso, di Giorgio Bocca, di Humphrey Bogart, di Martha Coffin Wright, di Carlo Francovich, di Gesu' di Nazareth, di Rene' Girard, di Milada Horakova', di Helen Joseph, di Julien Offray de La Mettrie, di Emmanuel Levinas, di Oscar Lewis, di Natale Menotti, di Giovanni Orcel, di Franz Rosenzweig, di Helena Rubinstein, di Carlo Sgorlon, di Vincenzo Vacirca, di Robert Walser

7. Vecchi libri (alcune segnalazioni del gennaio 2003)

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. LE ULTIME COSE. NO A UN'ALTRA NASSIRIYA

 

Lo diciamo senza giri di parole: la decisione annunciata dal governo di dispiegare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' folle e criminale, e puo' provocare un'altra Nassiriya, ed altre stragi e catastrofi ancora peggiori, li' e in Italia.

Lo diciamo senza giri di parole: quella decisione va revocata immediatamente, prima che altre persone siano uccise.

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Lo chiediamo al governo: torni alla ragione, torni alla legalita', torni al dovere morale e civile, torni al rispetto della vita degli esseri umani.

Lo chiediamo al parlamento: neghi il consenso a una follia che puo' provocare tremendi massacri e disastri.

Lo chiediamo al presidente della repubblica: dichiari fin d'ora che in nessun caso ratifichera' una illegittima, stolta ed ignobile decisione che espone un numero incalcolabile di persone alla morte.

Lo chiediamo all'intero popolo italiano: faccia sentire al governo la sua assoluta opposizione a questo azzardo insensato, a questo macabro giocare con la vita delle persone.

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Lo diciamo senza giri di parole: la decisione annunciata dal governo di dispiegare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul deve essere immediatamente revocata.

Lo diciamo senza giri di parole: salvare le vite e' il primo dovere.

 

2. REPETITA IUVANT. UN APPELLO ALLE PERSONE IMPEGNATE PER SALVARE LE VITE

 

Receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul.

Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche.

Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

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A chi condivide la persuasione che salvare le vite sia il primo dovere chiediamo di scrivere al presidente del Consiglio dei ministri per chiedere che il governo receda dall'annunciata decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul.

Si puo' scrivere agli indirizzi di posta elettronica: matteo at governo.it e segreteria.presidente.renzi at governo.it e per opportuna conoscenza ai presidenti del Senato e della Camera agli indirizzi di posta elettronica: pietro.grasso at senato.it e laura.boldrini at camera.it

 

3. REPETITA IUVANT. IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE, ED IL RESTO E' SILENZIO

 

Senza reticenze, senza ipocrisie, senza eufemismi, il nocciolo della questione e' questo: che l'invio di 450 soldati italiani alla diga di Mosul verra' presentato dalla propaganda dell'Isis come "un'invasione crociata" delle truppe di uno degli stati che dagli anni Novanta ha preso parte alla guerra e alle stragi e successivamente all'occupazione militare neocoloniale, devastatrice, rapinatrice, imperialista e razzista dell'Iraq.

E questa propaganda sara' ovviamente svolta - come e' proprio della strategia terroristica - attraverso sanguinosi attentati che potranno essere diretti contro i soldati italiani, contro la diga, contro l'Italia.

Ogni persona ragionevole e' in grado di prevederlo.

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Cosi' come ogni persona ragionevole sa che l'indispensabile prerequisito per una adeguata operazione di polizia internazionale che contrasti realmente l'Isis in modo appropriato ed efficace e' la cessazione della guerra e di tutti gli atti alla modalita' della guerra riconducibili.

L'insediamento territoriale dell'Isis in una vasta area tra l'Iraq e la Siria e' principalmente la conseguenza delle guerre eseguite in proprio o attraverso mandatari dalle potenze euroamericane che hanno provocato - insieme alle stragi, le devastazioni, la disperazione e la barbarie che tutte le guerre implicano e disseminano - la destrutturazione degli ordinamenti giuridici in entrambi i paesi ed il riprodursi, l'imporsi e l'estendersi della violenza terrorista e schiavista su scala sempre piu' ampia, in forme sempre piu' pervasive.

