[Nonviolenza] Telegrammi. 2458



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2458 del primo settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. "Il volto dell'altro, la nostra responsabilita'". Un incontro di riflessione a Viterbo

2. Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

3. Alcuni testi del mese di luglio 2016 (parte sesta e conclusiva)

4. Salvare le vite. Opporsi alle stragi, al razzismo e allo schiavismo. Un incontro a Viterbo

5. Tra ombre e mummie. Un discorso a Viterbo sulle tre stragi e sui compiti nostri

6. Una settimana d'azione contro il razzismo a Viterbo

7. "Opporsi al razzismo". Una conversazione a Vetralla

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. "Il VOLTO DELL'ALTRO, LA NOSTRA RESPONSABILITA'". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto mercoledi' 31 agosto 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Il volto dell'altro, la nostra responsabilita'. Percorsi di riflessione e di solidarieta' all'ascolto di Hannah Arendt, Guenther Anders, Etty Hillesum, Hans Jonas, Emmanuel Levinas, Edith Stein, Simone Weil".

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L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del terremoto.

Successivamente il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha illustrato alcuni temi fondamentali della riflessione etica e politica delle autrici e degli autori considerati - tra le figure piu' illustri della filosofia contemporanea e tra i testimoni piu' luminosi dell'impegno morale e civile -, leggendone e commentandone anche alcuni estratti dalle opere fondamentali.

Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso ancora una volta la richiesta al Parlamento di legiferare due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: 1. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; 2. Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

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Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1999, 2009; Olivia Guaraldo, Arendt, Rcs, Milano 2014. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000.

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Guenther Anders (pseudonimo di Guenther Stern, "anders" significa "altro" e fu lo pseudonimo assunto quando le riviste su cui scriveva gli chiesero di non comparire col suo vero cognome) e' nato a Breslavia nel 1902, figlio dell'illustre psicologo Wilhelm Stern, fu allievo di Husserl e si laureo' in filosofia nel 1925. Costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, trasferitosi negli Stati Uniti d'America, visse di disparati mestieri. Tornato in Europa nel 1950, si stabili' a Vienna. E' scomparso nel 1992. Strenuamente impegnato contro la violenza del potere e particolarmente contro il riarmo atomico, e' uno dei maggiori filosofi contemporanei; e' stato il pensatore che con piu' rigore e concentrazione e tenacia ha pensato la condizione dell'umanita' nell'epoca delle armi che mettono in pericolo la sopravvivenza stessa della civilta' umana; insieme a Hannah Arendt (di cui fu coniuge), ad Hans Jonas (e ad altre e altri, certo) e' tra gli ineludibili punti di riferimento del nostro riflettere e del nostro agire. Opere di Guenther Anders: Essere o non essere, Einaudi, Torino 1961; La coscienza al bando. Il carteggio del pilota di Hiroshima Claude Eatherly e di Guenther Anders, Einaudi, Torino 1962, poi Linea d'ombra, Milano 1992 (col titolo: Il pilota di Hiroshima ovvero: la coscienza al bando); L'uomo e' antiquato, vol. I (sottotitolo: Considerazioni sull'anima nell'era della seconda rivoluzione industriale), Il Saggiatore, Milano 1963, poi Bollati Boringhieri, Torino 2003; L'uomo e' antiquato, vol. II (sottotitolo: Sulla distruzione della vita nell'epoca della terza rivoluzione industriale), Bollati Boringhieri, Torino 1992, 2003; Discorso sulle tre guerre mondiali, Linea d'ombra, Milano 1990; Opinioni di un eretico, Theoria, Roma-Napoli 1991; Noi figli di Eichmann, Giuntina, Firenze 1995; Stato di necessita' e legittima difesa, Edizioni Cultura della Pace, San Domenico di Fiesole (Fi) 1997. Si vedano inoltre: Kafka. Pro e contro, Corbo, Ferrara 1989; Uomo senza mondo, Spazio Libri, Ferrara 1991; Patologia della liberta', Palomar, Bari 1993; Amare, ieri, Bollati Boringhieri, Torino 2004; L'odio e' antiquato, Bollati Boringhieri, Torino 2006; Discesa all'Ade, Bollati Boringhieri, Torino 2008. In rivista testi di Anders sono stati pubblicati negli ultimi anni su "Comunita'", "Linea d'ombra", "Micromega". Opere su Guenther Anders: cfr. ora la bella monografia di Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione. Tre studi su Guenther Anders, Bollati Boringhieri, Torino 2003; singoli saggi su Anders hanno scritto, tra altri, Norberto Bobbio, Goffredo Fofi, Umberto Galimberti; tra gli intellettuali italiani che sono stati in corrispondenza con lui ricordiamo Cesare Cases e Renato Solmi.

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Etty Hillesum e' nata a Middelburg il 15 gennaio 1914 e deceduta ad Auschwitz il 30 novembre 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004; Luciana Breggia, Parole con Etty, Claudiana, Torino 2011.

