Ufficiale siriano rientrato nei ranghi: il governo turco facilita il contrabbando armi in Siria.



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Ufficiale siriano rientrato nei ranghi: il governo turco facilita il contrabbando armi in Siria

DAMASCO 30/10/2012 – Il tenente Hussein Khalifa, uno degli ufficiali che avevano disertato dal proprio posto al Ministero degli Interni, è tornato sui suoi passi, sulla giusta via, dicendo che aveva deciso di tornare a casa, dopo essere fuggito in Turchia, perché si sentiva in colpa e provava vergogna dopo aver attraversato i confini, riconoscendo che non c’è dignità senza patria.

“Il governo di Recep Tayyib Erdoan sta offrendo sostegno con armi e denaro ai gruppi armati terroristici al fine di infiltrarsi in Siria e perpetrare massacri contro il popolo siriano”, ha aggiunto Khalifa in un’intervista alla trasmissione televisiva siriana di martedì.

Il tenente Khalifa lavorava nella regione di al-Thawra, affiliata alla direzione di polizia di al-Rakka, quando durante il ramadan è stato informato che un’aggressione da parte di gruppi armati terroristici era in corso contro la stazione di polizia della cittadina di Afnan Dabsa, e che insieme ai suoi colleghi avrebbe dovuto sostenere la stazione di polizia.

“Quando arrivammo alla stazione di polizia, scoprimmo che il generale di brigata, Adib al-Shalaf, responsabile della cittá di al-Thawara, che mi aveva detto di andare lì per dare sostegno, stava complottando e collaborando con i terroristi per lasciare il paese verso la Turchia e che non vi era nessun attacco contro la stazione di polizia”, ha detto Khalifa.

Egli ha aggiunto che in Turchia risiedevano in una zona che dista 20 km da Antiochia, dicendo che i concetti in cui credono i gruppi armati terroristici sono takfiri (apostati e impuri) e dipendono dalle fatwa che provengono dai paesi del Golfo.

“Gli ordini a questi gruppi vengono dati dal Consiglio di Istanbul .. ed il loro obiettivo non é solo quello di rovesciare il regime, ma di prendere il controllo sulla nazione siriana con il loro esercito”, ha specificato Khalifa.

Hussein Khalifa ha proseguitoa dicendo che i siriani nei campi profughi turchi soffrono umiliazioni, vergogna, aggiungendo che in Turchia essi sono trattati in modo inumano e che vengono ostracizzati.

“Pressioni psicologiche e guerra di disinformazione venivano praticate sugli ufficiali che avevano disertato in Turchia, per spaventarli ed impedire loro di tornare in Siria”, ha detto il tenente Khalifa.

Hussein Khalifa ha aggiunto che mentre era in Turchia egli soffriva di un conflitto interiore, a causa del senso di colpa, così decise di tornare in Siria, perché non c’è futuro per chi vive lì.