rassegna stampa



REPUBBLICA

Il programma di Masotti manda in onda i video e le telefonate
di Caruso e Casarini agli atti del processo di Cosenza

G8, le intercettazioni su Rai2

"Punto e a capo" nella bufera
di CLAUDIA FUSANI


ROMA - I filmati dei Black bloc in azione al G8 di Genova spuntano fuori
dagli atti del processo di Cosenza e finiscono, con le intercettazioni
originali di Francesco Caruso e Luca Casarini, direttamente su Rai 2, prima
serata, "Punto e a capo" di Giovanni Masotti e Daniela Vergara. Non basta.
Sempre dagli atti del processo di Cosenza che vede imputate dodici persone,
tra cui Caruso e Casarini, per cospirazione politica e propaganda
sovversiva, spuntano anche le intercettazioni delle telefonate di tre
parlamentari: Paolo Cento e Mauro Bulgarelli (Verdi) e Graziella Mascia
(Rifondazione). Queste ultime non finiscono in tivù, ma sarebbero "un
abuso" (l'articolo 68 della Costituzione vieta la trascrizione e il
deposito di colloqui telefonici di parlamentari se non sono utili alle
indagini) di cui i tre parlamentari stanno per chiedere conto.

I filmati trasmessi a "Punto e a capo" creano un caso politico-mediatico e
uno giudiziario. L'europarlamentare di Rifondazione comunista Vittorio
Agnoletto rifiuta di andare in trasmissione. "Non condivido che i processi,
prima ancora che in tribunale, si svolgano negli studi televisivi senza
dare agli imputati la possibilità di difendersi" dice Agnoletto, che al G8
di Genova era uno dei leader del Movimento.

Nello studio di "Punto e a capo" si sente Caruso nello stadio Carlini di
Genova, quartier generale dei Disobbedienti, che dice al telefono: "Ci
stanno i black bloc svedesi e inglesi che vogliono fare come a Goteborg
(nel giugno 2001, ci furono incidenti-ndr)". Casarini aggiunge: "E' na
bomba sto posto". E ancora, i due, parlando insieme: "Stavolta non possiamo
fare una cosa simbolica, stavolta bisogna sfondarla la zona rossa...".
Tanto basta perché i sindacati di destra della polizia come Sap e Consap,
prima ancora della messa in onda della trasmissione, dicano: "Abbiamo
ragione noi, era tutto preordinato".


Le intercettazioni, poi, sono inserite in un dvd che non è stato ancora
acquisito dal tribunale di Cosenza. Illegittima, dunque, anche la loro
pubblicazione. "La legge vieta la diffusione di materiale depositato prima
dell'appello" denuncia Agnoletto. Caruso ha annunciato la querela perché
quelle intercettazioni "sono già state archiviate dalle procure di Napoli e
Genova che le hanno valutate nel loro complesso e non a spizzichi e bocconi
e le hanno considerate non utili alle indagini".

Pensano a una denuncia anche i parlamentari Cento, Mascia e Bulgarelli che
si sono procurati gli atti depositati a Cosenza. In una telefonata tra il
deputato verde e Luca Casarini del 9 settembre 2001, i due "commentano le
notizie per cui Casarini sarebbe iscritto nel registro degli indagati e poi
le pesanti dichiarazioni del ministro Castelli".

Cento aggiunge: "E chi sta registrando, questi che continuano ad
intercettare, sappiano che non possono farlo". Graziella Mascia e Casarini
prendono accordi per l'audizione che l'allora capo dei Disobbedienti fece
alla Camera nell'agosto 2001, dopo gli incidenti del G8. Poi appuntamenti e
suggerimenti su come comportarsi. Si parla anche di Fausto Bertinotti.