Qualunque intervento militare europeo e americano nell'area in quanto prosegue la guerra e le stragi segna ipso facto il trionfo dell'Isis, lo rafforza nell'organizzazione e nell'ideologia, nella strategia e nella propaganda, e ne moltiplichera' il reclutamento e gli attentati li' e in tutto il mondo.

Per contrastare la barbarie dell'Isis lo strumento militare e' peggio che inadeguato, e' del tutto controproducente; la presenza in loco di truppe europee o americane, cosi' come la prosecuzione dei bombardamenti che provocano ulteriori stragi di civili, e' il piu' grande aiuto che i governi euroamericani forniscono all'Isis, la piu' sciagurata, infame e insensata forma di complicita' con il terrorismo.

La tragedia dell'Afghanistan dovrebbe pur aver insegnato qualcosa.

La tragedia della Libia dovrebbe pur aver insegnato qualcosa.

L'analisi razionale degli esiti dello scatenamento di tutte le guerre dovrebbe pur aver insegnato qualcosa.

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Il nocciolo della questione e' questo: l'invio di soldati italiani alla diga di Mosul e' un ulteriore passo nell'escalation onnicida, e' un ulteriore passo verso l'estensione della catastrofe.

Occorre invece l'esatto contrario: immediate trattative di pace in Siria, come auspicato dall'Onu; immediate azioni di disarmo e di smilitarizzazione dei conflitti; avvio di un'operazione di polizia internazionale che innanzitutto tagli i rifornimenti all'Isis; immediati ingenti soccorsi umanitari alle popolazioni; azione diplomatica, politica, economica; interventi di pace con mezzi di pace; ricostruzione delle infrastrutture amministrative che forniscano i servizi essenziali alle popolazioni vittime di guerre e dittature, vittime di devastazioni e violenze inaudite, e vittime anche della cinica nostra politica.

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Il terrorismo non si sconfigge con le armi; le armi sono gia' il terrorismo.

Il terrorismo non si contrasta con la guerra; la guerra e' gia' il terrorismo.

L'organizzazione criminale dell'Isis va affrontata con gli interventi e gli strumenti civili e di polizia appropriati: il popolo italiano lo sa, poiche' della violenza terroristica neofascista, della violenza terroristica nichilista, della violenza terroristica mafiosa ha fatto dura esperienza nelle proprie carni; sa che alla mafia non ci si oppone bombardando Palermo o Roma; sa che al neofascismo non ci si oppone dispiegando truppe; sa che il primo dovere di un ordinamento giuridico costituzionale democratico e' operare per salvare le vite. E per salvare le vite non atti di guerra occorrono, ma di pace, di umanita', di civilta'.

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Occorre convincere il governo a recedere immediatamente dall'annunciata dissennata decisione di inviare 450 soldati a Mosul. Ed occorre che receda subito perche' nel perverso intreccio tra guerra asimmetrica, societa' dello spettacolo, terrorismo come propaganda e globalizzazione dei massacri, gli stessi proclami ad uso dei media, gli stessi annunci televisivi, generano immediatamente effetti letali nella realta': il semplice annuncio dell'invio dei soldati puo' gia' scatenare un'escalation, puo' gia' provocare attentati, puo' gia' portare a nuove stragi altrimenti evitabili.

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Occorre convincere il governo a recedere immediatamente dall'annunciata dissennata decisione di inviare 450 soldati a Mosul. Le stupefacenti motivazioni dell'insensata e inammissibile decisione cosi' come esposte dal presidente delle Consiglio dei ministri e dalla ministra della Difesa prostituiscono i soldati italiani (ripetiamolo: mettendo in gravissimo pericolo le vite loro, di ogni cittadino italiano, e di innumerevoli persone abitanti a valle della diga di Mosul) ad un'operazione di accaparramento di una commessa da parte di un'impresa privata: e non e' chi non veda la flagrante illegalita', immoralita' e follia di questa operazione in cui vite umane vengono messe a rischio dallo stato italiano a mero vantaggio dell'arricchimento di un soggetto privato.

