Intervento di Luciano Mineo sull'emergenza rifiuti



 RETE JONICA AMBIENTALE

 DA LUCIANO RICEVO E TRASMETTO





DICHIARAZIONE AGLI ORGANI D’INFORMAZIONE



E’ ancora possibile, nella brutta campagna elettorale in corso, parlare di un problema serio come quello dei rifiuti, prescindendo da facili demagogie e da becere logiche propagandistiche che finiscono soltanto con l’aggravare la situazione?

L’emergenza rifiuti non si affronta e non si risolve in un quadro di conflittualità e di strumentalizzazione. Essa, al contrario, richiede un confronto serio e la convergenza delle due grandi coalizioni. Senza questa precondizione il rischio è davvero quello di un’emergenza infinita e che può aggravarsi sempre di più.

Il confronto e la convergenza non possono che basarsi su una piena cognizione dei problemi, poiché troppo spesso accade che di essi si parli in modo improprio ed “ignorante” (nel senso letterale del termine).

In primo luogo, occorre ben distinguere il problema dei rifiuti solidi urbani da quello dei rifiuti speciali.

Per ciò che riguarda I rifiuti solidi urbani, il progetto non può che essere quello di “costruire” anche in Puglia l’intero ciclo di smaltimento, come del resto è ampiamente previsto dalle norme dello Stato vigenti.

Questo significa che l’alternativa non è tra le discariche ed I termovalorizzatori. Sbaglia chi si iscrive ad uno o all’altro partito.

“Costruire” il ciclo dei rifiuti significa, innanzitutto, operare perché nella nostra società si producano meno rifiuti. In secondo luogo, significa incrementare il livello della raccolta differenziata (oggi troppo basso nella nostra Regione) e, quindi, del riciclaggio. In altre Regioni italiane e, soprattutto, in importanti esperienze europee, I rifiuti sono considerati concretamente una risorsa da riutilizzare e da trasformare.

La Giunta regionale ha investito sei milioni di euro, con un recentissimo provvedimento, per raggiungere l’obiettivo del 55% di raccolta differenziata. Sarà possibile conseguire questa meta difficilissima? E’ del tutto evidente che sarà necessario il concorso dei cittadini, degli enti locali, delle province e, naturalmente, il pieno sostegno della politica, se per “politica” intendiamo anche, se non soprattutto, la capacità di elevare il livello di civiltà e di partecipazione responsabile della società che si rappresenta.

A conclusione del ciclo integrale è possibile prevedere una quantità di impianti tradizionali di smaltimento e di nuove tecnologie, come I termovalorizzatori, applicate allo smaltimento dei rifiuti.

L’alternativa non è, quindi, tra le discariche ed I termovalorizzatori. Tra le due metodologie di smaltimento c’è un ampio spazio d’iniziativa che va percorso e riempito per intero e senza alcun tentennamento. Questo avviene nelle realtà più avanzate, non solo all’estero ma anche del centro e del nord dell’Italia.

Nel frattempo che cosa succede e che cosa si fa? Come è noto, terminato il lungo contenzioso sui bandi dell’ex Presidente Fitto, si procederà alla realizzazione dei previsti nuovi impianti tecnologici per la produzione di CDR (combustibile da rifiuti). Ma fondamentale sarà suonare lo spartito sull’intera tastiera del pianoforte e non solo su una parte limitata di esso.

Insomma, si tratta di rispondere ad una domanda semplice e complessa allo stesso tempo: vogliamo cogliere l’emergenza attuale per far compiere un vero e proprio salto al livello di civiltà e di organizzazione della nostra Regione? Se la risposta è positiva, allora occorrerà il consenso e l’impegno di tutte le grandi forze sociali e politiche.

L’alternativa a questa impostazione non può che essere la polemica fine a se stessa. Una polemica che, di volta in volta, si rivolgerà contro la coalizione che ha la responsabilità di governo. Torno a domandare: cui prodest?

Per ciò che riguarda I rifiuti speciali, I problemi sono diversi ma l’impostazione non può che essere la stessa. Anche nel caso dei rifiuti speciali non si può che partire dall’esigenza fondamentale di produrre meno rifiuti e di differenziare e riciclare quelli che si producono. Ci sono rifiuti speciali, infatti, che possono davvero costituire una risorsa.