In una telefonata del 5 agosto 2001 Mascia dice a Casarini "di essere
solidale con lui e di portargli l'abbraccio anche da parte di Fausto". I
parlamentari, il gruppo storico di "contatto" con antagonisti e pacifisti,
sono stati "ascoltati" in quanto hanno chiamato il cellulare di Casarini.
Per legge però quelle telefonate non dovevano essere trascritte né
depositate perché non hanno utilità per le indagini. E se l'avessero avuto,
doveva essere interpellata la Giunta per le autorizzazioni a procedere.
Niente di tutto ciò è stato fatto.

(25 febbraio 2005)

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NOTIZIE FLASH: 1/A EDIZIONE - L'INTERNO (4)

Roma. Il coordinatore politico dei Verdi Paolo Cento in una lettera inviata
al presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini chiede un intervento a
tutela delle prerogative parlamentari e dell'articolo 68 della Costituzione
in relazione alle intercettazioni telefoniche tra parlamentari dei Verdi e
del Prc con alcuni degli imputati al processo in corso a Cosenza, contro i
disobbedienti, per i fatti del G8 di Genova nel 2001. La richiesta, dopo
che le intercettazioni e le trascrizioni sono state rivelate nel corso
della trasmissione di Raidue, 'Punto e a capo'. (segue)

(Pab/Zn/Adnkronos)

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CORRIERE DELLA SERA



Nei giorni precedenti il vertice di Genova frasi sui rapporti tra Black
bloc e Disobbedienti. Dibattito a «Punto e a capo»


I no global e la violenza, si riapre lo scontro

In onda sulla Rai le telefonate intercettate prima degli incidenti del G8.
Rizzo: violato il segreto



Tutto avviene via telefono. Su linee intercettate dalla polizia. «C´è anche
il black bloc qui con noi». «...allo stadio Carlini (a Genova, ndr ) ci
stanno i black bloc». E ancora: «Svedesi, inglesi che vogliono fare come
Göteborg, cioè vogliono fare una cosa assieme sul livello della
disobbedienza». «E´ ´na bomba ´sto posto». «Questa volta bisogna sfondarla
la zona rossa». 16 luglio 2001, lunedì, ore 23.48. Mancano tre giorni al G8
di Genova, quando viene intercettato un dialogo telefonico tra il leader
delle tute bianche del Nord-Est Luca Casarini, quello dei no global
napoletani Francesco Caruso e un non ben identificato Pietro. I verbali
delle intercettazioni sono agli atti del processo di Cosenza sulla rete
ribelle del Sud (allargato anche ai fatti del G8), nel quale sono imputati
per associazione sovversiva tredici appartenenti al movimento no global.
Sono frasi che, secondo l´accusa, confermerebbero il collegamento tra i
disobbedienti e i black bloc, responsabili della guerriglia urbana e delle
distruzioni a Genova. In verità non sono circostanze nuove: sono
registrazioni già emerse pubblicamente. Ma il fatto che siano state riprese
ieri sera su RaiDue, durante il programma di approfondimento giornalistico
«Punto e a capo», condotto da Giovanni Masotti, ha riaperto lo scontro
politico. A partire dallo studio televisivo dove erano ospiti il ministro
alle Telecomunicazioni, Maurizio Gasparri (An) e l´eurodeputato Marco Rizzo
(Comunisti Italiani). Mentre Barbara Palombelli, giornalista del Corriere e
invitata come opinionista alla trasmissione, si «dissociava sul tema scelto
per la puntata del programma», Rizzo avanzava perplessità sulla legittimità
«di poter trasmettere intercettazioni telefoniche al centro di un´indagine
giudiziaria», sollevando il dubbio «di una violazione del segreto
istruttorio». L´europarlamentare poi spostava l´attenzione sull´aspetto
politico: «Mi sembra che si continui nel tentativo non dico di cancellare
la verità, ma di invertire l´ordine degli addendi». Mettendo sotto accusa
«solo una parte». Il ministro Gasparri rispondeva, ponendo l´accento sulle
continue infiltrazioni «di frange violente» nelle manifestazioni pacifiche
di centrosinistra.
Le registrazioni delle frasi di Caruso e Casarini sono state inserite in un
servizio con immagini di repertorio sulle azioni di guerriglia urbana a
Genova. Tra la documentazione presentata c´era pure un messaggio di posta
elettronica spedito da «grilloparlante», nel quale si afferma che «a Genova
sono stati più i non BB (black bloc, ndr ) a spaccare che i BB».
Alla trasmissione televisiva di RaiDue era stato invitato anche
l´eurodeputato di Rifondazione Comunista Vittorio Agnoletto, all´epoca
responsabile del Genoa Social Forum. In una lettera inviata al conduttore
del programma Agnoletto non solo declinava l´invito, ma sottolineava: «Non
condivido e non mi sono mai arreso all´idea che i processi, prima ancora
che in Tribunale, si svolgano negli studi televisivi». Da parte sua
Francesco Caruso ha preannunciato querela: «Sono intercettazioni effettuate
dalla Procura di Napoli, che ha disposto l´archiviazione non ravvisando
alcun reato. Anche i pm di Genova hanno acquisito le registrazioni e anche
loro le hanno archiviate».