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Hans Jonas e' nato a Moenchengladbach nel 1903, e' stato allievo di Heidegger e Bultmann, ed uno dei massimi specialisti dello gnosticismo. Nel 1933 si e' trasferito dapprima in Inghilterra e poi in Palestina, dal 1949 ha insegnato in diverse universita' nordamericane, dedicandosi a studi di filosofia della natura e di filosofia della tecnica. E' uno dei punti di riferimento del dibattito bioetico. Al suo "principio responsabilita'" si ispirano riflessioni e pratiche ecopacifiste, della solidarieta', dell'etica contemporanea. E' scomparso nel 1993. Opere di Hans Jonas: sono fondamentali Il principio responsabilita', Einaudi, Torino 1993; la raccolta di saggi filosofici Dalla fede antica all'uomo tecnologico, Il Mulino, Bologna 1994; Tecnica, medicina ed etica, Einaudi, Torino 1997; Organismo e liberta', Einaudi, Torino 1999; una raccolta di tre brevi saggi di autobiografia intellettuale e' Scienza come esperienza personale, Morcelliana, Brescia 1992. Si vedano anche Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Il melangolo, Genova 1995, e La filosofia alle soglie del Duemila, Il melangolo, Genova 1994; cfr. anche Lo gnosticismo, Sei, Torino 1995. Un utile libro di interviste e conversazioni e' Sull'orlo dell'abisso, Einaudi, Torino 2000. Opere su Hans Jonas: si vedano i testi segnalati nel saggio di Vallori Rasini: "Recenti sviluppi nella ricezione di Hans Jonas: una rassegna bibliografica", riportato ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 1449 del 15 ottobre 2006; si veda anche la parte su Jonas in AA. VV., Etiche della mondialita', Cittadella, Assisi 1996, e la bibliografia critica li' segnalata; per un profilo sintetico ed una ampia nota bibliografica, cfr. anche Giovanni Fornero, "Jonas: la responsabilita' verso le generazioni future", nella Storia della filosofia fondata da Nicola Abbagnano, Utet, Torino 1994, Tea, Milano 1996.

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Emmanuel Levinas e' nato a Kaunas in Lituania il 30 dicembre 1905 ovvero il 12 gennaio 1906 (per la nota discrasia tra i calendari giuliano e gregoriano). "La Bibbia ebraica fin dalla piu' giovane eta' in Lituania, Puskin e Tolstoj, la rivoluzione russa del '17 vissuta a undici anni in Ucraina. Dal 1923, l'Universita' di Strasburgo, in cui insegnavano allora Charles Blondel, Halbwachs, Pradines, Carteron e, piu' tardi, Gueroult. L'amicizia di Maurice Blanchot e, attraverso i maestri che erano stati adolescenti al tempo dell'affaire Dreyfus, la visione, abbagliante per un nuovo venuto, di un popolo che eguaglia l'umanita' e d'una nazione cui ci si puo' legare nello spirito e nel cuore tanto fortemente che per le radici. Soggiorno nel 1928-1929 a Friburgo e iniziazione alla fenomenologia gia' cominciata un anno prima con Jean Hering. Alla Sorbona, Leon Brunschvicg. L'avanguardia filosofica alle serate del sabato da Gabriel Marcel. L'affinamento intellettuale - e anti-intellettualistico - di Jean Wahl e la sua generosa amicizia ritrovata dopo una lunga prigionia in Germania; dal 1947 conferenze regolari al Collegio filosofico che Wahl aveva fondato e di cui era animatore. Direzione della centenaria Scuola Normale Israelita Orientale, luogo di formazione dei maestri di francese per le scuole dell'Alleanza Israelita Universale del Bacino Mediterraneo. Comunita' di vita quotidiana con il dottor Henri Nerson, frequentazione di M. Chouchani, maestro prestigioso - e impietoso - di esegesi e di Talmud. Conferenze annuali, dal 1957, sui testi talmudici, ai Colloqui degli intellettuali ebrei di Francia. Tesi di dottorato in lettere nel 1961. Docenza all'Universita' di Poitiers, poi dal 1967 all'Universita' di Parigi-Nanterre, e dal 1973 alla Sorbona. Questa disparato inventario e' una biografia. Essa e' dominata dal presentimento e dal ricordo dell'orrore nazista (...)" (Levinas, Signature, in Difficile liberte'). E' scomparso a Parigi il 25 dicembre 1995. Tra i massimi filosofi contemporanei, la sua riflessione etica particolarmente sul tema dell'altro e' di decisiva importanza. Opere di Emmanuel Levinas: segnaliamo in particolare En decouvrant l'existence avec Husserl et Heidegger (tr. it. Cortina); Totalite' et infini (tr. it. Jaca Book); Difficile liberte' (tr. it. parziale, La Scuola); Quatre lectures talmudiques (tr. it. Il Melangolo); Humanisme de l'autre homme; Autrement qu'etre ou au-dela' de l'essence (tr. it. Jaca Book); Noms propres (tr. it. Marietti); De Dieu qui vient a' l'idee (tr. it. Jaca Book); Ethique et infini (tr. it. Citta' Nuova); Transcendance et intelligibilite' (tr. it. Marietti); Entre-nous (tr. it. Jaca Book). Per una rapida introduzione e' adatta la conversazione con Philippe Nemo stampata col titolo Ethique et infini. Opere su Emmanuel Levinas: Per la bibliografia: Roger Burggraeve, Emmanuel Levinas. Une bibliographie premiere et secondaire (1929-1985), Peeters, Leuven 1986. Monografie: S. Petrosino, La verita' nomade, Jaca Book, Milano 1980; G. Mura, Emmanuel Levinas, ermeneutica e separazione, Citta' Nuova, Roma 1982; E. Baccarini, Levinas. Soggettivita' e infinito, Studium, Roma 1985; S. Malka, Leggere Levinas, Queriniana, Brescia 1986; Battista Borsato, L'alterita' come etica, Edb, Bologna 1995; Giovanni Ferretti, La filosofia di Levinas, Rosenberg & Sellier, Torino 1996; Gianluca De Gennaro, Emmanuel Levinas profeta della modernita', Edizioni Lavoro, Roma 2001. Tra i saggi, ovviamente non si puo' non fare riferimento ai vari di Maurice Blanchot e di Jacques Derrida (di quest'ultimo cfr. il grande saggio su Levinas, Violence et metaphysique, in L'ecriture et la difference, Editions du Seuil, Parigi 1967). In francese cfr. anche Marie-Anne Lescourret, Emmanuel Levinas, Flammarion; Francois Poirie', Emmanuel Levinas, Babel. Per la biografia: Salomon Malka: Emmanuel Levinas. La vita e la traccia, Jaca Book, Milano 2003.

