[Pace] 18 ottobre: a Roma, con la classe operaia, contro la guerra e l’aggressione alla Siria






LIBIA: VIERNES 18 DE OCTUBRE EN BARCELONA
http://www.leonorenlibia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1659:libia-viernes-18-de-octubre-en-barcelona&catid=16:catcampanas

Zeidan e gli altri «bugiardi di guerra» che nessuno ricorda
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2034



 18 ottobre: a Roma,
 con la classe operaia, contro la guerra e l’aggressione alla Siria


Eteri Chkadua







PEGGIO DEL NAFTA, PEGGIO DEL MAI:
A GIUDICARE LE CONTROVERSIE FRA UN'AZIENDA MULTINAZIONALE E LO STATO OSPITANTE SARA' LA BANCA MONDIALE ?!!!

Het militair-commercieel complex
http://www.uitpers.be/index.php/noord-amerika
"...Nel caso in cui una società si sente lesa dall'azione di uno Stato, la controversia non sarà trattato di un tribunale arbitrale 'neutral'. Dinanzi ai giudici nazionali Il Centro internazionale per la risoluzione delle controversie relative agli investimenti della Banca Mondiale sarà dunque - in realtà probabilità confinante - agiscono come giudice..."
"..Chi vuole contrastare la privatizzazione dei servizi pubblici, che vogliono un maggiore controllo sulle pratiche finanziarie, la cui propria proprietà intellettuale per proteggere o gestione della biodiversità, stati avvertiti.  Un insieme di approcci commerciali, politiche, giudiziarie e militari monitorerà l'attuale tasso di neoliberista libero scambio..."




Histórico discurso de José Mujica En la ONU contra el orden mundial 2013
http://www.youtube.com/watch?v=ocIBIngXm3g
El presidente de Uruguay impactó con su intervención a los demás mandatarios reunidos en la Asamblea General.






SIRIA


I video sui bambini uccisi con il gas sono  stati PRE-FABBRICATI prima del 21 agosto 2013, data del presunto attacco chimico a Goutha.

Le madri sopravissute al massacro di Latakia vi hanno riconosciuto i figli rapiti.

Uno stesso bambino è  stato spostato e ripreso in 4  luoghi diversi e distanti tra loro.

Madre Agnes  De La Croix ora chiede: dove sono  quei bambini ?







ROMA
18 ottobre: a Roma, con la classe operaia, contro la guerra e l’aggressione alla Siria
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2022
Il 18 ottobre, sciopero generale – e manifestazione nazionale a Roma – indetto da USB-COBAS-CUB, contro i sacrifici imposti dal governo e dalla BCE. Una iniziativa che, a differenza delle tante altre, vedrà scendere, finalmente, in campo la classe operaia e i lavoratori e che ci auguriamo possa essere un solido punto di riferimento per il prosieguo di mobilitazioni di massa.  Purtroppo nella piattaforma che indice le iniziative del 18 (al pari di quella del giorno seguente "Assediamo austerity e precarietà") non vi è traccia di parole d’ordine contro la politica guerrafondaia dei governi italiani, né contro l’aggressione condotta da essi, in questi due anni, contro la Siria.  I motivi di queste assenze, sono molti (non ultimo l’illusione che la guerra alla Siria sia definitivamente scongiurata) e, certamente, non mancherà occasione per approfondirli e discuterli. Quello che qui ci preme dire è che, nonostante il diffuso disinteresse su queste tematiche (e che, tra l’altro, ha permesso lo svolgersi della guerra alla Libia e al Mali senza mobilitazioni di massa) il movimento contro la guerra in Italia non è morto e le, pur episodiche, mobilitazioni che si sono svolte a settembre ne sono testimonianza. Per far ripartire questo movimento – che, riteniamo possa diventare una formidabile articolazione delle prossime mobilitazioni contro il governo dei sacrifici e della BCE – come Redazione di Sibialiria, abbiamo deciso di essere presenti (dietro lo striscione “Libia, Siria, Mali – Giù le mani dalla Siria”) alla manifestazione del 18 ottobre.  Una presenza, nell’impegno da noi espresso in questi due anni, che non è un avvallo alle politiche del governo di Assad, e che vuole denunciare l’aggressione criminale che il governo italiano sta continuando a condurre, insieme ai peggiori satrapi mediorientali e alla NATO, coalizzati nel Gruppo “Amici della Siria”. Ci farebbe piacere se i tanti lettori del nostro sito si unissero a noi, anche per un tratto di corteo.
La Redazione di www.sibialiria.org
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/647569485274870/?ref_newsfeed_story_type=regular&source=1








Madre Marie-Agnes denuncia: Ghouta, la grande manipolazione
http://oraprosiria.blogspot.it/2013/09/madre-marie-agnes-denuncia-ghouta-la.html
Qui trovate una lettera di padre Daniel da Qara che introduce  al Rapporto
The chemical attacks on east Ghouta to justify military right to protect interventi in Syria” 
a cura di 
 International Support Team for Mussalaha in Syria ITEAMS.  
Il Rapporto viene ripreseso in maniera  estesa più sotto in questa stessa mail.


Syria's Mother Agnes Mariam: Did Rebels Do Ghoutta Sarin Gas Attack  
http://www.youtube.com/watch?v=--CzGDm4XlY ( video )
Syrien: Oberin Mutter Agnes Mariam zum Giftgasangriff 9.10.13
http://www.youtube.com/watch?v=v_-LwXIydY4  ( video )



AGGIORNAMENTO ISTEAMS
Agnés-Mariam de la Croix investiga los videos falsos del supuesto ataque químico en Siria  
http://www.youtube.com/watch?v=RfrTE00Mqj0





La “pacifista” Bonino al vertice degli Amici della Siria. “A fare che?”
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2019
"...Dopo aver descritto il contesto nel quale sono arrivati la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla Siria e l' inizio di un dialogo tra USA e Iran, Di Francesco concludeva:“ Ma per ora l' intervento militare “umanitario” non ci sarà. Riprende semplicemente la guerra coperta, ..."

Telefoonberichtjes die opriepen tot de onrust in Syrië
http://mediawerkgroepsyrie.wordpress.com/2013/10/10/telefoonberichtjes-die-opriepen-tot-onrust-in-syrie/
Messaggi telefonici che richiedono i disordini in Siria 
"...L'internazionale intercettazioni scandalo Edward Snowden hanno rivelato che gli Stati Uniti attraverso il loro National Security Agency (NSA), il servizio segreto degli Stati Uniti, i dati grezzi continuano a Israele..."

Hollande al fianco dei cristiani siriani Defunti
http://oraprosiria.blogspot.it/2013/10/hollande-al-fianco-dei-cristiani.html
Ci sono notizie che lasciano stupefatti e impongono di chiedersi se stiamo sognando o se ci stanno prendendo per i fondelli. Lunedì il presidente francese, François Hollande, ha «espresso preoccupazione per la sorte dei cristiani d'Oriente, in particolare in Siria, e ha dichiarato la volontà della Francia di stare al loro fianco». È quanto si legge in una nota diffusa dall'Eliseo al termine dell'incontro con il neo presidente della Conferenza episcopale francese, Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia.
Parole che destano sconcerto se si considera il supporto totale e incondizionato che Hollande ha fornito e continua a fornire ai ribelli siriani, per lo più gruppi salafiti, jihadisti, qaedisti ma anche “moderati” (ammesso che si possa essere islamisti e moderati) con qualche piccolo movimento di ispirazione laica ma ininfluente e che in ogni caso non si sono mai distinti nel preoccuparsi per la sorte dei cristiani. C’è da chiedersi se l’inquilino dell’Eliseo abbia avuto un momento di confusione mentale durante l’incontro con l’arcivescovo o se abbia deciso di prendere in giro tutti. Più probabile che le sue affermazioni siano frutto di quell’opportunismo dialettico che da semplice strumento sembra essere diventato l’unico contenuto della politica estera, non solo francese ma di tutta l’Europa. ( continua )




Moahadamia e Idlib
Liberados en Siria 3.000 mujeres y niños usados como escudos humanos por la oposición armada
http://www.avn.info.ve/contenido/liberados-siria-3000-mujeres-y-ni%C3%B1os-usados-como-escudos-humanos-oposici%C3%B3n-armada
"...las personas habían permanecido encerradas por dos meses, e incluso en algunas localidades el cautiverio fue por siete meses. Estas personas, entre las que se encuentran ancianos enfermos, no tenían acceso a insumos de primera necesidad, como alimentos o medicinas..."
"...El domingo, la institución anunció que seis de sus miembros y un colaborador de la Media Luna Roja de Siria, fueron secuestrados en la ciudad de Idlib, al noroeste de Siria. Cuatro de ellos fueron liberados este lunes, publicó Hispan Tv..."

RT en Siria: Liberan a 3.000 civiles usados por rebeldes como escudo humano
http://www.youtube.com/watch?v=SdS4R8ZZUpE ( video )

Darkush
Siria: si aggrava bilancio vittime a Idlib, almeno 20 morti
http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/133044-siria-autobomba-vicino-confine-con-la-turchia
 E' salito ad almeno 20 morti il bilancio dell'esplosione di un'autobomba a Darkush, nella provincia nord-occidentale siriana di Idlib, vicino al confine con la Turchia. Lo hanno reso noto fonti locali. Il bilancio potrebbe ancora piu' pesante perche' ci sono molti feriti gravi.


Jdaydet Al-Shebani ( Damasco )
http://www.youtube.com/watch?v=Y2VIAj1BwSs ( video )
Syria, 10 years old kid, Back from school didn't find his house, most sincere words in the world
Syria, The words of a child who came home from school and found his house destroyed by a terrorist attack against his district Jdaydet Al-Shebani, Listen to what comes from the heart of the innocence of a child. 





Lyn en Leila Atfa
Line-Leyla_Atfeh
Salamiyeh
Moeder en twee dochtertjes onthoofd door rebellen
http://mediawerkgroepsyrie.wordpress.com/2013/10/07/moeder-en-twee-dochtertjes-onthoofd-door-rebellen/
"...I corpi della madre e le due figlie sono stati trovati decapitati Martedì notte indietro lungo il lato della strada..."





Sednaya, Yabroud e Hassakè
Missili sulle chiese, battaglia a Sednaya, storica sede della cristianità!
http://oraprosiria.blogspot.it/2013/09/missili-sulle-chiese-battaglia-sednaya.html
Nuove incursioni di bande armate a Sednaya; i cristiani si rifugiano nella fede e nella preghiera
http://www.fides.org/it/news/53647-ASIA_SIRIA_Nuove_incursioni_di_bande_armate_a_Sednaya_i_cristiani_si_rifugiano_nella_fede_e_nella_preghiera#.UlBlNEhH7Mw



Rakka
https://twitter.com/zaidbenjamin/status/383297871883145216 ( foto )
Bandera del Islamic State of Iraq and al-Sham vista en la Iglesia de los "Mártires" al-Shouhuda en la ciudad de ar-Raqqa al norte de Siria. Antes destruyeron la cruz


Maalula
"Ho visto i ribelli uccidere i cristiani che non si convertivano all'islam"
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2013/9/25/SIRIA-Sarah-ho-visto-i-ribelli-uccidere-i-cristiani-che-non-si-convertivano-all-islam-/428922/
"...alcuni dei quali non sapevano neanche l'arabo o parlavano solo in inglese, sono entrati casa per casa costringendo i cristiani a convertirsi all'islam, fucilando all'istante quelli che non lo facevano.."


Manbej
Siria - Manbej - Miles de Terroristas de Al-Qaeda llegan para Reforzar Aleppo - 7 Octubre 2013 
https://www.youtube.com/watch?v=15uRrsgimsQ ( VIDEO )

 

Aleppo
Il tribunale della Sharia ad Aleppo ( video )
TF1 - تقرير من داخل ما يسمى ( المحاكم الشرعية ) في حلب
http://www.youtube.com/watch?v=Z81b7bA4oHI
Diario dalla Siria: testimoni, sperando oltre ogni speranza
http://oraprosiria.blogspot.it/2013/10/diario-dalla-siria-testimoni-sperando.html
"...Dieci giorni fa terroristi di Jabat el Nouszra sono scesi dal Krak des Chevaliers verso la zona cristiana di Wadi Nazara, hanno eliminato i soldati in due posti di blocco, sono entrati nel primo villaggio cristiano dove si svolgeva una festa e hanno falciato i passanti, soprattutto giovani, che si trovavano nella strada principale. I morti sono stati almeno 18. Poi si sono ritirati. Questo ha gettato nel terrore le famiglie, molte delle quali già sfollate da altri posti della Siria».."



St.-Malaky kerk in Ghardoka in Qamishli in brand gestoken (foto’s)
https://mediawerkgroepsyrie.wordpress.com/2013/09/29/st-malaky-kerk-in-ghardoka-in-qamishli-in-brand-gestoken/




Douma ( Damasco )
Fatwa degli ulema: “E’ lecito confiscare beni a cristiani, alawiti e drusi per acquistare armi”
http://it.radiovaticana.va/news/2013/09/26/siria._fatwa_degli_ulema:_%E2%80%9Ce%E2%80%99_lecito_confiscare_beni_a_cristiani,/it1-731927



Kurdistan siriano

La guerrilla kurda rechaza invasión a Siria
http://www.youtube.com/watch?v=LKCLJqhNtpM#t=1258 ( video )
La terza via dei curdi della Siria e la conferenza di Ginevra
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2029



Mediterraneo
Di cosa l'Italia deve proprio vergognarsi
http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=10657
«Vergogna e orrore»: questi termini usa il presidente della repubblica Napolitano a proposito della tragedia di Lampedusa. Più propriamente dovrebbero essere usati per definire la politica dell’Italia nei confronti dell’Africa, in particolare della Libia da cui proveniva il barcone della morte. I governanti che oggi si battono il petto sono gli stessi che hanno contribuito a questa e ad altre tragedie dei migranti.Prima il governo Prodi sottoscrive, il 29 dicembre 2007, l’Accordo con la Libia di Gheddafi per «il contrasto ai flussi migratori illegali». Poi, il 4 febbraio 2009, il governo Berlusconi lo perfeziona con un protocollo d'attuazione. L'accordo prevede pattugliamenti marittimi congiunti davanti alle coste libiche e la fornitura alla Libia, di concerto con l’Unione europea, di un sistema di controllo militare delle frontiere terrestri e marittime. Viene a tale scopo costituito un Comando operativo interforze italo-libico. La Libia di Gheddafi diviene così la frontiera avanzata dell’Italia e della Ue per bloccare i flussi migratori dall’Africa. Migliaia di migranti dell’Africa subsahariana, bloccati in Libia dall’accordo Roma-Tripoli, sono costretti a tornare indietro nel deserto, condannati molti a sicura morte. Senza che nessuno a Roma esprima vergogna e orrore.Si passa quindi a una pagina ancora più vergognosa: quella della guerra contro la Libia. Per smantellare uno stato nazionale che, nonostante le ampie garanzie e aperture all’Occidente, non può essere totalmente controllato dagli Stati uniti e dalle potenze europee, mantiene il controllo delle proprie riserve energetiche concedendo alle compagnie straniere ristretti margini di profitto, investe all’estero fondi sovrani per oltre 150 miliardi di dollari, finanzia l’Unione africana perché crei suoi organismi economici indipendenti: la Banca africana di investimento, la Banca centrale africana, il Fondo monetario africano. Grazie a un attivo commerciale di 27 miliardi di dollari annui e a un reddito procapite di 13mila dollari, la Libia è prima della guerra il paese africano dove il livello di vita è più alto, nonostante le disparità, e viene lodata dalla stessa Banca mondiale per «l’uso ottimale della spesa pubblica, anche a favore degli strati sociali poveri». In questa Libia trovano lavoro circa un milione e mezzo di immigrati africani.Quando nel marzo 2011 inizia la guerra Usa/Nato contro la Libia (con 10mila missioni di attacco aereo e forze infiltrate), il presidente Napolitano assicura che «non siamo entrati in guerra» ed Enrico Letta, vicesegretario del Pd, dichiara che «guerrafondaio è chi è contro l'intervento internazionale in Libia e non certo noi che siamo costruttori di pace». «Pace» di cui le prime vittime sono gli immigrati africani in Libia che, perseguitati, sono costretti a fuggire. Solo in Niger ne rientrano nei primi mesi 200-250mila, perdendo la fonte di sostentamento che manteneva milioni di persone. Molti, spinti dalla disperazione, tentano la traversata del Mediterraneo verso l’Europa. Quelli che vi perdono la vita sono anch’essi vittime della guerra voluta dai capi dell’Occidente. Gli stessi governanti che alimentano ora la guerra in Siria, che ha già provocato oltre 2 milioni di profughi. Molti dei quali già tentano la traversata del Mediterraneo. Se anche il loro barcone affonda, c’è sempre un Letta pronto a proclamare il lutto nazionale.




  LAMPEDUSA, LA BARCAZA PROCEDÍA DE LIBIA

La nueva tragedia ocurrida en aguas próximas a la isla italiana de Lampedusa, con el naufragio de una barcaza procedente de Libia, en la que los muertos se cuentan por centenares, abre todos los foros y desata comentarios que a nosotros, en muchos casos, se nos antojan desinformados, desvergonzados e incluso abominables. “Hay que dar soluciones a África”, “no estamos haciendo todo lo que debiéramos por África”, “no escarmentamos, y reincidimos” (comentario este último del Sr. Morenés, Ministro de Defensa de España, vinculado a dos empresas de armamento) .
Nadie se plantea lo que occidente está haciendo en África, porque el silencio forma parte de los planes. Ignoran también que la U.E. exigió a los países del Tratado la modificación de sus códigos penales de modo que si antes era delito la omisión de un deber de socorro, ahora el delito es socorrer, sobre todo si es en alta mar, porque se considera inmigración clandestina, que incluso se persigue extraterritorialmente.El próximo 20 de octubre se cumplirán dos años del asesinato del Coronel Gadafi, a manos de mercenarios de la OTAN. (Y perdonen que me repita, lo voy a hacer anualmente) El hombre que había promovido una revolución modélica en Libia, en donde no solo no existía el desempleo sino que además encontraban trabajo dos millones y medio de inmigrantes extranjeros; que repartía entre su pueblo las rentas que el petroleo generaba; que implantó la medicina universal y gratuita; que instituyó el derecho constitucional a la vivienda; que creó universidades y dio becas (de 1.600 €/mes) a los estudiantes libios; que había sido felicitado por la ONU un mes antes de producirse la invasión por haber llevado a Libia a la escala más alta del índice de desarrollo humano de toda África, fue brutalmente torturado, linchado y asesinado.El gobierno de Libia -un país sin deuda externa- había tenído también una brillante idea, que contaba con grandes posibilidades de prosperar: la implantación del dínar de oro en toda África, para dar independencia económica al continente. Esta idea fue apoyada por el entonces Director General del F.M.I., Dominique Strauss-Kanh, que consideraba que el dólar estaba hundido y no podía continuar siendo moneda de cambio internacional (ya sabemos lo que le sucedió), pero despertó las iras de Francia, que controla la economía de los 14 países francófonos. Y de los EE.UU. Libia fue bombardeada indiscriminadamente, ante el cómplice silencio mediático. El que fuera director del hopital de Sirte contó a una comisión de Ojos para la paz -entre la que me encontraba- que la OTAN bombardeaba esa ciudad día y noche, implacablemente, insistentemente, entre la desesperación de la gente, que no podía ni enterrar a sus muertos. No se libró de los bombardeos el hospital, después de que los mercenarios de la OTAN llegaran por tierra y entraran a saco asesinando a todos los enfermos y a todos los médicos (salvo a la persona que vivió para contarnóslo, por eso estaba perseguido). Hospitales, barrios, aldeas, barcos, rebaños, centrales eléctricas, conducciones de agua, universidades, colegios...Todo fue arrasado por la OTAN, mientras los libios eran asesinados, torturados, secuestrados, encarcelados...privados de todo derecho. A fechas de hoy, Libia ha desaparecido como estado, y los invasores han iniciado los movimientos para dividirla en tres trozos: Tripolitania, Fezzan y Cirenaica. EE.UU., que asaltó los bancos libios, embolsándose 200.000.000.000 $, mas un buen número de toneladas de oro (porque Libia sí respaldaba su dinar con oro), está beneficiándose también del petróleo libio, que se reparte con Francia y Reino Unido, principalmente. A España, es decir a un grupo de empresas supuestamente españolas, les dieron como premio por participar en la destrucción de Libia las obras del AVE La Meca-Medina. Egipto ha tenido que enfrentarse al retorno de 1.500.000 emigrantes que trabajaban en Libia. Una convulsión. No queda todo ahí. EE.UU. se ha instalado en Libia con el AFRICOM, después de imponer un gobierno títere de doble nacionalidad, libia y estadounidense, y llenar el país de bandas armadas (Qué montaje el del “secuestro legal”, dicen ellos, del libioAbu Anas al Libi, acusado de pertenecer a Al Qaeda). Las potencias coloniales han iniciado el nuevo reparto de África. Desde Libia han saltado a la República Centroafricana y a Mali. Ya estaban en Somalia (con el pretexto de los piratas), en Sudán, en Kenia, en Costa de Marfil, en Níger...(e insisten en Egipto y en Túnez), dispuestas a saquear los recursos de los países africanos que no pudieron llevarse en otras fechas, saqueo que pasa previamente por la desestabilización y la guerra.España se ha sumado a todo ello a través del Programa Masar ("Programa de acompañamiento a los procesos de gobernanza democrática en el Mundo árabe”), de la AECID (no leen mal, es la Agencia Española de Cooperación Internacional al Desarrollo), que desarrolla los conflictos que financian algunas instituciones norteamericanas, como la famosa USAID -que, además de las “primaveras” y “revoluciones de colores”, tiene en nómina a Al Qaeda, operando en Siria-, el Club de Madrid Foundation Inc., una entidad financiada por el Departamento de Estado de Estados Unidos, el Banco Mundial, o el Rockefeller Brothers Fund. No se puede prostituir más a una agencia que se creó para la cooperación.Solo en los primeros seis meses del año, España ha recibido 2.500 solicitudes de asilo político de malienses y sirios (de Libia no se dan datos, no existe)Los medios de comunicación, convertidos en medios de propaganda, continúan guardando silencio sobre lo que han hecho con Libia y encubriendo las mentiras que se difundende sobre África (al igual que sobre Siria). Será por eso probablemente por lo que mucha gente se extraña todavía de que los africanos en su huida vengan a morir al mar Mediterráneo.Purificación González de la Blanca Ojos para la Paz http://www.ojosparalapaz.org/ 8 de octubre de 2013








Hezbollah defiende a los cristianos en Siria
http://www.diariounidad.es/index.php?option=com_content&view=article&id=234:marco-terranova-tenorio-hezbollah-defiende-a-los-cristianos-en-siria&catid=84:america&Itemid=566



EXCLUSIVE: Syrians In Ghouta Claim Saudi-Supplied Rebels Behind Chemical Attack
http://www.mintpressnews.com/witnesses-of-gas-attack-say-saudis-supplied-rebels-with-chemical-weapons/168135/
Rebels and local residents in Ghouta accuse Saudi Prince Bandar bin Sultan of providing chemical weapons to an al-Qaida linked rebel Group.



Siria. I ribelli ammettono: «Abbiamo venduto immediatamente le armi occidentali ai terroristi islamici»
http://www.tempi.it/siria-i-ribelli-ammettono-abbiamo-venduto-immediatamente-le-armi-occidentali-ai-terroristi-islamici#.Uk-TREhH7Mw
Armiamo i ribelli in Siria, ma senza aiutare i terroristi. Questo mantra è stato ripetuto a più riprese, e in diversi momenti, da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Più facile a dirsi che a farsi, soprattuto dopo che sono state pubblicate foto e video in cui si vedono le stesse armi consegnate ai ribelli saldamente nelle mani dei terroristi islamici legati ad Al Qaeda di Jabhat Al Nusra.ARMI SAUDITE AI TERRORISTI. Secondo quanto riportano Reuters e il quotidiano libanese The Daily Star, l’Arabia Saudita ha consegnato ai ribelli del Free Syrian Army (Fsa), ormai abbandonati da tutte le brigate armate principali che si sono riunite nell’Esercito dell’islam, armi pesanti anti-carro per contrastare l’esercito di Assad.
Ma come dimostrano alcuni video, foto e soprattutto la testimonianza di membri del Fsa e di fonti dalla Giordania, paese usato come tramite per fornire le armi, queste sono finite ad Al Nusra. Spesso i terroristi islamici se le sono guadagnate sul campo, muovendo guerra ai ribelli “laici” e conquistando i loro armamenti. Altre volte i ribelli sono passati nelle fila jihadiste portandosi dietro le armi.«ABBIAMO VENDUTO I MISSILI». Ma c’è anche un altro motivo: «L’Arabia Saudita, con l’appoggio di Francia e Regno Unito, ha fornito al Fsa missili anti-carro del valore di 5 mila dollari l’uno», spiega un membro del Joint Military Council dei ribelli. «In pochi giorni, Al Nusra ci ha comprati le armi per 15 mila dollari a missile. Sono state vendute immediatamente».Resta quindi da capire come il presidente francese Francois Hollande, ad esempio, intende portare avanti il suo piano annunciato lo scorso 19 settembre: «È giunto il momento di armare i ribelli in Siria, sarà un processo controllato perché non possiamo accettare che le armi finiscano nelle mani di jihadisti contro i quali combattiamo».





SYRIA, The Flood +18: A Documentary about the 2 and a half year aggression against Syria
http://www.youtube.com/watch?v=cMCWVQ3avWg ( video )
Pubblicato in data 03/ott/2013 Warning +18: A Documentary Film about the real events of what is going on in Syria since 2011 until 2013, #Syria, #Documentary Film,Real Story,Terrorism Atrocities Al-Qaeda Real News Massacre Humanitarian Crisis Syrian territory Inside Syria Killing Kidnapping Slaughtering ISIS Islamic State, Jihadi, Mercenaries, Armed Group.