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Occorre convincere il governo a recedere immediatamente dall'annunciata dissennata decisione di inviare 450 soldati a Mosul. Il governo deve revocare una decisione che fin d'ora mette in pericolo innumerevoli vite: in tanto un governo democratico in uno stato di diritto e' legittimato a governare in quanto la sua azione e' intesa a rispettare, difendere e salvare le vite; la decisione dell'invio dei soldati a Mosul e' palesemente fuorilegge, e' palesemente scellerata, e' palesemente assurda, e' palesemente in conflitto con il primo dovere del governo stesso: rispettare le leggi, rispettare le vite.

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Occorre convincere il governo a recedere immediatamente dall'annunciata dissennata decisione di inviare 450 soldati a Mosul. Il resto e' silenzio.

 

4. REPETITA IUVANT. IL CROLLO DELLA DIGA. UN APPELLO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 18 DICEMBRE 2015

 

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

receda immediatamente dalla decisione dell'invio di truppe italiane alla diga di Mosul, decisione le cui conseguenze possono essere funeste e fin catastrofiche.

Non commetta l'errore piu' grave dell'intera sua vita.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

nelle scorse settimane, mentre alcuni suoi ministri deliravano, lei e' apparso essere consapevole degli enormi rischi che una ulteriore escalation dell'intervento bellico euroamericano nel Vicino e nel Medio Oriente avrebbe comportato, con l'esito sia di un'ulteriore estensione delle stragi cola', sia di una ulteriore espansione del terrorismo su scala planetaria. In queste settimane lei e' apparso essere consapevole dei risultati disastrosi delle guerre cui dagli anni Novanta l'Italia ha partecipato (violando la sua stessa legge fondamentale), ed ha piu' volte ricordato la guerra libica del 2011 come esempio di tragico errore da non ripetere.

Ebbene, la decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul contraddice la prudenza e la ragionevolezza che informavano quelle sue precedenti dichiarazioni.

Questa decisione di dispiegare truppe italiane sul terreno, nel cuore del conflitto in corso nell'area tra Iraq e Siria che - destrutturati gli ordinamenti giuridici di quei paesi dalle guerre euroamericane degli scorsi decenni - e' divenuta base territoriale dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis,  puo' avere conseguenze tremende.

Una presenza militare italiana alla diga di Mosul rendera' sia quel luogo e le persone li' schierate, sia l'Italia intera, un primario bersaglio dell'azione stragista dell'organizzazione terroristica.

Come chiunque, immagino facilmente le pressioni che possono avere indotto il suo governo a questa stoltissima e sciaguratissima decisione; ma voglio sperare che lei abbia sufficiente buon senso per capire che deve revocarla immediatamente.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

l'Italia ha gia' dato un enorme, scellerato contributo al trionfo dello stragismo e del terrorismo (tanto dei poteri dichiaratamente criminali, quanto degli stati) con la partecipazione alle guerre del Golfo, alla guerra dei Balcani, alla guerra afgana, alla guerra libica; con la fornitura di armi a regimi assassini; con la partecipazione a coalizioni internazionali e organizzazioni armate responsabili di crimini di guerra e contro l'umanita'; con l'abominevole politica razzista che impedendo l'ingresso legale a chi fugge da fame e guerre e dittature ha provocato l'immane strage nel Mediterraneo; con lo sperpero di risorse ingentissime per le spese militari costitutivamente finalizzate alla preparazione ed all'esecuzione della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste. L'Italia ha molto da farsi perdonare dai popoli del sud del mondo, di tante stragi e' corresponsabile.

In relazione alla Libia l'Italia sembra ora finalmente seguire una politica ragionevole: di azione diplomatica orientata a far cessare i conflitti e le stragi, a promuovere dialogo e legalita', a salvare le vite e a contrastare il potere delle organizzazioni criminali attraverso la ricostruzione di un ordinamento giuridico che si impegni nella direzione del rispetto e della promozione dei diritti di tutti; perche' non seguire la stessa politica ragionevole anche in relazione all'Iraq e alla Siria?

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

due sono le dighe di cui deve tener conto nel valutare la situazione.

Vi e' una diga a Mosul da mettere in sicurezza, ma la presenza di soldati italiani ottiene proprio l'effetto contrario.

E vi e' una diga in Italia e in Europa: la diga della civilta' che si oppone all'irruzione della barbarie, del razzismo e del fascismo. Che possa l'ordinamento giuridico costituzionale e democratico italiano resistere a chi vuole trasformarci in mostri, a chi vuole renderci ad un tempo vittime e ausiliari delle sua apocalittica brama di sterminio.