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Edith Stein, filosofa tedesca, e' nata a Breslavia il 12 ottobre 1891 ed e' deceduta nel lager di Auschwitz il 9 agosto 1942. Di famiglia ebraica, assistente di Husserl, pensatrice tra le menti piu' brillanti della scuola fenomenologica, abbraccio' il cattolicesimo e nel 1933 entro' nella vita religiosa. I nazisti la deportarono ed assassinarono. Tra le opere di Edith Stein: le opere fondamentali sono Il problema dell'empatia, Franco Angeli (col titolo L'empatia) e Studium; Psicologia e scienze dello spirito, Citta' Nuova; Una ricerca sullo Stato, Citta' Nuova; La fenomenologia di Husserl e la filosofia di san Tommaso d'Aquino, Memorie Domenicane, poi in La ricerca della verita', Citta' Nuova; Introduzione alla filosofia, Citta' Nuova; Essere finito e Essere eterno, Citta' Nuova; Scientia crucis, Postulazione generale dei carmelitani scalzi. Cfr. anche la serie di conferenze raccolte in La donna, Citta' Nuova; e la raccolta di lettere La scelta di Dio, Citta' Nuova, Roma 1974, poi Mondadori, Milano 1997. Tra le opere su Edith Stein: per un sintetico profilo cfr. l'"invito alla lettura" di Angela Ales Bello, Edith Stein, Edizioni S. Paolo, Cinisello Balsamo 1999 (il volumetto contiene un breve profilo, un'antologia di testi, una utile bibliografia di riferimento). Lavori sul pensiero della Stein: Carla Bettinelli, Il pensiero di Edith Stein, Vita e Pensiero, Milano 1976; Luciana Vigone, Introduzione al pensiero filosofico di Edith Stein, Citta' Nuova, Roma 1991; Angela Ales Bello, Edith Stein. La passione per la verita', Edizioni Messaggero di Padova, 1998, 2003; Angela Ales Bello, Edith Stein. Patrona d'Europa, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2000. Per la biografia: Edith Stein, Storia di una famiglia ebrea, Citta' Nuova, Roma 1994, 1999; Elio Costantini, Edith Stein. Profilo di una vita vissuta nella ricerca della verita', Libreria Editrice Vaticana, Citta' del Vaticano 1987, 1998; Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000.

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Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stante la persecuzione antiebraica). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil. Biografia di un pensiero, Garzanti, Milano 1981, 1990; Eadem, Simone Weil. Una donna assoluta, La Tartaruga edizioni, Milano 1991, 2009; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Wanda Tommasi (a cura di), Weil, Rcs, Milano 2014; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994.

 

2. REPETITA IUVANT. UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

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Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

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Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2016 (PARTE SESTA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2016.

 

4. SALVARE LE VITE. OPPORSI ALLE STRAGI, AL RAZZISMO E ALLO SCHIAVISMO. UN INCONTRO A VITERBO

 

Si e' svolto giovedi' 28 luglio 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di testimonianza sul tema "Salvare le vite. Opporsi alle stragi, al razzismo e allo schiavismo".

Nel corso dell'incontro e' stato riproposto l'appello al Parlamento per due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha evidenziato ancora una volta nel suo intervento introduttivo che se prendiamo sul serio il principio che ogni essere umano ha diritto alla vita, ne discendono conseguenze impegnative non solo per ogni persona ma per ogni civile istituto.

In primo luogo occorre cessare di uccidere, ed a tal fine occorre cessare di fare le guerre, cessare di armare gli assassini, cessare di organizzare e addestrare eserciti: pace, disarmo e smilitarizzazione sono la prima esigenza di una politica democratica all'altezza del bisogno fondamentale dell'umanita' intera: non distruggere l'umanita', salvare le vite.

Ed ugualmente in primo luogo occorre affermare che dal diritto alla vita di ogni essere umano discende il dovere di salvare la vita di ogni essere umano in pericolo, discende il dovere di soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto.

Vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

L'impegno in difesa della vita degli esseri umani richiede di essere articolato come impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, come impegno contro il razzismo e tutte le persecuzioni, come impegno contro il maschilismo e tutte le oppressioni, come impegno per i diritti di tutti gli esseri umani e della natura vivente di cui gli esseri umani sono parte e la cui protezione e' "conditio sine qua non" affinche' l'umanita' possa continuare ad esistere.

Ancora una volta e' necessario evidenziare l'imprescindibilita' e l'intreccio di questi doveri: che occorre opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, e per opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni occorre in primo luogo abolire gli eserciti e le armi; che occorre opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, e per opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni occorre affermare l'unita' dell'umanita' ed insieme la pluralita' come sua condizione costitutiva, ovvero affermare il diritto di ogni essere umano all'eguaglianza e alla diversita', e quindi affermare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta', ergo affermare il dovere di soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto; che occorre opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni, sapendo che l'oppressione maschile e' la prima radice e il primo modello di tutte le oppressioni e di tutte le violenze, e pertanto la lotta contro l'oppressione maschile e' il decisivo fondamento di ogni impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

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Solo opponendosi insieme alla guerra, al razzismo e al maschilismo, senza commettere l'errore di ritenere che ci si possa opporre all'una di queste piaghe che affliggono l'umanita' senza opporsi alle altre, solo allora si lotta per l'inveramento dei diritti umani di tutti gli esseri umani; e solo affermando i diritti umani di tutti gli esseri umani, ovvero il principio responsabilita' che vieta di uccidere e comanda di rispettare, preservare, difendere e sostenere la vita e la dignita' altrui, si puo' difendere adeguatamente, in modo coerente e concreto, non solo l'umana civilta' come processo unitario di autodisvelamento dell'umanita' a se stessa, ma anche l'intero mondo vivente, estendendo quindi la responsabilita' e la solidarieta' che ne e' attiva espressione anche oltre l'umanita', sia nella difesa della biosfera nel suo insieme, sia nella difesa della vita, della dignita' e dei diritti degli altri esseri viventi e senzienti, non astrattamente, ma concretamente affermando la responsabilita' umana nei confronti dell'intero pianeta vivente.