L'Esercito dell'Islam, il più grande export dell'Arabia Saudita
di Phil Greaves
http://www.asianews.it/notizie-it/L'Esercito-dell'Islam,-il-pi%C3%B9-grande-export-dell'Arabia-Saudita-29193.html


Dramatic Turn of Events - Syrian Opposition Groups Throw in Their Lot with Al Qaeda
http://www.strategic-culture.org/news/2013/09/30/dramatic-turn-events-syrian-opposition-groups-throw-lot-with-al-qaeda.html
September 25 is the date of dramatic turn of events in Syria. The consequences may affect the way the situation unfolds further on. The plans to stage a provocation and get the West involved in the conflict had failed, so the opposition threw away the democratic veil and showed its real face. Thirteen most combat capable groups severed ties with the National Syrian Coalition and the Free Syrian Army to form an Islamic alliance of their own. Jabhat-al-Nusra, an Al Qaeda affiliated group, is the core element of the new coalition. Liwa al-Tawhid, Liwa al-Islam and Suqur Al-Sham and a number of smaller groups joined the new alliance. They all get military assistance from the United States. In a two-minute video statement called «Communiqué No. 1», they stated that the National Coalition «does not represent us nor do we recognize it». The group called «on all military and civilian groups to unite in a clear Islamic context that is based on Sharia (Islamic) law, making it the sole source of legislation». It further said the rebels would not give recognition to any future government formed outside Syria, insisting that forces fighting inside the country should be represented by «those who suffered and took part in the sacrifices». ( continua )





Lo scontro tra al Qaeda e la Coalizione Nazionale Siriana
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2015
Lo scontro tra jihadisti, alleati o affiliati ad al Qaeda e la Coalizione Nazionale Siriana
L' Islam politico ha sempre avuto un ruolo centrale nella opposizione ad Assad degli ultimi due anni e mezzo, ruolo che molti hanno sempre negato per gridare ora, a più di un anno dall' esplosione di una vera e propria guerra, al tradimento della rivoluzione democratica, laica e pacifica. Il Consiglio Nazionale Siriano è stato l' unica opposizione riconosciuta dai paesi occidentali fino al novembre 2012 ed era egemonizzato dai Fratelli Musulmani. La Coalizione Nazionale Siriana, attuale riferimento dell' Occidente, è nata a fine 2012 per limitare l' influenza della Fratellanza inglobando il Consiglio Nazionale Siriano. In questi giorni però la rivalità tra le due anime dell' opposizione, quella islamista più radicale, dove è presente in forze al Qaeda, e quella più moderata, sta degenerando in scontri armati e gli sviluppi futuri sono imprevedibili.La svolta viene indicata da alcuni osservatori nello scontro armato per il controllo della città di Aazaz, a soli cinque chilometri dalla Turchia. Tra il 18 e 19 settembre i qaedisti hanno preso la città che in precedenza era controllata dall' Esl. Nella provincia di Iblid attorno al 20 settembre è stato ucciso un capo di al Qaeda, Abu Abdallah al Libi. I gruppi jihadisti hanno indicato nelle milizie aderenti all' Esl i responsabili di questa morte, responsabilità che l' Esercito libero siriano ha smentito. Ma nei giorni successivi è stato confermato uno scontro armato nella zona di Iblid tra Esl e Jihadisti che ha lasciato sul campo prive di vita 26 persone.Nel frattempo HIS Janes, istituto britannico di difesa, ha pubblicato un' indagine sulla composizione dei gruppi armati anti-Assad e l' ampiezza della componente integralista (e terrorista) è stata quantificata. Lo studio è stato sintetizzato su Avvenire da questa scheda di Camille Eid: Esercito Libero: 31.000 combattenti. Guidato dal generale Salim Idris. E' ufficialmente rappresentato con 15 membri nel direttivo della Coalizione Siriana sostenuta dall'Occidente.Fronte islamico di liberazione: 39.000 combattenti. Raccoglie venti sigle diverse che si richiamano ad una forma più moderata dell' islam vicina ai Fratelli Musulmani. Leader del Fronte è lo sceicco Anas Airut, membro della Coalizione Siriana. Alcuni dei gruppi operano contemporaneamente sotto la bandiera dell'Esercito libero siriano.Fronte islamico siriano: 18.000 combattenti, 11 sigle salafite, opera spesso in coordinamento con i quedisti. Guidato da Hassan Aboud, alias Abu Abdallah al Hamawi.Jihadisti filo-al Qaida: 12.000 combattenti. Jabhat al Nusra e Stato islamico dell' Iraq e Siria (Isis) si contendono la rappresentanza di al Qaida sul territorio siriano. Al Nusra è guidato da Abu Mohammad al Golano, mentre la nascita dell' Isis è stata annunciata da Abu Bakr al Baghdadi, capo di al Qaida in Iraq. Raccolgono principalmente jihadisti stranieri.Il 25 settembre tredici gruppi armati hanno firmato un documento comune dove dichiarano di non riconoscere l' autorità della Coalizione Nazionale Siriana e di avere come obiettivo la nascita di uno stato islamico. Un particolare di questo documento che ha sorpreso gli osservatori è stato l' adesione anche di gruppi che finora facevano capo all' Esercito Libero Siriano. La più conosciuta di queste milizie finora ritenuta vicina all'Esl è la Brigata al Twhid che nella scheda pubblicata da Avvenire veniva collocata nel Fronte islamico di Liberazione, il cui leader è membro della Coalizione nazionale siriana.Se la presenza dell' Islam politico era evidente, anche se negata, fin dai primi momenti della rivolta siriana, quello che per ora invece è ancora poco conosciuto, e negato dagli ambienti occidentali, è l' aiuto che alcuni paesi alleati dell' Occidente hanno dato ai gruppi armati integralisti, anche a quelli affiliati ad al Qaeda. Oltre alle solite petromonarchie del Golfo, si sono distinte soprattutto Turchia e Tunisia. Inoltre finora è stata molto stretta la collaborazione tra Esl e i gruppi affiliati ad al Qaeda, al Nustra e Stato islamico dell' Iraq e del Levante. Ma questi due temi sono troppo vasti e ne parleremo in una prossima occasione.Altre reazioni alla strage di Ghouta e al rapporto degli ispettori ONU, episodi che considero una brutta pagina da tenere aperta e approfondire ancora.Le parole di Obama dalla tribuna dell'Assemblea delle Nazioni UniteL'Unità riporta tra virgolette queste parole dell'intervento di Obama il 24 settembre:“Dire che non sia stato il regime di Bashar al Assad a compiere l' attacco con armi chimiche dello scorso 21 agosto in Siria è un insulto alla ragione umana ed è dovere delle Nazioni Unite punire i responsabili..Ci sono prove esistenti del fatto che il governo di Assad ha usato queste armi in quell' occasione..”Quei razzi sono stati sparati da un quartiere controllato dal regime e hanno colpito un' area controllata dai ribelli..””L'America è pronta a usare qualsiasi mezzo, inclusa la forza militare, per garantire l' interesse della comunità internazionale”.Ma anche negli USA non tutti gli esperti di politica internazionale sono convinti  Ha scritto su Il Manifesto il Prof. Ugo Mattei che ha partecipato nelle università degli Stati Uniti ad incontri sugli aspetti legali della vicenda siriana:” Un ex alto consigliere agli affari esteri dell' Amministrazione Kennedy, William Polk, ha pubblicato sull' Atlantic Magazine un articolo di 16 pagine in cui dimostra l'assoluta inconsistenza delle prove contro Assad (è stato detto in assemblea che non basterebbero per contestare un divieto di sosta !…)”.Il rapporto di Isteams presentato da Madre Mariam Agnes, anche il NYT non ha potuto ignorare la religiosa.Ha ricevuto molta attenzione negli ambienti diplomatici e sui media, soprattutto in quelli piccoli e indipendenti, un rapporto presentato da Madre Mariam Agnes, per conto dell' Isteams, International Support Team for Mussalaha in Syria, che denuncia una grande manipolazione su quanto successo a Ghouta il 21 agosto. Lo studio è stato citato dalla diplomazia russa per contestare la ricostruzione della vicenda fatta propria dall’Occidente ed ha circolato anche su siti e giornali minori statunitensi. La grande diffusione di questo rapporto ha indotto anche il New York Times a dedicare alla religiosa un ampio articolo, forse nel tentativo di mettere in guardia l' opinione pubblica dalle ricostruzioni e opinioni della associazione presieduta dalla religiosa.Potete trovare qui il rapporto integrale in lingua inglese http://www.scribd.com/doc/169025372/Study-the-Videos-That-Speaks-About-Chemicals-Beta-Version
Mentre articoli in italiano sul rapporto si possono leggere sui siti Sibialiria.org e OraproSiria.blogspot.it
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1987
http://oraprosiria.blogspot.it/2013/09/madre-marie-agnes-denuncia-ghouta-la.html

Ispettori  ONU di nuovo a Damasco
Il 25 settembre gli ispettori ONU sono tornati a Damasco per indagare su altri altri episodi in cui si sospetta sia stato fatto uso di armi chimiche. Secondo fonti ONU la permanenza in Siria sarà di soli quattro giorni mentre gli episodi sospetti sono quattordici. Il numero degli ispettori non è stato precisato ma sono arrivati via terra dal Libano con tre autoveicoli. Possiamo già dire che, se sarà confermata la breve permanenza in Siria, le indagini saranno inadeguate.Intervista di Emma BoninoIn un intervista al Corriere della Sera del 24 settembre la ministro degli esteri Bonino ha rivelato alcune intenzioni del governo italiano che ritengo discutibili e importanti:“L'Italia rimane nel gruppo dei paesi “Amici della Siria”L' Italia continuerà a far parte del gruppo dei paesi “Amici della Siria”, una decina in tutto, nonostante che il governo italiano esprima posizioni nettamente diverse da quelle portate avanti da quasi tutti i paesi che fanno parte di questo gruppo. La riconfermata presenza dell’Italia nel gruppo, sarà un freno alle intenzioni interventiste di Francia, Stati Uniti, Turchia, Qatar, Arabia Saudita, Gran Bretagna, Emirati arabi uniti o continuerà a dare un appoggio politico alle loro posizioni nonostante non si preveda una partecipazione italiana ad un eventuale intervento in Siria ? Io sono convinto della seconda ipotesi.“L'Italia vuole partecipare ( a sue spese n.d.r.) allo smaltimento delle armi chimiche siriane”La Bonino ha dichiarato inoltre che l' Italia vorrebbe partecipare all' operazione di smaltimento delle armi chimiche siriane. Secondo il ministro avremmo le competenze per svolgere bene questa compito. Emma Bonino ha però ha aggiunto che dovrà chiedere al ministro del tesoro Saccomanni e al premier Letta quanto il nostro paese potrà stanziare per questa ulteriore missione.Intanto il governo dovrà trovare immediatamente almeno 300 milioni di euro per le missioni militari all’estero degli ultimi tre mesi del 2013, avendo previsto nel bilancio di quest’anno una cifra che si è rivelata insufficiente (cosa evidente dal fine dicembre 2012).Marco Palombo








"...Las armas químicas se han venido utilizando en Libia por los invasores de la OTAN. Un testigo  de Beni Walit lo contó a una delegación de Ojos para la Paz (de la que yo formaba parte): tiraban una especie de cohetes que soltaban un gas y la gente caía al suelo.  Pero de esto no nos han contado nada en los medios de propaganda."  
Purificación González de la Blanca
Ojos para la Paz 


Sobre las armas químicas, Al-Qaeda y los trasfondos del conflicto en Siria.
http://blogdelviejotopo.blogspot.com.es/2013/09/sobre-las-armas-quimicas-al-qaeda-y-los.html
trasfondos del conflicto en Siria.
( segnalato da Ojos para la Paz ) 



In Siria è nata l’Alleanza Islamica
http://www.ilpost.it/2013/09/27/guerra-siria-alleanza-islamica/
È formata dai ribelli più estremisti, è molto forte militarmente e controlla diverse città del paese: non è una buona notizia per nessuno.Martedì 24 settembre tredici dei gruppi più estremisti di ribelli siriani hanno annunciato di essersi uniti nella “Alleanza Islamica”, una nuova coalizione che ha come primo – ma non unico – obiettivo la deposizione del presidente Bashar al Assad. Nel comunicato l’Alleanza Islamica annuncia tra le altre cose di non volere essere più rappresentata dalla Coalizione Nazionale Siriana – organizzazione di ribelli moderati sostenuta dall’Occidente la cui leadership politica si trova all’estero – e di volere imporre la sharia come “unica fonte della legge” in Siria.La nascita dell’Alleanza Islamica formalizza la creazione del cosiddetto “terzo fronte” nella guerra civile siriana, di cui si parla da più di due mesi: oltre allo scontro tra forze militari del presidente Bashar al Assad e ribelli, se n’è sviluppato un altro all’interno dello schieramento dei ribelli – semplificando – tra i combattenti laici e “moderati” e quelli più estremisti vicini ad al Qaida. Secondo alcune stime del Wall Street Journal, degli oltre 100mila ribelli in Siria, circa 30-40mila fanno parte di gruppi che hanno firmato la dichiarazione dell’Alleanza Islamica (loro comunque dicono di rappresentare il 75 per cento dei combattenti anti-Assad in Siria).Tra questi ce ne sono alcuni militarmente molto forti, che già ora controllano diverse città della Siria. C’è al-Nusra per esempio, che insieme allo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (che però non ha firmato la dichiarazione) “rappresenta” al Qaida nella guerra civile siriana. Poi ci sono Liwa al Tawhid, la brigata più forte della città settentrionale di Aleppo, e Liwa al Islam, quella che sta combattendo contro le forze di Assad nella periferia di Damasco.Con la nascita dell’Alleanza Islamica la situazione in Siria si complica ancora di più: oltre agli episodi di violenza e scontri che si sono verificati negli ultimi mesi tra diversi gruppi di ribelli, il problema riguarda anche l’atteggiamento dell’Occidente, che in pratica non sa più a chi rivolgersi nel campo degli oppositori di Assad. Il rischio più grande, scrive il Wall Street Journal, è che alla creazione dell’Alleanza Islamica possa seguire la nascita di un Esercito Islamico Siriano, che sfiderebbe l’attuale Esercito Libero Siriano, anch’esso sostenuto dall’Occidente. Se questo dovesse succedere, i ribelli più moderati perderebbero influenza, e potere militare, e rischierebbero di non contare più niente. Ma anche Assad avrebbe dei problemi, considerata la forza militare della nuova alleanza.



Prevenzione dei conflitti per l’acqua: la Svizzera riceve una delegazione del Medio e Vicino Oriente
http://www.news.admin.ch/dokumentation/00002/00015/?lang=it&msg-id=50388
"...Da qualche anno la Svizzera ha messo a punto un approccio innovativo sulla diplomazia dell’acqua in Medio Oriente. Nota come Blue Peace Middle East, questa iniziativa coinvolge le autorità e i leader di vari Paesi: Turchia, Libano, Iraq, Giordania e Siria. "
"...Composta da ex ministri, parlamentari, giornalisti, editori ed esperti provenienti dalla rete Blue Peace, la delegazione che si trova attualmente in Svizzera gode di un forte credito politico, istituzionale e mediatico nei Paesi della regione, dove i suoi membri incoraggiano attivamente il dialogo sulla gestione dell’acqua tra gli attori politici, il mondo accademico, i tecnici e la società civile, contribuendo così al successo dell’impegno svizzero nell’area."
 "...Da parte sua, la Svizzera proseguirà nell’attuazione dell’iniziativa Blue Peace. Oltre a tenere consultazioni regolari con i leader politici della regione, si occuperà anche della supervisione di due progetti da essa sostenuti: il primo mira a migliorare l’analisi dei diversi usi, attuali e futuri, dell’acqua in Giordania, Iraq, Libano, Siria e Turchia, il secondo ha lo scopo di mettere a punto una gestione integrata delle acque dell’Oronte, fiume transfrontaliero tra Libano, Siria e Turchia."



L’incendio siriano divampa, anche se non si vede
http://assadakahsardegna.com/in-evidenza/lincendio-siriano-divampa-anche-se-si-vede





App Logo
http://www.kpfk.org/
AA4Syria Johnny Achi on Obama violating the US constitution & UN Charter by arming terrorists
http://www.youtube.com/watch?v=6jyF9ggYCyU 09/lug/2013 Arab Americans for Syria activist Johnny Achi on KPFK radio July 6, 2013 on Obama's violation of the US constitution which clearly states that any use of military force by a president without explicit consent and authorization of congress constitutes an impeachable high crime & misdemeanor under article II, section 4. Obama is also in violation of the USA Patriot Act by aiding an abetting a known terrorist organization, and in violation of International laws of the Rome Statute and UN Charter "Crimes of Aggression" by financing and aiding a group of mercenaries which carry out acts of armاerica.
http://www.youtube.com/channel/UCTR4XlYQ8-mOKjLxvd_D6xQ ARAB AMERICANS


L'intervista al presidente siriano Bashar al-Assad
http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=36229 ( video in italiano )

Front  Help Kickstart World War III!
http://www.youtube.com/watch?v=z-sdO6pwVHQ#t=20   ( video visto 2.517.680 volte )
Siria: video 'virale' irride Obama e la sua "III Guerra Mondiale"
http://www.agi.it/estero/notizie/201309152011-est-rt10078-siria_video_virale_irride_obama_e_la_sua_iii_guerra_mondiale






West Attempts Syria Cover Up - Claims "Twitter Donations" Behind Rise of Al Qaeda
http://landdestroyer.blogspot.it/2013/09/west-attempts-syria-cover-up-claims.html





The false observations of Doctors Without Borders in Syria
http://www.lospuebloshablan.org/?p=11411&lang=en

Human Rights Watch y el ataque químico en Siria
http://miguel-esposiblelapaz.blogspot.com.es/2013/09/human-rights-watch-y-el-ataque-quimico.html







Syria Undeniable PROOF SNC & Al Farok did Chemical Weapons Attack in Syria 8 21 2013
http://www.youtube.com/watch?v=FdF6aSnxhDs ( video )
Pubblicato in data 11/set/2013 Proof you cannot ignore! Al-Farouk Brigade, led by a members of the Syrian National Council, namely Fahed Awad are behind the chemical weapons attack in Syria. The terrorist organization goes around to the towns they try to liberate, and kidnap ordinary Syrian civilians, not just the SAA they capture, and them commit crimes against humanity on them. They are murdered out right, and then videos are uploaded claiming Assad forces committed the crimes. They have worked with the Turkish government of Erdogan for 2 years now, out of a television studio in Ankara. They are led by many pieces of filth I previously exposed in exposing "Souria2011Archives." The US, Israel, Saudi, Qatar and Turkey claim the Assad government gassed their own citizens while the United Nations just happen to be there investigating a prior chemical weapons attack. Like, who believes that? Use your heads. Why would Assad gass his own people when the UN is there investigating, and his army is making great advances at the time? It doesnt make sense because it didnt happen. Al-Farouk Brigade carried out the chemical weapons attack, because they are being eliminated in great numbers. They needed the USA to get involved militarily to help them make the gains they could not do alone. The USA was hoping to convince the people in the USA that it was going to be a punishment to Bashar for using these weapons, knowing Bashar had not used them. The USA works very closely with Al-Farouk Brigade and the SNC. After careful study, I am positive of who carried out this attack, and after watching the video, it should be clear to the entire world.


Manipolate le prove sulle armi chimiche in Siria?
http://www.iljournal.it/2013/quindi-con-la-siria-facciamo-cosi/505197
"...Ci risiamo. Dopo lo scandalo delle prove false create anni fa per attaccare l’Iraq, oggi sul sito Washington.blog si parla della stessa cosa in riferimento alla questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime siriano di Bashar al-Assad.Tutto è nato all’indomani della notizia dell’intervista che il dittatore siriano ha rilasciato all’emittente americana Cbs nella quale Assad ha negato fortemente e per l’ennesima volta la sua totale estraneità rispetto all’accusa che gli viene rivolta dagli Stati Uniti.Ma ecco che il sito su citato ricostruisce quello che sta succedendo in questi giorni. Da Asianews.itNei giorni scorsi Kerry è stato a Parigi e a Londra per spingere i membri dell’Unione europea ad attaccare. Egli ha affermato che “le prove parlano da sé” e che il legame fra le armi chimiche e il governo di Assad sono “innegabili”.In realtà, fonti dell’intelligence Usa, citate dal Washington Blog, dicono che le cosiddette “prove innegabili” sono state manipolate per giungere alla conclusione voluta, cioè l’attacco militare contro la Siria.Le fonti dell’intelligence, parlano di una telefonata intercettata dall’Unità 8200 di Israele in cui il ministero degli esteri siriano domanda spiegazioni all’esercito se vi era stato un attacco con armi chimiche non autorizzato. Dal tono della conversazione, era chiaro che il membro del ministero “era fuori di sé per il panico”. Secondo la trascrizione originale dell’Unità 8200, il militare interrogato “ha negato con forza l’uso di qualunque missile” e ha invitato i membro del ministero a verificare di persona che tutte le armi [chimiche] erano presenti. Alla fine, il militare ha concluso “tutte le armi erano sotto controllo”.Nelle descrizioni di Kerry e dell’amministrazione Usa si tace questo ultimo importante particolare.In realtà, molti osservatori e analisti temono che i ribelli siano in possesso di armi chimiche e che le abbiano usate contro la loro gente per spingere la comunità internazionale a colpire Assad e favorire il loro campo. Nei giorni scorsi Kerry è stato a Parigi e a Londra per spingere i membri dell’Unione europea ad attaccare. Egli ha affermato che “le prove parlano da sé” e che il legame fra le armi chimiche e il governo di Assad sono “innegabili”...."





NO WAR : si manifesta contro la guerra in Senato USA con le mani verniciate di rosso e cartelli rosa
 
Kerry, Hagel, Dempsey testify before Senate committee on Syria
http://www.washingtonpost.com/politics/kerry-hagel-dempsey-testify-before-senate-committee-on-syria/2013/09/03/668ea6ba-14dd-11e3-b182-1b3bb2eb474c_gallery.html#photo=3









http://www.informarexresistere.fr/2013/09/23/bandar-bush-compra-i-voti-per-la-guerra-alla-siria/
ATTENZIONE!!!>>>>>>“Bandar Bush” Buys Votes for War on Syria
http://www.strategic-culture.org/


ATTENZIONE!!!!! >>>>>OBAMA TUMBA UNA LEY ANTITERRORISTA PARA ARMAR A LOS MERCENARIOS QUE ATENTAN EN SIRIA
18 settembre 2013
http://tenacarlos.wordpress.com/2013/09/18/obama-tumba-una-ley-antiterrorista-para-armar-a-los-mercenarios-que-atentan-en-siria/


ATTENZIONE!!!!>>>>>Contro la Siria, Erdogan sostiene Al Qaeda
http://www.contropiano.org/internazionale/item/19256-contro-la-siria-erdogan-sostiene-al-qaeda



ATTENZIONE!!!!!>>> USA: new military base in Chile
http://soaw.org/




'Core' al Qaeda member captured in Libya
http://www.longwarjournal.org/archives/2013/10/core_al_qaeda_member.php

Regno Unito, scontro tra Parlamento e governo: “Armi a 18 Paesi embargati”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/24/regno-unito-scontro-tra-camera-bassa-e-governo-avete-venduto-armi-a-18-paesi-embargati/720028/

Mentre Obama elogia i Fratelli Musulmani Usa, il Canada scopre che raccolgono fondi per i terroristi pakistani
http://www.tempi.it/fratelli-musulmani-isna-canada-obama-terrorismo-pakistan#.UkGQZUhH7Mw

Egitto: sentenza mette al bando fondi e attività Fratelli Musulmani
http://arabpress.eu/egitto-sentenza-mette-al-bando-fondi-attivita-fratelli-musulmani/








“The Salvador Option For Syria”: US-NATO Sponsored Death Squads Integrate “Opposition Forces”
http://www.globalresearch.ca/the-salvador-option-for-syria-us-nato-sponsored-death-squads-integrate-opposition-forces/31096


Anti-Assad Death Squads Responsible for Gas Attack
http://www.veteranstoday.com/2013/09/19/anti-assad-death-squads-gas-attack/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=anti-assad-death-squads-gas-attack



Europei fra i tagliatori di teste in Siria
http://www.informarexresistere.fr/2013/09/24/europei-fra-i-tagliatori-di-teste-in-siria/
Des Européens parmi les coupeurs de têtes en Syrie (Vidéo)
http://www.silviacattori.net/article4872.html





Ajlawni Wahabi
LEGALE STUPRARE TUTTE, DONNE E BAMBINE, TRANNE LE SUNNITE  
SYAIKH WAHABI IZINKAN MUJAHIDIN PERKOSA WANITA SURIAH NON “SUNNI”
http://www.islam-institute.com/syaikh-wahabi-izinkan-mujahidin-perkosa-wanita-suriah-non-sunni.html



Tutte le schiave costrette a prostituirsi nel nome di Allah
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/1316682/Tutte-le-schiave-costrette---a-prostituirsi-nel-nome-di-Allah.html
"...Sembrerà strano, ma è nei paesi occidentali che l’Islam estremista trova maggior terreno fertile. Si tende, con la scusa della tolleranza, a lasciare spazio alle comunità musulmane giustificandone mostruosità che vengono messe a tacere proprio per non creare un conflitto che sfoci nell’intolleranza...."





siria-jihad-italia-cologno-monzese1

I jihadisti di Cologno Monzese che combattono per il califfato in Siria
http://cristianofobia.altervista.org/blog/siria-i-jihadisti-di-cologno-monzese-per-il-califfato-tempi-it/
Quando, parecchi mesi fa, sulla stampa venne fuori la foto di Haisam Sakhanh e di Ammar Bacha, due siriani residenti da lungo tempo in provincia di Milano, in tenuta da combattimento in un’imprecisata località del loro paese d’origine, le reazioni del Coordinamento siriani liberi di Milano, di cui i due sono esponenti, furono spavalde. «Non abbiamo nulla da nascondere», risposero dall’organizzazione. «Combattiamo per la libertà». Un imbarazzato silenzio ha invece fatto seguito, una decina di giorni fa, alla diffusione della notizia secondo cui uno dei sette ribelli che in un filmato proposto dal sito del New York Times sparano alla schiena (coperta di lividi ed ematomi) di sette soldati nudi inginocchiati con la testa al suolo sarebbe proprio Haisam Sakhanh, ora noto col nome di battaglia di Abu Omar.Un conto è presentarsi come coraggiosi partigiani che combattono una dittatura accusata di gravi crimini, un altro violare sotto gli occhi delle telecamere le convenzioni internazionali sui prigionieri di guerra. Soprattutto in un momento in cui il regime di Damasco è sotto processo a livello internazionale per l’uso di armi chimiche, ma anche i ribelli sono nel mirino della critica per il moltiplicarsi di testimonianze relative a violazioni dei diritti umani da parte loro e al loro estremismo politico-ideologico. Inoltre Ammar Bacha, compagno d’armi e amico fraterno di Haisam Sakhanh, non è uno qualunque: notoriamente è il fidanzato di una delle figlie di Nour Dachan, presidente emerito dell’Ucoii, l’organizzazione dei musulmani italiani e residenti in Italia legata ideologicamente e organizzativamente ai Fratelli Musulmani.A tre mesi dalla notizia della morte di Ibrahim Giuliano Delnevo, il 23enne genovese divenuto estremista islamico e ucciso in Siria mentre combatteva con jihadisti ceceni, la questione dei volontari – siriani residenti in Italia e italiani convertiti all’islam – che partono dal nostro paese per dare manforte ai ribelli è ancora avvolta nel mistero. Foad Aodi, palestinese presidente della Comunità del mondo arabo in Italia, in un’intervista aveva parlato di una cinquantina di elementi, pochissimi dei quali nativi italiani. Fonti investigative lasciano trapelare l’esistenza di almeno due jihadisti italiani in azione in Siria, uno originario di Bologna e l’altro di una non specificata località della Toscana.Navigando in rete
Per mettere insieme qualche notizia e qualche nome sui ribelli siriani di provenienza italiana e sulla radicalizzazione della loro ideologia politico-religiosa è sufficiente navigare sulle pagine Facebook di Haisam detto Abu Omar (la pagina si chiama Haisam Siria) e di Amar Bacha. Il primo è ritratto con armi sempre diverse: fucili lanciagranate, kalashnikov, Fal belgi, Dragunov russi. E gli slogan che appaiono in bacheca non lasciano dubbi sull’orientamento ideologico del soggetto e dei suoi sostenitori: «La democrazia è nata in Francia, è morta in Egitto (allusione alla nascita dell’islamismo attraverso i Fratelli Musulmani, ndr) e sarà riseppellita in Siria»; «Aleppo sarà il cimitero degli alawiti, nipoti delle scimmie» (il regime di Assad è considerato alawita, e l’insulto li parifica agli ebrei, in un detto di Maometto definiti “fratelli delle scimmie”); «Il mio piede schiaccia gli alawiti – Dobbiamo bruciare gli alawiti».Alcuni dei messaggi sono contrassegnati da due bandiere incrociate, una bianca e una nera, con la scritta «Per il califfato secondo la via di Maometto»: un simbolo usato da gruppi affiliati ad al Qaeda. Una foto mostra altri 2 siriani residenti in Italia che hanno combattuto in Siria. L’immagine ritrae, insieme ad Abu Omar e Ammar Bacha, i fratelli Manaf e Anter Chaddad. Tutti e 4 residenti a Cologno Monzese (Mi) che ora rischia di apparire come la capitale dei jihadisti siriani in Italia. Che pare usino riunirsi in un bar gestito da cinesi in corso Roma.


