Trattative in corso per portare a Taranto il rigassificatore di Brindisi



Intervento sull'ipotesi di trasferimento a Taranto del rigassificatore di Brindisi


La notizia circola in queste ore. Il Presidente del Consiglio Romano Prodi sarebbe orientato a risolvere il problema del rigassificatore di Brindisi proponendo all'azienda costruttrice, la British Gas, di trasferirsi a Taranto. La British Gas è recalcitrante ma le trattative sarebbero in corso. E come al solito Taranto dorme ignara.

Ho verificato le fonti della notizia: mi ha risposto a Roma un giornalista della cui serietà e indipendenza non ho motivo di dubitare. Le sue sarebbero informazioni assolutamente attendibili in quanto interne al governo. Il giornalista inoltre mi ha chiarito i dubbi. Se infatti British Gas accettasse, che fine farebbe il progetto tarantino di rigassificatore della Gas Natural? La Gas Natural ha proposto un rigassificatore anche a Trieste per cui - se la British Gas decidesse di "traslocare" il suo rigassificatore a Taranto - verrebbe privilegiato il progetto di Trieste su quello di Taranto. E' un gioco di bilanciamento, in cui si spostano i rigassificatori. In ogni caso però il governo lavorerebbe in segreto per portare a Taranto quel rigassificatore che a Brindisi non vogliono. In tal modo si accontenta Brindisi e si evita che la Gas Natural abbia due rigassificatori, che "sarebbero troppi". Perché troppi? Ci sarebbe una sorta di "par condicio". Dietro le trattative per la dislocazione dei rigassificatori non bisogna dimenticare le logiche di equilibrio fra i partiti e le ambizioni di controllo della sfera economica. Detto questo sorge più di qualche dubbio.

Che imparzialità può infatti avere una Valutazione di Impatto Ambientale su Taranto se sono in corso le trattative segrete di cui sopra per promuovere o bocciare i rigassificatori dall'alto di una "cabina di regia"?

E' come fare gli esami scolastici ad un candidato sapendo già che deve essere promosso o bocciato da una "cabina di regia", indipendentemente dai risultati dalle prove d'esame.

Costruire così i percorsi di valutazione significa gonfiare a dismisura il ruolo discrezionale dei partiti e anche aumentare il rischio di una spartizione dei rigassificatori per sfere di influenza.

Il percorso autorizzativo dei rigassificatori passa per forza di cose al vaglio della politica. C'è poi il rapporto con la complessità sociale di cui alcuni partiti si fanno in ultima analisi garanti. Vi sono partiti capaci di promuovere o contenere il malcontento delle popolazioni e di svolgere quella funzione di mediazione istituzionale indispensabile per fronteggiare ostacoli, opposizioni e imprevisti. Chi aveva dei dubbi sul rapporto politica-affari non può che tenerseli.

Eravamo rimasti alla spartizione delle testate radiotelevisive, alla non felice frase di Fassino "Allora abbiamo una banca" (progetto poi franato rovinosamente), alla scalata oscura del Corriere della Sera (fallita anch'essa ma per un soffio) e ai "furbetti" che mischiavano affari e politica, finiti poi in un groviglio di intercettazioni telefoniche in cui spuntavano i nomi degli "sponsor" di partito.

Ora i rigassificatori ripropongono una riflessione severa.

Tuttavia consentitemi di dissentire da chi - leggendo tutto questo - concludesse che il rigassificatore della Gas Natural a Taranto "ha uno sponsor politico". Macchè! E' vero invece che la multinazionale spagnola è essa stessa uno sponsor. Infatti, terminologicamente parlando, abbiamo visto quest'estate la farfallina multicolore della Gas Natural fare capolino sui megamanifesti del Festival della Valle d'Itria. La Provincia di Taranto e la Regione Puglia hanno benevolmente accostato il loro stemmino di enti patrocinanti a quello della Gas Natural. Ottima musica per le orecchie degli spagnoli. Qualche nota stonata invece per chi ha votato Vendola e Florido.

Alessandro Marescotti
www.peacelink.it