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C'e' voluto papa Bergoglio perche' i mass-media riportassero l'opinione che la guerra in corso (la "terza guerra mondiale, a pezzi") ha ragioni economiche e di potere. E che le maschere ideologiche nel cui nome innumerevoli esseri umani vengono soppressi sono solo una mistificazione, che occulta i veri, concreti interessi di chi costruisce il suo potere irrorandolo del sangue altrui versato a fiumi.

C'e' voluto che lo dicesse il papa per ricordare ai dimentichi e agli ignari la verita' che il movimento delle oppresse e degli oppressi giunti alla coscienza della propria condizione e della dominante strutturale ingiustizia ha sempre saputo: che alla liberta' e alla dignita' degli esseri umani si oppone la feroce dominazione degli sfruttatori, e che solo sconfiggendo il sanguinario dominio degli sfruttatori l'umanita' uscira' dalla sua preistoria.

Ogni ideologia e ogni prassi che negano l'eguale dignita' e gli eguali diritti di tutti gli esseri umani sono gia' il fascismo.

Ogni ideologia e ogni prassi che negano l'eguale diritto di tutti gli esseri umani alla solidarieta' e alla condivisione sono gia' il fascismo.

Ogni persona bisognosa di aiuto ha diritto a ricevere quell'aiuto dagli altri esseri umani. Chi omette di soccorrere una persona, in cuor suo ha gia' deciso di ucciderla.

L'umanita' e' costitutivamente plurale: consiste di persone ciascuna diversa da tutte le altre e ciascuna eguale in diritti a tutte le altre. L'umanita' e' una nella coscienza dell'eguaglianza dei diritti, la cui realizzazione richiede l'adempimento comune del dovere di recare soccorso a chi di soccorso ha bisogno, la condivisione dei beni comuni, il rispetto reciproco, il mutuo aiuto, il riconoscimento che nessuno esclude.

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Al terrorismo stragista degli stati e dei poteri criminali si opponga la civile convivenza.

Alla richiesta di aiuto del volto muto dell'altro risponda la tua responsabilita'.

Sii tu con la tua azione buona l'umanita' come dovrebbe essere.

Fare del rispetto dei diritti umani delle donne il criterio su cui fondare la politica democratica, le relazioni internazionali, la civile convivenza, la cultura comune dell'umanita' intera.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza.

Solo facendo il bene si puo' sconfiggere il male.

Solo la nonviolenza si oppone alla violenza.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

5. TRA OMBRE E MUMMIE. UN DISCORSO A VITERBO SULLE TRE STRAGI E SUI COMPITI NOSTRI

[Diffondiamo una sintesi del discorso tenuto dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, venerdi' 29 luglio 2016 in un incontro nel quartiere viterbese dell'Ellera]

 

1. L'orrore non ci pietrifichi

L'orrore non ci pietrifichi. Il dolore ci persuada all'impegno per far cessare tutte le uccisioni, tutte le persecuzioni, tutte le oppressioni. La memoria delle vittime ci convoca ad adoperarci affinche' cessi questa ecatombe, ogni ecatombe; affinche' tutte le persone nella sofferenza, nel bisogno, nel pericolo siano rispettate, aiutate, salvate. L'orrore non ci pietrifichi.

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2. Prima di agire occorre comprendere

Prima di agire occorre comprendere. E prima di agire occorre aver chiaro secondo quali principii la nostra azione deve essere orientata. Noi crediamo che il primo principio sia questo: salvare le vite e' il primo dovere. Noi crediamo che il primo principio sia questo: tu opponiti a tutte le uccisioni. Vi e' una sola umanita', ed ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Noi crediamo che i diritti sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani veramente devono valere per ogni essere umano, e che questo richiede l'impegno - poiche' ogni diritto si fonda su un condiviso dovere - di ogni persona e di ogni civile istituto, l'impegno concreto e coerente, nitido ed intransigente, a riconoscere e difendere l'umanita' di ogni persona, e quindi nei confronti di ogni persona agire secondo responsabilita': rispondendo alla sua richiesta di aiuto; secondo empatia: sentendo ad un tempo la preziosa diversita' personale e la reale eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani uniti da un legame sociale che nessuno esclude e tutti unisce e sostiene; secondo liberta': che in tanto e' reale in quanto e' fra tutte e tutti condivisa; secondo giustizia: il cui fondamento e' nella compassione, nel riconoscimento e nella riconoscenza; secondo fraternita' e sororita', poiche' veramente vi e' una sola umanita' - plurale, intersoggettiva ed interdipendente - su quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera di cui l'umanita' stessa e' parte e custode, e il mio diritto in tanto ha valore in quanto e' uguale al tuo, ed il nome comune dei nostri diritti e' il nostro comune dovere a rispettare e difendere la vita altrui. Prima di agire occorre comprendere.

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3. Tre stragi e tre orrori io vedo

Tre stragi e tre orrori io vedo.

La strage delle guerre, delle nostre guerre, strumento e frutto della dittatura globale dalle classi dominanti imposta sul mondo schiavizzato, rapinato e martoriato; e la strage del terrorismo dei regimi e dei poteri totalitari, delle organizzazioni criminali e dei singoli disperati, sedotti ed indotti all'adorazione della violenza; queste due stragi sono una sola, vi e' tra esse un rapporto di filiazione e di retroazione, e di perversa reciproca magnificazione.

La strage del razzismo e dello schiavismo: conseguenza della fame e delle guerre, delle dittature e delle devastazioni, degli orrori e della disumanizzazione che un iniquo ordine internazionale - imperiale, razzista e coloniale - impone ad interi continenti, alla enorme maggioranza dell'umanita'; la strage degli innocenti in fuga dalla fame e dalle guerre che i governi europei assassinano tre volte: la prima, creando le condizioni che li costringono ad abbandonare le loro case, le loro famiglie, i loro paesi, ogni loro bene; la seconda: impedendo ad essi di giungere in modo legale e sicuro nei luoghi in cui poter vivere in pace; la terza: vessando finanche i superstiti giunti tra noi, negando loro i diritti fondamentali, umani, civili, politici, ed innanzitutto il diritto di voto, senza del quale non si e' parte della comunita' che in un luogo vive se non in funzione servile ed esposta a ogni offesa, in regime di effettuale ed ormai planetario apartheid. Di questa strage l'ecatombe nel Mediterraneo e' l'esito flagrante, osceno, abominevole: tutti sappiamo che tutti gli esseri umani che li' trovano la morte potevano essere salvati, se solo i governi europei, o anche uno solo di essi, decidessero finalmente che ogni essere umano ha diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente.