Spara alla nuca dei prigionieri: il nuovo italiano che piace tanto a Bersani e al PD
http://comitatocontrolaguerramilano.wordpress.com/2013/09/22/spara-alla-nuca-dei-prigionieri-il-nuovo-italiano-che-piace-tanto-a-bersani-e-al-pd/

L'imbarazzato silenzio dei governanti
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20130910/manip2pg/14/manip2pz/345596/


The Swedish Forein Figher Contingent in Syria
http://www.ctc.usma.edu/posts/the-swedish-foreign-fighter-contingent-in-syria


British extremists use Syria for training terrorists
http://en.alalam.ir/news/1522877
"British Home Secretary Theresa May has warned that extremists are using the war in Syria “as a nursery” before returning to Britain as trained terrorists.“What we have seen for some time now, is that a number of British people traveling out to Somalia, we’re now seeing people travel out to Syria,” May said on BBC 1’s Andrew Marr Show on Sunday...."


(VIDEO) El Zabayar dalla Siria: «Centomila paramilitari reclutati dall’imperialismo»
https://albainformazione.wordpress.com/2013/09/03/





In Syria, There are no Moderates
http://landdestroyer.blogspot.com.es/2013/09/in-syria-there-are-no-moderates.html
"Latest Western fabrication attempts to portray "moderate rebels" locked in combat with hordes of Al Qaeda militants as ploy to justify further arming of terrorists and even direct intervention along Syria's borders...."

Siria. Lavrov, se cade Assad islamisti al potere a Damasco
http://www.internazionale.it/news/siria/2013/09/23/lavrov-se-cade-assad-islamisti-al-potere-a-damasco/





Tunisian Rebel Admits Syrian Arab Mercenaries are Expendable SAA Fodder
http://www.youtube.com/watch?v=_HIttPKHd5s



Mensaje de los sirios - de Siria al Mundo
https://www.youtube.com/watch?v=hNyHJbEGbys
Sirios cuentan porqué defienden a su país en contra del terrorismo



The silent military coup that took over Washington
This time it's Syria, last time it was Iraq. Obama chose to accept the entire Pentagon of the Bush era: its wars and war crimes
http://www.theguardian.com/commentisfree/2013/sep/10/silent-military-coup-took-over-washington
El silencioso golpe militar que se apoderó de Washington
http://www.lahaine.org/index.php?p=71704



LAVROV: NO AL CAPITOLO VII NELLA RISOLUZIONE ONU!
Siria. Lavrov, se cade Assad islamisti al potere a Damasco
"”.Secondo Lavrov, gli Stati Uniti “stanno ricattando” la Russia, con la minaccia di abbandonare il lavoro nell’ambito dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche all’Aja, se Mosca non dovesse appoggiare la risoluzione basata sul capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite."
http://www.internazionale.it/news/siria/2013/09/23/lavrov-se-cade-assad-islamisti-al-potere-a-damasco/
(ASCA)Roma, 23 set – “Se Assad dovesse cadere, al potere in Siria arriveranno gli islamisti”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in un’intervista concessa alla tv pubblica di Mosca.Lavrov ha spiegato che il risultato dell’uso della forza in Siria “sara’ a favore dei ribelli islamici, che andranno al potere”.“Lo Stato laico non sopravvivera’”, ha aggiunto Lavrov, sottolineando che i jihadisti rappresentano i due terzi dell’opposizione siriana e vogliono proclamare il califfato islamico a Damasco e nei territori limitrofi.“I nostri partner occidentali – ha precisato il capo della diplomazia di Mosca – non possono non essere consapevoli di questo”.La risoluzione dell’Onu, con cui legittimare il controllo internazionale sull’arsenale chimico siriano, potrebbe contenere un esplicito richiamo al capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, che autorizza l’uso della forza in caso di violazioni evidenti.Mosca e’ contraria, temendo che il documento delle Nazioni Unite diventi “un pretesto per attaccare il governo siriano”.Secondo Lavrov, gli Stati Uniti “stanno ricattando” la Russia, con la minaccia di abbandonare il lavoro nell’ambito dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche all’Aja, se Mosca non dovesse appoggiare la risoluzione basata sul capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite.


«Se Obama ormai è cauto va ringraziato Putin»
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20130928/manip2pg/09/manip2pz/346437/
«Una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla Siria con invocazione del Capitolo VII, che preveda l’uso della forza, vale a dire l’intervento militare di Usa e Francia, come hanno cercato di fare fino all’ultimo momento, sarebbe stato ed è totalmente illegale rispetto al diritto internazionale. Non solo viola i termini dell’accordo raggiunto fra Russia e Stati Uniti per l’eliminazione dell’arsenale chimico siriano, accordo che coinvolge come interlocutore Damasco. Ma costituisce, per il solo fatto di essere “minacciato” un abuso di esercizio di potere che viola i principi fondamentali dello Statuto delle Nazioni Unite».Così Richard Falk , professore emeritus di diritto internazionale a Princeton e speciale Rapporteur per i diritti umani sulla Palestina all’Onu, denuncia al manifesto «l’ipocrisia dei leader occidentali».
"...La marcia indietro di Obama sull'opzione militare in Siria è dovuta in parte all'opposizione alla guerra dell'opinione pubblica americana e mondiale. Ma c'è reticenza ad ammetterlo. Altro fattore importante, dopo i fallimenti in Iraq, Afghanistan e Libia, Obama ha percepito che una volta scatenato un intervento militare nella regione, non sarebbe stato evidente il fine «umanitario». Obama non è stato in grado di avere consenso né a livello congressuale né all'Onu. Ha capito che una nuova guerra non avrebbe fiaccato Assad né avrebbe cambiato il corso della guerra civile, se non in peggio sostenendo i qaedisti. Il fatto rilevante in questo contesto è che il salvataggio di Obama è da attribuire a Putin. Davvero una ironica svolta storica."




ATTENZIONE!!!!! RICORDARE!!!!>>>>>>>>>
-OBAMA TUMBA UNA LEY ANTITERRORISTA PARA ARMAR A LOS MERCENARIOS QUE ATENTAN EN SIRIA
http://tenacarlos.wordpress.com/2013/09/18/obama-tumba-una-ley-antiterrorista-para-armar-a-los-mercenarios-que-atentan-en-siria/
-Lo scontro tra al Qaeda e la Coalizione Nazionale Siriana
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2015
-In Siria è nata l’Alleanza Islamica
http://www.ilpost.it/2013/09/27/guerra-siria-alleanza-islamica/
-Prevenzione dei conflitti per l’acqua: la Svizzera riceve una delegazione del Medio e Vicino Oriente
http://www.news.admin.ch/dokumentation/00002/00015/?lang=it&msg-id=50388







 

https://albainformazione.wordpress.com/2013/02/28/siamo-tutti-con-te/


Diario dalla Siria: testimoni, sperando oltre ogni speranza
http://oraprosiria.blogspot.it/2013/10/diario-dalla-siria-testimoni-sperando.html
-Intervista ad alcuni siriani giunti nella città giordana per incontrare la presidente dei Focolari. Torneranno nelle loro case esposti a bombardamenti e attentati, ma cosa e come stanno vivendo?
-Il racconto di una stilista di Damasco



I Patriarchi cattolici d'Oriente: la primavera araba si è trasformata in ferro e fuoco. A novembre un summit con Papa Francesco
http://www.fides.org/it/news/53626-ASIA_LIBANO_I_Patriarchi_cattolici_d_Oriente_la_primavera_araba_si_e_trasformata_in_ferro_e_fuoco_A_novembre_un_summit_con_Papa_Francesco#.UlBlt0hH7Mw


Massacri di Cristiani, in Medio Oriente e non solo
http://www.lastampa.it/2013/10/02/blogs/underblog/massacri-di-cristiani-in-medio-oriente-e-non-solo-GrFp7nUVNMmtT8pvbS9UAN/pagina.html

‘VREDESBESTAND VOOR SYRIE KAN NIEUW ELAN GEVEN AAN VN’
http://www.kerknet.be/actua/nieuws_detail.php?nieuwsID=117588


CAGLIARI, PROTAGONISTA DELLA SCENA INTERNAZIONALE, IL RESPONSABILE ESTERI DI HEZBOLLAH, AMMAR MOUSSAOUI DI NUOVO IN ITALIA DOPO 5 ANN
"...è  fondamentale trovare una soluzione politica a cominciare dalla conferenze di Ginevra due.."
http://assadakahsardegna.com/in-evidenza/cagliari-protagonista-della-scena-internazionale-il-responsabile-esteri-hezbollah-ammar-moussaoui-nuovo-italia-5-anni
"...Il responsabile Esteri di Hezbollah, nel suo intervento, ha ringraziato l’associazione per l’ospitalità ricevuta e si è soffermato a lungo sulla questione siriana, sulla necessità di scongiurare un conflitto armato, un inutile spargimento di sangue non risolutivo. Le conseguenze di una guerra in Siria, ha detto Moussaoui, sarebbero incalcolabili e coinvolgerebbero l’intero Mediterraneo, è  fondamentale trovare una soluzione politica a cominciare dalla conferenze di Ginevra due.  Il dialogo con gli Europei rappresenta uno strumento fondamentale di soluzione pacifica del conflitto siriano...



Cancillería siria denuncia el continuo apoyo de EEUU y Occidente a los terroristas en Siria
http://sana.sy/spa/212/2013/09/19/503397.htm
Sep19, 2013
Damasco, SANA
La Cancillería siria dirigió este jueves dos cartas idénticas al Presidente del Consejo de Seguridad Internacional y el Secretario General de la ONU, en las que denunció enérgicamente el continuo apoyo financiero y armamentístico brindados por EEUU y sus aliados occidentales y árabes, a los grupos terroristas armados para obstaculizar cualquier solución política a la crisis en el país. Asimismo condenó los intentos de EEUU, Francia, Gran Bretaña, Turquía, Arabia Saudita y Qatar de atentar contra la soberanía e independencia y cambiar por la fuerza su constitución mediante su respaldo a al-Qaeda y sus diferentes ramas en Siria tales como el “Frente de al-Nosra” y el “Estado Islámico en Iraq y el Levante”, entre otros grupos terrorista que trataron de destruir a Siria, y perpetraron los más horribles masacres contra sus ciudadanos. Cancillería hizo hincapié en que dichos países al enviar armas y terroristas a Siria, están violando de manera flagrante las normas y disposiciones del derecho internacional y las relaciones de buena vecindad, así como las resoluciones del Consejo de Seguridad Internacional respecto a la lucha contra el terrorismo y el reclutamiento, financiamiento y entrenamiento de mercenarios….. Al concluir sus cartas, la Cancillería exigió al Consejo de Seguridad de la ONU y a la comunidad internacional que reaccionen seriamente para frenar la flagrante injerencia de EEUU, Occidente y sus aliados regionales en Siria y detener su respaldo a los terroristas. Cancillería consideró que el Consejo de Seguridad Internacional al tratar este asunto, contribuirá en promover la seguridad y estabilidad en Siria y todo el Oriente Medio, advirtiendo de que el recurso a la doble moral a la hora de tratar con el terrorismo favoecerá su propagación.Lynn A., Riyad Sh.

Tunisia Bans 6000 from Fighting in Syria, Starts Talks with Opposition
http://english.alahednews.com.lb/essaydetails.php?eid=24419&cid=538#.UlEkT0hH7Mw




Marinella Correggia sur le mensonge organisé des médias occidentaux en Syrie. HRC Syria, 18/09/2013
http://www.youtube.com/watch?v=SsPR99c8QNE
Militante pacifiste italienne.



EVO MORALES GIOCA  A CALCIO SULLA  MAGLIETTA PACE IN SIRIA
http://video.repubblica.it/dossier/rivolta-siria/morales-gioca-a-calcio-sulla-maglia-pace-in-siria/141162/139700
http://video.gelocal.it/mattinopadova/mondo/morales-gioca-a-calcio-sulla-maglia-pace-in-siria/18253/18304


Kunst gegen Krieg 13.10.13
http://www.youtube.com/watch?v=KsZkvIwdIDg







Fra le migliaia di manifestazioni contro la guerra sulla Siria svoltesi in tutto il mondo, in questo canale ci sono quelle della baia di San Francisco, California, USA:
      ANSWERSouthBay's channel
http://www.youtube.com/user/ANSWERSouthBay
Cindy Sheehan, GLR 
Gloria La Riva e  Cindy Sheehan



Cindy Sheehan in Tourdepeace
http://www.tourdepeace.org/

ROUTE FOR TOUR DE PEACE (From Cali to Chicago)
http://cindysheehanssoapbox.blogspot.it/2013/02/route-for-tour-de-peace.html
ROUTE FOR TOUR de PEACE (FROM CHICAGO to DC)
http://cindysheehanssoapbox.blogspot.it/2013/02/route-for-tour-de-peace-from-chicago-to.html





mother agnes mariam
Mother Agnes-Mariam North America Speaking Tour
http://www.syriasolidaritymovement.org/mother-agnes-mariam/
Mother Agnes-Mariam of the Cross is Mother Superior at the Monastery and Convent of St. James the Mutilated in Qara, Syria.  Gunmen attacked her vehicle in May, 2013.  Much of the population in the towns and villages around the monastery have fled and been made refugees.But the story that Mother Agnes tells is very different from what we hear and read in the North American press.  She has spoken in Ireland and Australia, and she organized an international delegation led by Nobel Peace Laureate Mairead Maguire to come to Syria to see for themselves.  And she is one of the main organizers of Mussalaha (“Reconciliation”), a popular movement in Syria that mediates disputes and organizes ceasefires between opposing forces.Mother Agnes will be touring the U.S. and Canada from October 24, to December 4, 2013 under the auspices of the Syrian Solidarity Movement, a U.S. tax-exempt nonprofit project, ID no. 20-5516191.  If you or your church, house of worship, school, university, union or other organization wishes to invite Mother Agnes to to speak, please contact us at the address below.  If requested, Mother Agnes will also be happy to speak about the conditions of Arab and other Christian communities throughout the Middle East.Syria Solidarity Movement
+1 510 232-2500
solidarity at syriasolidaritymovement.org
www.syriasolidaritymovement.org
To
bring Mother Agnes-Mariam to your community, please go to:
Mother Agnes-Mariam Scheduling Form
In order to support the costs of this tour, we are asking each venue to contribute according to its ability, but to advance $200 at time of booking (to cover the transatlantic flights), and to cover local costs, including a one-way ticket from the previous location, which may be shared with other groups and events at your location.  You may wish to take a collection at each event to cover costs.  If we receive a grant, we may be able to lower the cost, but we also welcome any additional funds you may be able to contribute, at http://www.syriasolidaritymovement.org/donate-2/.
To view short film clips of Mother Agnes on line, go to:
On the rebel uprising:  http://www.youtube.com/watch?v=ARhfr7TewJY
On the information war:  http://www.youtube.com/watch?v=qz0CbEoA4Ck
On Syrian secular society:  http://www.youtube.com/watch?v=KeK4w2AmvfoOn the Mussalaha Movement:  http://www.youtube.com/watch?v=MhUv5PH9ohs
On the chaos:  http://www.youtube.com/watch?v=ifoDKybD-




Gli enigmi siriani a Torino
http://www.terrasanta.net/tsx/articolo.jsp?wi_number=5558&wi_codseq=


Kunst gegen Krieg 13.10.13
http://www.youtube.com/watch?v=KsZkvIwdIDg





Nicolás Maduro habló con el Presidente Bashar al-Assad, apoyo irrestricto de Venezuela a Siria
http://www.youtube.com/watch?v=cq_4_tBEX2w ( video )



ONU
68° ASSEMBLEA GENERALE
NEW YORK
La ONU está secuestrada la paz del mundo está secuestrada y venimos a denunciarlo ( video )
http://www.youtube.com/watch?v=YRZWYp2Gc1M
ELÍAS JAGUA ( VENEZUELA ) EN LA CONFERENCIA ANUAL DE LA ONU 2013



ONU
68° ASSEMBLEA GENERALE
NEW YORK 
Per un mondo libero da armi nucleari
http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false%3D&path=%2Fnews%2Finternazionale%2F2013%2F222q13-Intervento-della-Santa-Sede-all-Assemblea-g.html&title=%C2%A0Per+un+mondo+libero+da+armi+nucleari&locale=it
Intervento della Santa Sede all’assemblea generale dell’Onu
Per un mondo libero da armi nucleariPubblichiamo in una nostra traduzione italiana l’intervento pronunciato in inglese il 26 settembre a New York dall’arcivescovo segretario per i rapporti con gli Stati, durante l’Incontro di alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sul disarmo nucleare. Signor Presidente, la risoluzione dell’Assemblea Generale con la quale si convoca l’odierno incontro di alto livello sul disarmo nucleare esprimeva la convinzione comune che l’eliminazione completa delle armi nucleari è essenziale per rimuovere il pericolo di una guerra nucleare, obiettivo al quale dobbiamo dare la massima priorità. La Santa Sede, che da molto tempo auspica la messa al bando di queste armi di distruzione di massa, partecipa a questo sforzo concertato di dare un’espressione forte al grido dell’umanità per essere liberata dallo spettro della guerra nucleare.In base ai termini del Trattato di non proliferazione, agli Stati viene imposto di compiere sforzi “in buona fede” per negoziare l’eliminazione delle armi nucleari. Possiamo dire che c’è “buona fede” quando i programmi di modernizzazione degli Stati possessori di armi nucleari proseguono malgrado le loro dichiarazioni riguardo a un futuro disarmo nucleare?
( continua )


ONU
68° ASSEMBLEA GENERALE
NEW YORK
Evo Morales ( BOLIVIA ) en New York con Eva Golinger. ONU, EEUU, Obama, Siria, Lavrov, Assad, Chile, Bolivia
https://www.youtube.com/watch?v=5yByAqALv34 ( video )






 
Las 45 mentiras que dijo Obama ante la ONU
http://actualidad.rt.com/actualidad/view/106965-mentiras-discurso-obama-onu
El activista estadounidense y bloguero David Swanson ha compilado una lista de las mentiras del presidente de EE.UU. Barack Obama ante el pleno de la 68ª Asamblea General de la ONU. ¿Cuáles fueron los embustes de Obama?


Obama Warned on Syrian Intel
http://www.informationclearinghouse.info/article36157.htm
Veterani dei servizi segreti USA avvertono Obama sulla trappola siriana
http://znetitaly.altervista.org/art/12291

By Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS)
September 08, 2013 "Information Clearing House Despite the Obama administration’s supposedly “high confidence” regarding Syrian government guilt over the Aug. 21 chemical attack near Damascus, a dozen former U.S. military and intelligence officials are telling President Obama that they are picking up information that undercuts the Official Story.

MEMORANDUM FOR: The President
FROM: Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS)
SUBJECT: Is Syria a Trap?
Precedence: IMMEDIATE