Receda da quella sconsiderata decisione ed impegni piuttosto il nostro paese anche in quell'area ad un'azione diplomatica come quella dispiegata in Libia.

Lei sa che l'azione di polizia necessaria contro i terroristi dell'Isis sara' resa possibile solo dalla fine della guerra in corso, ovvero solo dalla fine della destrutturazione dell'Iraq e della Siria con la ricostituzione in entrambi i paesi di un ordinamento giuridico che si impegni alla ricostruzione dei servizi, delle infrastrutture e dell'amministrazione nella legalita', nella direzione della democrazia e del rispetto dei diritti umani. A tal fine occorre promuovere il dialogo, occorre recare aiuti umanitari, occorre sostenere le esperienze nonviolente di convivenza e di solidarieta', occorre tagliare ai terroristi le fonti di finanziamento, di armamento, di reclutamento - innanzitutto costringendo i governi loro complici (in primo luogo la Turchia e l'Arabia Saudita, il Kuwait e il Qatar) a recedere dalla loro criminale politica.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

tragga ispirazione dalla memoria di Giorgio La Pira, faccia della nonviolenza la vera, grande, necessaria, urgente trasformazione - evoluzione, progresso - di cui la politica, non solo italiana ma dell'umanita' intera, ha assoluto bisogno.

 

5. REPETITA IUVANT. PRESIDENTE, NON CI UCCIDA. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL 21 DICEMBRE 2015

 

Egregio Presidente della Repubblica,

come gia' sa, il governo italiano ha annunciato la decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul, nel cuore del sanguinario conflitto mediorientale.

Questa decisione dissennata espone quei soldati, quella diga e l'Italia intera ad essere bersaglio privilegiato di attentati terroristici.

Questa decisione dissennata e' del tutto illegale.

Questa decisione dissennata e' del tutto immorale.

Questa decisione dissennata rischia di dar luogo a nuove stragi.

Questa decisione dissennata rischia di promuovere una ulteriore escalation di violenza i cui esiti possono essere apocalittici.

Il governo non puo' prendere questa decisione.

Il governo deve recedere immediatamente da questa decisione.

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Presidente, richiami il governo alla ragione, alla legalita' costituzionale, al comune sentire morale, al primo dovere che e' quello di non uccidere, di non mandare nessuno incontro alla morte, di salvare le vite.

Presidente, faccia sapere al governo che lei non puo' e non intende ratificare una scelta nefasta che puo' provocare innumerevoli vittime.

Presidente, non ci uccida.

 

6. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI CLARA BARTON, DI LELIO BASSO, DI GIORGIO BOCCA, DI HUMPHREY BOGART, DI MARTHA COFFIN WRIGHT, DI CARLO FRANCOVICH, DI GESU' DI NAZARETH, DI RENE' GIRARD, DI MILADA HORAKOVA',DI HELEN JOSEPH, DI JULIEN OFFRAY DE LA METTRIE, DI EMMANUEL LEVINAS, DI OSCAR LEWIS, DI NATALE MENOTTI, DI GIOVANNI ORCEL, DI FRANZ ROSENZWEIG, DI HELENA RUBINSTEIN, DI CARLO SGORLON, DI VINCENZO VACIRCA, DI ROBERT WALSER

 

Ricorre oggi, 25 dicembre, l'anniversario della nascita di Clara Barton, della nascita di Lelio Basso, della scomparsa di Giorgio Bocca, della nascita di Humphrey Bogart, della nascita di Martha Coffin Wright, della scomparsa di Carlo Francovich, della nascita di Gesu' di Nazareth, della nascita di Rene' Girard, della nascita di Milada Horakova', della scomparsa di Helen Joseph, della nascita di Julien Offray de La Mettrie, della scomparsa di Emmanuel Levinas, della nascita di Oscar Lewis, della nascita di Natale Menotti, della nascita di Giovanni Orcel, della nascita di Franz Rosenzweig, della nascita di Helena Rubinstein, della scomparsa di Carlo Sgorlon, della scomparsa di Vincenzo Vacirca, della scomparsa di Robert Walser.

