Osservazioni di Erasmo Venosi sul dissalatore di Manduria



Osservazioni concernenti l’impianto di dissalazione del fiume Chidro


Il Ministro dell’Interno con ordinanza n.3184/2002 conferisce al Presidente della Regione il forzista Fitto , l’incarico di Commissario delegato , per l’emergenza socio-economico-ambientale-L’art 7 della ordinanza , conferisce al Presidente Fitto l’incarico di avviare le procedure per l’attuazione del servizio idrico integrato. Con una successiva ordinanza la 3188/2002 si attribuisce il compito di predisporre un programma d’interventi urgenti per fronteggiare la crisi idrica e attivare le procedure atte ad assicurare il cofinanziamento comunitario degli interventi.

Il Commissario delegato presenta il Piano d’Ambito che è approvato e sottoscrive con l’Acquedotto Pugliese S.p.A. una convenzione per l’affidamento del Servizio Idrico Integrato nell’Ambito territoriale Ottimale (ATO) Puglia.

Nel Piano d’Ambito sono previsti, ricorsi a fonti idriche non convenzionali, rappresentate da acque marine e salmastre, i cui impianti di dissalazione dovrebbero essere localizzati a Bari, Brindisi e presso la sorgente costiera del Chidro.

I dissalatori opereranno per 14 anni. La motivazione che giustifica i dissalatori consisterebbe nella possibilità di dimettere le numerose opere di captazione d’acque con caratteristiche chimiche non conformi ai limiti di legge.I proponenti affermano, nella sintesi non tecnica del SIA che verrebbero sottratti al fiume 625 litri/secondo su oltre 2000 litri /secondo disponibili.L’acqua sottratta sarebbe poi dissalata e immessa nell’AQP. La tipologia di progetto rientra tra le opere da sottoporre a VIA regionale (opere dell’Allegato II direttiva 337/85/Ce come modificata dalla direttiva 97/11/CE) e a Valutazione d’Incidenza (direttiva Habitat).

La prima osservazione da fare riguarda la mancata esposizione dei motivi della scelta compiuta e nell’illustrazione delle soluzioni alternative possibili di localizzazione ( art. 5 lettera e, L.R. 11/2001 che disciplina la VIA regionale e il punto 2 Allegato C , D.P.R. 12 aprile 1996).

Nel golfo di Taranto sono presenti risorse idriche (sorgenti d’acqua dolce ) che si disperdono in mare. Localmente sono chiamate “Citri” e la maggiore di esse il “citro Galeso” potrebbe fornire acqua a terra pari a 1000 litri il secondo !Il citro Galeso è stato studiato e captato in prima mondiale nel 1973!

Lo stesso art. 5 della L.R. 11/2001 alla lettera f) richiede l’analisi costi benefici che in via analogica con l’art 4 comma 3, DPCM 27/12/1988 (Norme tecniche per la redazione degli studi d’impatto ambientale) richiede la determinazione del VAN (valore attuale netto) e del SIR (saggio interno di rendimento).Non appaiono esposti nella sintesi non tecnica del SIA, il VAN e il SIR.Come noto un VAN economico positivo, attesta la prevalenza dei benefici sociali attualizzati sui costi complessivi.

Altra assenza a nostro giudizio significativa è la mancata determinazione del deflusso minimo vitale del fiume Chidro. In via preliminare va detto che il prelievo d’acque è pari a 963 litri il secondo e non a 625; infatti, a tale valore vanno sommati i 292 litri il secondo d’acque di scarico di concentrato (sono le acque proveniente dall’impianto di dissalazione con una salinità di 990 parti per milione in volume,.p.p.m.v.) e i 30 litri al secondo di acque di processo. Queste acque pari a 322 litri il secondo, sono scaricate nel mare Ionio. Il deflusso minimo vitale è la minima portata che deve essere mantenuta nel fiume per preservare, a valle d’ogni utilizzazione , le caratteristiche ecologiche ed ambientali dello stesso. La legge 152/1999 fa espresso riferimento alla garanzia del deflusso minimo vitale per la sostenibilità del consumo idrico.

Rilevante è anche l’enorme produzione di biossido di carbonio prodotto nella generazione d’energia elettrica, utilizzata nel processo d’osmosi inversa per la dissalazione dell’acqua, e per le operazioni di captazione e sollevamento dell’acqua nella rete acquedottistica. Il consumo d’energia elettrica è pari a 1,8 Kwh per metro cubo d’acqua prodotta e la produzione annua di CO 2, è pari a circa 2000 tonnellate. Tale valore deriva dall’assunzione di 690 grammi di CO 2 per kwh, tenendo conto della composizione dell’offerta energetica della Puglia e in coerenza con il Piano energetico Pugliese.

L’area oggetto dell’intervento è soggetta a “usi civici”, com’evidenziata nelle tavole degli Ambiti Territoriali distinti del P.U.T.T. (piano urbanistico tematico territoriale).

Come noto i diritti d’uso civico sono tradizionali strumenti di tutela e diventano anche di protezione del territorio con la legge 431/1980 ( legge Galasso) superata con il dlgs 490/2001 e poi con l’art. 142 lettera h) del dlgs 42/2004. Tale ultimo decreto legislativo ha sottoposto ad espressa tutela la categoria dei beni d’uso civico in ragione del preminente interesse paesaggistico. Anche la Corte Costituzionale con le pronunce nn. 151,152,153 del 27/06/1996 ha riaffermato e giustificato l’interesse pubblico a mantenere la categoria come strumento di tutela e conservazione dell’ambiente Con la sentenza n. 133 del 1 aprile 1993 “ Accanto agli interessi locali emerge l’interesse della collettività generale alla conservazione degli usi civici nella misura in cui essa contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio”. E ancora la sentenza n. 46/1995 afferma che la “ Galasso” ha introdotto una tutela del paesaggio improntata ad integrità e globalità”, sicché essa è diventata sinonimo di tutela ambientale. La regione Puglia ha disciplinato con le leggi regionali 7/1998 e 14/2004.

L’intervento progettato interessa un’area classificata dal PRG, come agricola e pertanto inibita a costruzioni industriali. Il dissalatore inoltre, ricade nella zona della “ Riserva Naturale Foce del Chidro” che è protetta come SIC (IT 913001) e “parte” delle Riserve Naturali Regionali Orientali del Litorale Tarantino Orientale di cui alla L.R. 24/2002.Nell’area tutelata è presenti habitat prioritari come il “fiume mediterraneo a flusso intermittente”, steppe salate mediterranee , dune con ginepri , dune mobili del litorale con specie , rientranti nell’Allegato 1 della Direttiva 92/43 e della Direttiva 79/409 sulla tutela degli uccelli.

Infine l’opera (restando ad una lettera inviata dal comune al ministero delle Infrastrutture ), rientra dal punto di vista procedimentale nella legge 443/2001 ( legge obiettivo) e nel suo regolamento attuativo, il d.lgs 190/2002.

Pertanto dal punto di vista procedimentale: la VIA si fa sul progetto preliminare, scompare la Conferenza dei servizi sia istruttoria che decisoria (alla quale partecipava comune e provincia) e il progetto è approvato dal CIPE con l’integrazione del Presidente della Regione.

Erasmo Venosi