La strage del femminicidio: e la violenza maschile sulle donne e' veramente la prima radice e il primo modello di ogni altra violenza, di ogni altra oppressione, di ogni ordine gerarchico e di ogni potere che nega la dignita' e i diritti; il potere maschilista e patriarcale e' l'ideologia e la prassi che spaccando l'umanita' in due e pretendendo un dominio assoluto di meta' dell'umanita' sull'altra meta', crea e dissemina una violenza che tutte le persone disumanizza, le vittime cui la piena umanita' e' negata e i carnefici che da se stessi si fanno disumani. E quindi se non ci si oppone alla violenza maschile non vi e' alcuna speranza di fermare le stragi, di fermare lo sfruttamento schiavista, di fermare la violenza che opprime e perseguita ed infine annichilisce l'umanita' nel suo concreto esistere nella pluralita' degli esseri umani, e nel suo storico consistere come civilta' e processo comune di autoriconoscimento.

Tre stragi e tre orrori io vedo.

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4. A questo orrore occorre resistere, a queste tre stragi occorre opporsi

A questo orrore occorre resistere, a queste tre stragi occorre opporsi, ed occorre opporsi ad esse ad uno stesso tempo, senza illusioni e senza ipocrisie: tutte le ideologie e le prassi militariste sono parimenti assassine; tutte le ideologie e le prassi razziste sono parimenti assassine; tutte le ideologie e le prassi maschiliste sono parimenti assassine.

E non si da' lotta adeguata contro la guerra e tutte le uccisioni se non si lotta insieme anche contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; non si da' lotta adeguata contro il razzismo, se non si lotta anche contro la guerra e contro il maschilismo; e la lotta contro il maschilismo implica e contiene gia' anche interamente la lotta contro la guerra, le armi e il militarismo, la lotta contro il razzismo ed ogni persecuzione.

Ed e' solo opponendosi a queste tre stragi che si lotta finalmente in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; e soltanto lottando cosi' per i diritti umani di tutti gli esseri umani si lotta altresi' per difendere la biosfera e gli altri esseri viventi e senzienti del mondo; e si lotta contro ogni menzogna e contro ogni oppressione; si lotta contro ogni potere che nega agli esseri umani giustizia e liberta', contro ogni potere che nega il rispetto e la condivisione dei beni comuni, contro ogni potere che sfrutta e saccheggia con avidita' onnicida e devasta e distrugge le vite, la civilta' e il mondo. Memori di Auschwitz e di Hiroshima, memori di tutte le vittime, memori del nostro dovere a questo principio teniamoci fermi: noi dobbiamo opporci a tutte le uccisioni, noi dobbiamo impegnarci a salvare tutte le vite.

A questo orrore occorre resistere, a queste tre stragi occorre opporsi.

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5. Salvare le vite e' il primo dovere

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ripetiamolo ancora una volta un ragionamento che innumerevoli volte abbiamo proposto nel corso degli anni: ogni uccisione e' un crimine. Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage. Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo. A tutti i terrorismi occorre opporsi. La guerra e' il terrorismo portato all'estremo. Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni. La guerra e' un crimine contro l'umanita'. Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste. Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste. A tutte le guerre occorre opporsi.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi. La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria. Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani. Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli. Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

La violenza assassina si contrasta salvando le vite. La pace si costruisce abolendo la guerra. La politica oggi necessaria e urgente e' la nonviolenza. E la politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione. La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati. Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti. Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno. Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune. Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra. Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre. Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato. Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti. Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese. Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria. Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra. Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'. Alla violenza occorre opporre il diritto. Alla distruzione occorre opporre la convivenza. Al male occorre opporre il bene.

Ripetiamolo ancora una volta quest'altro ragionamento che innumerevoli volte abbiamo proposto nel corso degli anni: occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre. Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese. Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti. Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa. Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani. Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi. Occorre promuovere la pace con mezzi di pace. Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'. In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti. In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini. L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite. L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ripetiamolo ancora una volta quest'ultimo ragionamento che innumerevoli volte abbiamo proposto nel corso degli anni: l'oppressione maschilista e patriarcale e' la prima radice di ogni violenza. E' la prima radice delle guerre e di tutte le uccisioni. E' la prima radice del razzismo e di tutte le persecuzioni. E' la prima radice dell'oppressione economica, sociale, politica. E' la prima radice dell'oppressione ideologica. E' la prima radice dell'organizzazione gerarchica, del sistema dello sfruttamento, del militarismo come metodo e come sistema. E' la prima radice perche' e' la violenza la piu' intima e la piu' contagiosa, la piu' elaborata e la piu' distruttiva, la piu' primordiale e la piu' celebrata, la piu' diretta e la piu' organizzata, la piu' vile e la piu' feroce. E' la prima radice perche' e' la prima violenza concretamente agita. E' la prima radice perche' e' la prima violenza strutturalmente imposta. E' la prima radice perche' e' l'esperienza e il modello di riferimento per ogni altro rapporto sociale basato sull'ineguaglianza e la subordinazione, l'asservimento e la negazione dell'altrui dignita'. E' la prima radice perche' e' fatta propria, propagandata e fin esaltata da tradizioni di pensiero e di azione cosi' antiche e pervasive da esser divenuta abito mentale per innumerevoli persone e popoli, culture e societa'. E' la prima radice perche' e' cosi' violenta che gia' il solo denunciarla suscita sovente reazioni brutali e fin assassine.

