Iran: intelligence USA, “nessuna prova sui fini bellici del programma nucleare di Teheran” | Atlas



confesso che non so capire bene l'altalena di minacce sempre più forti di attacco all'Iran e queste notizie dall'interno della CIA (ma quando mai il servizio segreto dà informazioni all'esterno?)
forse è in corso un braccio di ferro tra Israele e Usa?

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Iran: intelligence USA, “nessuna prova sui fini bellici del programma nucleare di Teheran”

    di  Luca Pistone.  Scritto  il  26 feb 2012  alle  9:37.
Sebbene il nuovo dossier dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), pubblicato venerdì, sostenga che l’Iran abbia accelerato il suo programma per l’arricchimento dell’uranio, l’intelligence statunitense continua a credere che “non ci siano prove evidenti di che Teheran intenda costruire una bomba atomica”, riporta The New York Times.

Le recenti valutazioni delle agenzie di spionaggio USA sono sostanzialmente in linea con quelle del 2007: la Repubblica Islamica ha abbandonato da tempo la progettazione di un ordigno nucleare. Nel National Intelligence Estimate del 2010, sottoscritto da 16 agenzie di intelligence americane, erano state ribadite le medesime conclusioni.

I servizi segreti statunitensi, israeliani ed europei concordano sugli enormi sviluppi in campo nucleare raggiunti da Teheran. Ma la CIA (Central Intelligence Agency) ritiene che l’Iran non abbia ancora deciso se “riprendere o meno un programma nucleare parallelo, finalizzato alla costruzione di una testata nucleare”, un progetto interrotto nel 2003, continua il quotidiano newyorchese.

Lo scorso 31 gennaio, James R. Clapper Jr., il direttore della National Intelligence, dichiarò dinanzi al Senato che “i funzionari americani credono che l’Iran stia conservando l’opzione d’armamento nucleare, ma non ci sono prove concrete a riguardo”.

David H. Petraeus, il direttore della CIA, si era detto d’accordo con Clapper. Anche Leon E. Panetta, segretario della Difesa, e il generale Martin E. Dempsey, capo delle forze armate, nelle ultime settimane hanno rilasciato simili dichiarazioni.

Negli Stati Uniti sono però numerosi i critici che non condividono “l’atteggiamento estremamente cauto della CIA”, sostenendo che l’agenzia “stia cercando di compensare le errate valutazioni di intelligence del 2002 riguardanti le inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam Hussein”.

Esiste anche una terza scuola di pensiero. La corsa all’arricchimento dell’uranio rappresenterebbe “un ambizioso tentativo di rafforzare l’influenza iraniana nell’intera regione. Invece di costruire una bomba oggi, Teheran potrebbe ‘giocare’ con le sue ambizioni nucleari seminando il dubbio tra i paesi occidentali”.

David A. Kay, responsabile CIA nelle ricerche dei presunti armamenti nucleari iracheni dopo l’invasione USA nel 2003, diffida dell’attendibilità delle indagini sulla questione Iran: “I nostri servizi segreti non dispongono di valide informazioni sulle strategie militari iraniane, e questo significa una vera e propria voragine, a partire dal 2007, nel sistema intelligence”.