Re: [pace] "«Crisi, l'errore dei leader liberisti» - ar ticolo di" Vittorio Agnoletto su La Stampa di oggi






On 30/10/2008 at 8:43 a.m. Segreteria Agnoletto wrote:

>«Crisi, l'errore dei leader liberisti»
>Di Vittorio Agnoletto
>La Stampa, mercoledì 29 ottobre 2008

>«Un altro mondo è possibile» è lo slogan del popolo di Porto Alegre su cui
>in tanti avete ironizzato: ora,sappiamo che «un altro mondo è necessario».
>Il più presto possibile.




Signor Agnoletto, sono pienamente concorde col suo intervento. Tuttavia mi permetta di osservare che a sentir voi leader politici e rappresentanti popolari non si riesce mai a capire in cosa debba consistere in concreto questo benedetto altro mondo possibile.

Infatti, e mi corregga se sbaglio, si leggono di continuo lunghe analisi certamente esatte seguite però solo da GENERICHE INVOCAZIONI senza che mai venga presentato un PROGETTO CHIARO, NITIDO, PRECISO ed ONNICOMPRENSIVO che possa essere immediatamente capito, dapprima attentamente analizzato e successivamente perseguito con entusiasmo da noi gente comune che fortemente aneliamo il progresso sociale.


Molto gentilmente: non pare anche a lei che da lungo tempo il progressismo si limiti massimamente a controbattere, a cercare di rispondere, alle numerose e varie aggressioni del marcio sistema culturale, economico, politico in cui siamo immersi, in pratica però senza riuscir a far altro? Lo stesso presente caso del movimento per cercare di recuperare nel pubblico l'acqua privatizzata mi pare sia esemplare di un impegno giocato quasi tutto in difesa.


Pare particolarmente evidente che manca proprio un disegno, un PROGETTO COSPICUO da REALIZZARE, e purtroppo le conseguenze di questa carenza si osservano in ogni ambito e ad ogni livello. E parrebbe proprio che questa prolungata disfatta politica del progressismo abbia prima di tutto una origine intellettuale. Perché privi di un BEL SOGNO da rendere reale, da concretizzare, altro non resta che cercare, per altro spesso invano, di difendersi.

Non a caso il motto imperante di questi tempi dalle nostre parti politiche è: "resistere, resistere, resistere!", un incitamento che denota anch'esso la mancanza pressoché totale di un PIANO e di una STRATEGIA d'ATTACCO. La volontà e l'energia ci sarebbero, il Movimento sembra a volte quasi star riposando in attesa di un segnale, che però ancora tarda.

Perché manca esattamente il percorso definito su cui indirizzare la nostra ambizione di evoluzione sociale!

Detto chiaro e tondo: non si sa proprio cosa fare!


Se mi concedesse allora qualche altra decina di secondi, vorrei osare porre alla sua attenzione un disegno che personalmente, invece di rintuzzarmi in difesa, mi attizza fortemente all'attacco. Chissà che non possa avere identico effetto anche su altri.


Ringrazio molto e saluto calorosamente,

Danilo D'Antonio




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