We regret to inform you that some of our former co-workers are telling us, categorically, that contrary to the claims of your administration, the most reliable intelligence shows that Bashar al-Assad was NOT responsible for the chemical incident that killed and injured Syrian civilians on August 21, and that British intelligence officials also know this. In writing this brief report, we choose to assume that you have not been fully informed because your advisers decided to afford you the opportunity for what is commonly known as “plausible denial.”We have been down this road before – with President George W. Bush, to whom we addressed our first VIPS memorandumimmediately after Colin Powell’s Feb. 5, 2003 U.N. speech, in which he peddled fraudulent “intelligence” to support attacking Iraq. Then, also, we chose to give President Bush the benefit of the doubt, thinking he was being misled – or, at the least, very poorly advised.The fraudulent nature of Powell’s speech was a no-brainer. And so, that very afternoon we strongly urged your predecessor to “widen the discussion beyond …  the circle of those advisers clearly bent on a war for which we see no compelling reason and from which we believe the unintended consequences are likely to be catastrophic.” We offer you the same advice today.Our sources confirm that a chemical incident of some sort did cause fatalities and injuries on August 21 in a suburb of Damascus. They insist, however, that the incident was not the result of an attack by the Syrian Army using military-grade chemical weapons from its arsenal. That is the most salient fact, according to CIA officers working on the Syria issue. They tell us that CIA Director John Brennan is perpetrating a pre-Iraq-War-type fraud on members of Congress, the media, the public – and perhaps even you.We have observed John Brennan closely over recent years and, sadly, we find what our former colleagues are now telling us easy to believe. Sadder still, this goes in spades for those of us who have worked with him personally; we give him zero credence. And that goes, as well, for his titular boss, Director of National Intelligence James Clapper, who has admitted he gave “clearly erroneous” sworn testimony to Congress denying NSA eavesdropping on Americans.
Intelligence Summary or Political Ploy?
That Secretary of State John Kerry would invoke Clapper’s name this week in Congressional testimony, in an apparent attempt to enhance the credibility of the four-page “Government Assessment” strikes us as odd. The more so, since it was, for some unexplained reason, not Clapper but the White House that released the “assessment.”This is not a fine point. We know how these things are done. Although the “Government Assessment” is being sold to the media as an “intelligence summary,” it is a political, not an intelligence document. The drafters, massagers, and fixers avoided presenting essential detail. Moreover, they conceded upfront that, though they pinned “high confidence” on the assessment, it still fell “short of confirmation.”Déjà Fraud: This brings a flashback to the famous Downing Street Minutes of July 23, 2002, on Iraq, The minutes record the Richard Dearlove, then head of British intelligence, reporting to Prime Minister Tony Blair and other senior officials that President Bush had decided to remove Saddam Hussein through military action that would be “justified by the conjunction of terrorism and WMD.” Dearlove had gotten the word from then-CIA Director George Tenet whom he visited at CIA headquarters on July 20.The discussion that followed centered on the ephemeral nature of the evidence, prompting Dearlove to explain: “But the intelligence and facts were being fixed around the policy.” We are concerned that this is precisely what has happened with the “intelligence” on Syria.
The Intelligence
There is a growing body of evidence from numerous sources in the Middle East — mostly affiliated with the Syrian opposition and its supporters — providing a strong circumstantial case that the August 21 chemical incident was a pre-planned provocation by the Syrian opposition and its Saudi and Turkish supporters. The aim is reported to have been to create the kind of incident that would bring the United States into the war.According to some reports, canisters containing chemical agent were brought into a suburb of Damascus, where they were then opened. Some people in the immediate vicinity died; others were injured.We are unaware of any reliable evidence that a Syrian military rocket capable of carrying a chemical agent was fired into the area. In fact, we are aware of no reliable physical evidence to support the claim that this was a result of a strike by a Syrian military unit with expertise in chemical weapons.In addition, we have learned that on August 13-14, 2013, Western-sponsored opposition forces in Turkey started advance preparations for a major, irregular military surge. Initial meetings between senior opposition military commanders and Qatari, Turkish and U.S. intelligence officials took place at the converted Turkish military garrison in Antakya, Hatay Province, now used as the command center and headquarters of the Free Syrian Army (FSA) and their foreign sponsors.Senior opposition commanders who came from Istanbul pre-briefed the regional commanders on an imminent escalation in the fighting due to “a war-changing development,” which, in turn, would lead to a U.S.-led bombing of Syria.At operations coordinating meetings at Antakya, attended by senior Turkish, Qatari and U.S. intelligence officials as well as senior commanders of the Syrian opposition, the Syrians were told that the bombing would start in a few days. Opposition leaders were ordered to prepare their forces quickly to exploit the U.S. bombing, march into Damascus, and remove the Bashar al-Assad governmentThe Qatari and Turkish intelligence officials assured the Syrian regional commanders that they would be provided with plenty of weapons for the coming offensive. And they were. A weapons distribution operation unprecedented in scope began in all opposition camps on August 21-23. The weapons were distributed from storehouses controlled by Qatari and Turkish intelligence under the tight supervision of U.S. intelligence officers.
Cui bono?
That the various groups trying to overthrow Syrian President Bashar al-Assad have ample incentive to get the U.S. more deeply involved in support of that effort is clear. Until now, it has not been quite as clear that the Netanyahu government in Israel has equally powerful incentive to get Washington more deeply engaged in yet another war in the area. But with outspoken urging coming from Israel and those Americans who lobby for Israeli interests, this priority Israeli objective is becoming crystal clear.Reporter Judi Rudoren, writing from Jerusalem in an important article in Friday’s New York Times addresses Israeli motivation in an uncommonly candid way. Her article, titled “Israel Backs Limited Strike Against Syria,” notes that the Israelis have argued, quietly, that the best outcome for Syria’s two-and-a-half-year-old civil war, at least for the moment, is no outcome. Rudoren continues:“For Jerusalem, the status quo, horrific as it may be from a humanitarian perspective, seems preferable to either a victory by Mr. Assad’s government and his Iranian backers or a strengthening of rebel groups, increasingly dominated by Sunni jihadis.“‘This is a playoff situation in which you need both teams to lose, but at least you don’t want one to win — we’ll settle for a tie,’ said Alon Pinkas, a former Israeli consul general in New York. ‘Let them both bleed, hemorrhage to death: that’s the strategic thinking here. As long as this lingers, there’s no real threat from Syria.’”We think this is the way Israel’s current leaders look at the situation in Syria, and that deeper U.S. involvement – albeit, initially, by “limited” military strikes – is likely to ensure that there is no early resolution of the conflict in Syria. The longer Sunni and Shia are at each other’s throats in Syria and in the wider region, the safer Israel calculates that it is.That Syria’s main ally is Iran, with whom it has a mutual defense treaty, also plays a role in Israeli calculations. Iran’s leaders are not likely to be able to have much military impact in Syria, and Israel can highlight that as an embarrassment for Tehran.
Iran’s Role
Iran can readily be blamed by association and charged with all manner of provocation, real and imagined. Some have seen Israel’s hand in the provenance of the most damaging charges against Assad regarding chemical weapons and our experience suggests to us that such is supremely possible.Possible also is a false-flag attack by an interested party resulting in the sinking or damaging, say, of one of the five U.S. destroyers now on patrol just west of Syria. Our mainstream media could be counted on to milk that for all it’s worth, and you would find yourself under still more pressure to widen U.S. military involvement in Syria – and perhaps beyond, against Iran.Iran has joined those who blame the Syrian rebels for the August 21 chemical incident, and has been quick to warn the U.S. not to get more deeply involved. According to the Iranian English-channel Press TV, Iranian Foreign Minister Mohammad Javid Zarif has claimed: “The Syria crisis is a trap set by Zionist pressure groups for [the United States].”Actually, he may be not far off the mark. But we think your advisers may be chary of entertaining this notion. Thus, we see as our continuing responsibility to try to get word to you so as to ensure that you and other decision makers are given the full picture.
Inevitable Retaliation
We hope your advisers have warned you that retaliation for attacks on Syrian are not a matter of IF, but rather WHERE and WHEN. Retaliation is inevitable. For example, terrorist strikes on U.S. embassies and other installations are likely to make what happened to the U.S. “Mission” in Benghazi on Sept. 11, 2012, look like a minor dust-up by comparison. One of us addressed this key consideration directly a week ago in an article titled “Possible Consequences of a U.S. Military Attack on Syria – Remembering the U.S. Marine Barracks Destruction in Beirut, 1983.”
For the Steering Group, Veteran Intelligence Professionals for Sanity
Thomas Drake, Senior Executive, NSA (former)
Philip Giraldi, CIA, Operations Officer (ret.)
Matthew Hoh, former Capt., USMC, Iraq & Foreign Service Officer, Afghanistan
Larry Johnson, CIA & State Department (ret.)
W. Patrick Lang, Senior Executive and Defense Intelligence Officer, DIA (ret.)
David MacMichael, National Intelligence Council (ret.)
Ray McGovern, former US Army infantry/intelligence officer & CIA analyst (ret.)
Elizabeth Murray, Deputy National Intelligence Officer for Middle East (ret.)
Todd Pierce, US Army Judge Advocate General (ret.)
Sam Provance, former Sgt., US Army, Iraq
Coleen Rowley, Division Council & Special Agent, FBI (ret.)
Ann Wright, Col., US Army (ret); Foreign Service Officer (ret.)
 



Putin: es necesario desnuclearizar Oriente Medio
http://www.almanar.com.lb/spanish/adetails.php?eid=41336&cid=25&fromval=1
El presidente ruso, Vladimir Putin, ha señalado que es necesario “desnuclearizar ciertas regiones del mundo, incluyendo Oriente Medio”, en una velada referencia al arsenal nuclear de Israel, el único que existe en la región.Él indicó que el arsenal químico sirio era un arma dirigida a contrarrestar “las armas nucleares israelíes”.El presidente hizo estas declaraciones ante expertos rusos e internacionales en Valdai (noroeste de Rusia).Refiriéndose a las armas químicas sirias, Putin dijo que “no puedo asegurar al 100% que logremos llevar a término el plan para el desmantelamiento de las armas químicas sirias, pero todo lo que hemos visto en estos últimos días inspira confianza en el hecho de que esto será posible y que será el caso”.Él elogió la decisión de Siria de adherirse a la Convención Internacional de Prohibición de las Armas Químicas.Putin calificó, por otra parte, de “provocación inteligente” el ataque químico llevado a cabo el pasado 21 de agosto cerca de la capital siria y del que los países occidentales acusan al gobierno de Bashar al Assad.“Tenemos todas las razones para creer que se trató de una provocación hábil”, declaró Putin, que añadió que “los viejos obuses de fabricación soviética que figuran en el informe de los inspectores de la ONU ya no son utilizados por el Ejército sirio”.Por su parte, el ministro ruso de Exteriores, Serguei Lavrov, prometió el miércoles que Rusia transmitiría al Consejo de Seguridad de la ONU pruebas de esta provocación, que buscaba generar un pretexto para que se produjeran ataques occidentales contra Siria.



Siria: presidente turco Gul, “irrealistica” qualsiasi discussione senza coinvolgimento dell’Iran
http://www.agenzianova.com/a/523fac81291a82.38712770/693601/2013-09-22/siria-presidente-turco-gul-irrealistica-qualsiasi-discussione-senza-coinvolgimento-dell-iran




Il capo dell'opposizione turca accusa: Erdogan aiuta i qaedisti in Siria      
Kilicdaroglu ha detto che la Turchia permette ai gruppi qaedisti di addestrare i loro uomini nella provincia di Hatay
http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=49318&typeb=0&Il-capo-dell-opposizione-turca-accusa-Erdogan-aiuta-i-qaedisti-in-Siria





Belges en Syrie: Les mamans appellent à l'aide
http://www.lalibre.be/actu/belgique/belges-en-syrie-les-mamans-appellent-a-l-aide-51bf661ae4b0ac68e0f934d7




Siria, tra rivoluzione e guerra mediatica
http://www.immezcla.it/component/k2/item/194-siria,.html
L'analisi del giornalista Naman Tarcha,
 siriano di Aleppo, laureato in Comunicazione a Roma, vive e lavora da anni in Italia. Ricercatore, osservatore, ed esperto di Mass Media e Cultura araba, e dell’area mediorientale.
                
Sull’onda della cosidetta “primavera araba” che ha portato dei forti cambiamenti nella regione, anch’io come tanti siriani all’inizio ero entusiasta e speravo in un cambiamento: chi non lo sarebbe? Conoscevo i limiti del mio Paese, sfregiato da corruzione e parassiti del potere. Sognavo un paese più giusto, più democratico, multipartitico, più libero, una Siria più bella. Ma questo sogno si e’ traformato nell’incubo di una maledetta primavera!Nel marzo 2011 parte una protesta a Daraa, città di confine; la polizia, impreparata a manifestazioni, reprime la protesta duramente con arresti e scontri. La solidarietà arriva subito da artisti, scrittori, pensatori; queste proteste dureranno poco, e muteranno in scontro armato con attacchi all'esercito siriano e atti di terrorismo che colpiscono prima di tutto i civili. La rivoluzione per la libertà e la democrazia era un’altra cosa e aveva altri obiettivi. Libertà? I siriani vanno fieri delle libertà civili che hanno ottenuto nella loro storia, dove le donne, ad esempio, hanno tutti i diritti civili e politici: dall’istruzione al lavoro, alla piena partecipazione politica, diritti di voto e candidatura al parlamento, con quattro ministri donna e due consigliere presidenziali (a differenza di altri paesi arabi, dove alla donna è vietato vedere perfino una partita di calcio). In tutto ciò sapete qual’era una delle prime richieste dei manifestanti a Daraa? Il rientegro del Nicab (velo integrale) che e’ vietato nelle università e negli uffici pubblici in Siria! Democrazia? Pur essendo un sistema difficile da applicare in un paese composto da un mosaico di etnie e religioni, siamo parlando di uno Stato indipendente e sovrano, con una costituzione laica, che garantisce il rispetto di tutti i componenti della società siriana, in un’equlibrio sottile. La Siria è una isola felice, paragonata ad altri paesi arabi, che sono monarchie assolute senza costituzione, voto, e parlamento! I cosiddetti portatori di democrazia urlavano durante le prime proteste: “I Cristiani a Beirut e gli Alawiti nella bara!” Bella la democrazia!Penso tutto ciò non perché ho cambiato idea, ma perché piano piano si e’ svelata la vera faccia di questa presunta rivoluzione. I colleghi giornalisti che si trovavano allora nel paese mi confermavano che questa rivolta popolare non c’era, era inesistente: loro erano lì, ma nessuno da qui li voleva davvero ascoltare. Una collega che si trovava a Damasco, mentre nei tg italiani facevano vedere dimostrazioni oceaniche, giurava di essere nel luogo indicato e che non c’era nessuno. Dopo queste dichiarazioni non è stata più contattata, ed e’ stata sostituita con corrispondenti da Beirut e Istanbul. I giornali e i salotti tv si sono riempiti di analisti ed esperti del Medio Oriente che però non conoscono la Siria, non ci sono mai stati, e non conosco neanche un siriano, e che esprimono opinioni basate su questa non conoscenza. Quantità enormi di foto false, video prefabbricati, proteste inscenate e riprese, manifestanti arrestati trovati in possesso di bottigliette di colorante rosso usato come sangue, corpi ammassati di vittime che ridono fuori onda, funerali dove il morto si alza in piedi a fine ripresa. Tutte queste prove e video sono ancora in rete, e mi hanno confermato ciò che sapevo direttamente dal Paese. Ma come si può credere ad una rivoluzione che fa uso di prove false ? Sui mezzi di informazione, tutto ciò che non era in sintonia con la linea editoriale celebrativa della rivoluzione veniva ignorato. Ma ciò che spavanta davvero è che tv e giornali con una lunga storia di professionalistà e indipendenza pendono ancora dalle labbra di fonti spesso a dir poco di parte, senza verificarne l’ attendibilità, ignorando che sono finanziate e controllate da governi e forze conivolte direttamente nel confilitto siriano. Tre esempi clamorosi: due televisivi, Al Jazeera, il colossale network proprietà del Qatar, e Al Arabiya, che è il canale all news dell’Arabia Saudita, che ovviamente seguono le politiche dei loro proprietari contro Assad, ed un cosiddetto osservatorio dei diritti umani siriano, con sede a Londra, guidata da un solo uomo, un oppositore del Governo che si spaccia per attivista per i diritti umani e promuove una presunta Ong, che continua a diffondere numeri e notizie sulla Siria senza contraddittorio, in una vera e propria guerra mediatica. Quando viene dichiarata una guerra, la prima vittima è la Verità. Arthur Ponsonby, 1928




A Joint Appeal to Sunnis and Shi'as
http://www.youtube.com/watch?v=DEOzfxgkg6Q ( video )
We appeal to all Sunnis and Shi'as, bound as we are by the same faith in Allah, guided by the same Noble Quran, honouring the same last Messenger of Allah, and facing the same Kiblah, to desist from massacring and killing one another immediately.We also appeal to sincere, concerned individuals and civil society groups from all over the world to join in this endeavour to stop the violence and bloodshed and to promote peace and understanding between Sunnis and Shi'as.




The Syria Deal: Dangers and Opportunities
An excellent analysis by my friend, Dr Chandra Muzaffar
http://prayersforsyria.com/the-syria-deal-dangers-and-opportunities/








SVEZIA : bisogna organizzare nuove conferenze sulla Siria
http://italian.ruvr.ru/2013_09_21/Svezia-bisogna-organizzare-nuove-conferenze-sulla-Siria/
Stoccolma, durante la cerimonia d’apertura della conferenza dell’Istituto Internazionale di Londra di Ricerche Strategiche (International Institute for Strategic Studies) Carl Bildt, ministro degli Affari Esteri della Svezia, ha dichiarato che per la soluzione del conflitto militare in Siria è necessario organizzare delle nuove conferenze di Ginevra.
Bildt ha affermato: “Bisogna organizzare “Ginevra 2” e forse anche di “Ginevra 3”, “Ginevra 4” e “Ginevra 5”. E’ necessario risolvere i problemi della Siria attraverso i negoziati di pace”.
Alla conferenza parteciperà anche Sergej Ivanov, direttore dell’amministrazione presidenziale.



Ghouta chemical attacks, just a big lie
http://en.alalam.ir/news/1521490
"...This cosmetic veneer of Swedish neutrality has been deftly exploited by Israel and NATO to perpetrate falsehoods throughout Sellstrom’s work for the UN, including denial of the chemical-and-biological causes for “(Persian) Gulf War Syndrome” and the shipments of U.S. chemical weapons to the Saddam Hussein regime… What is publicly known about Sellstrom is that the biochemist heads the European CBRNE Center [Center for advanced Studies of Societal Security and Vulnerability, in particular major incidents with (C)hemical, (B)iological, (R)adiological, (N)uclear and (E)xplosive substances], at Umea University in northern Sweden, which is sponsored by the Swedish Defense Ministry (FOI)…"



"I had five sons, now I have four": Syria's senior cleric pardons the rebels who killed his son
The Grand Mufti of Syria preaches a message of forgiveness
http://www.independent.co.uk/voices/comment/i-had-five-sons-now-i-have-four-syrias-senior-cleric-pardons-the-rebels-who-killed-his-son-8835441.html
“Avevo cinque figli, ora ne ho quattro”: il Gran Mufti siriano perdona i ribelli che hanno ucciso suo figlio
http://www.bocchescucite.org/?p=49675





SIRIA: C' ERA UNA VOLTA LA PACE
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/siria-syria-siria-chiesa-church-iglesia-28107/

Intervista a padre Mtanios Haddad, procuratore Greco Cattolico in Vaticano: "I fondamentalisti islamici stanno strumentalizzando l’opposizione”Davide Demichelis
Roma
“Nel mio villaggio i cristiani sono il dieci per cento della popolazione, io sono nato vicino a Maalula. I guerriglieri che hanno ucciso molti cristiani da noi, non parlavano arabo: provenivano da altri Paesi”. Padre Mtanios Haddad ha conosciuto il cristianesimo  fin dall’infanzia, viene da una zona in cui si parla ancora l’aramaico, la lingua di Gesù. Maalula in questi giorni è alla ribalta delle cronache per gli scontri fra esercito e ribelli. In mezzo, fra i due fuochi, vi è un convento, che ospita suore ed orfani. Archimandrita siriano della chiesa Greco Melchita, padre Mtanios Haddad attualmente vive a Roma, è il procuratore del Patriarca Greco cattolico Gregorio III Laham presso la Santa Sede. Qual è la via d’uscita dalla crisi siriana?Bisogna aprire la trattativa, un tavolo di pace che riunisca il governo e l’opposizione. Attenzione però, fra gli oppositori chi non vede altra via che l’uso delle armi, se ne deve andare. Così come chi non parla arabo, cioè chi non ha origini siriane. E’ vero quindi che fra gli oppositori si sono infiltrati gruppi di fondamentalisti islamici?Certo! Ci sono guerriglieri che arrivano dal Pakistan, dall’Afghanistan, dall’Iran, dall’Irak dalla Libia e da altri Paesi. Alcuni addirittura sono venuti in Siria per liberare Gerusalemme, non sanno neanche dove ci troviamo. Da noi non si sta combattendo una guerra fra cristiani e musulmani, si tratta invece di un conflitto contro la violenza del fanatismo musulmano. I rapporti fra cristiani e musulmani sono peggiorati a causa del conflitto?No, i siriani non hanno perso la fiducia e la volontà di dialogare fra le diverse religioni. E’ da 1300 anni che viviamo insieme, non saranno certo due anni di guerra a dividerci. Quando il Beato Giovanni Paolo II ha visitato la Siria, nel 2001, il presidente Assad ha ricordato che la nostra terra è la culla del cristianesimo. Noi cristiani siamo arrivati in questa regione 600 anni prima dei musulmani, pur essendo diventati una minoranza però non abbiamo avuto difficoltà nella convivenza con i musulmani. Chiese e moschee venivano trattate alla pari, avevamo acqua e corrente elettrica gratis. Nei documenti dei siriani da oltre dieci anni non era più segnalata l’appartenenza religiosa. Se sparissero le armi e le ingerenze esterne, in due o tre mesi torneremmo alla pace che regna da secoli. E allora, quali sono le origini del conflitto?L’opposizione siriana voleva il superamento dell’articolo otto della Costituzione, che impone in partito unico. Le manifestazioni però sono state strumentalizzate fino ad arrivare alla situazione attuale, dove abbiamo gruppi esterni, legati ad al-Qaida, che combattono nel Paese, contro il governo E la comunità internazionale, cosa dovrebbe fare per favorire la pace?Smettere di garantire le armi a questi gruppi. I francesi, che hanno combattuto contro al-Qaida in Mali, la stanno appoggiando in Siria. Anche gli Stati Uniti da noi stanno aiutando gli stessi fondamentalisti che combattono altrove. Obama, premio Nobel per la Pace, ha un’occasione storica per aderire all’appello del Papa e promuovere la pace. Anche Benedetto XVI, quando ha visitato il Libano un anno fa ha rivolto un monito alla Siria, chiedendo che si smettesse di rifornire il nostro Paese di armamenti. L’appello di papa Francesco per la pace in Siria è in continuità con i richiami dei suoi predecessori. Oggi un futuro di pace per la Siria è legato a questi messaggi, gli unici che possono dare una speranza al nostro popolo.





"Pregare incessantemente per pace in Medio Oriente"
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/santa-marta-28115/
"Il Papa, durante la messa del mattino a Santa Marta, ha esortato a pregare incessantemente per la pace in Siria, Libano e Medio oriente"
"Papa Francesco ha concelebrato con i cardinali Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, e Be'chara Boutros Rai, patriarca di Antiochia dei Maroniti, insieme a un gruppo di vescovi maroniti venuti dal Libano, dalla Siria, dalla Terra Santa e da diversi altri Paesi di ogni continente."



Siria: Papa, chiediamo a Dio il dono della pace
http://www.agi.it/estero/notizie/201309191239-est-rt10115-siria_papa_chiediamo_a_dio_il_dono_della_pace




La Confederazione Italiana Agricoltori  per la Pace in Siria e nel mondo
http://www.targatocn.it/2013/09/20/leggi-notizia/argomenti/attualita/articolo/la-cia-del-piemonte-per-la-pace-in-siria-e-nel-mondo.html#.Uj1dKUhH7Mw

Cinco generales de EE UU amenazaron a Obama con un golpe de estado si ordenaba un ataque contra Siria
http://www.resumenlatinoamericano.org/?p=544

Soldados griegos se niegan a participar en la guerra de Siria
http://lamanchaobrera.es/soldados-griegos-se-niegan-a-participar-en-la-guerra-de-siria/

Manifesto basco di solidarietà con il popolo della Siria
http://www.contropiano.org/documenti/item/19255-manifesto-basco-di-solidarieta-con-il-popolo-della-siria


Iranian President Calls for Dialogue With the US
http://www.globalresearch.ca/iranian-president-calls-for-dialogue-with-the-us/5350679
Newly elected Iranian President Hassan Rouhani yesterday appealed for “constructive dialogue” in a bid to end US provocations, sanctions and threats over Iran’s nuclear program. Just last week, as he backed off from an immediate attack on Iran’s ally Syria, President Obama issued a new military threat against Tehran.Writing in the Washington Post, Rouhani urged his international counterparts to “seize the opportunity presented by Iran’s recent election” and “respond genuinely to my government’s efforts to engage in constructive dialogue.” He continued: “The world had changed… Gone is the age of blood feuds. World leaders are expected to lead in turning threats into opportunities.”Rouhani, who is due in New York for next week’s United Nations General Assembly meeting, reinforced his appeal in an interview broadcast yesterday on NBC News, describing a letter received from President Obama as “positive and constructive.” He countered Washington’s unsubstantiated claims that Iran was building a nuclear bomb, saying, “We have clearly stated that we are not in pursuit of nuclear weapons and will not be.”Significantly, Rouhani told NBC News that his government had “full power” and “complete authority” to negotiate over the country’s nuclear program. This comment indicates that Rouhani has been given the green light to pursue such talks by Iran’s supreme leader, Ayatollah Ali Khamenei, who has ultimate control over the country’s foreign and defence policies. Earlier this week, Khamenei hinted at approval for negotiations, declaring that “flexibility” was “sometimes a very good and necessary move.”Rouhani’s comments are part of a diplomatic offensive aimed at ending US-led sanctions that have crippled the Iranian economy and warding off a threatened US military attack. The new Iranian foreign minister, Mohammad Javad Zafir, met with UN Secretary General Ban Ki-moon yesterday and hosted a luncheon on Wednesday for UN ambassadors, inviting the permanent members of the UN Security Council, including the US. In a further concession, Iran released 11 political prisoners on Wednesday.Zafir sought to distance the new Iranian government from the Holocaust denials of former Iranian President Mahmoud Ahmadinejad, declaring in a Facebook exchange with US House Minority Leader Nancy Pelosi that Iran had never denied the Nazi murder of Jews. “The man who was perceived to be denying it, Ahmadinejad, is now gone,” he said. Both Rouhani and Zarif tweeted greetings on the Jewish New Year earlier this month. The Iranian president will be accompanied in New York by Iran’s only Jewish parliamentarian.President Obama suggested earlier this week that he would “test” the new Iranian president, putting the onus on Tehran to make concessions. “There is an opportunity here for diplomacy. I hope the Iranians take advantage of it,” he told the Telemundo network on Tuesday. White House officials have mooted the possibility in the media of a meeting between Obama and Rouhani on the sidelines of the UN General Assembly.The US administration, however, has given no indication that it will make any significant concessions to Iran’s demands for an end to the economic blockade. The most recent international talks between Iran and the P5+1 group (the US, Britain, France, China, Russia and Germany) broke down in April after the US made no change to its demands that Iran halt its production of enriched uranium to the 20-percent level, shut down its Fordow enrichment plant, and ship its stockpile out of the country. These “confidence building” steps were just a prelude to US insistence that Iran shut down its enrichment programs completely.In his Washington Post comment, Rouhani indicated that he was not prepared to negotiate Iran’s right under the Nuclear Non-Proliferation Treaty to peaceful nuclear programs, including uranium enrichment. “To us, mastering the atomic fuel cycle and generating nuclear power is as much about diversifying our resources as it is about who Iranians are as a nation, our demand for dignity and respect and our consequent place in the world.”Obama will undoubtedly attempt to exploit any talks with Tehran to obtain whatever concessions he can, while maintaining economic sanctions and the threat of a US military attack. At the top of the US agenda will be Syria. Having been compelled by overwhelming public opposition to step back for now from attacking Syria, Obama will be looking for Iranian assistance to undermine Syrian President Bashar al-Assad. While the US and its allies step up the arming and financing of reactionary anti-Assad militias, Washington will escalate its demand that Iran end its assistance to the Syrian government.Rouhani won the June election with the backing of key figures from the so-called “reformist” faction of the Iranian regime—former presidents Akbar Hashemi Rafsanjani and Mohammed Khatemi. His efforts to open up talks with the US are in line with their advocacy of a rapprochement with Washington in order to secure foreign investment.The entire Iranian political establishment, including Rouhani, is well aware of the duplicity of the US and its European allies. In the early 2000s, under President Khatami, Iran privately supported the US-led invasions of Afghanistan and Iraq, only to face intense pressure from the Bush administration over its nuclear program.Rouhani served as Iran’s top nuclear negotiator in talks with Britain, France and Germany and agreed to suspend uranium enrichment in return for European promises of a comprehensive package of economic and diplomatic measures. Tehran was bitterly disappointed by the European offer, after the US effectively vetoed any significant concessions.The US had repeatedly demonstrated that it will tear up any agreement that cuts across its imperialist ambitions. Having backed the Iraqi regime of Saddam Hussein in the 1980s in its war against Iran, Washington invaded Iraq in 1990– 91 and again in 2003, leading to the capture and execution of Hussein. The US also reached a rapprochement with Libyan leader Muammar Gaddafi after he renounced his WMD programs in 2003, but then launched a war against Libya in 2011 that ended in Gaddafi’s murder by US-backed militias.Whatever the outcome of the latest moves towards negotiations with Iran, US imperialism has not abandoned its plans for regime-change—either in Damascus or Tehran—which it regards as obstacles to its untrammelled domination of the Middle East. http://www.wsws.org/






Background to the Mussalaha Delegation
http://australiansforreconciliationinsyria.wordpress.com/background-to-the-mussalaha-delegation/



Calendario hot per la pace in Siria
http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2013/09/20/AQKfzuR-calendario_pace_siria.shtml
Ispirandosi allo slogan hippie “fate l’amore, non la guerra”, un gruppo di spogliarelliste del “Golden Girls”, uno dei più importanti strip club di Mosca, ha deciso di realizzare un calendario contro la guerra in Siria inviandone una copia al presidente americano Barack Obama, e una a quello russo, Vladimir Putin, ringraziando quest’ultimo per aver scongiurato un attacco degli Usa contro il paese di Bashar al-Assaddove dove si continua a combattere e morire.L’obiettivo, come riporta Rbk Daily, è quello di sensibilizzare sul tema della pace con scatti osè e messaggi provocanti del tipo “ Cercate la chimica nei rapporti, ma non in Siria”, o ancora “Sparate con gli occhi ma non con le cartucce” e “Bruciate le piste da ballo, non le case” (fotogallery ).