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Anche nel ricordo di Clara Barton, di Lelio Basso, di Giorgio Bocca, di Humphrey Bogart, di Martha Coffin Wright, di Carlo Francovich, di Gesu' di Nazareth, di Rene' Girard, di Milada Horakova', di Helen Joseph, di Julien Offray de La Mettrie, di Emmanuel Levinas, di Oscar Lewis, di Natale Menotti, di Giovanni Orcel, di Franz Rosenzweig, di Helena Rubinstein, di Carlo Sgorlon, di Vincenzo Vacirca, di Robert Walser, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

7. REPETITA IUVANT. VECCHI LIBRI (ALCUNE SEGNALAZIONI DEL GENNAIO 2003)

 

Riproponiamo di seguito alcune delle segnalazioni bibliografiche apparse nel nostro notiziario del gennaio 2003.

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Laura Balbo, Luigi Manconi, I razzismi reali, Feltrinelli, Milano 1992, pp. 144, lire 18.000. Una ricerca e una riflessione su immigrazione e razzismo in Italia.

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Laura Balbo, Luigi Manconi, Razzismi. Un vocabolario, Feltrinelli, Milano 1993, pp. 136, lire 12.000. Un utile strumento di riflessione e lavoro.

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Duccio Demetrio, Graziella Favaro, Immigrazione e pedagogia interculturale, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1992, 1999, pp. XX + 116, lire 26.500. Un utile lavoro su "bambini, adulti, comunita' nel percorso di integrazione".

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Gisele Halimi, La causa delle donne, Pellicanolibri, Catania 1979, pp. 228. Un appassinante libro della grande intellettuale e militante tunisina, avvocatessa impegnata in difesa dei diritti umani in molti rilevanti processi politici.

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Aicha Benaissa, Sophie Ponchelet, Nee' en France, Payot, Paris 1990, 1991, pp. 156. La storia di Aicha Benaissa, nata in Francia da genitori algerini, e della sua lotta per divenire se stessa.

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Calixthe Beyala, Les honneurs perdus, Albin Michel, Paris 1996, Editions J'ai lu, Paris 1998, pp. 352. Un grande romanzo della prestigiosa scrittrice camerunese.

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Andree Chedid, La maison sans racines, Flammarion, Paris 1985, Librio, Paris 2000, pp. 128. Un denso romanzo ambientato nel Libano del 1975 della romanziera, poetessa e drammaturga nata al Cairo e residente a Parigi.

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Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Bompiani, Milano 1998, 1999, pp. 96, lire 10.000. Tenero e lucido dialogo tra il grande scrittore e sua figlia.

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Albert Memmi, Il razzismo, Costa & Nolan, Genova 1989, pp. 176, lire 20.000. Un saggio assai utile.

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Albert Memmi, La statua di sale, Costa & Nolan, Genova 1991, pp. 320, lire 32.000. E' un libro che meriterebbe di essere conosciuto di piu'. Con prefazione di Albert Camus.

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Pierre-Andre' Taguieff, Il razzismo, Raffaello Cortina Editore, Milano 1999, pp. 134, lire 16.000. Un'utile sintesi.

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Pierre-Andre' Taguieff, La forza del pregiudizio, Il Mulino, Bologna 1994, pp. 658, lire 60.000. Un'ampia monografia di fondamentale importanza.

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Teun van Dijk, Il discorso razzista, Rubbettino, Soveria Mannelli 1994, pp. 102, lire 10.000. Un utile saggio dell'insigne studioso.

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Annette Wieviorka, Auschwitz spiegato a mia figlia, Einaudi, Torino 1999, pp. 94, lire 10.000. La grande studiosa risponde alle domande di sua figlia sulla Shoah.

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Michel Wieviorka, Il razzismo, Laterza, Roma-Bari 2000, pp. VIII + 152, euro 8,26. Un'utile introduzione di uno dei piu' grandi studiosi e militanti antirazzisti.

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Jean Ziegler, La fame nel mondo spiegata a mio figlio, Pratiche, Milano 1999, pp. 140, lire 16.000. Il grande sociologo e militante dialoga col figlio sul rapporto Nord/Sud.

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Al-Farabi, La citta' virtuosa, Rizzoli, Milano 1996, pp. 334, lire 18.000. Un'opera affascinante di uno dei grandi pensatori della filosofia islamica medioevale.