L'oppressione maschilista e patriarcale e' la prima radice di ogni violenza. Come e' possibile che l'umanita' si liberi dalla violenza se non si libera innanzitutto da questa prima violenza? E come e' possibile ritenere che siano vie alla liberazione dell'umanita' ideologie e pratiche che mantengono questa prima violenza? E come e' possibile lottare per la liberazione propria e comune se non si lotta innanzitutto contro questa violenza prima e fondante ogni altra? Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare per la pace e i diritti umani. Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare contro il razzismo ed ogni persecuzione. Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare contro tutti i poteri criminali. Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare in difesa della biosfera. Poiche' l'oppressione maschilista e patriarcale nega alla radice l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, l'umanita' spaccando in due, rendendone meta' vittima e meta' carnefice. Poiche' l'oppressione maschilista e patriarcale nega alla radice che una persona sia innanzitutto una persona, ed in quanto tale portatrice di diritti come ogni altra persona. Poiche' l'oppressione maschilista e patriarcale nega alla radice che la societa' sia alleanza tra pari, nega alla radice che persone diverse siano eguali in diritti e doveri, nega alla radice la pluralita' degli esseri umani ed il loro medesimo esser parte dell'unica umanita', nega alla radice la giustizia e la solidarieta' universale.

Se si accetta l'oppressione maschilista e patriarcale si accetta il principio che fonda ogni ingiustizia, ogni oppressione, ogni violenza. Se si accetta l'oppressione maschilista e patriarcale si accetta l'ordine che impone insieme il privilegio e l'esclusione, il rapporto servo-padrone, la configurazione di ogni legame sociale nella forma della relazione tra dominanti e dominati, la negazione della piena dignita' umana delle persone che il potere opprime. Se si accetta l'oppressione maschilista e patriarcale si accetta la perdita della pienezza dell'umanita' propria e dell'altrui.

La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' quindi il primo dovere di ogni essere umano sollecito del pubblico bene. La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' quindi il primo diritto di ogni essere umano sollecito della propria e comune dignita'. La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' quindi il primo passo per contrastare la guerra, il razzismo, il fascismo. Il primo passo per la liberazione dell'umanita'. La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' il primo compito a cui la nonviolenza ti chiama. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. Una sola umanita', di persone tutte diverse l'una dall'altra e tutte eguali in diritti e dignita'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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6. Minimo un programma

Che fare, quindi? Come opporsi a queste tre stragi? Molte sono le cose da fare. Qui proponiamo per l'ennesima volta minimo un programma.

In primo luogo: per contrastare le stragi della guerra e del terrorismo occorre il disarmo e la smilitarizzazione. Il disarmo, poiche' le armi sempre e solo servono a minacciare e uccidere gli esseri umani, e la smilitarizzazione, poiche' gli eserciti sempre e solo servono a minacciare e uccidere gli esseri umani. Il Parlamento italiano proibisca finalmente la produzione, il commercio, la detenzione e l'uso delle armi: innumerevoli vite umane saranno salvate. Il Parlamento italiano faccia cessare lo scandalo della illegale partecipazione italiana alle guerre in corso, faccia cessare lo scandalo delle ingentissime spese militari a fini di oppressione e di morte, ed utilizzi invece quelle enormi risorse per assistere chi ha bisogno di aiuto, per accogliere chi e' in fuga dall'orrore, per reali, concreti, coerenti interventi umanitari nei luoghi delle guerre e della fame, per promuovere ovunque la pace, la democrazia, la cooperazione dei popoli. Il parlamento italiano passi dal modello di difesa armato, insensato e onnicida, alla difesa popolare nonviolenta, che sola e' adeguata a scongiurare nuove stragi, nuovi orrori, nuovi fascismi.

In primo luogo: per contrastare il razzismo occorre che il Parlamento legiferi finalmente i due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese. Riconoscendo a tutti il diritto di giungere in Italia in modo legale e sicuro si fara' cessare la strage dei migranti lungo il tragitto, e si annientera' la mafia dei trafficanti e degli schiavisti che lucra immense ricchezze sulla tratta degli esseri umani; riconoscendo a tutte le persone presenti in Italia il diritto di voto si estenderanno ipso facto i diritti democratici tutti a tutte e tutti, e cessera' il regime schiavista e di effettuale apartheid nel nostro paese.

In primo luogo: per contrastare il femminicidio occorre applicare integralmente e con adeguate risorse pubbliche la Convenzione di Istanbul - che e' anche gia' legge dello stato italiano - contro la violenza sulle donne; e lo strumento decisivo sono i centri antiviolenza gestiti dai movimenti delle donne. In ogni citta' d'Italia occorre che lo stato finanzi l'esistenza dei centri antiviolenza gestiti dai movimenti delle donne. Questo e' il passo decisivo, senza del quale si resta nella retorica, nella complicita', nell'omissione di soccorso.

Questo e' cio' che dobbiamo innanzitutto ottenere, e che possiamo ottenere solo con un forte movimento di coscientizzazione e di azione nonviolenta, che sappia contrastare le menzogne con la forza della verita', che sappia contrastare la violenza con la forza del diritto, della dignita', dell'umanita', della solidarieta' concreta e coerente.

Questo e' il minimo programma d'azione che a noi sembra indispensabile.

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7. Dobbiamo porci all'ascolto delle ombre, e dobbiamo parlare alle mummie

Dobbiamo porci all'ascolto delle ombre, delle ombre delle vittime delle tre stragi. E' un ascolto doloroso, e ineludibile. Dobbiamo porci all'ascolto delle ombre.

E dobbiamo sforzarci di parlare e proporre al governo, al parlamento ed agli enti locali del nostro paese le azioni politiche, legislative, amministrative necessarie per fermare le tre stragi in corso. Dobbiamo sforzarci di parlare, anche se di fronte abbiamo delle mummie.

