Spaventoso incendio nell'area industriale di Taranto



Comunicato stampa

Nella zona dove è previsto il raddoppio della raffineria ieri si sono
vissuti momenti di panico generale.
Un vasto incendio ieri ha lambito le cisterne dell'Agip e ha provocato
l'evacuazione del vicino Ospedale Testa. "Una scena apocalittica, con le
fiamme altissime che si stagliavano a poca distanza dalle nostre
finestre", testimonia il dottor Cosimo Buccoliero del Sert. Una nube di
fumo ha oscurato il cielo e sono andati a fuoco anche materiali plastici
nei pressi dei cassonetti.

Il forte vento ha alimentato un incendio che poteva avere conseguenze
devastanti per la sicurezza dell'intera città.

Questo episodio conferma quanto sia vulnerabile la sicurezza di una
città come Taranto, per legge definita "ad alto rischio di crisi
ambientale".

Ciò nonostante Taranto è scelta per nuovi progetti a rischio.

Grazie alla mobilitazione di noi cittadini il progetto del
rigassificatore è stato da più parti bocciato. Adesso occorre bocciare
anche il progetto di raddoppio della capacità di raffinazione dell'Agip
con conseguente incremento dello stoccaggio del carburante e del rischio
industriale.

Necessita una chiara e diffusa consapevolezza che l'area industriale è
sovraccarica di impianti. Occorre progettare uno sviluppo completamente
diverso per evitare il collasso.

Ma l'incendio di ieri ci porta ad una riflessione ulteriore.
Infatti dalla letteratura scientifica emerge che incendi come questi
sprigionano diossina. Chiediamo un impegno straordinario delle
istituzioni perché venga bloccata ogni potenziale sorgente di diossina.
E' importante informare la popolazione che le anche le stoppie bruciate
o i teloni di plastica delle vigne dati alle fiamme sono fonti di
diossina, come pure gli incendi boschivi.
La protezione civile, la vigilanza e l'informazione devono diventare una
priorità anche perché l'emergenza diossina non sia ulteriormente
aggravata. La stessa autorizzazione integrata ambientale (AIA) deve
sempre più focalizzare la problematica del rischio industriale per
adottare le soluzioni di massima sicurezza.

Ci viene spontaneo far infine notare che, mentre i cittadini sono
soffocati dal fumo degli incendi, non ci sembra una brillante idea
mettere in funzione una ulteriore fonte di incenerimento: un altro
inceneritore (promessoci in continuazione dall'AMIU) supplirebbe
costosamente e nocivamente alle inadempienze macroscopiche della
raccolta differenziata (Taranto è maglia nera regionale in questo
settore). Taranto non può continuare a bruciare e a distruggere anziché
proteggere e recuperare. Una città che brucia è una città senza futuro.

Per il Comitato per Taranto

Salvatore De Rosa
Alessandro Marescotti
Massimo Ruggieri
http://comitatopertaranto.blogspot.com