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Avicebron, La corona regale, Nardini, Firenze 1990, pp. 88, lire 15.000. Uno dei capolavori della poesia religiosa ebraica medioevale, e della poesia di tutti i tempi.

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Tommaso d'Aquino, Il male, Rusconi, Milano 1999, pp. 1440, lire 49.000. Tommaso e' uno di quegli autori che chi non lo ha letto non immagina neppure quanta ricchezza e sottigliezza di pensiero possa insegnarti.

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Alison Weber, Teresa d'Avila e la retorica della femminilita', Le Lettere, Firenze 1993, pp. 176, lire 35.000. Uno studio di grande interesse del linguaggio delle opere di Teresa d'Avila.

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AA. VV., Malinche. La donna e la Conquista, Edizoni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992, pp. 118, lire 12.000. Una riflessione a piu' voci sulla condizione della donna in America Latina dalla Conquista ad oggi.

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Chiedo la parola. Testimonianza di Domitila, Feltrinelli, Milano 1979, pp. 208. Una militante proletaria boliviana denuncia l'oppressione, racconta e riflette sulle sue esperienze di vita e di lotta.

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Marcella Delle Donne, Convivenza civile e xenofobia, Feltrinelli, Milano 2000, pp. 156, euro 16,53. Un'utile sintesi.

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L'autobiografia di Mamma Jones, Einaudi, Torino 1977, pp. XLVIII + 190. La vita e le lotte della leggendaria militante sindacale americana tra Ottocento e Novecento.

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La vita come noi l'abbiamo conosciuta, Savelli, Milano 1980, pp. 160. Autobiografie di donne proletarie inglesi, pubblicate nel 1931, con una lettera introduttiva di Virginia Woolf.

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Khalida Messaoudi, Una donna in piedi, Mondadori, Milano 1996, 1997, pp. VIII + 184, lire 14.000. Un'intervista alla militante democratica algerina condannata a morte dai fondamentalisti.

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Giuliana Morandini, ... e allora mi hanno rinchiusa, Bompiani, Milano 1977, 1985, pp. XVIII + 242. Testimonianze di donne recluse in manicomio. Un libro che va letto. Con prefazione di Franca Ongaro Basaglia.

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Taslima Nasreen, Vergogna, Mondadori, Milano 1995, 1996, pp. 252, lire 14.000. In forma di romanzo una testimonianza sul fanatismo religioso, per la quale l'autrice e' stata condannata a morte dagli integralisti.

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Ugo Panella, Renata Pisu, I volti negati, Federico Motta Editore, Milano 2000, pp. 72, lire 28.000. Un reportage fotografico dal Bangladesh sulle donne sfigurate in volto con l'acido solforico dalla violenza maschile che le "punisce" cosi' per aver rifiutato i matrimoni imposti e i "corteggiamenti" molesti. Il volume e' uno strumento a sostegno di una campagna di solidarieta' concreta con le donne del Bangladesh.

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Tahar Ben Jelloun, L'Islam spiegato ai nostri figli, Bompiani, Milano 2001, pp. 112, euro 6,20. Un piccolo libro che potrebbe essere utilmente utilizzato nelle scuole, ed una lettura di quelle che fanno bene a tutti.

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Ludwig Feuerbach, L'essenza del cristianesimo, Feltrinelli, Milano 1960, 1975, pp. 296. Il capolavoro del 1841 del grande pensatore. Una lettura utile a tutti, credenti e non credenti.

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Ludwig Feuerbach, L'essenza della religione, Einaudi, Torino 1972, 1976, pp. L + 156. L'altro capolavoro del 1846.

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Amin Maalouf, L'identita', Bompiani, Milano 1999, pp. 192, euro 8,26. Un saggio contro tutte le ideologie dell'esclusione, contro ogni totalitarismo.

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Augusto Cavadi, Essere profeti oggi, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 1996, pp. 102, lire 12.000. Un intenso e appassionante libro su "la dimensione profetica dell'esperienza cristiana".

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Augusto Cavadi, Ripartire dalle radici, Cittadella, Assisi 2000, pp. 136, euro 9,30. Un libro che muovendo dal confronto tra "naufragio della politica ed etiche contemporanee" formula nitide e persuasive proposte di riflessione ed impegno.