Siria, Bonino: “Cessate il fuoco necessario per disarmo armi chimiche”
http://www.lastampa.it/2013/09/23/esteri/siria-bonino-cessate-il-fuoco-necessario-per-disarmo-armi-chimiche-Su04yR8eyJyBijQHMLGu2N/pagina.html?utm_medium=App.net&utm_source=PourOver









The Ghouta chemical attack: Where are the missing children?
http://orientalreview.org/2013/09/20/the-ghouta-chemical-attack-where-are-the-missing-children/
The UN Report published earlier this week on the alleged use of chemical weapons in the Ghouta area of Damascus on Aug. 21, 2013 has clarified many issues but left the key questions unanswered: who committed the attack and who are the victims?The UN inspection team led by Prof. Ake Sellstrom claims that they have collected “convincing evidence that surface-to-surface rockets containing the nerve agent sarin were used …”  Missiles with a caliber of 140 mm. were reportedly launched from an unspecified location somewhere “in the northwest.”  The report indicates that the inspection team was protected by opposition forces at the forensic sites and that those areas “…have been well travelled by other individuals both before and during the investigation.”  It also states that the “fragments and other possible evidence have clearly been handled/moved prior to the arrival of the investigation team.”  The experts also complained of “very limited time to conduct a detailed survey.
BM-14 140 mm
According to a research made by New Eastern Outlook, the caliber of the missiles suggests that a Soviet-made, BM-14 series 140mm. multiple-rocket launcher was most likely used to shell Eastern Ghouta.  This launcher, designed in 1951, was previously part of the Syrian Army’s inventory until it was replaced decades ago by the newer BM-21 (Grad, 122 mm. caliber, designed in 1963) and Chinese-made Type 63 (107 mm. caliber) launchers.  However, the old-fashioned BM-14s are widely available in the region and were used, for example, by the Algerian rebels in the 1990s and the Taliban in 2000s.  They are very compact and could easily have been secretly brought in to any location on that fatal night, even within the area controlled by government forces.  Therefore the presumed location of the launch pad is insignificant, as any deserted suburb of Damascus that lies within range could have been used.Another detail made public was a label found on a warhead.  Mikhail Barabanov, an expert with the Russian Centre for the Analysis of Strategies and Technologies commented that this label matches those on missiles produced in 1967 in Novosibirsk (Russia). One might justifiably wonder why the Syrian Army would launch a 46-year-old missile when it holds abundant stockpiles of far more reliable modern weapons.  It is also worth noting that the production of chemical weapons in Syria began in the 1990s, when chemical facilities were built near Damascus, in Homs, Hama, and Aleppo.  Thus, those missiles, filled with chemical agents, should be dated accordingly or later. If the date of a missile’s production does not match the production date for its chemical agent, it stands to reason that the warhead was filled in an underground laboratory or was even homemade. This is fully in keeping with earlier evidence regarding the use of homemade chemical weapons by rebels in Syria.
Map of Damascus and suburbs
So despite Washington’s hasty claims that the UN Report points to Syrian government forces as the only potential perpetrator of the chemical attack in Eastern Ghouta on August 21, the actual details of the report seem to prove the opposite: the attack was carried out by the rebels and their mentors in a classic false flag operation designed to lure foreign military forces into an intervention in Syria.
Elaborating further George Galloway’s remarkable notes during the historical session of British parliament on Syria late August we would state that “to launch a chemical weapons attack in Damascus on the very day that a United Nations chemical-weapons inspection team arrives in Damascus using an out-of-date missile in an ancient launcher must be a new definition of madness.
Now – as for the victims.  Who are they?  The report from the International Support Team for Mussalaha (Reconciliation) in Syria (ISTEAMS) claims that based on eyewitness testimony and video evidence, the affected areas had been largely abandoned by local residents in the days prior to the attack. Yet the footage of the aftermath shows large numbers of very young victims. The report thoroughly analyses almost every relevant video that was posted on YouTube on the day of attack and reveals a number of facts challenging the established version of this tragedy.  E.g., why there are so many unidentified children among those affected in those videos?  Why there are almost no women?  Why do some of the videos show clear signs of sophisticated overlapping? Why, in many instances, are the same individuals shown as both dead and alive? Where are remaining 1,458 corpses other than the eight whose burials have been documented?
Until now we have had no direct, clear answers to these questions. However, the ISTEAMS report provides us with horrific evidence which might shed more light on the real, dark story behind the dreadful media manipulation in Eastern Ghouta.  It tells of the abduction of dozens of Alawite civilians just prior to the chemical attacks in Lattakiah by Jubhat al-Nosra, the most powerful terrorist organization operating in Syria.  On August 4, around 150 women and children were kidnapped in 11 villages in the Lattakiah mountains.  Until now there has been no information about their current location and fate.  Below is a full list of the names of the abducted children below 15 years old:
Mohammad Kamal Chehade (9), Rand Kamal Chehade (11), Nasr Kamal Chehade (7), Nagham Jaoudat Chehade (13), Nathalie Jaoudat Chehade (5), Bachar Jaoudat Chehade (2), Hamza Ahmad Chehade (9), Aamer Ghassan Yahya (8), Haydar Nazem Chehade (12), Zein Nazem Chehade (3), Mehrez Barakat Chehade (13), Bachar Imad El Cheikh Ibrahim (12), Ahmad Imad El Cheikh Ibrahim (13), Jaafar Imad El Cheikh Ibrahim (14), Jaafar Adam Ismael (2), Yazan Haydar Haydar (11), Duaa Wael Mariam (baby), Alaa Wael Mariam (baby), Ahamad Ayman Mariam (baby), Farah Ayman Mariam (baby), Marah Ayman Mariam (baby), Mohammad Ayman Mariam (baby), Dalaa Ayman Mariam (baby), Haydar Fayyad Mariam (baby), Khodor Mazen Traybouche (baby), Dina Mounzer Darwich (baby), Bana Mounzer Darwich (baby), Chame Mounzer Darwich (baby), Ali Barakat Darwich (baby), Abdel Karim Barakat Darwich (baby), Aabir Barakat Darwich (baby), Taym Hani Chkouhi (1), Loukman Bassem Fatime (9), Nibal Bassem Fatime (8), Sylvia Bassem Fatime (6), Ghaydak Wafik Ibrahim (10), Mokdad Wafik Ibrahim (14), Aalaa Nazem Selim (baby), Rima Nazem Selim (baby), Racha Nazem Selim (baby), Limar Ramez Selim (baby), Salem Ramez Selim (baby), Chamess Ramez Selim (baby), Sali Ramez Selim (baby), Tim Aazab Selim (baby), Batoul Samir Selim (14), Lougein Talal Selim (15), Wajad Talal Selim (baby), Jawa Talal Selim (baby), Hanine Talal Selim (baby), Rima Talal Selim (baby), Houssein Ayman Ibrahim (3), Zahraa Ayman Ibrahim (8), Mariam Ayman Ibrahim (5), Batoul Ghassan El Koussaybe (15), Wakar Ghassan El Koussaybe (14), Sandass Ghassan El Koussaybe (13), Zeina Adnan Fatima (6), Houssein Adnan Fatima (4).In case at least one of them is identified by survived relatives on the video footage from Eastern Ghouta, there should be a sufficient legal ground to include Jabhat al-Nusrah and other rebel groups in Syria into the UN and national Al-Qaeda sanctions lists for further international judicial prosecution.




IL MASSACRO DI LATAKIA

Un’altra strage nel silenzio
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1835
La cosiddetta “rivolta” siriana fin dalla sua apparizione mostra un elemento inquietante: l'eliminazione di quanti vi si oppongono, ora politicamente ora fisicamente. E sono migliaia i siriani che hanno osato opporsi a queste bande ad essere stati assassinati in questi quasi 2 anni e mezzo. In queste settimane, però, sembrano susseguirsi con una frequenza che rischia di diventare allarmante notizie di stragi di natura settaria ed etnica: crimini particolarmente efferati per la tipologia e il numero di vittime innocenti. Dall'inizio di agosto le notizie hanno raccontato di massacri di curdi (di cui si è già parlato in precedenza), sciiti (15 uccisi tra i comitati locali nelle città di Noubbol e Zahra da oltre un anno sotto assedio delle bande jihadiste) e cristiani (è il quotidiano britannico Telegraph a denunciare il fatto che nelle aree abitate da migliaia di anni dai cristiani a Deir Ezzor e Hassaké molti sono stati costretti a fuggire altrove, a convertirsi forzatamente o a “pagare per la rivoluzione"). Ma, ancora una volta, la sorte peggiore sembra essere quella toccata agli alawiti. Nella provincia di Lattakia, la notte tra il 4 e il 5 agosto, le bande stragiste di Jabhat al-Nusra, i Liberi del Levante, la Brigate dei Mouhajirin, le Aquile del Levante, le Aquile della dignità e la Brigata dei libici hanno dato vita alla "Battaglia del grande figlio di Aisha, madre dei credenti" in 10 villaggi abitati tradizionalmente da alawiti, tra Kafrayya, Talla, Barmasse, Anbaté e Beit Shokouhi. Il quotidiano al-Akhbar e fonti locali raccontano che, sorpresi nella notte, gli abitanti dei villaggi hanno cercato di fuggire ancora in pigiama, senza nemmeno aver tempo e modo di mettere in salvo i loro pochi beni verso la città di Lattakia, tuttavia la maggior parte è finita nelle mani delle milizie criminali. Il quotidiano libanese Assafir parla di 200 donne e bambini il cui destino è attualmente sconosciuto. I pochi sopravvissuti hanno raccontato le atrocità subite: uomini, donne e bambini uccisi e un gran numero di persone scomparse, famiglie completamente decimate. Tra coloro che sono stati rapiti figura anche un noto religioso alawita, l'anziano sheikh Bader Ghazal, del villaggio di Talla. Secondo il sito d'informazione SyriaTruth, sempre in prima linea nella denuncia di estremismi ma non filogovernativo, questi attacchi sarebbero da ricondurre alle esternazioni di elementi di Jabhat al-Nusra che insistono nel voler cacciare "i negazionisti nassiriti" (termine utlizzato dai wahabiti salafiti per descrivere gli alawiti). Le testimonianze raccolte dagli inviati entrano nei particolari più terribili di questa nuova strage settaria, spiegando che quanto diffuso non rappresenta che “la punta d'iceberg … di quanto di spaventoso e terribile è successo." Una fonte anonima delle forze dell'ordine e un dipendente di un hotel della zona hanno rivelato che migliaia di militanti verso le quattro del mattino da diverse direzioni hanno attaccato quattro villaggi con mitragliatrici e granate a razzo, risvegliando gli abitanti dal sonno che, in preda al panico, sono usciti nei vicoli. Molti di loro hanno trovato così la morte, si trattava di circa 150 tra uomini, donne e bambini. Secondo le informazioni riportate alcuni villaggi si trovano ora completamente disabitati o sono rimasti vivi solo pochi abitanti. E' il caso, ad esempio, di Nabata, dove sono sopravvissute solo 12 persone. Tutti gli abitanti di sesso maschile, giovani, bambini, ragazzi sono stati assassinati, molti corpi presentavano ferite da arma da taglio; mentre le donne, considerate “infedeli” in quanto alawite, sono state rapite come “prigioniere di guerra”. Al momento 13 vittime sono state identificate, tra cui un ottantaquatrenne e 5 minori, e 23 sembrano essere i rapiti (tra loro figurano anche 10 minori). Nel villaggio Baruda, invece, si è registrato il massacro di 33 persone, tra cui 13 bambini e 9 donne, tutte uccise con coltelli, mentre il resto degli abitanti è riuscita a fuggire, ancora in pigiama, attraverso la boscaglia intorno e risultano ancora dispersi. Fonti informate confermano che decine dei fuggiaschi sono deceduti in seguito alle ferite riportate. Nel villaggio di al-Kharrata, un piccolo centro agricolo con una quarantina di abitanti, sono stati tutti massacrati. Nel villaggio Balluta, dove viveva anche un ufficiale in pensione, tutta la popolazione è stata radunata, prima sono stati uccisi tutti i giovani e i bambini con coltelli di fronte alle loro famiglie, quanti hanno tentato di fuggire anno ricevuto colpi di arma da fuoco, solo 15 residenti sono riusciti a fuggire nonostante le ferite. Cinque di loro non sono riusciti a sopravvivere. Al momento sono 18 le vittime confermate, tra cui 2 bambini con meno di un anno e intere famiglie sterminate, ma il paese è attualmente in una situazione catastrofica e non è possibile identificare con esattezza numero di vittime e rapiti. Nel villaggio Abu Mecca, sono stati sgozzati tutti gli abitanti, nessuno è morto con colpi d'arma da fuoco. Nel centro agricolo di Bramtha tutti gli abitanti sono stati assassinati, erano circa 200 e non risultano superstiti al momento. Anche dal villaggio Aubin nessuno è riuscito a fuggire e non esistono testimoni capaci di raccontare quanto accaduto. Ma è il villaggio Istarba, a quanto pare, che ha subito la sorte peggiore: gli abitanti sono stati sgozzati come animali, mentre le bande jihadisti recitavano la preghiera rituale. Poi le abitazioni sono state deliberatante incendiate. Informazioni successive dicono che anche il villaggio di 'Aramu ha subito un destino simile, ma non è stato possibile contattare nessuno dei superstiti per scoprire cosa sia esattamente accaduto. Nel villaggio Al-Hambushia figurano 33 vittime, tra cui una donna incinta e 19 bambini con meno di 10 anni, e 9 rapiti. Le vittime sono state tutte assassinate a colpi di mitragliatrici o macellate con coltelli. Sulla base dei dati rivelati, risulta plausibile immaginare che anche il numero delle giovani e delle donne “bottino di guerra” non è di un centinaio, ma molte di più. E' ancora SyriaTruth nei giorni successivi al massacro di pulizia etnica a pubblicare un dettagliato elenco con i nomi delle vittime e dei dispersi villaggio per villaggio. La lista, ancora non definitiva (alcuni villaggi risultano completamente distrutti o ancora isolati), comprende i nomi di 263 martiri tra donne, bambini e anziani e 141 donne e ragazze rapite come “prigioniere di guerra”. Il predicatore kuwaitiano salafita Shafi Al-Ajami, responsabile del finanziamento in aumento ai “liberi del Levante”, ha rivelato – secondo Assafir – che l'attacco contro Lattakia era stato deciso già due mesi fa, quando 40 milizie si sono consultate e 26 di loro hanno stabilito il comando del cosiddetto “libero esercito” ai “liberi del Levante” e il leader dell'EIL in persona, Abu Mohammad Adnani, aveva annunciato un cambio di direzione nella guerra contro gli alawiti in Siria, affermando che la fase di "distruzione di barriere" era finita e quella della "raccolta degli armati" era stata innescata nel momento dell'assalto della cittadina alawita di Aqrab, nella provincia di Hama. Anche il noto carnefice saudita conosciuto come “Najmedine Azad” o “Adel al-Outeibi” ha detto la sua, pubblicando sul suo profilo twitter le foto dei civili siriani uccisi e mutilati (qui alcune immagini del massacro) e vantandosi di aver supervisionato lui stesso la loro macellazione per motivi religiosi. Mentre George Sabra, leader del cosiddetto “consiglio nazionale”, ha descritto l'accaduto come "vittorie clamorose contro il regime siriano."






Siria. «Chi sono davvero le vittime dell’attacco chimico a Ghouta?». Un rapporto mette in dubbio le prove Usa
http://www.tempi.it/siria-ghouta-attacco-chimico-gas-sarin-rapporto-isteam-filmati-usa#.UkAUkkhH7Mw
Il rapporto Onu sull’utilizzo di armi chimiche in Siria ha provato che un attacco a base di gas Sarin è stato effettuato lo scorso 21 agosto a Ghouta, a pochi chilometri da Damasco. Il rapporto, pur senza nominarlo esplicitamente, attribuisce la responsabilità dell’attacco al regime di Bashar al-Assad. Non è stato possibile accertare il numero delle vittime che, secondo i ribelli, sarebbero almeno 1466 mentre per l’intelligence francese si fermerebbero a 281.«PROVE MANIPOLATE». Un rapporto realizzato dal International Support Team for Mussalaha in Syria (Isteam), gruppo di cittadini siriani presieduto da suor Agnes Mariam della Croce, sostiene che alcuni dei 13 filmati mostrati dagli Stati Uniti per provare le atrocità dell’attacco sono in larga parte «costruiti in modo artificiale e (…) manipolati». I filmati mostrano le vittime dell’attacco chimico, soprattutto bambini, con «numerose incongruenze di carattere logico e fattuale». Lo scopo del rapporto è quello di evidenziare che chi ha realizzato i filmati «non ha svolto un onesto servizio di informazione (…) creando ad arte dei fatti attraverso la manipolazione letale di bambini non identificati».«FIGLI RAPITI». Isteam sottolinea di aver deciso di fare uno studio dopo che molte famiglie siriane di Lattakiah si sono messe in contatto con loro affermando che alcuni dei bambini mostrati nei video erano i loro figli rapiti dai ribelli. Queste famiglie sono quelle sopravvissute a un attacco dei qaedisti di al-Nusra il 4 agosto 2013, che dopo aver attaccato undici villaggi a Lattakiah, hanno preso in ostaggio più di 150 persone tra donne e bambini. Alcuni di quegli ostaggi, secondo le famiglie che hanno contattato il gruppo, sono appunto stati visti tra le vittime dell’attacco di Ghouta.SOPRATTUTTO BAMBINI. Secondo le testimonianze locali, l’attacco chimico è stato effettuato alle 2.30 del mattino nell’est di Ghouta, tra Zaynia e Ein Tarma, una zona dove secondo testimoni non viveva quasi più nessuno a causa della guerra civile in corso.«La prima cosa che colpisce dei filmati – si legge nel rapporto – è il gran numero di bambini che sembrano dormire, che vengono da nessun luogo, senza famiglie o persi dai genitori e che non sono mai stati identificati». Nei video, inoltre, ci sono molti bambini abbracciati dal padre che piange la loro morte, come nell’immagine qui a fianco. «Ma dov’era lui?», si domanda l’Isteam nel rapporto. «Dov’è la loro madre? Perché sono morti solo loro e non i loro genitori? Il gas può distinguere bambini e genitori?».«DOVE SONO LE DONNE?» Nella maggior parte dei video, continua il rapporto, si vedono solo gli uomini e mai le donne. «Questa storia è ancora più strana: un padre “sano” riceve dalle braccia di alcuni uomini suo figlio vivo: com’è possibile che in un normale quartiere ci siano solo uomini? Dove sono le donne? Come ha fatto quest’uomo a perdere suo figlio? Come è possibile che lo “aspettasse” a casa sapendo che ci sono centinaia di bambini che stanno morendo? La scena è artificiale e non convince affatto».INCONGRUENZE TRA FILMATI. Nel filmato numero 13 un uomo porta la figlia in braccio piangendo la sua morte. Ma in un video caricato appena dieci minuti dopo dallo stesso autore, la stessa ragazza è viva, senza il padre, viene curata e «non sembra in fase critica». In entrambi i video non c’è traccia della madre e «non si comprende perché la bambina sia morta mentre il padre sta bene». In un filmato, inoltre, la bambina viene adagiata assieme ad altri corpi, stesa per terra, nell’altro è da sola. Ma il tempo che passa tra i due è molto breve «ed è improbabile che in una situazione tale di emergenza si cambi più volte la disposizione dei cadaveri».«DIVERSI VIDEO, STESSE VITTIME». Un altro problema citato dal rapporto è quello delle vittime, quasi tutti bambini, mostrate nel video 11 realizzato da Kafarbatna City. I corpi di nove di quegli stessi bambini vengono mostrati anche in un altro video, in un’altra stanza, ma a Jobar. «Perché sono stati trasportati lì? Sembra che il trasporto di bambini sia stato effettuato per ottenere, di volta in volta, la migliore composizione». Il rapporto mette anche in dubbio le testimonianze nei filmati di alcune persone che dicono di essersi accorte dell’attacco chimico dall’odore «mentre si sa che il gas Sarin è inodore».«SEPOLTURE SOSPETTE». I filmati, infine, mostrano la sepoltura di sole otto persone e neanche un’affollata processione, «che di solito invece accompagna ogni singola vittima in Oriente». «Si vedono sepolti otto corpi. E gli altri 1458? Dove sono le donne [ai funerali]? (…) Non c’è stato neanche un funerale pubblico (…) ma 1466 morti sarebbero dovuti essere un uragano sociale».SERVE UN’INDAGINE. Il rapporto si conclude così: «Abbiamo scoperto che i filmati presentano prove di una disposizione scenica dei corpi di bambini deceduti. Studiando i video integrali, abbiamo scoperto che la popolazione dell’est di Ghouta è incoerente con la composizione delle famiglie nella società siriana. Così, presentendo l’esistenza di un terribile crimine, ci chiediamo: chi sono i bambini esposti in questi video? Da dove vengono? Dove sono i loro genitori? Come sono morti? Dove sono i loro corpi sepolti? Riteniamo che viste le altre incongruenze dei filmati, ci sia l’obbligo morale di un’indagine internazionale».DUBBI SUL RAPPORTO. Il rapporto di Isteam avanza ipotesi inquietanti con argomentazioni spesso convincenti, che però lasciano alcuni dubbi. I filmati possono essere stati davvero costruiti ad arte, e quindi ritenuti prove insufficienti per determinare quanto avvenuto a Ghouta il 21 agosto, ma non hanno mai avuto la pretesa di essere esaurienti. Se un video riprende la sepoltura di otto persone, ad esempio, questo non significa che anche le altre vittime non siano state sepolte, magari non filmate, e che, è il ragionamento implicito del rapporto, non ci siano state davvero quelle vittime. La stessa cosa vale per altri dettagli contenuti nel rapporto. Resta il fatto che le dichiarazioni delle famiglie che affermano di aver visto i propri figli rapiti tra le vittime di Ghouta sono gravissime. Tutte le domande che vengono avanzate sono da prendere perlomeno in considerazione e confermano quanto le prove raccolte dagli Stati Uniti siano deboli, come affermato anche da molti membri del Congresso americano, e quanto sia difficile ottenere testimonianze davvero attendibili da queste zone di guerra.Per vedere il rapporto dell’Isteam e i filmati clicca qui (attenzione: alcune foto e le immagini contenute nei video sono forti). 



IL MASSACRO DI KHAN AL-ASAL

“..Alcuni dei lavoratori dei campi mi hanno riferito che tutti i terroristi dell’area se n’erano andati improvvisamente – la notte prima dell’attacco – e che avevano evacuato tutta la loro gente. Perciò i civili erano felici, erano civili e molti erano mogli e figli dei soldati, e così sono finalmente tornati alle loro case. Poi è arrivato l’attacco del missile con sostanze chimiche..."
Da “Avevo cinque figli, ora ne ho quattro”: il Gran Mufti siriano perdona i ribelli che hanno ucciso suo figlio
http://www.bocchescucite.org/?p=49675

PICCOLA PARENTESI PER NON DIMENTICARE IL  MASSACRO DI KHAN AL-ASAL 
Ma guarda caso che coincidenza che si parli esclusivamnte del misteriosissimo massacro  di Ghouta e ci si dimentichi completamente di quello di Khan Al-Asal ( http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1821 ) , crudele tragedia sulla quale  l'ONU stava indagando in Siria e che lo stranissimo massacro di Ghouta ha totalmente oscurato. Ma dovrebbe  insospettire  che non si parli affatto di Khan Al-Asal ma lo si faccia solo di Ghouta! Perchè? Se non altro perchè a Khan Al-Asal sono stati uccisi i testimoni  sull'uso di armi chimiche da parte dei "ribelli". Le testimonianze erano state raccolter dalla giornalista russa  Anastasia Popova. ( Notes from Syria  - Russian documentary on the war in Syria - Eng. subs  -   http://www.youtube.com/watch?v=-7jR0jxbzdo ) (   Intervista a Anastasia Popova - Siria: "Il rapporto della commissione d’inchiesta dell’Onu è unilaterale" http://www.silviacattori.net/article4309.html ) e integrate al secondo Rapporto CoI-ONU (   CRITICAS AL INFORME COI – SIRIA http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2005  ) .
E' grazie a quelle testimonianze che Carla Del Ponte, membro della Commissione ONU nell'indagine sui crimini di guerra commessi in Siria, ha potuto affermare : "Armi chimiche in Siria? Le usano i ribelli" (   http://www.contropiano.org/esteri/item/16358 ). Era stato il governo siriano ad invitare l'ONU a indagare sull'uso di armi chimiche da parte degli invasori e ha dovuto aspettare parecchio!
Ma l'ONU pare sia più interessata a destabilizzare la Siria più che a difendere il popolo siriano: ora il governo siriano invece di denunciare si deve perfino difendere dall'istituzione che ha esso stesso chiamato ad indagare nel proprio paese.
Il seguente è un esempio di articolo di "via legale benefattrice" viziata nel senso deviato sopra inteso:
Giornata della pace: speranze per la Siria. Chi risponderà dei crimini? di Chantal Meloni | 21 settembre 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/21/giornata-della-pace-speranze-per-siria-ma-chi-rispondera-dei-crimini/718697/

Ecco invece due stralci dell'articolo di Pierangela Zanzottera "IL MASSACRO DI KHAN AL-ASAL":
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1821

"....Cosa è successo la notte tra il 22 e il 23 luglio a Khan al-Asal, un villaggio a maggioranza sciita e alawita (circa il 90% della popolazione) situato in posizione strategica a sud-ovest di Aleppo? Innanzitutto, è bene ricordare che a Khan al-Asal il 19 marzo 2013 gruppi armati hanno lanciato un missile contenente sostanze chimiche, secondo la denuncia del governo siriano – confermata anche dal governo russo – all’Onu, provocando 25 vittime e oltre un centinaio di feriti. Si ricorda che in un primo tempo i sostenitori dei gruppi armati hanno cercato di incolpare l’esercito arabo siriano dell’accaduto. Secondo le ricostruzioni più dettagliate e le testimonianze raccolte  terroristi affiliati allo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, Jabhat al-Nusra e i sostenitori del califfato islamico hanno dapprima attaccato e poi invaso il quartiere abbandonandosi ad agghiaccianti crimini: “dopo aver massacrato i militari siriani, i terroristi hanno ucciso tutti quelli che si trovavano per le strade, poi hanno fatto irruzione nelle abitazioni e ucciso i giovani sparando alle loro teste, hanno decapitato gli anziani e bruciato decine di donne”, raccontano i testimoni. Infine, non soddisfatti, come estremo atto di estremismo, hanno lasciato frasi settarie sui corpi delle vittime scritte con il sangue dei cadaveri e mutilato i corpi prima di gettarli in una fossa comune alla periferia della città. Se le prime notizie sull'accaduto – il 26 luglio, quando si è diffusa la notizia – parlavano di un centinaio di morti (150 secondo fonti dell'opposizione diffuse dal solito fazioso “Osservatorio siriano” di Londra), con il passare delle ore e dei giorni è emersa una realtà ben più sconvolgente: oltre 350 persone, tra cui 150 militari e oltre 120 civili, tra cui molti donne, bambini e anziani (secondo fonti diffuse da Al-Hadath News). Più di 220, secondo al-Manar, sono stati identificati....".


