Rigassificatore Operazione Trasparenza: comunicato stampa Wwf-PeaceLink



Comunicato stampa di Wwf Taranto e PeaceLink

A firma di Gaetano Barbato e Alessandro Marescotti (responsabile Wwf di Taranto e presidente di PeaceLink)

Oggetto: Studio di Impatto Ambientale sul rigassificatore di Taranto

E' finalmente su Internet lo studio ufficiale commissionato dall'azienda Gas Natural alla Medea Engineering s.a. Ottenerlo è stato molto difficile.


Da tempo avevamo evidenziato una grave carenza di informazione sulla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) del rigassificatore di Taranto. Non si trovava il CD-ROM contenente il voluminosto Studio di Impatto Ambientale che è alla base della procedura. Avevamo il sospetto che ci fosse stato nascosto un diritto (si veda http://lists.peacelink.it/taranto/msg01178.html).

Giovedì 1 giugno finalmente è giunto il CD-ROM con lo Studio di Impatto Ambientale inviato dall'Assessorato all'Ambiente della Regione Puglia, su richiesta del Wwf di Taranto. Avevamo richiesto il CD-ROM anche alla Provincia di Taranto che, più volte sollecitata, non ha inviato nulla e non ha neppure risposto. Invece l'Assessorato all'Ambiente della Regione ha risposto con una lettera datata 24 maggio 2006 (prot. 6512).

Adesso abbiamo duplicato il CD-ROM per diffonderlo (chiunque fosse interessato può telefonare al 3471463719 o scrivere a taranto at wwf.it).

Forniremo il CD-ROM alla Commissione Ambiente della Provincia che in data 24 maggio - durante l'audizione richiesta dalle associazioni ambientaliste di Taranto - aveva dichiarato di non esserne in possesso.

Inoltre il CD-ROM si può già da ora scaricare da Internet collegandosi al sito http://www.tarantosociale.org

Grazie alla diffusione on-line sul sito Internet di Taranto Sociale, frutto di un lavoro in tamdem fra PeaceLink e Wwf di Taranto, la documentazione ufficiale sul rigassificatore e i suoi rischi per la prima volta diventa pubblica.

Finalmente diventa pubblica la versione integrale dello Studio di Impatto Ambientale che gli enti locali dovrebbero diffondere su Internet ai sensi della Convenzione di Aarhus.

Gli enti locali devono per legge diffondere su Internet, ai sensi della Convenzione di Aarhus, la documentazione ambientale in loro possesso.

L'articolo 7 comma 1 della Convenzione di Aarhus recita infatti: "Gli Stati membri adottano le misure necessarie per garantire che le autorità pubbliche strutturino l'informazione ambientale rilevante per le loro funzioni e in loro possesso o detenuta per loro conto ai fini di un'attiva e sistematica diffusione al pubblico, in particolare mediante le tecnologie di telecomunicazione informatica e/o le tecnologie elettroniche, se disponibile".

Tale norma è stata recepita nella legislazione italiana con la Legge 16 marzo 2001, n. 108 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 85 del 11 aprile 2001 - Supplemento Ordinario n. 80) dal titolo "Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale, con due allegati, fatta ad Aarhus il 25 giugno 1998".

Ci dispiace che tale diritto sia stato negato ai cittadini di Taranto e pertanto saranno i movimenti ambientalisti a fare ciò che le istituzioni non hanno fatto.

Vi invitiamo a leggere subito un passo estremamente interessante. Le evidenziazioni in rosso e in grassetto sono nostre e riguardano il rilascio di metano nell'area dove sorge la torcia accesa dell'Agip. Lo Studio di Impatto Ambientale, alla base della procedura della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), valuta due ipotesi per il rigassificatore: dispedere in atmosfera il metano connesso allo smaltimento vapori di boil-off o bruciarlo? Nel primo caso c'è il pericolo della vicina torcia Agip e nel secondo caso ci sarebbe un aumento di incidente in un'area già ad elevato rischio.

Buona lettura!

