Emergency querela Giornale e Libero



Ha fatto bene Gino Strada a fare una conferenza con tanto di pagina del Giornale per chiarire l'iniziativa della querela.

IL TITOLO DEL GIORNALE ERA: Gli amici di Strada, confessione shock

Io sono dell'idea che fonti "giornalistiche" come queste debbano essere boicottate in quanto SPAZZATURA, come le ha definite Strada.

Peraltro, può darsi che a loro volta Libero e Giornale querelino Strada per diffamazione: La Società Europea di Edizioni, editrice del Giornale, ha dato mandato ai propri legali di “intraprendere ogni e più opportuna azione a tutela della propria immagine professionale e reputazone” nei confronti di Gino Strada che ieri mattina “si è espresso, nei confronti della testata, con pesanti e intollerabili giudizi diffamatori”.
(Fonte Corriere 2000)

La notizia:

   FONTE ANSA

Gino Strada, fondatore di Emergency

MILANO- Gino Strada ha annunciato di aver querelato i quotidiani 'Il Giornale' e 'Libero' per i titoli dei giorni scorsi in cui si diceva che i tre operatori avevano confessato. "Ci aspettiamo un titolo - ha detto Gino Strada - con scritto sono innocenti. Ma la spazzatura non lo farà, continueranno a fare il loro sporco mestiere".

Gino Strada, aprendo la conferenza stampa, ha ricordato l'apertura dell'inchiesta per calunnia contro ignoti da parte della Procura della Repubblica di Roma. Strada ha ricordato che calunnie nei confronti dei tre operatori e di tutta Emergency sono state sollevate anche in Italia e a questo proposito ha mostrato due prime pagine del Giornale di Vittorio Feltri con titoli che annunciavano le confessioni da parte dei tre operatori dell'Ong. "Questa - ha detto Gino Strada - è spazzatura. Adesso ci aspettiamo che facciano un titolo a tutta pagina con la scritta 'Liberi, sono innocenti'" e ha mostrato una pagina virtuale composta da Emergency. "Non lo faranno - ha proseguito Gino Strada - andranno avanti a fare il loro sporco mestiere. Abbiamo querelato anche la mini spazzatura che è Libero". Gino Strada ha quindi assicurato che il primo obiettivo di Emergency ora è quello di riaprire l'ospedale di Lashkar Gah, per continuare a curare i feriti. Alla domanda se temono per la sicurezza, dopo ciò che è accaduto, e se stanno organizzando un diverso sistema per garantire l'incolumità a tutti, Strada ha replicato: "Non possiamo certo chiedere al nostro Governo di mettere parte dei militari attorno al nostro ospedale che, in questo caso, diventerebbe un bersaglio. Stiamo comunque valutando tutte le condizioni di sicurezza anche per capire chi ha organizzato questa sporca provocazione".

"Il nostro obiettivo è quello di riaprire l'ospedale di Lashkar Gah". Lo ha detto Gino Strada nel corso della conferenza stampa. "Stiamo avendo - ha spiegato - contatti con tutte le autorità afghane dalle quali abbiamo ricevuto solidarietà. Il responsabile di Emergency in Afghanistan ieri ha incontrato il vicepresidente che ha garantito l'impegno delle autorità afghane per la riapertura dell'ospedale".

Matteo Dell'Aira, uno degli operatori di Emergency arrestati a Lahkar Gah, è convinto che sia stato ordito un complotto contro Emergency che in Afghanistan oltre a curare i feriti ha fatto conoscere al mondo gli orrori della guerra. "Prima del 10 aprile, giorno dell'arresto - ha spiegato -, non abbiamo avuto alcuna avvisaglia. E' probabilmente corretto dire che quello che è accaduto è accaduto perché abbiamo raccontato la guerra. Ha dato fastidio perché abbiamo raccontato a tutti le storie dei nostri feriti, il 40% dei quali sono bambini. Questo non va dimenticato. Non si raccontano più le barzellette sulla guerra. Cito una frase che non è mia però é significativa e cioé 'la guerra e' odore di sangue, di morte e di merdà. Molti parlano senza mai aver visto i feriti". Anche Dell'Aira ha sottolineato l'impegno che ci sarà da parte di tutta l'Ong per riaprire l'ospedale.

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DA NOTARE: FRATTINI SI AUTOINCENSA

Gino "Strada mi ha ringraziato pubblicamente ed io dico che quei ringraziamenti me li sono meritati": è il commento del ministro degli esteri Franco Frattini ai giornalisti che a Tallinn, gli chiedono se si è pentito della frase pronunciata nelle prime ore dopo l'arresto dei tre operatori di Emergency, in cui affermava che se le accuse contro i tre operatori si fossero rivelate vere sarebbe stata una vergogna per l'Italia. "La mia dichiarazione iniziale ha portato ad un successo che nemmeno gli stessi interessati si aspettavano in tempi così rapidi: diciamo che ho fatto bene a fare quello che ho fatto", afferma Frattini. Per quanto riguarda le attività dell'ospedale, il ministro rileva che ci sono in corso inchieste in Afghanistan e in Italia. In generale, osserva che l'Italia ha sempre sostenuto la libertà di cura negli ospedali che gestisce in giro per il mondo, con il contributo di molte Ong ("non c'é solo Emergency", sottolinea Frattini). "Abbiamo sempre detto che quando si svolgono attività di cura non si chiede né il passaporto né il gruppo di appartenenza del paziente", chiarisce il ministro. "Questa è una regola che è sempre valsa e tutti gli ospedali italiani continueranno a curare in tutte le parti del mondo senza fare differenza tra gruppo e gruppo e persona e persona. Il medico deve curare: questa è una regola su cui noi siamo inflessibili, come è giusto essere".
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