CRITICAS AL INFORME COI – SIRIA
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2005
Resumen en español de nuestras observaciones críticas sobre el último informe COI Siria
– Mayo/Julio 2013




SIRIA

Goutha

IL DOCUMENTO DI  ISTEAMS ,International Support Team for Mussalaha in Syria: Rapporto “The chemical attacks on east Ghouta to justify military right to protect interventi in Syria
Monja. "Me propuse buscar a Dios adonde quiera que estuviese".
http://www.lr21.com.uy


"..."Dal momento in cui alcune famiglie di bambini rapiti ci ha contattato per informarci che hanno riconosciuto i bambini tra coloro che sono presentati nel video  come vittime degli attacchi chimici di East Ghouta, abbiamo deciso di esaminare a fondo i video. … "

Madre Agnes-Mariam de la Croix, superiora palestinese-libanese del monastero Der Mar Yacoub a Qara, impegnata nel movimento siriano Mussalaha ( Riconciliazione ).
The Chemical Attacks in East Ghouta Used to Justify a Military Intervention in Syria, 16 settembre 2013
http://www.globalresearch.ca/the-chemical-attacks-in-east-ghouta-used-to-justify-a-military-intervention-in-syria/5349928






 
http://www.oscararias.cr

"...I cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu sono i principali venditori di armi...."

Oscar Arias Sànchez, Premio Nobel per la pace e due volte presidente della Repubblica di Costa Rica
Concordia e guerra: da quale parte oscilla il pendolo? 17 settembre 2013
( http://www.agensir.it/sir/documenti/2013/09/00270073_concordia_e_guerra_da_quale_parte_oscilla.html ) 



 

PER FAVORE DIFFONDETE IL PIU' POSSIBILE E IL PRIMA POSSIBILE IL DOCUMENTO DI  ISTEAMS  (International Support Team for Mussalaha in Syria) : The chemical attacks on east Ghouta to justify military right to protect interventi in Syria


GRAZIE!








Miembros de Code Pink en el Senado estadounidense. (AP) 
Miembros de Code Pink en el Senado estadounidense. (AP)

La Invasión de Obama a Siria Expuesta  
http://www.youtube.com/watch?v=YqTGgrFwd1E    ( video )






SE CONDIVIDETE, PER FAVORE DIFFONDETE IL PIU' POSSIBILE E IL PRIMA POSSIBILE IL DOCUMENTO DI  ISTEAMS (International Support Team for Mussalaha in Syria :

Rapporto “The chemical attacks on east Ghouta to justify military right to protect interventi in Syria” 
 

 
Agnès-Mariam de la Croix

"Families of abducted children contacted us. They recognized the children among those presented in the videos as victims...."
Madre Agnes de la Croix


Goutha
IL DOCUMENTO DI  ISTEAMS :

The chemical attacks on east Ghouta to justify military right to protect interventi in Syria

Goutha. Rapporto di ISTEAMS (International Support Team for Mussalaha in Syria)
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1987

Sono già numerosi in Rete i rapporti di controinformazione che smentiscono la versione propagata da media mainstream, governi e sedicenti “organizzazioni umanitarie” sul “bombardamento con armi chimiche” attribuito all’esercito di Assad il 21 agosto a Goutha, alla periferia di Damasco. Alcuni tra questi rapporti sono pubblicati nel nostro servizio news Scoop che potete trovare sulla Home Page del nostro sito.

Qui ci occupiamo del Rapporto “The chemical attacks on east Ghouta to justify military right to protect interventi in Syria” realizzato da ISTEAMS International Support Team for Mussalaha in Syria e liberamente scaricabile – in lingua inglese, 42 MB – all’indirizzo di ISTEAD o al nostro indirizzo mirror. Un rapporto molto accurato e sopratutto – essendo stato realizzato da cittadini siriani, che operano in Siria, e facenti parte della Rete Mussalaha – assolutamente affidabile.


Qui di seguito alcuni punti salienti del Rapporto, che, a giorni, sarà integralmente tradotto in lingua italiana e postato su Sibialiria.


La Redazione di Sibialiria


Il Rapporto parte dall’analisi di alcuni video (opportunamente rielaborati per evidenziare alcuni dettagli) pubblicati sul web che, essendo stati ripresi da numerosi media mainstream hanno ricevuto, per l’opinione pubblica, il crisma dell’”ufficialità”. A rendere particolarmente drammatica questa analisi è stata la contemporanea esigenza di identificare, tra i corpi mostrati in alcuni video, bambini che erano stati rapiti dai “ribelli”- a scopo di estorsione o di vendetta – in alcune aree della Siria. Questa indagine ha dato, purtroppo esito positivo. Giustamente, il Rapporto evidenzia come i video, oltre a non dare (né nelle immagini né nelle dichiarazioni di sedicenti “testimoni oculari”) elementi che possano permettere l’esatta identificazione dei luoghi dell’”accaduto”, sono in stridente contrasto con quello che ci si aspetterebbe di vedere in scene così drammatiche, quali genitori o familiari a fianco dei bambini colpiti (o dei corpi di questi). Per di più, in molte scene, i corpi dei bambini sono maneggiati e quasi sventolati davanti alla videocamera, da maschi adulti (verosimilmente “ribelli”) che si direbbe non mostrino nessuna commozione per l’orrore che, – come si cercherà di dimostrare – verosimilmente, essi stessi hanno provocato. Una particolarità di molti video analizzati sono le incongruenze (sia cronologiche sia topografiche) tra quanto dichiarato nei video da sedicenti “testimoni oculari” e la “ricostruzione ufficiale” dell’attacco con i gas diffusa dai "ribelli" e pubblicata sui media mainstream. Ma le incongruenze dei presunti “testimoni” del “bombardamento con i gas” raggiungono l’apice – pagg. 12 e 13 del Rapporto – quando questi si presentano come “personale medico impegnato nei soccorsi” e che sarebbe stato in grado di somministrare ben 25.000 dosi di Atropina e di 7000 di Idrocortisone nel ristretto lasso di tempo necessario al gas Sarin per agire. E le incongruenze scivolano nell’assurdo quando viene affermato che molte delle vittime sono state soccorse nelle cantine delle loro abitazioni nelle quali si erano rifugiate o quando si afferma di corpi di bambini morti portati, non si sa perché, in non meglio precisate “strutture ospedaliere” da genitori che poi hanno pensato bene di andarsene lasciandoli lì. Con numerosi fotogrammi, tratti da video, (e in alcuni casi rischiarati o contrastati per evidenziare dettagli) il Rapporto evidenzia la ripresa di persone (in alcuni casi apparentemente in salute, in altri moribonde, in altre morte) che dovrebbero riferirsi a luoghi diversi e lontani tra loro. È il caso di una donna (pag. 14 del Rapporto), presunti “genitori” e bambini (pagg. 15-16-17). A pag. 18 le inverosimili “testimonianze” di due ragazzi ripresi in una presunta struttura sanitaria che asseriscono di avere, nelle loro abitazioni, odorato il Sarin e, prima di perdere i sensi, aver visto morire i loro genitori accanto a loro. Ovviamente, non sanno come abbiano fatto a raggiungere la struttura sanitaria. La pag, 19 evidenzia i video che dovrebbero mostrare, nelle “strutture sanitarie”, i “colpiti” da gas e i “soccorsi” ad essi prestati. Le incongruenze sono innumerevoli: decine di persone che mostrano di essere indaffarate davanti ad un bambino già morto mentre decine di persone, lì a fianco, presumibilmente “agonizzano” senza alcuna assistenza; “morti” che muovono le braccia… e via dicendo. A pag. 20 la foto (ha fatto il giro del Mondo) che raffigura i morti da gas in Siria. A fianco l’identica foto, scattata due anni prima durante la rivolta egiziana. Le pagg. 20,21,22, 23 del Rapporto sono dedicate ai video raffiguranti un bambino “agonizzante” che hanno fatto il giro del mondo e che hanno meritato di essere inseriti tra quelli mostrati da Obama ai parlamentari recalcitranti ad approvare un attacco militare alla Siria. L’imbroglio di questi video viene evidenziato nel Rapporto segnalando le diverse date e i diversi luoghi dove questo bambino è stato ripreso “agonizzare”. Da pag. 24 a pag. 35 l’analisi di una serie di sequenze video che evidenziano un’altra manipolazione effettuata sui corpi (verosimilmente morti) di alcuni bambini che vengono trasportati in differenti “set cinematografici”. Giustamente il Rapporto si domanda da dove vengano questi bambini e perché non stanno con loro i genitori. Alcuni tra questi corpi ripresi nei video sono già stati identificati come quelli di bambini rapiti dai “ribelli”. Per altri la ricerca è ancora in corso.
La Redazione di Sibialiria






http://noliesradio.org/archives/67166





Potete trovare il  Rapporto “The chemical attacks on east Ghouta to justify military right to protect interventi in Syria”  di ISTEAM anche qui:
https://mediawerkgroepsyrie.wordpress.com/2013/09/16/study-on-the-chemical-weapons-pdf/
Syria study on the chemical weapons (PDF) ( clicca il link interno e appare immediatamente il rapporto )

o  qui:
The Chemical Attacks in East Ghouta Used to Justify a Military Intervention in Syria
http://www.globalresearch.ca/the-chemical-attacks-in-east-ghouta-used-to-justify-a-military-intervention-in-syria/5349928

oppure qui:
http://syria360.wordpress.com/2013/09/15/mother-agnes-de-la-croix-report-on-the-fabrication-of-images-from-the-ghouta-cw-attack/MOTHER AGNES DE LA CROIX: REPORT ON THE FABRICATION OF IMAGES FROM THE GHOUTA CW ATTACK 







 


One nun puts entire US intel community to shame over 'stage-managed' Syria footage
http://rt.com/op-edge/syria-chemical-weapons-children-063/








Cos'è Mussalaha?
 

 

 "...Un percorso di Riconciliazione – in arabo Mussalaha – che parte dalla gente; basato sia sul ripudio della guerra interna che di quella proveniente dall'estero. Mussalaha è una necessità di mediazione, nata spontaneamente nelle Comunità locali col supporto di religiosi, sia cristiani che musulmani, e rispettosa di tutte le etnie presenti in Siria...."
( tratto da http://www.sibialiria.org/ ) 




 


Chi è madre Mariam Agnes de la Croix ? 
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=857 
Siria No ad un’altra Libia – Appello di Madre Agnès-Mariam de la Croix ( video )

Chi è Marinella Correggia 
http://www.youtube.com/watch?v=y6XN9VOv-Gc
 Protesta a Roma contro Kerry, Khatib e Terzi per i loro aiuti ai terroristi in Siria  ( video )

Chi è Mairead Maguire ?
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1498
Videomessaggio di Mairead Maguire, Premio Nobel per la Pace, al Popolo italiano ( video )











 ANALISI DEL RAPPORTO ONU SULLE ARMI CHIMICHE DEL 16/09/2013



http://tenacarlos.wordpress.com/



Syrie: discours de Bahar Kimyongür devant l’ONU (VIDEO)
http://mediawerkgroepsyrie.wordpress.com/2013/10/08/syrie-discours-de-bahar-kimyongur-devant-lonu-video/
GROUPE-MEDIA SYRIE – 8 octobre 2013 – Manifestation devant les Nations Unies contre les plans de guerre franco-américains visant la Syrie. Discours de Bahar Kimyongür à Genève, dimanche 8 septembre 2013

Bahar Kimyongür : « Plus vite Hollande et Obama se tairont, plus vite la Syrie se relèvera »
http://www.michelcollon.info/Bahar-Kimyongur-Plus-vite-Hollande.html
"Cuanto antes se callen Hollande y Obama, mejor será para Siria"
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=174861






"...I cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu sono i principali venditori di armi...."
Oscar Arias Sànchez, Premio Nobel per la pace e due volte presidente della Repubblica di Costa Rica
Concordia e guerra: da quale parte oscilla il pendolo? 17 settembre 2013
( http://www.agensir.it/sir/documenti/2013/09/00270073_concordia_e_guerra_da_quale_parte_oscilla.html )


Siria: Onu soddisfatta per adesione Damasco a Convenzione armi chimiche  
http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/133058-siria-onu-soddisfatta-per-adesione-damasco-a-convenzione-armi-chimiche
GINEVRA- L'Onu ha accolto con soddisfazione l'adesione ufficialee della Siria alla Convenzione per il divieto dell armi chimiche.   
"Si tratta evidentemente di un a avvenimento benvenuto, " ha commentato il portavoce dell'Onu, Martin Nesirky, elogiando la "buona cooperazione" fino ad ora dimostrata dalle autorità di Damasco con gli ispettori dell'Opac dispiegati in Siria.



" Il rapporto dell’Onu sull’uso delle armi chimiche nell’attacco del 21 agosto nei sobborghi di Damasco � �politicizzato” e “di parte”. A dirlo è il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov che si trova in Siria dove ha incontrato il presidente siriano Bashar al-Assad e il ministro degli Esteri Walid Muallem. “Siamo rimasti insoddisfatti da questa relazione, pensiamo che sia distorta, unilaterale, la base delle informazioni su cui è costruita non è sufficiente, e in ogni caso ci sarebbe bisogno di conoscere e sapere di più su quello che è successo” nell’incidente del 21 agosto, ha detto il vice ministro russo. .."

  Siria, Mosca: “Rapporto Onu è fazioso”. Ispettori annunciano ritorno a Damasco
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/18/siria-mosca-rapporto-onu-e-fazioso-ispettori-annunciano-ritorno-a-damasco/715401/ )














Siria: rapporto armi chimiche, utile solo a essere manipolato
http://www.ilbecco.it/internazionale-2/medio-oriente/item/712-siria-rapporto-armi-chimiche,-utile-solo-a-essere-manipolato.html

Scritto da  MarinellaCorreggia                                                                                                                                                                 Una doppia manipolazione sembra caratterizzare il rapporto degli ispettori dell’Onu sull’uso di armi chimiche in Siria il 21 agosto. Intanto i paesi e i media interessati hanno subito dichiarato che la pistola fuma: il rapporto proverebbe che Assad ha davvero passato la linea rossa di Obama oltre alla quale bombe e stridor di denti: insomma come ha detto l’ambasciatrice Usa e come ripetono i francesi, il gas è stato trasportato da un missile certamente sparato dall’esercito ufficiale per via della tipologia, dei caratteri in cirillico e della traiettoria. 

Niente

In realtà gli ispettori, dopo una velocissima visita alle aree colpite dall’attacco “al gas sarin”, hanno semplicemente concluso – con deboli argomenti basati - che sì, il gas sarin è stato usato in quantità nelle aree di Est e West Goutha, vicino a Damasco. Perché lo hanno trovato sui resti dei missili e nel sangue e nelle urine di alcuni sopravvissuti. 

Niente sui colpevoli né sulle dinamiche. I reperti potrebbero essere stati manipolati, i pezzi di missili ritrovati (guarda caso con la scritta in cirillico) potrebbero essere stati portati lì dall’opposizione che controlla l’area, le traiettorie sono solo state ipotizzate, e solo per due dei siti ispezionati (quanto dice uno degli ispettori, Barbeschi, alla Stampa contraddice il rapporto stesso).  E rimangono in piedi tutti i dubbi sui video diffusi il 21 agosto, le cui contraddizioni fanno pensare a una false flag a beneficio dell’opposizione armata (una delle spiegazioni è che a Goutha un ridotto numero di persone è rimasto ucciso da gas, non sarin, sprigionatosi da un tunnel nel quale i “ribelli” costruivano i loro artigianali ordigni chimici). 

I Virgilio degli ispettori

Va ricordato anche che l’attacco chimico tuttora oscuro del 21 agosto ha completamente dirottato, anche in senso geografico, il lavoro degli ispettori appena arrivati nel paese per indagare su una denuncia del governo siriano, circa l’uso di sarin da parte di terroristi  a Khan el Assal (Aleppo), uccise decine di persone, soldati e civili. Grazie al 21 agosto, gli ispettori a Khan el Assal non sono andati e tutto passerà nel dimenticatoio. Cui prodest?

La seconda manipolazione è a monte: riguarda le fonti e i referenti degli ispettori in quell’area controllata dall’opposizione armata. I Virgilio degli ispettori sono stati gli oppositori armati che controllano l’area ( “un leader delle forze di opposizione locali - che è stato ritenuto preminente nella zona da visitare - è stato identificato e ha chiesto di prendere la 'custodia' della missione”). Quindi questi hanno fornito le indicazioni dei siti da visitare per il ritrovamento dei resti dei missili contaminati dal sarin; e hanno indicato i pazienti (sopravvissuti) e i testimoni (medici e infermieri). La quantità di lavoro svolta in poche ore (due a Moadamya - ovest Goutha - e 5 e mezza a Ain Tarma e Zamalka - est Goutha) sarebbe stata, ammettono, impossibile se non fosse stata definita e organizzata con la gente del luogo.  

Dunque, il rapporto degli ispettori che dovrebbe essere asettico e neutro soffre dello stesso vizio metodologico fondamentale di altri rapporti dell’Onu (e anche di Ong internazionali) sulla Siria, come i trimestrali rapporti della Commissione Coi, stabilita dal Consiglio dei diritti umani di Ginevra e che influenza moltissimo  quasi tutti i paesi membri del Consiglio stesso.  

Peraltro il rapporto stesso  ammette che i luoghi del presunto attacco e i reperti possono essere stati manipolati (e contaminati?), visto il gran traffico di persone prima e durante la loro visita.

I contaminati e alcune stranezze 

I “sopravvissuti” esaminati dai medici del team sono stati selezionati da medici del posto, probabilmente di centri medici controllati dall’opposizione. Delle 80 persone segnalate, ne sono state esaminate 36. Il 70% sono uomini intorno ai trent’anni: combattenti? L’ospedale – o centro medico - di Zamalka (anch’esso controllato dall’opposizione) ha fornito campioni di otto casi studiati: tutti uomini giovani. 

I sintomi tuttora osservabili (a parte quelli “dichiarati”) erano la miosi delle pupille e una certa “confusione”… Significativo anche che fra i sintomi dichiarati dai sopravvissuti non ci fosse quello tipico del sarin, ovvero la perdita di feci e urine. 

Sulla base dei campioni di sangue e urine, la metà degli esaminati è stata trovata positiva al sarin. Ma solo tre campioni di capelli sono stati esaminati e nessuno è stato trovato positivo al sarin. Quanto ai campioni delle urine: il 100% è stato trovato positivo, ma i campioni erano solo 4. Non sono state trovate tracce di contaminazione nei letti e nelle case o negli abiti.  

Interviste: sono state  intervistate solo 28 persone, anch’esse indicate dai referenti in loco, e medici e infermiere. I sanitari dichiarano anche di aver trattato con atropina e altro…ma non hanno saputo segnalare in quali dosi…

I morti, questi sconosciuti. E insepolti

Il rapporto dice che i sopravvissuti hanno dichiarato di aver avuto vari familiari morti. Nient’altro, non una cifra

Perché gli ispettori non hanno chiesto quanti sono stati i morti e i feriti? Eppure le denunce erano state apocalittiche: parlano di oltre 1.300 morti (la cifra data per buona da Kerry), oppure di 355, e di migliaia di contaminati.  Uno degli ispettori intervistato dalla Stampa ricorda la cifra dei mille morti, e dunque diecimila colpiti; possibile che non abbiano chiesto dove sono finiti?

Perché gli ispettori non hanno chiesto di vedere i corpi o almeno sapere dove sono sepolti? Eppure non sono stati mostrati nemmeno i funerali. 
Perché gli ispettori non hanno chiesto, e allegato i nomi dei morti con età e genere?  Perché gli ispettori non hanno pensato di condurre le analisi sui morti? Perché gli ispettori non hanno chiesto come mai il 70% degli intervistati e analizzati fossero uomini giovani mentre nei video si mostravano tanti bambini? No. Perché gli ispettori non sono andati a incontrare i 50 soldati feriti ricoverati nell’ospedale di Mezzeh a Damasco?  È vero che il rapporto doveva solo indagare sul fatto se il sarin fosse stato usato, ma cercare di rispondere a questi altri aspetti avrebbe illuminato sulle manipolazioni contenute nei video realizzati all’opposizione il 21 agosto stesso e nelle dichiarazioni di medici e altre figure, e avrebbe forse indicato possibili responsabili: chi manipola, probabilmente lo fa per  nascondere qualcosa o per accusare altri.

Le contraddizioni irrisolte dei video “prova” e i bambini rapiti

Rimangono così tutte in piedi le contraddizioni dei video del 21 agosto, realizzati dall’opposizione, diffusi da tutti i media del mondo a poche ore dall’attacco chimico e considerati validi dai paesi cosiddetti “Amici della Siria” per giustificare un attacco militare, benché il colpevole rimanga indefinito. Ecco alcuni fra i tanti dubbi indicati nel lungo rapporto “The chemical attacks on east Ghouta to justify military right to protect interventi in Syria” curato da Isteam, gruppo di appoggio alla Mussalaha in Siria - il rapporto è stato distribuito a Parigi dalla Ong International Institute for Peace, Justice and Human Rights

Come mai non ci sono familiari accanto ai numerosi bambini feriti o morti? Come mai i genitori avrebbero dovuto portare i corpi dei bambini morti in non meglio identificate “strutture ospedaliere” e poi abbandonarli lì? Come mai questi corpi sono sventolati di fronte alle videocamere da maschi adulti che non appaiono per nulla commossi? Come mai i soccorritori non hanno protezione? Se fosse sarin sarebbero già morti. Come mai il “personale impegnato nei soccorsi” sostiene di aver potuto somministrare 25.000 dosi di atropina e 7.000 di idrocortisone nel ristretto lasso di tempo necessario al gas sarin per agire? Come mai si afferma che molte delle vittime sono state soccorse nelle cantine delle abitazioni (l’attacco è avvenuto in piena notte, le persone stavano dormendo nei loro letti, si presume)? Come mai ci sono persone che compaiono in contesti diversi, come figuranti? Come mai nelle “strutture sanitarie”, decine di persone mostrano di essere indaffarate davanti a un bambino già morto mentre decine di persone, lì a fianco, presumibilmente “agonizzano” senza alcuna assistenza? Come mai il bambino agonizzante (il video è stato fra gli undici inseriti da Obama come prova) è ripreso in diversi luoghi e date? Come mai si indicano come “non identificati” i morti (in un quartiere o un’area le persone vengono identificate facilmente). Per non parlare della foto emblematica che raffigurerebbe i morti da gas sarin in Siria ma che si riferisce alla rivolta in Egitto due anni fa

C’è invece un elenco di nomi…

A questo si aggiunga che secondo l’Isteam sarebbero stati riconosciuti fra i bambini nei video alcuni dei tanti piccoli rapiti settimane fa da gruppi armati nei villaggi alauiti della zona di Lattakia. 

E i loro nomi sono tutti elencati, con l’età. Insieme ai nomi degli adulti  anziani, donne e uomini uccisi o rapiti appunto a Lattakia.

