Documento concordia nazionale palestinese



Vi inoltro la traduzione di questo importante documento elaborato dei prigionieri palestinesi.
Nathan Never
 

Il documento politico elaborato dai prigionieri palestinesi di tutte

 le organizzazioni e reso noto da Marwan Barghouti

 

DOCUMENTO DELLA CONCORDIA NAZIONALE PALESTINESE

 

- Con alto sentimento di responsabilità nazionale e storica, in vista dei pericoli che circondano il nostro popolo, per rafforzare il fronte interno palestinese, e per mantenere e proteggere l’unità nazionale e l’unita del nostro popolo in patria e nella diaspora.

- Per fronteggiare il piano israeliano di imporre una soluzione unilaterale, che farebbe saltare il sogno del nostro popolo e il diritto a costruire il suo Stato Palestinese indipendente a piena sovranità. Tale piano, che il governo israeliano intende attuare nella prossima fase, si fonda sulla costruzione del muro del apartheid, l’ebraicizzazione di Gerusalemme, l’allargamento delle colonie israeliane, l’appropriazione della valle del Giordano, l’annessione di gran parte della Cisgiordania e la negazione al nostro popolo del diritto al ritorno.

- Per conservare ciò che il nostro popolo ha conquistato durante la sua lunga lotta, nel rispetto dei nostri martiri, delle sofferenze dei nostri prigionieri e dei nostri feriti. La nostra è una lotta di liberazione nazionale il cui carattere fondamentale è quello patriottico democratico. Ciò impone una strategia politica di lotta adatta a questo carattere.

-Per contribuire alla riuscita del dialogo nazionale palestinese, che si basa sulla dichiarazione del Cairo, e su una pressante necessità di una solida unità, presentiamo questo documento (Documento della Concordia Nazionale) al nostro magnifico e resistente popolo, al presidente Mahmuod Abbas, alla direzione del OLP, al presidente del governo Ismail Hanieh, al consiglio dei ministri, al presidente del Consiglio Nazionale Palestinese (CNP) e ai suoi membri, al presidente del Consiglio Legislativo Palestinese (CLP) e ai suoi membri, a tutte le organizzazioni e alle forze palestinesi, a tutte le strutture, alle organizzazioni pubbliche e private, a tutti coloro che orientano l’opinione pubblica palestinese in patria e nella diaspora.

Con l’auspicio di considerare questo documento integralmente, e di ricevere l’appoggio, il sostegno e l’approvazione di tutti, come contributo fondamentale, perché sia adottato quale documento della Concordia Nazionale Palestinese:

 

  1. Il popolo palestinese in patria e nella diaspora si sta adoperando per liberare la sua terra e realizzare il suo diritto alla libertà, al ritorno, all’indipendenza, all’autodeterminazione, alla creazione del suo stato indipendente con capitale Gerusalemme su tutti i territori occupati nel 1967. Garantire il diritto al ritorno dei profughi, la liberazione di tutti i prigionieri e i detenuti in base al diritto storico, che il nostro popolo ha sulla terra dei suoi padri e dei suoi antenati, già garantito dalla carta delle nazioni unite, dal diritto e dalla legalità internazionali.

 

  1. Sollecitare la realizzazione di ciò che stato concordato al Cairo nel marzo 2005, concernente lo sviluppo e l’attivazione dell’OLP su principi democratici e con l’entrata dei movimenti Hamas e Jihad islamico nell’OLP, in quanto essa è l’unico legittimo rappresentante del popolo palestinese ovunque esso si trovi. Si devono per questo prendere in considerazione i cambiamenti in Palestina, in modo da riaffermare una vera rappresentanza dell’OLP come unico legittimo rappresentante del nostro popolo, e per rafforzare la sua capacità a condurlo con responsabilità in patria e nella diaspora, di mobilitarlo per la difesa dei suoi diritti nazionali, politici e umanitari, nelle varie istanze internazionali e regionali. L’interesse nazionale necessita della formazione di un nuovo CNP prima della fine del 2006, che garantisca la rappresentanza proporzionale di tutte le forze, le organizzazioni, i partiti patriottici e islamici, i raggruppamenti del nostro popolo in qualsiasi luogo e in qualsiasi settore, e le capacità individuali. Tale rappresentanza si basa sulla presenza e sull’efficacia combattiva, politica, sociale e di massa, mantenendo l’OLP come un riferimento politico superiore composto da un ampio fronte di alleanza patriottica globale e un luogo nazionale unificante dei palestinesi, in patria e nella diaspora.

 

  1. Il popolo palestinese afferma il suo diritto alla resistenza, al mantenimento di questa scelta con tutti i mezzi concentrandola nei territori occupati nel 1967, affiancandola al lavoro politico di negoziato e diplomatico, continuando la resistenza popolare e di massa contro l’occupazione in tutte le sue diverse forme. Particolare attenzione bisogna porre all’allargamento della partecipazione dei vari strati sociali a questa resistenza popolare.