Getano Barbato e Alessandro Marescotti
http://www.tarantosociale.org


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TERMINALE DI RICEZIONE E RIGASSIFICAZIONE GAS NATURALE LIQUEFATTO (GNL) TARANTO

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE (SIA)
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12.3 Smaltimento vapori di boil-off

Il GNL è di norma stoccato temporaneamente come liquido vicino al punto di ebollizione,
per cui ingressi di calore nel sistema, sempre possibili per quanto minimizzabili, si
traducono nella produzione di vapori detti di boil-off che possono avere composizione
anche piuttosto differente rispetto a quella del GNL (nella scala delle sostanze presenti
nel GNL che più facilmente vaporizzano il metano precede gli altri idrocarburi, ma è a sua
volta preceduto dall’azoto).
I vapori di boil-off in genere possono essere:
- compressi e ricondensati per assorbimento nel GNL destinato alla vaporizzazione;
- trasferiti alle navi metaniere attraverso un’apposita linea dedicata;
- compressi nella rete di trasporto e distribuzione del gas naturale;
- utilizzati all’occorrenza come gas combustibili.
Talune situazioni gestionali eccezionali determinano però la produzione di vapori di boiloff
non più recuperabili e pertanto da destinarsi allo smaltimento.
La norma tecnica UNI EN 1473:2000 prevede al riguardo che tali vapori possano essere
soggetti a:
- combustione in una torcia;
- rilascio diretto in atmosfera tramite candela di scarico.
La norma non privilegia una modalità di smaltimento rispetto all’altra, imponendo
semplicemente che le installazioni di GNL vengano progettate basandosi sul principio
dell’utilizzo non continuativo della torcia o della messa in atmosfera non continua dei
suddetti vapori.

In definitiva:
- le torce si caratterizzano per la completa combustione dei vapori di boil-off destinati
allo smaltimento con produzione di fumi di combustione ed emissione concentrata di
calore: è pertanto necessario verificare che la radiazione termica prodotta dalla
torcia sia opportunamente minimizzata in corrispondenza dei ricettori sensibili;
- gli sfiati si caratterizzano per la dispersione in atmosfera dei vapori di boil-off senza
combustione: è pertanto necessario verificare che le miscele infiammabili di vapori
di boil-off che si vengono a determinare non possano raggiungere alcuna fonte di
ignizione
.
Di norma si ritiene più sicuro concentrare la combustione dei vapori di boil-off non più
recuperabili in una torcia
posta a un’altezza e a una distanza dai potenziali ricettori
sensibili sufficiente per non determinare effetti negativi, piuttosto che rilasciare in
atmosfera una nube di vapori con caratteristiche di potenziale pericolosità.
Tale pratica (combustione preferita a dispersione in atmosfera) risulterebbe infatti non
solo più sicura, ma anche più accettabile dal punto di vista ambientale, visto che il metano (componente principale del gas naturale) ha un GWP (Global Warming Potential, fattore potenziale di riscaldamento globale) ben 21 volte superiore rispetto a quello dell’anidride carbonica.
Nonostante gli indubbi vantaggi sopra elencati del ricorso alle torce rispetto alle candele di scarico, l’ubicazione di una torcia nell’area impianti è resa difficoltosa dall’esigenza di
mantenere adeguate distanze di sicurezza
sia dagli impianti che dalle aree esterne
all’impianto con riferimento alle massime radiazioni termiche ammissibili.
La possibilità di ubicare una candela di scarico a una quota adeguata, tenuto conto che i
vapori di boil-off sono più leggeri dell’aria e che i regimi anemometrici tipici tendono ad
allontanare i suddetti vapori da eventuali fonti di ignizione
, hanno portato a ritenere
comunque preferibile la soluzione della candela di scarico, garantendo analoghe
condizioni di sicurezza.
In particolare la candela di scarico è stata ubicata ad adeguata distanza dagli impianti in
modo che l’eventuale e poco probabile ignizione dei vapori di boil-off in uscita non possa
determinare radiazioni termiche eccessive nei confronti degli impianti stessi
.
Inoltre in fase di ingegneria di dettaglio sarà possibile valutare l’applicazione, al momento
in fase di sviluppo
, di una “candela intelligente”, cioè una candela normalmente fredda,
ma che in caso di emergenza possa funzionare da torcia.