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CORRIERE DELLA SERA

LE INTERCETTAZIONI


«Sono con noi, svedesi e inglesi agiranno assieme»

Il leader napoletano e la violazione della zona rossa: dovremmo superare un
muro fatto di manganelli e caschi


Nel colloquio con un giornalista, delle 17.46 del 18 luglio, Francesco
Caruso, leader dei disobbedienti di Napoli parla della violazione della
zona rossa a Genova. Mancano solo due giorni all´inizio del G8. Il
giornalista: «Se quelli attaccano prima...». Risponde Caruso: «Non cambia
il risultato, significa che dovremmo... Significa che dovremmo superare
prima degli altri muri, l´abbiamo preventivato. Cioè che c´era prima un
muro che è fatto appunto... che costa 24 milioni al mese senza gli
straordinari, che è fatto coi manganelli, coi caschi». Due giorni prima
sempre Caruso si sofferma sulla presenza dei Black Bloc. Parla con un certo
Pietro: «Ci stanno i Black Bloc svedesi, inglesi che vogliono fare come
Goteborg, cioè vogliono fare una cosa assieme sul livello della
disobbedienza». Poi Pietro chiede di parlare con Luca Casarini, leader
delle Tute bianche e gli dice: «È ´na bomba ´sto posto». Il 12 luglio è
Luca Casarini a parlare con Caruso. L´argomento è sempre lo stesso, la zona
rossa: «Sappiamo questa volta, non è possibile fare un discorso
semplicemente simbolico tra virgolette, cioè qui stavolta bisogna sfondarla
la zona rossa, per cui questo presuppone tutta una serie di elementi voglio
dire certamente concreti no anche cioè reggere cari... o insomma una roba
impegnativa per chi ha paura... non per chi ha paura, chi non è abituato.
Come io gli ho continuato a dire guardate che comunque non è che con la
tuta bianca o senza tuta bianca questo cambia. Io credo che invece sia un
problema di assunzione politica delle pratiche. Cioè voglio dire che tutti
quelli che fanno il blocco insieme si assumono, ognuno di loro, si assume
il fatto di reggere con i livelli stabiliti, cioè con la disobbedienza
civile fatta a quella maniera lì. E se qualcuno rompe il c... saranno tutti
a dirgli: oh, scolta, è questo il livello che abbiamo deciso. Punto e fine.
Giusto, no?».