 

 

  1. Elaborare un piano palestinese per un lavoro politico globale. Unificare l’azione politica basandosi su un programma di accordo nazionale palestinese, sulla legalità araba e sulle risoluzioni internazionali, che diano giustizia al nostro popolo, rappresentato dall’OLP, dall’Autorità Nazionale, dal Presidente e dal Governo, dalle organizzazioni patriottiche e islamiche, dall’organizzazione della società civile, dalle personalità, e dagli enti pubblici. Tale programma deve richiamare e rafforzare il sostegno arabo, islamico, politico economico, umanitario, internazionale a favore del nostro popolo e dell’A.N.P. tutto questo a favore del diritto all’autodeterminazione, alla libertà, al ritorno e all’indipendenza, per fronteggiare il piano israeliano di imporre una soluzione unilaterale ai Palestinesi e per respingere l’ingiusto assedio del nostro popolo.

 

  1. Proteggere e rafforzare l’A.N.P. come nucleo del futuro Stato; questa Autorità che il nostro popolo ha costruito con la sua lotta e i suoi sacrifici, che sono costati sangue e sofferenze ai propri figli. Il supremo interesse nazionale impone a tutti il rispetto della Costituzione provvisoria di questa Autorità, delle leggi vigenti, delle responsabilità e delle prerogative del Presidente eletto tramite elezioni libere, democratiche e trasparenti, e di quelle del Governo che ha ottenuto la fiducia del Consiglio Legislativo. Si ritiene importante e necessaria una creativa collaborazione tra la Presidenza e il Governo, per un lavoro comune attraverso incontri periodici che risolvano ogni divergenza con un fraterno dialogo che tenga conto del supremo interesse nazionale e rispetti la Costituzione provvisoria. Altrettanto necessario è procedere ad una riforma globale in tutte le strutture dell’A.N.P. ed in particolare dell’apparato giudiziario rispettando la magistratura a tutti i livelli, attuando le sue decisioni, rafforzando e applicando il diritto.

 

 

  1. Formare un governo di unità nazionale in modo che garantisca la partecipazione di tutti i gruppi parlamentari, in particolare dei due movimenti Fatah e Hamas e di tutte le forze politiche che desiderino aderire a questo documento e ad un programma comune per far risorgere la questione palestinese a livello interno, arabo, regionale e internazionale. Affrontare le sfide in atto con un Governo patriottico forte dell’appoggio politico e popolare di tutte le forze palestinesi, nonché del sostegno arabo e internazionale. Sia capace di attuare il programma di riforma lottando contro la povertà e la disoccupazione e che ponga maggiore attenzione possibile agli strati popolari, che hanno sopportato gli sforzi della resistenza e dell’intifada, e che sono vittime della criminale aggressione israeliana, in particolare le famiglie dei martiri, dei detenuti, dei feriti, dei proprietari delle case e dei beni distrutti dall’occupante e che ponga particolare attenzione al problema della diffusa disoccupazione.

 

  1. La gestione delle trattative è una prerogativa dell’O.L.P. e del Presidente dell’A.N.P. e devono basarsi sul mantenimento dei nostri obiettivi nazionali, realizzarli a condizione che ogni accordo sul nostro destino abbia l’approvazione del nuovo Consiglio Nazionale Palestinese oppure, ove possibile, attraverso un referendum.

 

 

  1. Liberare i prigionieri e i detenuti è un sacro dovere nazionale che spetta, utilizzando tutti i mezzi possibili, alle forze politiche, alle organizzazioni patriottiche e islamiche, all’O.L.P., all’A.N.P., al Presidente, al Governo, al Consiglio Legislativo e a tutte le formazioni della resistenza.

 

  1. E’ necessario adoperarsi e raddoppiare gli sforzi a sostegno e in appoggio ai profughi e alla difesa dei loro diritti, per un Congresso Popolare rappresentativo dei profughi che nasca da strutture che hanno la funzione di riaffermare il diritto al ritorno, invitando la comunità internazionale ad attuare la risoluzione n. 194 dell’ONU, concernente il diritto al ritorno e il risarcimento.

 

 

  1. Lavorare per la formazione di un fronte unificato (sotto il nome di Fronte di Resistenza Palestinese) che guidi la resistenza contro l’occupante, unificando e concertando il lavoro e l’azione e costituisca un referente politico unico.

 

  1. Mantenere il metodo democratico attraverso elezioni periodiche a suffragio universale, libere, trasparenti e democratiche per eleggere il Presidente, il Consiglio Legislativo, i Consigli locali e comunali, nel rispetto delle leggi e del principio dell’alternanza pacifica delle forze al potere. Proteggere l’esperienza democratica palestinese rispettandone le scelte e le sue conseguenze, la sovranità della legge, le libertà private e pubbliche, la libertà di stampa e l’uguaglianza fra i cittadini nei diritti e nei doveri, senza discriminazione. Proteggere inoltre le conquiste delle donne rafforzandole e sviluppandole.