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Maria Teresa Biason, La massima o il "saper dire", Sellerio, Palermo 1990, pp. 156, lire 18.000. Un'acuta riflessione sulla forma espressiva della "massima", con un'analisi dettagliata della grande opera di La Rochefoucauld.

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Stefania Guerra Lisi, Il metodo della globalita' dei linguaggi, Borla, Roma 1987, 1997, pp. 176 + 16 di appendice fotografica, lire 30.000. Un testo di notevole utilita' pedagogica  e didattica.

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Maria Chiara Levorato, Le emozioni della lettura, Il Mulino, Bologna 2000, pp. 280, euro 16,53. Un utile libro sulla narrazione in quanto atto psicologico e "la lettura come ricerca del significato ed esperienza emotiva al tempo stesso".

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Sigrid Loos, Novantanove giochi cooperativi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989, pp. 130, lire 15.000. Giochi per far crescere il senso di cooperazione creativa, della nota formatrice alla nonviolenza.

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Maria Rita Parsi, Il mondo creato dai bambini, Mondadori, Milano 1992, pp. 192, lire 28.000. Sei esempi di creativita' infantile raccontati dall'autrice de I quaderni delle bambine.

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Mara Selvini Palazzoli, Stefano Cirillo, Matteo Selvini, Anna Maria Sorrentino, I giochi psicotici nella famiglia, Raffaello Cortina Editore, Milano 1988, 1997, pp. XXI + 298, lire 48.000. Un notevole libro dell'indimenticabile studiosa e terapeuta e dei suoi collaboratori.

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Clarice Lispector, La passione secondo G. H., Editori La Rosa, Torino 1982, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 168, lire 11.000. Una lettura che e' anche una intensa esperienza di meditazione.

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Edoarda Masi, Cento trame di capolavori della letteratura cinese, Rizzoli, Milano 1991, pp. 480, lire 55.000. Un libro che e' esso stesso un capolavoro.

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Sofia Vanni Rovighi, Elementi di filosofia, tre volumi, La Scuola, Brescia 1962, 1963, 1964 e costantemente ristampato, pp. 208 + 222 + 280. Un eccellente manuale dell'indimenticabile studiosa (1908-1990), ad un tempo molto caratterizzato ed insieme utilissima occasione di confronto e approfondimento per persone dei piu' diversi orientamenti culturali.

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Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000, pp. 118, euro 8,25. Uno studio a due voci su "l'empatia a partire da Edith Stein".

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June Goodfield, Giocare alla divinita'. Ingegneria genetica e manipolazione della vita, Feltrinelli, Milano 1981, pp. 208. Un libro di impostazione documentaria, sensibilizzatrice e divulgativa del 1977, che merita di essere riletto.

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Anna-Vera Sullam Calimani, I nomi dello sterminio, Einaudi, Torino 2001, pp. 166, euro 10,33. Un'analisi dei nomi dati alla Shoah, e delle molteplici implicazioni che essi rivelano.

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Gilbert Badia, Clara Zetkin, Erre Emme, Roma 1994, pp. 320, lire 20.000. Un bel profilo di una delle storiche protagoniste tra Ottocento e Novecento del movimento delle donne, del movimento per la pace e del movimento operaio, scritto da uno dei piu' acuti studiosi del movimento operaio.

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Vania Bambirra, Il capitalismo asservito dell'America Latina, Feltrinelli, Milano 1974, pp. 184. Uno studio che meriterebbe di essere riletto.

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Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori, Milano 1977, pp. LXXII + 352. Una buona introduzione, che vivamente raccomandiamo.

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Clarice Lispector, Legami familiari, Feltrinelli, Milano 1986, 1999, pp. 126, euro 5,16. Una scrittura che e' meditazione ed interrogazione.

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Edgarda Ferri, Il perdono e la memoria, Rizzoli, Milano 1988, pp. 270. L'autrice incontra e dialoga con i familiari di vittime della Shoah e degli eccidi della guerra, delle mafie e del terrorismo.

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Claudine Vegh, Non gli ho detto arrivederci, Giuntina, Firenze 1981, pp. 168. I colloqui dell'autrice con i figli delle vittime della Shoah. Con una postfazione di Bruno Bettelheim.