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G8: Casini scrive al giudice Madeo

Per chiedere chiarimenti su intercettazioni parole deputati

(ANSA)-ROMA, 25 FEB- Casini ha inviato una lettera al presidente del
tribunale di Cosenza, chiedendo chiarimenti sulle intercettazioni di
conversazioni di deputati. Nella lettera ad Antonio Madeo, Casini scrive,
fra l'altro: "Le saro' grato se vorra' fornirmi ogni utile elemento di
conoscenza sugli eventuali profili di interesse della Camera dei deputati,
ai fini di cui all'articolo 68 della Costituzione". Della lettera, Casini
ha informato il presidente della Giunta per le autorizzazioni, Vincenzo
Siniscalchi.
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ADNKRONOS


Il presidente Casini chiede spiegazioni al Tribunale di Cosenza

Rai, polemiche su 'Punto e a capo' per le intercettazioni sul G8

Mandate in onda alcune telefonate di parlamentari e disobbedienti.
L'Unione: ''Una trasmissione faziosa, ha violato la legge e la
Costituzione''

Il G8 di Genova



Roma, 25 feb. (Adnkronos) - La trasmissione di Raidue 'Punto e a capo'
finisce nuovamente al centro delle polemiche politiche. Nel mirino la
puntata di ieri del programma di Giovanni Masotti, che ha trasmesso le
intercettazioni delle telefonate tra i parlamentari Paolo Cento, Mauro
Bulgarelli e Graziella Mascia e alcuni degli imputati al processo in corso
a Cosenza contro i disobbedienti per gli incidenti del G8 di Genova del
2001.
Dopo la richiesta d'intervento da parte di alcuni deputati dell'opposizione
(a tutela delle prerogative parlamentari) è sceso in campo anche il
presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, che ha chiesto chiarimenti
al Tribunale di Cosenza scrivendo al presidente di quest'ultimo, Antonio
Madeo, d'informarlo su elementi che possano interessare la Camera in merito
all'applicazione dell'articolo 68 della Costituzione.
L'opposizione, intanto, attacca il programma: ''È un fatto d'inaudita
gravità, reso ancor più grave dalla presenza del ministro delle
Comunicazioni Gasparri''. Così i parlamentari dell'Unione, che aggiungono:
''Una trasmissione faziosa che ha violato la legge e la Costituzione, ha
infangato l'attività di esponenti del centrosinistra e ha cercato
d'insabbiare il processo sulle violenze contro tante ragazze e tanti
ragazzi durante il G8''.
Mentre i deputati Giovanni Russo Spena (Rifondazione comunista) e Giuseppe
Giulietti (Ds) hanno presentato un'interrogazione al presidente del
Consiglio Berlusconi e al ministro delle Comunicazioni Gasparri, per sapere
se ''non ritiene inammissibile che una trasmissione del servizio pubblico
celebri un processo in diretta televisiva senza contraddittorio''.
''In Italia le leggi e i regolamenti sembrano essersi trasformati in
optional: non resta che rivolgersi all' Europa'', ha commentato anche
l'europarlamentare del Prc, Vittorio Agnoletto, per il quale ''è stato
violato il segreto istruttorio''. Agnoletto ha anche annunciato che
presenterà un ricorso alla Corte Europea per violazione dell'art. 8 della
'Convenzione Europea per i diritti dell'uomo'. Mentre i 13 disobbedienti
sotto inchiesta replicano in una nota che ieri ''si è consumato il primo
caso di teleprocesso agli attivisti del movimento noglobal'' e Francesco
Caruso, portavoce del movimento dei disobbedienti di Napoli, afferma: ''Mi
sembra del tutto inutile rispondere alle volgarità e alle falsità della
trasmissione 'Punto e a capo'. Hanno fatto uno squallido lavoro di taglia e
incolla di immagini e frasi decontestualizzate e in base a quello hanno
allestito un processo massmediatico con relativa condanna già
prestabilita''.
Secondo Giorgio Lainati, capogruppo di Forza Italia in commissione di
Vigilanza, invece, ''la gravità non sta nel fatto che siano state rese
pubbliche le intercettazioni, sta nelle parole di Caruso e compagni, che
confermano la tesi che a Genova ci sia stata una violenza organizzata da
parte di numerose frange dell'estrema sinistra''.

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