FORUM SOCIALE: FAIR/TRADEWATCH,CARA BONINO PARLA CON LE CONTADINE AFRICANE



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INFO-STAMPA da Nairobi: Alberto Zoratti azoratti at yahoo.it
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CARA MIN. BONINO, TI SCRIVO DA NAIROBI...
di Alberto Zoratti, Fair/TRADEWATCH*

Nairobi, 24 gen - «Noi del Tradewatch, Osservatorio sul commercio
internazionale che 'segue affettuosamente' i negoziati Wto con la lente di
un lavoro faticoso e quotidiano per un'economia di giustizia, eravamo
stupiti dal suo silenzio, onorevole ministro Bonino. Dall'imperterrita
ostinazione nel non incontrare le reti delle organizzazioni non
governative, i movimenti sociali, tutte quelle realtà che portano non come
verbo incontrovertibile ma come riflessione e proposta concreta un nuovo
modello di sviluppo e, in questo, un altro modello di commercio. Oggi,
finalmente, abbiamo letto il suo intervento sulle pagine del Manifesto. Una
risposta chiara, sobria, argomentata, su un argomento tanto impegnativo
quanto delicato per i destini di un intero continente, gli Accordi di
partenariato economico o, nell'acronimo inglese di noi anglofili (altro che
NoGlobal), Epa.

E' vero, l'Africa non è solo vittima della globalizzazione selvaggia. Lo è
anche, o verrebbe da dire nonostante. Nonostante secoli di predazione e di
colonialismo, grazie ai quali abbiamo paesi rimasti bloccati su ricette
economiche assolutamente fallimentari (vogliamo parlare delle coltivazioni
di cotone dell'africa subsahariana, tanto per fare un esempio?).

Ed oggi, grazie al sistema in via di globalizzazione che Lei tanto decanta,
l'Africa è diventato continente da depredare, in cui europei, statunitensi
e, certo, anche i cinesi, concordano nella spartizione di ciò che rimane di
una terra, ancora, ricca in risorse e cultura. Possiamo parlare delle
multinazionali del farmaco, e delle loro scellerate politiche nei paesi del
Sud, oppure possiamo guardare ai diritti delle comunità calpestati dalle
imprese legate al business dell'energia, anche italiane.

Oggi noi siamo qui, a Nairobi, in Kenya. Assieme a quello che Lei sul Suo
intervento definisce "presunto movimento panafricano", ma che qui vediamo
in tutta la sua complessità, la sua interezza. Ed è un movimento di
contadini e contadine che, assieme ad altri movimenti contadini di altre
parti del mondo, sono proprio venuti a dire alla Commissione europea e al
governo che Lei rappresenta e con cui concorda le linee politiche, che
loro, i contadini, non quelli presunti, ma quelli che lavorano sui campi 14
ore al giorno, non sono d'accordo con gli sviluppi che gli Epa stanno
avendo.

Chiedono anni di moratoria, almeno venti, per poter consolidare le proprie
economie, chiedono sostegno per i mercati locali, per l'integrazione
subregionale. Vogliono essere tutelati, esattamente come le imprese
nascenti d'inizio secolo in occidente, rispetto ad una competizione globale
che li vedrebbe perdenti. Di quale presunto movimento parliamo, ministro
Bonino, quando ieri, proprio ieri, i rappresentanti delle maggiori
piattaforme contadine dell'Africa dell'Ovest, Roppa, dell'Africa Centrale,
Propac, e dell'Africa orientale assieme all'Asian Farmers Association
[organizzazioni alle quali aderiscono più di ottanta milioni di contadini],
hanno rimandato indietro la proposta preconfezionata degli Epa. Pensata,
sviluppata e implementata senza prendere loro in considerazione.

Forse si domanderà chi rappresentano, costoro. Potrebbero risponderLe i
numeri. Visto che parliamo di decine di milioni di persone. Solo Roppa
rappresenta oltre 35 milioni di contadini. Ed hanno nomi reali, perché sono
persone in carne ed ossa.

Ed in particolare sono donne. Si chiamano Lucy Mwangi, Halima Tiusso Sanda,
Phoebe Anyango per dirgliene alcuni. Ma sono molti, milioni e sparsi per
l'Africa. Forse, se possiamo permetterci un consiglio, La inviteremmo qui,
a parlare con loro.

A febbraio ci sarà in Mali un Congresso internazionale sulla sovranità
alimentare organizzato proprio da Roppa. Ci vada. Ed ascolti. Esattamente
come stiamo facendo noi in queste assolate giornate di Nairobi.

Potrebbe valerne la pena.

*TRADEWATCH è l'Osservatorio sul Commercio Internazionale promosso da
Campagna Riforma Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Fair,
Fondazione Culturale Responsabilita' Etica di Banca Etica, Terra Nuova,
Mani Tese e Rete Lilliput