La Giunta regionale si sta già muovendo con determinazione in questa direzione. Ad esempio nella direzione della riutilizzazione dei rifiuti derivanti dalle attività edilizie. I provvedimenti in corso di adozione da parte dell’assessorato all’ambiente per disciplinare anche in Puglia I cosiddetti “appalti verdi” sono di grande importanza. Di che cosa si tratta? Si tratta dell’obbligo, negli appalti pubblici, di utilizzare almeno il 30% di materiale derivante dalle demolizioni o dalle ristrutturazioni edilizie. In questo modo si conseguirà l’obiettivo di evitare il conferimento in discarica di questi materiali e di riutilizzli nelle nuove attività di costruzione. La stessa impostazione può e deve essere seguita per il riutilizzo di materiale ferroso, della gomma e di altri rifiuti speciali riciclabili.

In questo modo si ha un’idea di quanti rifiuti speciali potrebbero essere sottratti al conferimento in discarica? Una quantità davvero enorme.

Resta il grande problema dello smaltimento dei rifiuti speciali non riciclabili o non immediatamente riciclabili per l’assenza di normative regionali e di un’organizzazione adeguata.

Ebbene, questi rifiuti non possono che essere smaltiti attraverso la rete d’impianti che già esistono nella nostra Regione. Quello che è assolutamente inaccettabile è lo smaltimento di rifiuti speciali provenienti da altre Regioni.

Il problema è grave e non possiamo non porcelo. Sia chiaro, non si tratta di negare il contributo della Puglia ad eventuali situazioni di emergenza di altre Regioni. Ma questo contributo non può che essere temporaneo ed assolutamente limitato nel tempo.

E’ per questa ragione che gli enti locali ionici, la Provincia di Taranto e la Regione Puglia non possono che scendere in campo con tutta la loro forza per opporsi all’ennesima iniziativa del responsabile nazionale della Protezione civile, dott. Bertolaso.

Il governo nazionale non può ancora una volta scaricare sulla Puglia l’emergenza rifiuti che sta attraversando la Campania.

La Puglia e, soprattutto, la Provincia di Taranto hanno già dato. Sono milioni, infatti, i metri cubi di rifiuti speciali provenienti dalla Campania che sono stati smaltiti nelle discariche operanti nel territorio ionico.

Il responsabile della Protezione civile non può non sapere che l’area ionica è stata dichiarata ad elevato rischio ambientale da una legge dello Stato oppure che nella stessa area si sono verificati nel tempo eventi catastrofici dal punto di vista ambientale: per ultimo quello che ha visto protagonista la società Hidrochemical.

A maggior ragione non è ulteriormente possibile smaltire nella provincia di Taranto i rifiuti speciali provenienti da Regioni come la Toscana e la Lombardia.

Ogni Regione si attrezzi per smaltire i rifiuti speciali, al pari di quelli solidi urbani, nel proprio territorio. La Puglia e Taranto non possono diventare la più grande discarica d’Italia.

Di qui la necessità di una legge regionale che affermi il principio che i produttori di rifiuti speciali che provengono dall’esterno della Puglia debbano certificare l’impossibilità di smaltirli in centri più prossimi al luogo di produzione.

Il sottoscritto ha presentato, d’intesa con i tanti comitati sorti in Provincia di Taranto contro lo smaltimento di rifiuti provenienti dall’esterno della Puglia, una proposta di legge che va in questa direzione. L’esame di questa proposta va accelerato. Ma va fatto ancora di più. I comitati stanno raccogliendo le firme per presentarla anche come proposta d’iniziativa popolare. Questa iniziativa va sostenuta da tutti gli schieramenti politici e da tutti i partiti. Ma tutto questo non è ancora sufficiente: lo Statuto della Regione Puglia consente alle Province e agli enti locali di presentare proposte di legge. Invito tutti i Comuni e tutte le Province della Puglia a deliberare il pieno sostegno alla proposta di legge in questione. Occorre, insomma, un ruolo attivo delle popolazioni e degli enti locali.

Ho delineato un percorso, una strada per uscire dallo stato di emergenza. L’augurio è che, non dico oggi, in piena campagna elettorale, ma dall’11 aprile in poi, quando, spero, sarà possibile recuperare un minimo di serenità, sia possibile concentrare tutti gli sforzi nella direzione di una gestione condivisa e di governo di tutta la partita dei rifiuti.

Una gestione finalizzata ad elevare la qualità della vita dei cittadini ed a salvaguardare l’ambiente.



Luciano Mineo

VICEPRESIDENTE

DEL CONSIGLIO REGIONALE

DELLA PUGLIA



L'idea di mettere in rete le idee
Roberto De Giorgi
3396386973