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Trudi Birger, Ho sognato la cioccolata per anni, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2000, 2002, pp. 224, euro 6,90. La testimonianza di una bambina nella Shoah.

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Stefania Limiti (a cura di), I fantasmi di Sharon, Sinnos, Roma 2002, pp. 144, euro 12. Un volume di autori vari "per non dimenticare Sabra e Chatila", il massacro dei circa tremila civili palestinesi inermi avvenuto in quei campi profughi il 16-18 settembre 1982.

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Gisella Modica, Falce, martello e cuore di Gesu', Stampa Alternativa, Roma 2000, pp. 112, euro 4,13. Sulla base di interviste che raccolse negli anni '70 l'autrice racconta la storia di donne che presero parte alle occupazioni delle terre in Sicilia tra il '44 e il '50. Un piccolo libro, ma prezioso per molti motivi, la cui lettura vivamente raccomandiamo. Con una prefazione di Chiara Zamboni e una nota di Beatrice Monroy.

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Emily Bronte, Poesie, Mondadori, Milano 1997, pp. XLVIII + 512, lire 10.000. L'opera poetica completa dell'autrice di Cime tempestose.

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Elena Clementelli (a cura di), Fados, Guanda, Parma 1969, pp. 160. I testi di quarantacinque fados, la classica e struggente forma poetico-musicale portoghese.

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Julie A. E. Curtis, I manoscritti non bruciano, Rizzoli, Milano 1992, pp. 348, lire 35.000. Un nitido profilo di Michail Bulgakov attraverso le lettere e i diari.

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Maria Teresa Mandalari (a cura di), Poesia operaia tedesca del '900, Feltrinelli, Milano 1974, pp. 256. Uno studio e un'antologia che metterebbe conto ristampare.

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Annie Cohen-Solal, Sartre, Il Saggiatore, Milano 1986, pp. X + 676. Una monumentale biografia del filosofo e scrittore francese.

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Ornella Pompeo Faracovi, Sartre, una battaglia politica, Sansoni, Firenze 1974, pp. 116. Un'agile introduzione sugli svolgimenti della riflessione politica e le esperienze militanti di "engagement" di Sartre, con una utile antologia.

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Elena Loewenthal, Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003, pp. 96, euro 6,20. Un libro prezioso che vivamente raccomandiamo alle meditazione; vi sono anche alcune pagine aspre e forse ingenerose, ed anche alcuni giudizi su cui si puo' discutere, ma anche esse ed essi sono comunque utili, e nutrienti una riflessione onesta e necessaria.

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Nuto Revelli, Le due guerre, Einaudi, Torino 2003, pp. XVI + 198, euro 12,50. Ancora un dono meraviglioso di Nuto Revelli, uno dei maestri piu' grandi che abbiamo; una lucida e appassionata testimonianza e meditazione sulla guerra fascista e sulla guerra partigiana.

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Ernesto Buonaiuti, Storia del cristianesimo, Newton & Compton Editori, Roma 2002, pp. XXVI + 1.286, euro 14,90. In edizione economica la riedizione (con guida bibliografica aggiornata e indice ragionato dei nomi) di uno dei capolavori di Ernesto Buonaiuti, il grande sacerdote e studioso che fu uno dei dodici docenti universitari che nel 1931 rifiutarono di giurare fedelta' al fascismo.

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Emil Habibi, Il pessottimista, Bompiani, Milano 2002, pp. XVI + 186, euro 7. Uno dei capolavori della letteratura araba contemporanea, scritto dal grande intellettuale e militante palestinese Emil Habibi (1922-1996).

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Elena Loewenthal, L'ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani, Milano 2002, pp. 96, euro 6,20. Un'agile, tenera e preziosa introduzione ai concetti fondamentali dell'ebraismo, scritta dalla prestigiosa intellettuale torinese.

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Angela Massucco Costa, Cesare Musatti, Flavio Manieri, Enzo Morpurgo, Marxismo e psicoanalisi, Newton Compton, Roma 1976, pp. 128.

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Riedizioni

- Gianni Rodari, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Rcs, Milano 2015, pp. 192, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2207 del 25 dicembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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