Dobbiamo porci all'ascolto delle ombre, e dobbiamo parlare alle mummie.

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8. Ogni vittima ha il volto di Abele

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi nella lotta per la comune liberazione dell'umanita' da ogni violenza, da ogni oppressione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

Agisci in modo da essere tu l'umanita' come dovrebbe essere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

6. UNA SETTIMANA D'AZIONE CONTRO IL RAZZISMO A VITERBO

 

Da sabato 30 luglio a venerdi' 5 agosto il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" promuove a Viterbo una settimana d'azione contro il razzismo.

Nel corso della settimana la struttura nonviolenta viterbese promuovera' incontri di testimonianza e di riflessione, e riproporra' agli enti locali ed al parlamento alcuni appelli gia' da gran tempo formulati e tuttora restati inascoltati, in particolare per far cessare le stragi nel Mediterraneo; per soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone bisognose di aiuto; per il riconoscimento del diritto di voto e quindi di piena partecipazione politica - e di pieni diritti civili e sociali - a tutte le persone che effettualmente vivono in Italia e nelle specifiche comunita' locali.

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Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, cosi' come opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, cosi' come opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni, e' diritto e dovere di ogni persona di retto sentire e di volonta' buona; e' inveramento della democrazia e riconoscimento di umanita'; e' la politica necessaria: la politica della solidarieta' e della condivisione, del bene comune, della coscienza ferma e dell'intellezione chiara del primo compito dell'ora di ogni persona, di ogni civile istituto, dell'umanita' intera: il compito di salvare le vite in pericolo, il compito di opporre la convivenza alla barbarie, il compito di difendere l'umanita' - ovvero la vita, la dignita' e i diritti di tutti e di ciascuno.

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Proprio mentre in questa citta' ed in questa provincia alcune organizzazioni politiche che non fanno mistero di essere neofasciste - e quindi in quanto tali criminali - cercano di fomentare rigurgiti razzisti ed atti di intimidazione; proprio mentre in questa provincia ignoti delinquenti hanno commesso atti vandalici che tutto lascia supporre abbiano finalita' di persecuzione razzista; proprio mentre in questa provincia pubblici amministratori di lunga esperienza assumono condotte ambigue che effettualmente favoreggiano il montare di atteggiamenti egoistici ed aggressivi; ci sembra ancor piu' necessario riaffermare alcune elementari verita':

- la prima: che ogni essere umano ha diritto alla vita, e che omettere di soccorrere una persona in pericolo e' un crimine;

- la seconda: che la Costituzione della Repubblica Italiana, legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico, riconosce i diritti umani di tutti gli esseri umani e garantisce il diritto d'asilo nel nostro paese a chi nel suo paese d'origine non vede riconosciuti gli stessi diritti che nel nostro paese sono vigenti;

- la terza: che nell'epoca presente la realta' dei fatti ha infranto per sempre antiche barriere e grette chiusure, ed e' ormai a tutti evidente che l'umanita' e' unita da un unico destino, e che occorre tutti insieme far fronte alle piu' drammatiche sfide: le guerre, l'inquinamento e la devastazione della biosfera, le nuove forme della schiavitu', la fame.

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Non solo e' ignobile, ma non e' neppure piu' realistica una brutale politica di asserragliamento tribale, di intolleranza xenofoba, di regressione feudale: l'unica politica realistica e' quella che affronta i conflitti globali su scala globale, e che quindi pone l'urgente esigenza comune della pace, della protezione dell'ambiente, della promozione della democrazia e dei diritti umani, del garantire a tutte le persone un'alimentazione adeguata e una vita degna.

Solo questa politica di pace e di solidarieta' puo' fronteggiare il fenomeno migratorio, poiche' solo se nei paesi d'origine saranno garantite condizioni di vita sostenibili - ovvero l'indispensabile benessere - le migrazioni oggi provocate dalla fame e dalla guerra, dalle dittature e dalle devastazioni, finalmente cesseranno.

A questa politica di pace e di solidarieta' le comunita' locali possono e devono contribuire, come preconizzava Giorgio La Pira: anche impegnandosi anch'esse a soccorrere, accogliere, assistere le persone costrette ad abbandonare le loro case, le loro famiglie, i loro paesi in cerca di pace, di sicurezza, di una vita degna.

Non si tratta di occultare i problemi, e' evidente che ogni territorio ha una sua "capacita' di carico" sia ecologica che sociale, e quindi le legittime preoccupazioni dei nativi vanno ascoltate ed insieme occorre trovare soluzioni adeguate che garantiscano la civile convivenza, il benessere condiviso, la sicurezza comune, dei vecchi indigeni e dei nuovi arrivati. Ma queste soluzioni ci sono, e nascono da una percezione corretta della situazione e dalla scelta del rispetto reciproco e del mutuo soccorso, nascono dall'inveramento obiettivo dei valori morali e civili condivisi: ogni essere umano vorrebbe che nel momento del bisogno gli altri esseri umani si prendessero cura di lui e non lo abbandonassero al dolore, alla paura, alla morte; e cosi' ogni essere umano sa che deve prestare il suo aiuto affinche' ad ogni altro essere umano colpito dalla sventura non accada di essere abbandonato.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Il razzismo, come la guerra e il terrorismo, come il maschilismo, e' nemico dell'umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, e quindi il primo dovere di ogni essere umano e di ogni civile istituto e' rispettare, aiutare e salvare le vite.

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In questa settimana con incontri di studio e civili memorie, appoggiandoci alle riflessioni e alle testimonianze di alcune delle molte grandi figure dell'umanita' - da Socrate ateniese a Gesu' di Nazareth, da Confucio a Buddha, da Erasmo a Kant, da Olympe de Gouge a Mary Wollstonecraft, da Giacomo Leopardi a Giuseppe Mazzini, da Leone Tolstoj a Mohandas Gandhi, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Virginia Woolf a Simone Weil, da Edith Stein a Etty Hillesum, da Simone de Beauvoir a Ginetta Sagan, da Lorenzo Milani a Ernesto Balducci, da Primo Levi a Bianca Guidetti Serra, da Martin Luther King a Malcolm X, da Ruth First a Nelson Mandela, da Luce Fabbri a Franca Ongaro Basaglia, da Germaine Tillion ad Assia Djebar, da Emmanuel Levinas a Wangari Maathai - proporremo alcuni ragionamenti necessari.

