Re[2]: [pace] Un serio intervento civile di Pace






On 11/25/2008 at 14:23 Associazione per la Pace wrote:

>Trovo questa mail estremamente violenta e irrispettosa nei confronti 
>delle centinaia di uomini e donne di ogni eta' (io sono fra quest*) che 
>in questi anni, pagando di tasca propria il viaggio, utilizzando le 
>proprie ferie o pause di studio (per i piu' giovani) hanno scelto di 
>spostarsi dal monitor del computer e dalle loro accoglienti dimore per 
>andare nei luoghi di conflitto a dimostrare un'altra faccia dell'Italia, 
>a proteggere le popolazioni civili e a far crescere la fiducia tra i 
>popoli, antidoto allo scontro di civlita' che tant* auspicano.
>Scusate ma, pur nel rispetto delle diverse opinioni, penso il contenuto 
>di questa mail sia offensivo.
>
>Ettore Acocella




Ciao Ettore, grazie per aver risposto.


Il metodo di lavorare ad un computer è una precisa strategia di pace.

Oggi io e te possiamo qui confrontarci tranquillamente. Se stessimo davanti l'un l'altro sarebbe molto più difficile comunicarci ognuno le proprie verità. In un incontro diretto rimarremmo ognuno alle superficie delle cose. Invece grazie all'interposto mezzo telematico è possibile far scoppiare il bubbone in modo sufficientemente pacifico. Ed una volta superata la prima fase, solo apparentemente ostile, si può giungere ad un comune evoluto risultato.

Inoltre si spazza via l'assurdo cedimento verso l'ideale eroico, sacrificale, che così tante vittime ha causato senza mai risolvere alcunché. Anzi: ogni volta aggiungendo altra sofferenza ed ostilità a quelle già esistenti. Non a caso anche questa tendenza è parte di una vecchia cultura che erroneamente vede nel sacrificio l'unico modo per raggiungere un risultato.


Ho invocato più di una volta il mezzo telematico come precisa strategia di pace. Di recente ho inviato proprio qui una supplica:

Per nuove strategie politiche
http://www.hyperlinker.com/change/strategie.htm

Se davvero sta a cuore la pace, anche interna al nostro stesso Paese, sarà bene gli sia concessa la giusta attenzione.


Ed ora veniamo alla questione in oggetto. Ti prego innanzitutto di considerare la differenza che esiste tra CURA e GUARIGIONE. Di fatto sono secoli, in certi casi millenni, che i più volenterosi CURANO senza però mai guarire. Mentre i peggiori approfittano di questa situazione per continuare con le loro violente diatribe.

Anche qui c'è una precisa teoria che ho esposto, ad esempio, in una:

http://critica-del-volontariato.hyperlinker.org

la quale ha raccolto diversi feedback positivi, alcuni espressi proprio con la gioia di una vera e propria liberazione da un vecchio incubo.

Personalmente ritengo che il CURARE abbia fatto il suo tempo. A furia di rimanere fossilizzati in questo approccio, l'umanità è rimasta indietro di una enormità di tempo. Ritengo pure, però, che gran parte dell'umanità sia oggi in grado di GUARIRE da tanti suoi antichi mali e, paradossalmente, spesso è proprio l'approccio tradizionale usato dal volontariato, che spinge verso una continua CURA, ad esser di ostacolo ed a rallentare l'evoluzione.


La presa di coscienza, nel proprio, nostro Paese, l'Italia, della differenza che esiste tra SPAZIO PRIVATO e SPAZIO PUBBLICO è elemento fondamentale per permettere la GUARIGIONE:

- a casa propria ognuno ha diritto di far quel che vuole e di esporre qualsiasi effige, da una antica stele a quella di una pornostar;

- negli spazi pubblici occorre invece si segua tutt'altra, stavolta neutra, condotta.

Questo è semplicemente il primo passo ma è il più importante perché ineludibile ed improcrastinabile. Una volta liberato lo spazio pubblico da elementi di parte, tutto diverrà più semplice. Ma è fondamentale, in questo e nei successivi passi, che le persone più sensibili, che oggi vengono assorbite dai tradizionali inconcludenti comportamenti del volontariato, virino verso più proficue, perché più correte e giuste, metodologie d'intervento. Altrimenti la CURA continuerà per l'eternità senza che mai si raggiunga la GUARIGIONE.


Può esser spiacevole sentirlo dire la prima volta, ma il tradizionale volontariato oggi è più d'ostacolo che risolutivo. Esso, tantissime volte, letteralmente blocca il progresso, avallando vecchie ed immature ideologie e tralasciando di affermarne di nuove, più evolute e consone al presente nostro grado di sviluppo intellettivo.

La ricerca di nuove ampie luminose strade, dove possiamo procedere tutti insieme andando d'amore e d'accordo, è molto più importante che mettere qualche punto di ristoro su vecchi camminaturi dove la gente incontrandosi non può che continuare a fare a botte.


Ti saluto caramente,

Danilo D'Antonio