genova washinton vicenza



Rete contro g8
per la globalizzazione dei diritti


Sabato 27 alle 15.30 ci sarà in Piazza De Ferrari una manifestazione contro
l'ampliamento della base militare di Vicenza e contro il rifinanziamento
della partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan; e di solidarietà
con i pacifisti statunitensi quel giorno manifesteranno a Washington.


Durante la manifestazione contiamo di:
-circondare con nastro da cantiere 100 metri quadrati di suolo in Piazza De
Ferrari, informando i passanti che l'area della nuova base di Vicenza sarà
5000 volte più grande
- raccogliere firme in calce ad una lettera aperta da inviare ai
parlamentari che hanno dichiarato la propria contrarietà al rifinaziamento
della missione
-effettuare delle riprese video per mandare ai / alle pacifisti
satatunitensi messaggi di solidarietà


l 17 febbraio ci sarà una manifestazione internazionale a Vicenza contro
l'ampliamento della base. Da Genova contiamo di organizzare dei pullman,
che dovrebbero partire intorno alle 8 del mattino. CHI VIENE?????????.


Incollo il volantino della manifestazione di sabato


Vicenza - Afghanistan – Stati uniti - Italia
I nostri alleati statunitensi mantengono in Italia decine di basi militari,
alcune delle quali sottratte alla sovranità italiana e sottoposte a quella
statunitense; altre adibite allo stoccaggio di ordigni nucleari. Non
esistono basi italiane negli Stati Uniti.

Durante la scorsa legislatura, i nostri alleati hanno chiesto al governo di
raddoppiare la superficie di una di queste basi, la "Ederle " di Vicenza.
Il governo precedente, di centro-destra, ha aderito prontamente all’invito.

Il nuovo governo, di centro-sinistra, afferma di voler mantenere l’impegno
del governo precedente. Forse il governo riconferma le scelte politiche di
quello precedente, semplicemente perché già assunte? Quali sono le
decisioni che possono essere cambiate, e quali quelle immodificabili? E se
sono tutte immodificabili, perché mai abbiamo cambiato governo?

Durante il governo Berlusconi l’Italia ha dato inizio alla propria
partecipazione alla guerra contro l’Afghanistan, intrapresa dagli Stati
Uniti per dare la caccia a Bin Laden. Solo successivamente sono state
aggiunte le motivazioni della lotta ai trafficanti di oppio e della
liberazione delle donne afghane(che continuano a mettere il burqa e vedono
le loro scuole assaltate). Anche l’assunzione della guerra da parte
dell’ONU è stata successiva. Le operazioni sul campo sono operazioni NATO.
Lo di nostra il fatto che un giornale governativo come Repubblica l’11
gennaio titolava "Raid aereo in una zona montagnosa al confine con il
Pakistan - I ribelli avvistati dai caccia e colpiti dalle truppe di terra
afghane - Afghanistan, attacco Nato - Uccisi 150 guerriglieri".

La missione militare italiana in Afghanistan ISAF costa ai contribuenti
circa 300 milioni di euro all’anno, solo per le spese di mantenimento
truppe e mezzi. (dato di Peacereporter).

Nel luglio scorso, al momento del primo dibattito del nuovo parlamento sul
rifinanziamento della missione, chi si opponeva al mantenimento delle
truppe italiane fu accusato di volere il ritorno di Berlusconi. Prodi pose
il voto di fiducia ed anche gli otto senatori che avevano preannunciato la
propria contrarietà alla missione votarono a favore, concedendo la fiducia
al governo.Tra poche settimane si ripresenterà lo stesso scenario. Oggi
come allora affermiamo che:

La guerra in Afghanistan è inutile, illegale e criminale

Il governo rimarrebbe tranquillamente in carica se tutto il centrosinistra
votasse contro il rifinanziamento e ritirasse le truppe italiane. Perchè
solo chi si oppone alla guerra, dovrebbe rinunciare alle proprie
convinzioni in nome di un malinteso senso di responsabilità? Non potrebbero
rinunciarvi per esempio, D’Alema e Rutelli?
Non si può aspirare ad essere un paese stimato e rispettato se si partecipa
ad una guerra, pur condannandola a parole, solo perché lo esigono gli
alleati. Continuare in un comportamento immorale non è coerenza, è delitto.
Ricordiamo al governo che storicamente grandi eserciti come quello
britannico e quello sovietico uscirono sconfitti dall’Afganistan e che i
31.000 militari presenti in quel paese non riescono a contrastare la
guerriglia e neppure a mantenere la pace a Kabul. Ricordiamo anche che
l’alleato americano Bush è in grande crisi a casa sua anche e soprattutto
per la sua politica estera. Chiediamo quindi che le truppe italiane vengano
immediatamente ritirate dall’Afganistan Dai parlamentari che abbiamo eletto
e che aggiunsero al loro simbolo elettorale la bandiera arcobaleno,
esigiamo una politica di pace. Ricordiamo ai parlamentari obiettori che lo
scorso luglio votarono i finanziamenti alla guerra solo per salvare il
governo e solo perché fu posta la fiducia, che in quell’occasione si
impegnarono ad un diverso comportamento nella votazione successiva; appunto
quella che si terrà tra poche settimane