Immagine liberamente tratta da www.alarabiya
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( in spagnolo )

SIRIA 21/8: DONDE SON LOS CUERPOS? DE QUIENES SON? Y MUCHAS OTRAS PREGUNTAS QUE LOS INSPECTORES DE LA ONU NO PUSIERON: UN INFORME MANIPULADO Y INCONSEGUIENTE.

por Marinella Correggia, Proyecto "Verdad contra las guerras"            

El gobierno de Estados Unidos y otros como Francia que necesitan un pretexto para hacer guerra directa a Siria, ya manipularon los escasos resultados del reciente informe de los inspectores Onu sobre el uso de las armas quimicas en Siria. Dicieron que el informe concluye que el gas sarin matò a personas en Goutha cerca de Damascus el 21 agosto, y que a golpear fueron misiles como los que posee el ejercito sirio y procedientes de postaciones del ejercito sirio.
Pero el informe de la Onu, 36 paginas, resultado de una rapidisima visita de siete horas y media por los inspectores a tres areas golpeadas, NO dice nada sobre los autores del ataque. Simplemente concluye, y con bases dudosas, que el gas sarin fue utilizado en cantidades en las areas de Goutha Est y Ovest. Traças de gas sarin fueron buscadas sobre los pedazos de misiles y en la sangre y orinas de los “sobrevivientes".
Los pedazos de misiles buscados podrian haber sido traido allì y contaminados por los mismos rebeldes que controlan la area. O los misiles podrian haber sido en las manos de los teroristas, que reciben muchas armas por muchos paises. Y sobre las trayectorias tambien,  no hay ninguna certitud.             
Que mas, los mismos inspectores explican que las areas podrias haber sido manipuladas, porqué muchas personas circulaban antes y durante su visita. Y la area està controlada por la oposicion.
El informe no responde a ninguna de las contraddiciones de los videos difundidos el 21 de agosto con muchas victimas vivas o muertas y que podrian ser parcialmente fabricados. La hypotesis mas probable es que un reducido numero de personas, no miles o centenas como los oposidores dicieron, fue matado por gas, pero no sarin, subido acidentalmente por un tunnel en el cual los rebeldes fabricaban a sus armas quimicas.             

Aquì diez punctos que hacen pensar a un incidente fabricado por la oposicion armada, a quien le beneficia.             

1)      Acuerdamos que los inspectores eran en Siria llamados por el gobierno sirio, para investigar sobre el uso de armas quimicas por teroristas en Khan el Assal (Aleppo) con decenas de victimas entre soldados y civiles. Pero pasò el incidente de Goutha el 21 agosto y los inspectores NO se fueron a Khan el Assal sino a Ghouta!            
2)      Y quienes fueron los Virgilio, las guyas de los inspectores durante su rapidisima vista a Goutha Est y Ovest? Toda la visita fue completamente en los manos de los que controlan la area: la oposicion armada. El informe de la Onu lo dice: los oposidores eligieron los lugares con los pedazos de misiles, los oposidores eligieron los sobrevivientes que tenian que ser entrevistados.
3)       Los sobrevivientes analizados medicalmente fueron selectados por medicos locales (los mismos que el 21 agosto sin pruebas hablaron al telefono con Msf de miles de muertos). De 80 personas selectadas por los medicos locales, 36 fueron analizadas por los inspectores. Mira! El 70% eran hombres jovenes: insurgentes armados??... Tambien el ospedal de Zamalka (controlado por la oposicion) entregò a la Onu 8 casos medicos que estudiaron…todos sobre hombres jovenes… Porqué los inspectores no pidieron como fue que el 70% de los analizados presentados por la oposicion local eran hombres, mientras que en los vidoes habian tantos ninos?             
4)      Los sintomos de envenenamiento por organofosforicos que aun se observaron fueron la miosis y una cierta “confusion…pero entre las patologias enumeradas no se encuentra una que siempre està conectada al sarin: la imposibilidad de controlar las funciones intestinales.
5)      La mitad de las muestras de la sangre y de las orinas muestran traças de sarin. Pero solo tres muestras de pelo fueron analizadas y no hay pruebas. Y solo 4 muestras de urinas lo fueron. No se buscaron traças de sarin en los cuartos y en los habitos de los que supuestamente murieron.
6)      CUANTOS FUERON LOS MUERTOS? Porqué los inspectores no pidieron cuantos fueron los muertos y los heridos? Kerry hablò de mas de 1300, Doctores sin fronteras probablemente enganados por informadores locales, dicieron 355…              
7)      DONDE ESTAN LOS CUERPOS DE LOS MUERTOS? Porqué ningun pidiò donde estan los cuerpos de estos muertos, tambien para analizarlos? Tampoco se vieron los funerales, los dias siguentes (solo de 8 personas).
8)      Porqué  los inspectores no pidieron quienes son los muertos, u nombres, edad y sexo? Todas estas preguntas eran necesarias, para ver si los videos difundidos por la oposicion el 21 eran manipulados, y si lo eran, seria una evidencia…quien manipula a dados, tiene un intere a hacerlo.             
9)      Asì se quedan todas las contraddiciones de los videos del 21 agosto que fueron la base incluido para la amenaza de un ataque aereo  Siria por el premio Nobel Obama. Un informe de un grupo de apoyo a la reconciliacion en Siria, pone muchas preguntas: porqué los ninos de los videos no tienen mamà y papà cerca de ellos? Porqué las personas que ayudan a los heridos en los videos no tienen proteccion y no mueren de sarin, que es un contaminante fuertisimo? Porqué hay personas “heridas” que se encuentran en lugares diferentes? Porqué los muertos son declarados “desconocidos”?              
10)   Por fin, parece que algunos de lon ninos fueron reconocidos por personas de pueblos cerca de Lattakia, que fueron atacados el 4 de agosto por teroristas los cuales mataron a muchos  y muchas y arrebataron muchisimos ninos. Entonces hay la necesidad de buscar los cuerpos, para hacer el analisis de Dna tambien. 




Siria: il veleno nella coda. Il Rapporto degli ispettori ONU sui gas a Ghouta
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1995


18 settembre 2013

E che volete di più? Il Rapporto dell’ONU parla chiaro: hanno trovato il Sarin. E pure i missili con caratteri cirillici. E pure la traiettoria dei missili suggerisce il punto di lancio: una postazione di Assad. Quindi, il colpevole (anche se questo Rapporto per “statuto” non poteva indicarlo) è l’infame Assad che, nella “immane strage di Goutha”, ha ucciso centinaia e centinaia di persone. A proposito, dove stanno i loro corpi? Beh, quelli gli Ispettori dell’ONU non li hanno trovati. Anzi, non li hanno nemmeno cercati. Nonostante la, certamente disinteressata, collaborazione dei “ribelli” che li aiutavano nell’indagine sul campo. Una indagine sbalorditiva questa dell’ONU. Che si direbbe volutamente sciatta, ambigua, fatta per prendere tempo. E permettere agli aggressori della Siria (dopo la loro debacle diplomatica) di tenere in caldo l’opinione pubblica, per quando (Rambouillet insegna) sarà chiesto al governo di Damasco –magari con qualche inaspettata clausola al programma di dismissione delle armi chimiche – di mettere la testa nel capestro. E scatenare la guerra. Ma diamo una scorsa al Rapporto ONU reso pubblico il 16 settembre. Su quali fonti si basa? L’elenco è lungo: “testimoni”, (chi? presentati da chi?), “immagini” (quali? riprese da chi?), “video” (quali?, ripresi da chi?) “audio” (quali?, registrati da chi?) “cartelle cliniche” (compilate da chi?)… Il Rapporto non rivela le fonti; assicurando, comunque, che il tutto è stato depositato in qualche archivio delle Nazioni Unite. Con queste premesse, non potendo analizzare alcuna documentazione acquisita dalla Commissione di indagine, non resta che affidarsi al racconto degli Ispettori ONU. Il 26 agosto, la missione ha visitato Moadamiyah di West Ghouta per due ore. Il 28-29 agosto la missione ha visitato Zamalka e Ein Tarma di East Ghouta per un tempo totale di cinque ore e mezzo. Nonostante i limiti di tempo imposti, e ripetute minacce di danni, tra cui un attacco al convoglio da un cecchino non identificato il 26 agosto, la missione è stata comunque in grado di raccogliere una notevole quantità di informazioni e di raccogliere la quantità necessaria di campioni.” (Paragrafo 18, pag. 3). “Notevole quantità di informazioni” raccolte in sette ore e mezza. Anche con le interviste ai nove infermieri, sette medici curanti, e 28 testimoni oculari (pag. 16)? Speriamo di no, perché se così fosse, ci sarebbe da dubitare del valore di queste interviste. Tra l’altro, oltre all’attendibilità delle testimonianze raccolte, la stessa accuratezza delle indagini in generale (caratterizzate da una solerzia che è possibile osservare qui, qui e qui) meriterebbe una valutazione. Il punto 6 (pag. 2) del Rapporto riferisce che “la missione ha visitato Moadamiyah il 26 agosto 2013 e Ein Tarma e Zamalka il 28-29 agosto. Durante le sue visite in loco , la Missione delle Nazioni Unite ha condotto le seguenti attività: interviste con i sopravvissuti e altri testimoni; documentazione delle munizioni e dei loro sub – componenti; prelievo di campioni ambientali per analisi successive ; valutazione dei sintomi di sopravvissuti ; raccolta dei capelli , urina e sangue campioni per successive analisi.” Ma di quante persone era composta la squadra degli Ispettori ONU per potere svolgere tutte queste funzioni in sette ore e mezza? Il Rapporto non lo dice ma crediamo non dovessero essere poi tante, considerato che entravano tutte in sei autovetture partite da Damasco. Altrettanto importante, poi, è un’altra domanda: chi aveva organizzato le verifiche sul terreno degli Ispettori? Chi diceva ad essi dove andare a cercare, dove guardare, quali campioni raccogliere, quali testimoni sentire? Il Rapporto (Appendice 3, pag. 10) lo spiega: “Un leader delle forze di opposizione locali – che è stato ritenuto preminente nella zona da visitare – è stato identificato e ha chiesto di prendere la 'custodia' della missione. Punto di contatto all'interno dell'opposizione, è stato utilizzato per garantire la sicurezza e il movimento della missione, per facilitare l'accesso ai casi/testimoni più critici da intervistare (…) dando così modo alla missione di concentrarsi sulle sue attività principali.” Un ottimo punto di partenza per garantire l’affidabilità dell’inchiesta! Ma occupiamoci del Sarin, che alcuni laboratori – assicura ìl Rapporto – hanno rintracciato sia nel sangue e nelle urine di alcuni sopravissuti e sia in campioni di terreno e oggetti vari nell’area di Ghouta. Intanto una premessa. Il Sarin uccide con dosi infinitesimali (DL 50 i.p. per la cavia di 0,4 mg/Kg): una microgocciolina sulla pelle e via. Questo significa che nei sopravvissuti devono essere rintracciate dosi ancora più piccole. I pochi studi non coperti da segreto militare attestano che la valutazione del basso livello d'attività delle pseudocolinesterasi circolanti eritrocitarie (nei globuli rossi) può fornire una qualche indicazione sulla presenza di Sarin solo a condizione che questa analisi venga fatta tempestivamente. Ovviamente non sappiamo se i laboratori utilizzati dall’ONU abbiano usato una qualche tecnica diagnostica solo da essi conosciuta; ma ci domandiamo perché mai, invece di ineffabili analisi su campioni di urine e sangue, prelevati dopo almeno una settimana dalla presunta esposizione, l’indagine non sia stata effettuata sui corpi (ed eventualmente, anche sui vestiti) delle persone uccise da Sarin, nei quali – essendo assente lo smaltimento metabolico – le tracce di Sarin avrebbero potuto essere evidenti. Una domanda senza risposta, in quanto i protocolli di analisi (Appendice 2, pag. 8 del Rapporto) sono segreti e restano pure secretati in qualche cassaforte dell’ONU i dati delle analisi. In mancanza di questi, non resta che affidarsi alla buona fede dei membri della Commissione dell’ONU e dei suoi collaboratori. Stessa rassegnazione per quanto riguarda il Sarin che sarebbe stato rintracciato su campioni di terra indicati agli Ispettori dell’ONU dai, certamente obbiettivi e scrupolosi, capi di ribelli che li accompagnavano. Ancora più sospetta è la pretesa degli Ispettori di identificare il Sarin dai sintomi dei sopravvissuti; sintomi, si badi bene, che il Rapporto non specifica se fossero ancora presenti al momento dell’anamnesi o se fossero solo rievocati dai sopravvissuti. Ma quali sintomi? Il Rapporto delle Nazioni Unite elenca (a pag. 13) i sintomi che si manifestano nei sopravvissuti da attacchi da Sarin: difficoltà respiratorie, visione sfocata, irritazioni negli occhi, miosi, perdita di conoscenza, convulsioni, vomito. Tutti tranne uno, riportato in qualsiasi manuale di Difesa civile o pubblicazione scientifica: la perdita di controllo dell’intestino e della vescica e, quindi, fuoriuscita incontrollata di feci e di urina. Senza questo ultimo sintomo, (dettato dalla inibizione dell'enzima colinesterasi, che idrolizza il neurotrasmettitore acetilcolina) e assolutamente assente nei 36 sopravissuti esaminati dagli Ispettori dell’ONU il quadro clinico può essere fatto risalire a qualsiasi gas. Non a caso, questo sintomo risulta assente nei pur numerosissimi video prodotti dai “ribelli” che pretenderebbero di documentare vittime di gas Sarin. E pure un altro sintomo – tipico del Sarin – risultava assente in questi video: la miosi e cioè il restringimento della pupilla. Fino a qualche giorno fa, quando un video diffuso dalla CNN mostrò – finalmente! – al mondo la famosa miosi. Sarin? No, inoculazione di un collirio a base di Pilocarpina, (comunemente utilizzato per il controllo del glaucoma). Fosse stato Sarin, l’occhio e la palpebra, con lo scompaginamento del sistema nervoso indotto dal gas, non avrebbero potuto avere quei movimenti registrati nel video. Movimenti che, ovviamente, non si possono cogliere nella foto che troneggia a pag. 14 del Rapporto. E l’eventuale video di questa “prova” resta secretato in qualche cassaforte dell’ONU. Non ci resta, perciò, da chiederci come mai questo “classico” sintomo dell’esposizione a gas organofosforici, quale il Sarin, sia presente (pag. 13 del Rapporto) soltanto nel 14 per cento dei “sopravvissuti” analizzati dagli Ispettori dell’ONU. Poi c’è la faccenda dei missili. Missili. Non già proiettili di artiglieria caricati di gas come quelli usati dai “ribelli” e da essi propagandato in questo video. Missili. Che devono, necessariamente essere lanciati o da apposite postazioni lanciamissili (che, pare, i “ribelli”, non abbiano ancora) o da aerei. Missili con incise lettere in alfabeto cirillico (diligentemente fotografate a pag. 19 del Rapporto). Missili di Assad, quindi. Missili, come abbiamo visto, fatti ritrovare agli Ispettori dell’ONU dai “ribelli”. La faccenda dei missili, quindi, potrebbe chiudersi qui. Se non fosse per la curiosità di scoprire cosa ci abbiano ricamato sopra gli Ispettori dell’ONU. Cinque pagine (da 18 a 23) nelle quali, utilizzando reperti e presunte tracce di crateri di impatto, si pretende di dimostrare l'azimut e la traiettoria di alcuni missili. Cinque pagine che si direbbero messe lì a rimpolpare una relazione desolatamente carente se non fosse per annotazioni (pag. 22) davvero gustose: “Durante il tempo trascorso in questi luoghi, alcuni individui sono arrivati portandoci altre munizioni”. La Relazione, saggiamente, fa notare. nella frase successiva, che questo potrebbe essere un eventuale tentativo di inquinare le prove. Peccato che non si sia chiesta anche come facessero i volenterosi collaboratori a maneggiare missili già carichi di Sarin continuando a restare vivi. E, visto che c’erano, gli Ispettori potevano pure domandare ai ribelli, che li hanno immortalati nei loro video diffusi in Rete, come facevano a restare vivi i “soccorritori” che trasportavano a braccia le “vittime da Sarin”. Un’altra perla quando la Relazione (punto 22, pg. 4) pretende di attestare la volontà di compiere una colossale strage con missili e gas sfruttando la particolare ora dell’attacco. “La mattina del 21 agosto mostra un calo di temperatura tra le 02,00 e le 05, 00 del mattino; questo significa che l'aria non si muove dal basso verso l'alto , ma piuttosto il contrario. In caso di attacco chimico tali condizioni meteorologiche massimizzano il potenziale impatto del gas che, essendo più pesante dell’aria, può rimanere vicino al suolo e penetrare in livelli più bassi di edifici e costruzioni dove molte persone erano alla ricerca di un riparo.” D’accordo, per il calo di temperatura che, comunque, si manifesta in tutti i giorni dell’anno. Di meno, sull’efficacia di un attacco con i gas di notte, quando le persone sono in parte protette dalle mura domestiche. Per niente, sulla scelta di uccidere persone che si andrebbero a rifugiare ai piani bassi e in cantina, anche perché non si vede proprio – con un gas inodore e immediatamente paralizzante quale il Sarin – come avrebbero potuto allarmarsi e avere il tempo di rifugiarsi ai piani bassi e in cantina, Ma, visto che si insiste tanto sulle questioni atmosferiche, forse sarebbe stato il caso citare, nella Relazione, anche i venti che spiravano, da giorni, nella zona di Goutha e che, oltre a ridurre l’efficacia del gas, lo avrebbero indirizzato nel centro di Damasco. Roccaforte dell’infame Assad. Concludiamo rispondendo ad una argomentazione che sta serpeggiando sui media mainstream, per venire incontro ai tanti che già si stanno lamentando per la vacuità dei contenuti del Rapporto dell’ONU. E cioè, che questa l’indagine sarebbe stata caratterizzata da superficialità e approssimazione per colpa del regine di Assad che, fino alla fine, avrebbe ostacolato l’ingresso degli Ispettori dell’ONU nell’area di Ghouta per permettere ai suoi sgherri di far sparire le prove. Non è così. Ispettori dell’ONU stavano già in Siria, invitati dal governo di Assad, per investigare su tutta una serie di attacchi chimici effettuati, con ogni evidenza, dai “ribelli”. E quando la notizia della “immane strage di Ghouta”, certificata da un davvero incauto comunicato di Médecins sans frontières (“355 morti, 3600 ricoverati”) ha fatto il giro del mondo, il governo di Damasco non ha esitato un secondo a chiedere agli ispettori dell’ONU di andare a Ghouta. A Ghouta, dove, con ogni evidenza, un ridotto numero di persone è rimasto ucciso, non già da un attacco con missili al Sarin, ma da gas sprigionatosi da un tunnel nel quale i “ribelli” costruivano i loro artigianali ordigni chimici. E questa verità è attestata – non già da autorevoli Rapporti ufficiali che rimandano a “documentazioni” destinate a restare segrete – ma dalle già decine e decine di interviste a viso aperto, video, foto, analisi e articoli che chiunque può leggere sul web (ad esempio, sul nostro sito). Se, invece, qualcuno, vuole continuare a schiumare di rabbia contro la “diplomazia” e il Consiglio di Sicurezza dell’ONU” che impediscono di dare la giusta lezione a quella canaglia di Assad (anzi “Gas-add”, come già suggeriscono innumerevoli pagine Facebook) non ha che da credere al Rapporto dell’ONU e pregustarsi la prossima guerra.
La Redazione di Sibialiria .
(testo di Francesco Santoianni, in collaborazione con Marco Palombo)
  




http://www.ojosparalapaz.org/ 1979/2013 segnala : 

COMUNICADO DE DOCUMENTALISTAS LATINOAMERICANOS Y DEL CARIBE CONTRA EL ATAQUE A SIRIA Y POR LA PAZ Los poderes fácticos de este mundo, vuelven a contarnos ficciones, a construirnos irrealidades para preparar nuestra aquiescencia a una guerra de proporciones y consecuencias incalculables.La arrogancia de unos, la pasividad de otros, la feliz intervención positiva de otros mas, nos han colocado en los dias previos a un desenlace de salida pacífica o de abismo bélico, ésto último en caso de que los representantes y voceros de la mas absoluta minoría y de sus intereses financieros, económicos, geopolíticos, de dominación, logren su objetivo de atacar a un país con la excusa de castigar un supuesto ataque con armas químicas, ataque dudoso, con las informaciones surgidas hasta ahora, ataque construído mediáticamente, y mediáticamente protestado con muchos argumentos, testimonios y confesiones incluso por parte del bando contrario al gobierno sirio. Este ataque se sumaría a 33 meses de “guerra civil” auspiciada y pagada por potencias extranjeras, con el uso de mercenarios, que ha cobrado ya mas de 100.000 muertes.Si fuera necesario refrescar la memoria de la consciencia mundial acerca de la absoluta falta de autoridad moral del gobierno de EEUU para “castigar” a nadie, recordemos que gobiernos anteriores de este país lanzaron dos bombas atómicas sobre dos poblaciones civiles, en los estertores de una guerra ya ganada -la guerra del pacífico durante la II Guerra llamada mundial- y contaminaron más recientemente a Irak con 3.000 toneladas de uranio empobrecido. Son estos dos episodios de una larga historia bélica, que comienza con la conquista de su actual territorio, basada en el genocidio de indígenas, la ocupación de tierras (alto porcentaje de lo que fue México) y continúa con decenas de intervenciones, desarrollo de golpes de estado y otras agresiones.Como trabajadores de la conciencia, nosotrxs, documentalistas de América Latina, deseamos expresarnos rotundamente en contra de una aventura bélica más, que se haría en contra de la opinión y aspiración de la gran mayoria de los pueblos del mundo; queremos deplorar el uso de la mentira y el engaño para lograr el consentimiento del mundo a este atentado a la vida y a la soberanía de los pueblos; y deseamos hacer votos para que la humanidad consciente, que se moviliza todos estos días contra esta agresión, logre vencer las fuerzas minoritarias pero poderosas, que no dejan transitar al mundo por el camino de la vida, la justicia y la paz. Por la vida del pueblo sirio y por la paz del mundo,
Liliane Blaser, Venezuelam Humberto Rios Argentina, Ivan Sanjines, BoliviaSusana Molina, Cuba Cristian Calónico, Mexico Mercedes Ramires, Costa Rica Miguel Littin, Chile, Orlando Senna, BrasilKathy Sevilla, Nicaragua, Lucía Lamanna, Venezuela, Dolores Miconi, Argentina, Lazara Herrrera, CubaDiego de la Texera, Puerto RicoMartha Checo, República Dominicana, Juan Carlos Lossada, Venezuela, Laura Godoy, Ecuador, Soledad San Julian, Argentina, Oscar Menendez Zavala, Mexico, Ariel Direse, Argentina, Carollini Assis, Brasil, Andrés Agustí, Venezuela, Lidia Cordoba, Venezuelam, Ruben Torres, Ecuador, Braudin Eusebio, República Dominicana, Maria José Alvarez, Nicaragua, Natalia Badino, Venezuela, Argentina, Humberto Mancilla, Bolivia, Joana Miranda, Paraguay, Juan Francisco Urrusti, México, Edmundo Aray, Venezuela, Anibal Garisto, Argentina, Luiz Alberto Cassol, Brasil, Joan Espina, Venezuela, Camilo Moreira Biurra, Argentina, Tarik Souki, Venezuela, Omar Gonzalez, Cuba, Alejandra Laprea, Venezuela, Rodolfo Arévalo, Guatemala, Marcelo Perez, Argentina, Noilton Nunez, Brasil, Jose Zambrano Brito, Ecuador, Donald Myerstone, Venezuela, Ignacio Mirelles Rangel, México, Belkis Ramirez, Nicaragua, Ivan Arguello, Nicaragua, Jorge Solé, Venezuela, Soledad Cortes, Chile, Argentina, Isabel Cristina Fregoso Centeno, Mexico, Humberto Castillo, Venezuela, Natalia Diaz, Mexico, Marcela Doylet, Ecuador, Leyla Mendez, Mexico, Kaory Flores, Venezuela, Norma Fernandez,  Argentina, Saudhi Batalla, Mexico, Marta de la Vega, Argentina, José Peguero, Mexico, Manuel Perez Iturbe, Venezuela, Pita Ochoa, Mexico, Maria José Alvarez, Nicaragua, Ana Zanotti, Argentina, David Hernandez Palmar, Venezuela, Tito Ameijeiras, Argentina, Darío Guiarte, Brasil, Marc Villa, Venezuela, Ana Maria Garcia, Puerto Rico, Katia Lara, Honduras, Carmen Pulido, Venezuela, Nora de Izcue. Peru, Gerardo Aguilar, Honduras, Rosaura Villanueva, Colombia, Rigoberto Lopez, Cuba, Kuyllur Saywa Escola, Ecuador,Ana Maneiro, Venezuela.




ADHIEREN AL COMUNICADO DE DOCUMENTALISTAS LATINOAMERICANOS Y DEL CARIBE

FeTERA  FLORES (colectivo de base de la  Federación de trabajadores de la Energía de la República Argentina , en CTA): Aurora Tumanischwili Penelón, Guillermo López. feteraflores at yahoo.com.ar, celular: 15-5025-4948
     MARTA SPERONI, MILITANTE INTERNACIONALISTA POR LOS DD. HH.    
ALEJANDRO CABRERA BRITOS, DELEGADO GENERAL ATE SENASA, DILAB/ MARTÍNEZ, CTA. ARGENTINA    
IGOR CALVO, MILITANTE DE BASE DEL FNRP, HONDURAS.   
ALINE CASTRO, RED POR TÍ AMÉRICA, BRASIL     
CARLOS GUANCIARROSA, AGRUPACIÓN ENRIQUE MOSCONI, FeTERA EN CTA,
ARGENTINA.
    
CARLOS LOZA, JUNTA INTERNA DE ATE, AGP (ASOCIACIÓN GENERAL DE PUERTOS EN
LA CENTRAL DE TRABAJADORES DE LA ARGENTINA , CTA)
    
EDUARDO ESPINOSA, ATE (ASOCIACIÓN DE TRABAJADORES DEL ESTADO, EN CTA),
MINISTERIO DE DESARROLLO HUMANO DE LA PROVINCIA DE BUENOS AIRES.
ARGENTINA
    
CARINA MALOBERTI, Consejo Directivo Nacional – ATE-CTA    
CONVOCATORIA POR LA LIBERACIÓN NACIONAL Y SOCIAL, FRENTE SINDICAL,
ARGENTINA:
     
Agrupación Martín Fierro  ( Varela – Mar del Plata y Neuquen )
Agrup.Politico-Sindical Tolo Arce
     
Ctro. Cultural "Alejandro Olmos"     
Convocatoria Alte. Brown     
Convocatoria Matanza     
Convocatoria Capital Federal     
Convocatoria Rosario
Comunidad Campesina de Tratagal-Salta
     
Biblioteca Popular Fernando Jara-Cipoletti-Río Negro     
MARÍA ROSA GONZÁLEZ, COMUNICADORA SOCIAL    
HERMAN SCHILLER, periodista y  conductor de los programas "Leña al fuego" y"Aguantando de pie"    
Susana Rearte, Coordinadora en defensa del Patrimonio Público y de la Soberanía .






