Record diossina a Taranto, la Uil Puglia critica Vendola



Ilva, la Uil Puglia accusa Vendola

Taranto Il Segretario generale Uil Puglia, Aldo Pugliese: «Ritiriamo la
firma dall’Intesa del 23 ottobre avendone le parti contraenti fatto carta
straccia della stessa». La decisione dell’organizzazione sindacale fa
riferimento all’intesa Ilva-Regione. La quale prevede una diminuzione, da
parte dello stabilimento tarantino, delle emissioni di diossina.

«L’intesa del 23 ottobre - scrive Pugliese in una lettera indirizzata al
governatore Vendola - è stata definita storica dal Presidente della
Regione Puglia. Senza enfasi ed entusiasmo è stata firmata anche dal
sottoscritto, in quanto capii che non si poteva ottenere di più. A
distanza di sei mesi mi chiedo: da quella data ad oggi, cosa è avvenuto?
La Giunta regionale ha deliberato la costruzione di una nuova centrale
termoelettrica da 600 megawatt; e rispetto a quei pochi impegni previsti
nell’accordo, nulla è accaduto». Una tesi sostenuta anche dagli studi
effettuati dall’Arpa Puglia: «Il direttore generale dell’Arpa Puglia,
Giorgio Assennato, ha denunciato che l’Ilva detiene il primato nazionale
ed europeo della produzione di diossina. Assennato ha detto che per l’Arpa
le emissioni di molte altre sostanze velenose sono da accertare, in quanto
la stessa Agenzia non è mai stata messa nelle condizioni, da parte
dell’Ilva, di poter fare i necessari accertamenti». Nello stesso tempo,
l’Unione Europea ed il Governo nazionale hanno chiesto anche che l’Ilva
riduca del 20% l’emissione di anidride carbonica. Nell’Intesa era
programmato un incontro: «Un incontro - spiega Pugliese nella missiva -
convocato da Vendola per il primo di marzo, ma non ha partecipato. In sua
vece l’incontro è stato presieduto dall’assessore regionale all’Ambiente,
Michele Losappio. Ma l’assessore ha ignorato completamente questi dati che
preoccupano non solo tutta l’Europa, ma anche l’intero pianeta per
l’effetto serra. Inoltre a quello stesso incontro, come recita l’intesa,
l’Ilva avrebbe dovuto comunicare la cantierizzazione delle opere per
quanto attiene i parchi minerali. Ancora una volta, come è successo in
passato, l’Ilva ha comunicato in quella sede che necessitava di un altro
anno di tempo per studiare il fenomeno delle emissioni inquinanti.
Registrando l’assenso del rappresentante della giunta regionale, al
sottoscritto non rimaneva altro che abbandonare quella riunione beffa».
Attualmente, i dati forniti dall’indagine svolta dall’Inventario nazionale
delle emissioni e loro sorgenti e integrati con i dati europei del
registro Eper preoccupano notevolmente. «Veniamo a conoscenza di nuovi
allarmanti dati. Nel giro di 3 anni la diossina stimata a Taranto è salita
dal 32% al 90,3% rispetto al totale nazionale. Ciò è avvenuto soprattutto
per l’attività dell’impianto di agglomerazione dell’Ilva, che produce un
micidiale cocktail di sinterizzazione chimica, tale da produrre un vero e
proprio allarme ecologico. Tutto questo è conseguenza dello spostamento
delle attività di due milioni e mezzo di tonnellate di acciaio fuso che la
Regione Liguria ha rifiutato e che tacitamente la Regione Puglia ha invece
accolto». Una situazione che la Uil pugliese non è più disposta a
sostenere: «Tutto questo porta il sottoscritto e l’organizzazione
sindacale che rappresento a dover ritirare la firma dall’Intesa  del 23
ottobre scorso, avendone le parti contraenti fatto carta straccia della
stessa. Auspico pertanto che i Ministri competenti leggano la nostra
missiva, prendano seriamente in considerazione quanto denunciato e
conseguentemente assumano le decisioni del caso».

Dal sito http://www.ilmeridiano.info/articolo.php?Rif=11400 del 07.05.2007
ore 14:15:00.

Per altre informazioni: http://www.tarantosciale.org