Siria. "Sul massacro di Houla non c'e' certezza"



Le Nazioni unite danno un quadro tutt’altro che univoco, nella relazione presentata ieri al Consiglio Onu per i diritti umani a Ginevra da Paulo Pineiro, capo della missione incaricata di riferire sulla situazione in Siria. Gli ispettori dicono che «in un contesto sempre più militarizzato, le violazioni dei diritti umani si stanno verificando nel paese su una scala allarmante, durante le operazioni militari contro i siti dove di pensa si trovino disertori e gruppi armati anti-governativi, in particolare l’Esercito siriano libero». Il rapporto continua però parlando anche di violazioni compiute da gruppi dell’opposizione armata, tra cui omicidi multipli e rapimenti. L’accusa rivolta alle forze forze governative faceva i titoli ieri sui media occidentali, ma l’altra parte del rapporto non è meno allarmante. Gli investigatori Onu dicono che i ribelli usano spesso bambini come messaggeri o aiutanti, esponendoli al rischio di morte o ferite. Dichiarano inoltre di non poter dire con certezza chi abbia compiuto il massacro di Houla alla fine di maggio; l’esame di immagini satellitari, testimonianze e altri indizi porta a pensare che molti siano stati uccisi da soldati governativi, ma che molti altri siano stati presi di mira su base «settaria», cioè di appartenenza etnico-religiosa. Secondo Karen AbuZaid, una degli investigatori (americana), «c’è un aspetto sempre più settario in ciò che avviene in Siria» e questa è cosa assai allarmante.

Il Manifesto 28/6/2012
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