 

 

  1. Rifiuto e condanna dell’ingiusto assedio al nostro popolo perpetrato dagli Stati Uniti e da Israele invitando i popoli arabi e i loro governi a sostenere i Palestinesi, l’O.L.P. e l’A.N.P. e richiamare i governi arabi ad applicare le risoluzioni politiche, finanziarie, economiche e d’informazione adottate dai vertici arabi in appoggio e sostegno al popolo palestinese, alla sua fermezza, alla sua resistenza e alla sua causa nazionale, riaffermando che l’A.N.P. è legata all’unanimità araba e al lavoro arabo congiunto.

 

  1. Invito al popolo palestinese a consolidare l’unità, l’appoggio e il sostegno all’O.L.P., all’A.N.P., al Presidente e al Governo. Rafforzare la fermezza e la resistenza contro l’occupazione e l’assedio, rifiutando l’ingerenza altrui negli affari interni palestinesi.

 

 

  1. Ripudiare tutti i fenomeni di divisione e di scontro e tutto ciò che potrebbe portare alla guerra civile. Condannare l’uso delle armi per risolvere i conflitti interni e proibirne l’uso tra figli dello stesso popolo, riaffermare la sacralità del sangue palestinese e l’impegno al dialogo come unico mezzo per risolvere le divergenze. Garantire la libertà di espressione con tutti i mezzi, compresa l’opposizione all’A.N.P. e alle sue delibere, negli ambiti della legge, del diritto alla protesta civile e all’organizzazione di manifestazioni e comizi, a condizione che siano pacifici e senza armi, che non aggrediscano i cittadini e che non danneggino beni privati o comuni.

 

  1. L’interesse nazionale impone la necessità di cercare i metodi migliori e più opportuni per proseguire la partecipazione del nostro popolo e delle sue forze politiche della striscia di Gaza (nella sua nuova situazione) alla battaglia di libertà, di indipendenza, per il diritto al ritorno e per la liberazione. Questo, costituisce una vera forza di fermezza e di resistenza del nostro popolo, in Cisgiordania e Gerusalemme. Riteniamo che l’interesse nazionale imponga altresì la rivalutazione dei metodi di lotta per resistere all’occupazione.

 

 

  1. E’ necessario riformare e sviluppare le istituzioni di sicurezza palestinesi in tutti i suoi rami, su principi moderni e renderli più capaci nello svolgimento della missione di difesa della patria e dei cittadini. Affrontare l’aggressione e l’occupazione. Garantire la sicurezza pubblica e l’applicazione delle leggi per mettere fine allo stato di disordine e alla mancanza di sicurezza. Sequestrare le armi fuori legge. Mettere fine alle manifestazioni armate, sequestrare le armi del disordine e della mancanza di controllo della sicurezza che danneggiano gravemente la resistenza, deformandone l’immagine e minacciando l’unità della società palestinese. Tutto questo implica la necessità di concertare e organizzare i rapporti tra le forze e le formazioni della resistenza, proteggere le sue armi e regolarne il possesso.

 

  1. Si invita il Consiglio Legislativo a continuare ad emanare leggi che organizzino l’operato degli apparati di sicurezza in tutti i suoi rami. Emanare una legge che vieti l’esercizio del lavoro politico e di partito ai membri di questi apparati e che li obblighi a far riferimento al potere politico eletto secondo la legge.

 

 

  1. Ci si adoperi per allargare il ruolo e la presenza politica dei comitati di solidarietà internazionali e dei gruppi amanti della pace che sostengono la fermezza e la giusta lotta del nostro popolo, contro l’occupazione, la colonizzazione e contro il Muro dell’apartheid, per l’applicazione della sentenza della Corte internazionale di Giustizia dell’Aja concernente lo smantellamento del Muro, della colonizzazione e che ne ha dichiarato l’illegalità.

 

Questo documento stilato l’ 11 maggio 2006 è stato firmato da:

 

Movimento di liberazione nazionale palestinese (Fatah)

On. Marwan Barghouti segretario di Fatah in Cisgiordania.

 

Movimento di resistenza islamica (Hamas) Suprema Direzione

Sceicco Abed al Khaleq Alnatsha

 

Movimento Jihad islamico

Sceicco Bassam Al Saadi

 

Fronte Popolare per la liberazione della Palestina

Abed Alrahim Mluh membro del Comitato Esecutivo, vice Segretario Generale

 

      Fronte Democratico

Mustafah Badarne.

 

N.B. il Movimento islamico Jihad islamico si è astenuto sul punto riguardante le trattative.

 

Traduzione a cura di Bassam Saleh e Enza Biancongino