In questa settimana con incontri pubblici ed analisi precise della situazione attuale, riferendoci ai dati reali ed alle interpretazioni adeguate, proporremo una comprensione concreta e coerente della genesi e della fenomenologia delle cruciali questioni odierne, ed alcune adeguate proposte d'iniziativa tanto legislativa quanto amministrativa che possono avviare a soluzione problemi che altrimenti appaiono ingestibili e possono dar luogo a percezioni errate e gesti sconsiderati.

In questa settimana riaffermeremo - con la forza della verita', della legalita' e della civilta'; con gli strumenti della ragione, della comprensione, della solidarieta'; con la scelta dell'empatia, della responsabilita', del rispetto per la vita e la dignita' di ogni persona - l'opposizione ad ogni menzogna e ad ogni violenza, il ripudio di ogni fascismo, il contrasto ad ogni barbarie.

In questa settimana riaffermeremo il comune sentimento che ogni essere umano riconosce parte dell'unica umana famiglia: il sentimento della benevolenza, dell'interdipendenza, della condivisione.

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Alla violenza razzista opponiamo la cultura umana.

Viterbo e' citta' e provincia accogliente.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

7. "OPPORSI AL RAZZISMO". UNA CONVERSAZIONE A VETRALLA

 

La sera di sabato 30 luglio 2016, nell'ambito della settimana di azione antirazzista, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, Peppe Sini, ha tenuto una conversazione a Vetralla (Vt) sul tema: "Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni: rispettare, aiutare, difendere, salvare tutte le persone bisognose di aiuto".

Nel corso dell'incontro e' stato anche riproposto l'appello al Parlamento per due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha rievocato i ragionamenti svolti durante la campagna che coordino' per l'Italia negli anni '80 del secolo scorso di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, campagna in cui si evidenziava come l'apartheid non fosse un residuo del passato, ma un modello di societa' e un apparato ideologico che avrebbe aggredito e infettato molti altri paesi se non si opponeva ad esso la chiara nozione che vi e' una sola umanita' costitutivamente plurale, che tutti gli esseri umani sono diversi e tutti sono eguali in dignita' e diritti, che ogni persona ha diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta', e che quindi il primo dovere di tutti gli esseri umani e' prestare ascolto e aiuto a tutte le persone di ascolto e di aiuto bisognose; che il primo dovere e' opporsi a tutte le uccisioni e le persecuzioni; che il primo dovere e' soccorrere, accogliere, assistere ogni persona in pericolo, ogni persona che soffre, ogni persona che ha necessita' del conforto e del sostegno altrui; che il primo dovere e' riconoscere a tutte e tutti lo stesso diritto a partecipare alle decisioni su cio' che tutte e tutti riguarda; che il primo dovere e' riconoscere l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, e quindi rispettarne la vita e la dignita', ed ogni essere umano difendere e sostenere nell'ora del pericolo e del bisogno.

La solidarieta' umana che ogni essere umano riconosce e raggiunge e' il fondamento della civilta', ed e' la politica prima, la politica della responsabilita' e della convivenza, del rispetto reciproco e del mutuo soccorso, dell'accudimento per il fragile e l'esposto, della condivisione dei beni, nella luce della coscienza empatica e misericorde.

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Rievocando poi alcune altre esperienze svolte nel viterbese dagli anni Settanta, tanto di solidarieta' internazionale con i popoli oppressi quanto di aiuto concreto alle persone qui sfruttate, oppresse ed emarginate, Peppe Sini ha evidenziato il nesso che unisce tutte le lotte che all'oppressione, alla menzogna e alla violenza si oppongono.

Occorre opporsi infatti allo stesso tempo ed allo stesso modo alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; solo difendendo i diritti di tutti gli esseri umani e solo proteggendo il mondo vivente dalle devastazioni e dalle distruzioni imposte da tutti i poteri rapinatori, da tutte le gerarchie asservitrici, da tutti i regimi di dominazione, e' possibile difendere anche la propria stessa vita, la propria dignita' di persone senzienti e pensanti.

La politica necessaria a tal fine e' quella della nonviolenza: che s'invera nel rispetto per la vita, che coniuga giustizia e liberta' nell'universale fraternita' e sororita', che promuove la messa in comune dei beni comuni.

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Infine, analizzando nella situazione attuale il nesso genetico tra guerre e terrorismo, tra appropriazione privata delle risorse e riduzione in miserie e in schiavitu' di popolazioni intere e devastazione onnicida della biosfera, tra maschilismo, militarismo e criminalita' organizzata, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha riproposto l'esigenza e l'urgenza della mobilitazione popolare per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; della lotta al razzismo e ad ogni forma di esclusione e denegazione dell'altrui umanita'; della decisiva lotta alla violenza maschilista e patriarcale, che e' la prima radice e il paradigma primo di ogni violenza, e il nocciolo duro di ogni questione.

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Nel corso dell'incontro si e' fatto ampio riferimento a decisive riflessioni di Hannah Arendt e di Frantz Fanon, di Rosa Luxemburg e di Michel Foucault, di Virginia Woolf e di Primo Levi, di Mohandas Gandhi e di Wangari Maathai.

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Antonin Artaud, Il teatro e il suo doppio, Einaudi, Torino 1968, 1978, pp. LII + 284.

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Riedizioni

- Luigi Bartolini, Il ritorno sul Carso, Rcs, Milano 2016, pp. 156, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Ernst Juenger, Nelle tempeste d'acciaio, Guanda, Milano 1990, Rcs, Milano 2016, pp. 384, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2458 del primo settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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