Bashar al Assad en teleSUR, entrevista en Damasco por William Parra al Presidente de Siria 
https://www.youtube.com/watch?v=ejC9nIo3dIA 


President Bashar Al-Assad full interview with Fox News channel. ( video intervista  in inglese, 18/9/ 2013 )
http://www.youtube.com/watch?v=-bajWYPvBiE











http://www.freerepublic.com/


 ALTRE LEZIONI DI " DEMOCRAZIA USA" :   

 NEGANO L'ALTRUI SPAZIO AEREO ( PORTO RICO ) PER IMPEDIRE AL PRESIDENTE MADURO DI ANDARE IN CINA !!!!!
Denuncia el canciller Jaua(VIDEO) EEUU niega su espacio aéreo (el de Puerto Rico) para el vuelo del presidente Maduro a China
http://www.aporrea.org/actualidad/n236572.html  
Maduro asegura que Estados Unidos no le impedirá viajar a China
http://www.correodelorinoco.gob.ve/nacionales/maduro-asegura-que-estados-unidos-no-le-impedira-llegar-a-china/  
Evo Morales: "Vamos a denunciar al Gobierno de Obama por crímenes de lesa humanidad"
http://actualidad.rt.com/actualidad/view/106246-morales-eeuu-obama-crimenes-maduro?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=actualidad

Maduro: Sin respeto mutuo no habrá relaciones cordiales con EEUU
http://www.resumenlatinoamericano.org/?p=769

Nebraska Law Granting TransCanada Eminent Domain Challenged As Unconstitutional
http://www.mintpressnews.com/witnesses-of-gas-attack-say-saudis-supplied-rebels-with-chemical-weapons/168135/
Those opposing the Keystone XL pipeline hold up banners during the U.S. State Department's sole public hearing in Grand Island, Neb., Thursday, April 18, 2013, to allow citizens to make their views known on the $7.6 billion Canada-to-Texas Keystone XL pipeline.  (AP Photo/Nati Harnik)












UN'ALTRO ESEMPIO CONCRETO DI " ALTA CIVILTA' DELLA FAMIGLIA SAUDITA":
Arabia Saudí Busca Silenciar a los Cristianos de Oriente Medio
http://www.almanar.com.lb/spanish/adetails.php?eid=41358&cid=23&fromval=1&frid=23&seccatid=103&s1=1
Desde Líbano a México, Arabia Saudí lleva a cabo una campaña para reprimir cualquier voz cristiana que manifieste su temor por la suerte de los cristianos en Siria y en Oriente Medio a manos de los grupos takfiris y extremistas que el régimen saudí apoya.En el Líbano, el embajador saudí Ali Assiri desplegó todos sus esfuerzos para sabotear un encuentro de embajadores árabes organizado por el patriarca maronita Bechara el Rai el pasado 27 de agosto.El objetivo del encuentro era el de pedir a ciertos países árabes que cesaran su apoyo a los grupos takfiris que amenazan la presencia cristiana en Siria, el Líbano y Oriente Medio en general.Assiri boicoteó dicho encuentro y al mismo tiempo presionó a los embajadores del Consejo de Cooperación del Golfo para que no tomaran tampoco parte en él. La ausencia del embajador kuwaití, Abdel al Qanai, fue un ejemplo flagrante de esas presiones saudíes. Éste se excusó justo antes de la reunión alegando “razones de seguridad”.El mensaje que hizo llegar Assiri a través de esta actuación se resume en que Riad se opone a toda voz cristiana que se eleve en contra de los extremistas, que han expandido su influencia por la región.Arabia Saudí ha iniciado también una campaña en instancias internacionales contra el patriarca acusándole de apoyar al gobierno sirio y transgredir el principio de distanciamiento apoyado por el estado libanés.Por su parte, el embajador saudí en México, Hussein Assiri, ha llevado a cabo una campaña mediática y diplomática contra el obispo de los ortodoxos en México, Antonio Shadraoui, que publicó el 9 de septiembre una carta dirigida a los cristianos del mundo en el periódico Reforma.En esta carta, Shadraoui evocaba “un complot para eliminar la presencia cristiana en Oriente Medio bajo el pretexto de un respaldo a la Primavera Árabe”.El embajador saudí ejerció presiones abiertas sobre Shadraoui y el periódico que publicó la carta.Él se reunió con otros embajadores de países árabes en México para intentar que adoptaran una posición unida contra la carta del obispo y contra una cadena de televisión mexicana que le invitó a hablar.


QATAR: WORLD CUP  DEI DIRITTI UMANI !!!
Qatar : the migrant workers forced to work for no pay in World Cup host country  
http://www.youtube.com/watch?v=pUdLLUEQe1Q








Protest in Washington Against American Strike on Syria
Photo gallery: Protesters in Washington decry possible Syria actionhttp://www.navytimes.com/article/20130907/NEWS/309070019/Photo-gallery-Protesters-Washington-decry-possible-Syria-action














LETTERA DI MARIO BERGEN della Media Workgroup Syria : invita a leggere il rapporto di Isteam, invito a mettersi in contatto.


----Messaggio originale----
Da: info at mwsyria.com
Data: 22-set-2013 14.45
 Ogg: Mother Agnès-Mariam: file chemiscal attack - appeal: volunteers aid welcome



Dear friends,

She was one of the strong apponents of the Baath party and the government of president Assad and saw lot of corruption, failures and malfunctions by the Syrian government.

Her job was never defending these government as it was her duty to bring people together and be a strong ally of peace and unity and reforms in the country.

So, she was one of the first in Syria to stand up and told the world about the criminal gangs and mercenaries hired by Turkey, Saudi-Arabia and Qatar.

As Mother and founder of the Deir Mar Yacub community in the place Qâra her duty was to talk about the real events. She took the journalists around in Syria to see the events and became a symble of reconciliation. Her voice was clear and loud: the events in Syria were never a 'revolution' or 'supported by the Syrian people', but an attack on the unity and independence of the Syrian state. The Syrians wanted reforms and got them by their government, but the violence and terror didn't stop as created by foreign powers to destroy our beloved Syria.

Now she wrote a rapport about the recent events of the so named 'gas attack' of al-Ghouta. So, please spread these file to your contacts. 

http://mediawerkgroepsyrie.files.wordpress.com/2013/09/study-the-videos-that-speaks-about-chemicals-beta-version.pdf     

People who want to work together with these brave nun and a new founded group of volunteers, doctors, scientists and specialists, we advice to take contact with her:     

darantakia at hotmail.com
   
  

May Allah protect Mother Agnès-Mariam and the community of Deir Mar Yacub and defeat all the bad and evils in Syria.     


Mario Bergen
0032 479682996     

--      

Kindly regards,      
Media Workgroup Syria      


Email: info at MWSyria.com      
Blog: http://MWSyria.com     
Facebook: http://www.facebook.com/MWSyria       
Twitter: @MWSyria












GRAZIE DELL'ATTENZIONE.
SE NE CONDIVIDI LE PREOCCUPAZIONI PER FAVORE DIFFONDI MASSIVAMENTE QUESTI DOCUMENTI!
E MANIFESTA CONTRO LA GUERRA!
GRAZIE! 


SyrianShake 
http://www.youtube.com/watch?v=yYJeAZFnQNk
http://www.everseradio.com/bethanys-top-five-obama-looking-people-and-things/




p.s.:

A PROPOSITO DI ARMI CHIMICHE DI DISTRUZIONE DI MASSA

Los doce productos más terribles creados por #Monsanto, incluyendo la Bomba Atomica
http://bwnargentina.blogspot.it/2013/04/los-doce-productos-mas-terribles.html
Por Diego Ignacio Mur - ( Twitter: @DiegoMur ) - Para muchos es "paranoico" e incluso "caricaturesco" señalar a la Corporación Monsanto de la familia Rothschild como el "Imperio del Mal", sin embargo una breve revisión histórica expone como sembró y cosechó miseria durante el transcurso de un siglo. Aspartamo, DDT, Agente Naranja, Armas Nucleares, PCB, la hormona de Crecimiento Bovino, etc. Cuando usted reflexiona por un momento sobre los productos desarrollados por Monsanto, ¿qué encuentra? Esta es una lista certificada por organismos legales mundiales, describiendo doce creaciones que Monsanto lanzó al mercado ( continua )





A PROPOSITO DI MIGRANTI

I numeri sconosciuti…
http://collettivoalma.wordpress.com/2013/10/07/i-numeri-sconosciuti/
"...La stampa e il ceto politico tutto, al di là delle facili lacrime del momento, proseguono imperterriti da anni a battere sulle retoriche dell’invasione. Eppure a guardarla bene, la situazione è completamente diversa dagli anni passati: lo dicono i numeri. Da un paio d’anni gli sbarchi sono in forte diminuzione in Spagna e anche in Grecia. E mentre calano gli arrivi, aumentano a dismisura le partenze. Mezzo milione di latinoamericani hanno lasciato nel 2011 la Spagna. Il 15% degli albanesi che lavoravano in Grecia è tornato a Tirana. E dall’Italia, secondo l’Istat, lo scorso anno almeno 800mila immigrati hanno lasciato il nostro paese in fuga dalla crisi e in cerca di lavoro altrove (con buona pace delle esternazioni leghiste sul paese di Bengodi). Sono cifre da capogiro, altro che rotta libica o siriana. Eccola la nuova rotta. È la via del ritorno, della fuga dall’Europa in crisi."





A PROPOSITO DI CRIMINI DI GUERRA

Converge on Fort Benning! November 22-24
http://www.soaw.org/



Obama, Bush y Clinton "deberían estar en prisión por crímenes de guerra
http://www.diariounidad.es/index.php?option=com_content&view=article&id=238:obama-bush-y-clinton-deberian-estar-en-prision-por-crimenes-de-guerra&catid=83:europa&Itemid=565
“...Si ese es el nuevo estándar para el derecho penal internacional, entonces Barack Obama y los otros dos presidentes de Estados Unidos deberían ser trasladados a sus celdas de la cárcel al lado de Charles Taylor. Estos tres presidentes de Estados Unidos a lo largo de 17 años han realizado, con pleno conocimiento de las consecuencias, los crímenes más horribles imaginables en la República Democrática del Congo”, insiste el periodista, experto en la política de los países de África..."





Zeidan e gli altri «bugiardi di guerra» che nessuno ricorda
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2034
Pochi sanno cosa fece nel 2011 Ali Zeidan, il primo ministro libico «vittima» di un sequestro lampo nei giorni scorsi. I media e i loro giornalisti, ma anche le Organizzazioni non governative e le commissioni Onu, adesso riconoscono che la Libia è allo sfascio e tutto – anche il prezioso petrolio –  è in mano a bande armate e islamisti. Ma non rievocano il periodo che precedette la guerra Nato, conclusasi due anni fa dopo sette mesi di bombe. Come mai la memoria è occultata? Perché tutti questi soggetti dovrebbero ammettere di aver detto o comunque diffuso le menzogne che, per mezzo della guerra Nato, sono la causa del caos violento di oggi. Scrivono e dicono i media che il premier è stato sequestrato da «uno dei tanti gruppi che esercitano il potere nel paese, diviso fra sfere di influenza di diverse formazioni di ex ribelli e da rivalità per il controllo del monopolio della forza fra ministero dell’Interno e quello della Difesa». E spiegano il sequestro come una ritorsione – istigata da siti estremisti – per la cattura a Tripoli, compiuta dalle forze statunitensi, del sospetto affiliato di al Qaeda Abu Anas al Liby considerato fra gli ideatori degli attacchi ad ambasciate Usa nel lontano 1998.Zeidan e i suoi «seimila morti» finti che ha sfasciato un paese Il primo ministro Ali Zeidan è tuttora indicato dai media come  «oppositore storico» di Gheddafi, «esule per trent’anni». Ma diciamo qualcosa in più. Il 3 marzo 2011, Ali Zeidan si camuffa da Ong per i diritti umani e spara urbi et orbi una menzogna circostanziata la quale perfeziona le precedenti invenzioni dei «ribelli rivoluzionari libici» riecheggiate da tutti i media. Dà così una bella mano alle scuse della Nato per la guerra in nome della «responsabilità di proteggere». Quel giorno dunque Zeidan, come ricorda Michel Collon nel libro Libye, Otan et mediamensonges (2011) parla da Parigi come portavoce della Lega libica per i diritti umani e denuncia: in due settimane dall’inizio della «rivoluzione» il 17 febbraio, la «repressione di Gheddafi» ha fatto seimila vittime. Tremila a Tripoli, duemila a Bengazi, mille altrove. E’ tutto falso. E Zeidan, che diventa subito dopo portavoce del Cnt (Consiglio nazionale di transizione) di Bengasi, l’organismo di reggenza creato dagli oppositori armati al governo libico, lo sa. Pare sia stata fondamentale l’influenza dell’attuale primo ministro libico sul governo francese nel 2011: Sarkò va alla guerra anche grazie a lui. Che poche settimane dopo, il 23 marzo, la guerra Nato avviata da tre giorni, dice: «Nei futuri accordi petroliferi ci ricorderemo di chi ci ha aiutati». Evviva la sincerità. Se vogliamo individuare una tripletta di responsabili libici principali dell’attuale tragedia del paese nordafricano, a Zeidan possiamo aggiungere tal Syed Sanouka e tal Suleiman Bouchuiguir. Ecco Sanouka. Febbraio 2011, a pochissimi giorni dall’inizio della rivolta, questo oppositore, fingendosi membro della Corte penale internazionale (Cpi), lancia alla satellitare saudita Al Arabiya la famosa cifra: «Gheddafi ha ucciso diecimila persone». Il relativo twitter della tivù fa il giro del mondo. Il giorno dopo la Cpi smentisce di aver minimamente a che fare con il Sanouka, ma i media non lo dicono. Ed ecco Suleiman Bouchuiguir. Il 21 febbraio, settanta «organizzazioni non governative» indirizzano ai disponibilissimi segretario Onu Ban ki Moon, presidente Usa Obama e ministra europea degli Esteri Ashton l’unica petizione ascoltata – chissà perché – nella storia delle relazioni internazionali (http://www.unwatch.org/site/apps/nlnet/content2.aspx?c=bdKKISNqEmG&b=1330815&ct=9135143). Il tutto è promosso da Suleiman Bouchuiguir della Lega libica per i diritti umani, dall’organizzazione Usa UN Watch e dal National Endowment for Democracy (Ned), che non sono affatto Ong. Senza produrre uno straccio di prova, la petizione sostiene che il governo libico stia commettendo «crimini contro la vita» (citando la Dichiarazione universale dei diritti umani) e «crimini contro l’umanità» (come definiti dalla Corte penale internazionale); chiede un’azione internazionale contro la Libia, «usando tutte le misure possibili» sulla base della cosiddetta «responsabilità di proteggere», una formula inventata dall’Onu anni prima. La lettera è commovente: senza alcuna prova, parla di elicotteri e cecchini contro i manifestanti, artiglieria e killer che sparano, donne e bambini che per salvarsi si gettano dai ponti. Suleiman Bouchuiguir ottiene di far espellere la Jamahiriya libica dal Consiglio Onu per i diritti umani. Ovviamente dopo la guerra Nato Suleiman diventa ambasciatore. Intanto il sito para-Ong One World è il primo a ospitare la bufala delle «fosse comuni» in riva al mare. Corredata da un video assurdo.  Anche in Italia questi appelli di Ong ottengono un seguito prestigioso, da parte di figure stimate e Ong note. Mesi dopo, risulterà che i morti in Libia prima dell’intervento Nato sono stati al massimo trecento, e su entrambi i fronti (fra loro anche diversi africani subsahariani vittime di atti di feroce razzismo). Così sostiene in giugno anche Amnesty International. Che però in febbraio aveva aiutato la catastrofe con dichiarazioni tipo «la situazione è difficile da monitorare per due ragioni: la prima è che c’è una grande censura, la seconda è che le fonti di Amnesty International che sono sul posto (corsivo nostro) possono avere riscontri soprattutto dagli ospedali principali, ma a un certo punto la situazione è talmente degenerata che non si è più riusciti a contare quante salme arrivavano negli obitori, perché le famiglie le hanno seppellite in fretta e furia». Una domanda che ci facciamo sempre anche rispetto alla Siria: perché Ong internazionali, organismi Onu e media non fanno attenzione alle loro «fonti sul posto»? Sapendo che rapporti e dichiarazioni degli umanitari vengono strumentalizzate dai belligeranti? E perché nessuno rimprovera mai niente a chi contribuisce, per dolo o per colpa, a scatenare guerre?
Il Dipartimento di Stato, i media e le Ong non fanno mai autocritica E perché nessuno ammette i propri errori? Al capitolo Libia, il rapporto annuale del Dipartimento di Stato pubblicato lo scorso giugno offre un quadro desolante della situazione interna del paese: «In Libia la mancanza di sicurezza in seguito alla rivoluzione del 2001 (corsivo nostro) ha offerto spazio di manovra ai terroristi». E’ più che evidente che la guerra condotta anche dagli Usa abbia provocato questa situazione. Ma il Dipartimento non può ammettere: «abbiamo sbagliato in modo criminale, dovremmo pagare». Né ammettono «abbiamo sbagliato» le Ong che nel 2011 chiesero alla famosa «comunità internazionale» interventi per «fermare il genocidio».  Hanno fiducia nella smemoratezza collettiva. E nella connivenza dei media. Gli stessi giornalisti che due anni e mezzo fa bevevano notizie false e osannavano all’intervento di Parigi/Londra/Washington, presto seguite dalla stessa Italia, adesso scrivono cose come «il quadro desolante della situazione nel paese che l’America, trascinata dalla Francia di Sarkozy, aveva voluto salvare dalla dittatura di Gheddafi gettandolo nel caos più totale» e «la complessità della realtà mediorientale dove gruppi estremisti islamici sono riusciti a impossessarsi delle primavere arabe». Nessun accenno critico alle loro narrazioni precedenti riguardo alla Libia e a quelle ancora attuali rispetto alla Siria. Come scrive il generale Jean nel libro La guerra umanitaria: «Le democrazie belligeranti possono  combattere soltanto contro nemici che siano dipinti come incarnazione del male assoluto e per brevi periodi di tempo (così si spiegano i tentativi di accelerare con raid a Bab Azizya non inquadrabili come misure per proteggere avversari dalla repressione)».
I morti di Lampedusa, risultato della guerra Mentre una seconda tragedia a Lampedusa indigna il mondo, risulta che il barcone affondato giorni fa facendo centinaia di vittime avesse uno scafista tunisino, Khaled Ben Salem. Insieme all’unico altro arabo a bordo, egli faceva parte dell’organizzazione libica che gestisce il traffico di esseri umani dalle coste libiche a quelle italiane. Raccontano i sopravvissuti che i cinquecento eritrei, prima della traversata, erano «prigionieri in un capannone nelle campagne libiche» e poi sono stati trasferiti fino alla spiaggia vicino a Misurata, la «rivoluzionaria città martire di Gheddafi» (secondo le parole, due anni fa, di certi esponenti della sinistra europea…eppure  Misurata era la città dei più ricchi, e le sue milizie si sono rivelate le più carogne durante e dopo la guerra, tanto da aver compiuto un genocidio, deportando o uccidendo i libici neri della vicina Tawergha, come sibialiria ha più volte scritto.) Come mai nessuno ha indagato sul ruolo giocato dagli scafisti libici a fianco dei cosiddetti rivoluzionari e della Nato? Nel dopoguerra, gli scafisti lavorano molto meglio…
Gruppi armati…del governo Un rapporto del solito Consiglio dei diritti umani dell’Onu e dell’Unsmil (missione dell’Onu in Libia) sui casi di tortura e morte nelle carceri della nuova Libia, pur non potendo negare l’evidenza cerca di scusare l’attuale governo di Tripoli: afferma dunque che le violenze riguardano soprattutto le strutture gestite dalle milizie armate e diminuiscono quando qualcuno degli ottomila prigionieri di guerra (senza processo) passa in carceri governative. L’Onu, non potendo/volendo riconoscere di aver collaborato al madornale errore di questa guerra, nega l’evidenza: ovvero che i gruppi armati sono organici a questa o quella parte del governo. La stessa agenzia Ansa (che nel 2011 beveva avidamente le fosse comuni e altro) traccia una rivelatrice mappa dei gruppi principali. La riportiamo. «Forza scudo libica, gruppo organizzato militarmente ai comandi del ministero della difesa».  «Brigata dei martiri di Abu Salim: ex jihadisti, garantiscono protezione a scuole e ospedali» (?). «Battaglioni martiri di Rafallah Shahati: mille componenti, si sono occupati della sicurezza durante le elezioni».  «Brigate dei martiri del 17 febbraio: finanziato dal ministero della difesa, conta su 3.500 militanti impegnati in compiti di sicurezza».  «Brigata al Qaqa: ufficialmente sotto l’autorità del ministero della difesa, garantisce la sicurezza dall’apparato ministeriale».  «Brigata al Sawaiq: sotto la guida del ministro della difesa, garantisce la sicurezza ai leader politici».  «Brigata Sadun al Suwaili: ha guidato l’assalto finale durante la guerra civile. Si occupa della sicurezza degli edifici governativi».  «Consiglio militare rivoluzionario al Zintan: si è occupato della detenzione del figlio di Gheddafi, Saif al Islam».
Scafisti, motovedette e…rivoluzionari libici Una motovedetta libica ci ha sparato addosso, uccidendo due di noi. Così hanno detto alcuni dei 146 sopravvissuti (117 siriani, 27 palestinesi, un libico e un tunisino) al nuovo naufragio avvenuto nella notte tra venerdì e sabato nel Canale di Sicilia (in cui sono morte 34 persone) raccontano la traversata da incubo dalla Libia. La sparatoria sarebbe avvenuta poco prima che il barcone su cui viaggiavano si capovolgesse. La tragedia, tuttavia, potrebbe essere più grave perché secondo i 211 stranieri portati in salvo a bordo del barcone ci sarebbe state fino a 400 persone. I profughi sono stati soccorsi dalle autorità della Valletta e trasferiti a terra. Mentre questa seconda tragedia indigna il mondo, risulta che il barcone affondato il 3 ottobre a Lampedusa facendo centinaia di vittime avesse uno scafista tunisino, Khaled Ben Salem. Insieme all’unico altro arabo a bordo, egli faceva parte dell’organizzazione libica che gestisce il traffico di esseri umani dalle coste libiche a quelle italiane. Raccontano i sopravvissuti che i cinquecento eritrei, prima della traversata, erano «prigionieri in un capannone nelle campagne libiche» e poi sono stati trasferiti fino alla spiaggia vicino a Misurata, la «rivoluzionaria città martire di Gheddafi» (secondo le parole, due anni fa, di certi esponenti della sinistra europea…eppure  Misurata era la città dei più ricchi, e le sue milizie si sono rivelate le più carogne durante e dopo la guerra, tanto da aver compiuto un genocidio, deportando o uccidendo i libici neri della vicina Tawergha, come sibialiria ha più volte scritto.) Come mai nessuno ha indagato sul ruolo giocato dagli scafisti libici a fianco dei cosiddetti rivoluzionari e della Nato? Nel dopoguerra, gli scafisti lavorano molto meglio… Del resto alla luce degli atti di razzismo contro i neri che cittadini libici hanno compiuto, nei pogrom del 2000 (condannati dall’allora governo della Jamahiryia) e nel 2001, perché stupirsi? Le milizie armate hanno compiuto stragi di lavoratori neri. Ma con la connivenza del governo, al quale sono strettamente legate. Un rapporto del solito Consiglio dei diritti umani dell’Onu e dell’Unsmil (missione dell’Onu in Libia) sui casi di tortura e morte nelle carceri della nuova Libia, pur non potendo negare l’evidenza cerca di scusare l’attuale governo di Tripoli: afferma dunque che le violenze riguardano soprattutto le strutture gestite dalle milizie armate e diminuiscono quando qualcuno degli ottomila prigionieri di guerra (senza processo) passa in carceri governative. L’Onu, non potendo/volendo riconoscere di aver collaborato al madornale errore di questa guerra, nega l’evidenza: ovvero che i gruppi armati sono organici a questa o quella parte del governo. La stessa agenzia Ansa (che nel 2011 beveva avidamente le fosse comuni e altro) traccia una rivelatrice mappa dei gruppi principali. La riportiamo. «Forza scudo libica, gruppo organizzato militarmente ai comandi del ministero della difesa».  «Brigata dei martiri di Abu Salim: ex jihadisti, garantiscono protezione a scuole e ospedali» (?). «Battaglioni martiri di Rafallah Shahati: mille componenti, si sono occupati della sicurezza durante le elezioni».  «Brigate dei martiri del 17 febbraio: finanziato dal ministero della difesa, conta su 3.500 militanti impegnati in compiti di sicurezza».  «Brigata al Qaqa: ufficialmente sotto l’autorità del ministero della difesa, garantisce la sicurezza dall’apparato ministeriale».  «Brigata al Sawaiq: sotto la guida del ministro della difesa, garantisce la sicurezza ai leader politici».  «Brigata Sadun al Suwaili: ha guidato l’assalto finale durante la guerra civile. Si occupa della sicurezza degli edifici governativi».  «Consiglio militare rivoluzionario al Zintan: si è occupato della detenzione del figlio di Gheddafi, Saif al Islam».
Marinella Correggia




A PROPOSITO DI ANTI-IMPERIALISMO

Homenaje al legendario dirigente vietnamita General Giap
http://www.resumenlatinoamericano.org/?p=827
4 octubre 2013, Resumen Latinoamericano / Cubadebate.-El general Vo Nguyen Giap, figura central de la victoria de la guerra de Vietnam, murió a los 102 años, según informaron hoy fuentes militares y familiares.
 
http://www.youtube.com/watch?v=XGjWX0WaUZQ Burning di Einaudi