"Gorizia, 18 marzo: Manifestazione e " presidio di solidarietà contro il CPT di Gradisca



    CPT Gradisca: 18 marzo manifestazione a Gorizia
    <https://www.itaca.coopsoc.it/article.php3?id_article=1021>


      CPT - Guerra: 18 marzo manifestazione a Gorizia

/Appello dell'Assemblea Permanente contro il CPT di Gradisca d'Isonzo/

-  Contro la guerra globale e lo "scontro tra civiltà".
-  Contro il razzismo e i centri di permanenza temporanea.
-  Contro il falso umanitarismo dei mercenari della "Minerva".

*18 MARZO 2006 - MANIFESTAZIONE A GORIZIA E PRESIDIO DI SOLIDARIETÀ A
GRADISCA D'ISONZO*

/Appello dell'Assemblea Permanente contro il CPT di Gradisca d'Isonzo in
occasione della Giornata Internazionale contro la guerra/

Il 18 marzo in tutto il pianeta il movimento contro la guerra scenderà
in piazza in centinaia di città per reclamare la fine del clima
insopportabile di guerra globale permanente che sta invadendo la vita
quotidiana di tutti e tutte.

Da due anni in Friuli Venezia Giulia movimenti, associazioni,
organizzazioni politiche e sindacali, singoli cittadini e cittadine si
battono senza sosta per impedire l'apertura a Gradisca d'Isonzo del più
grande Centro di Permanenza Temporanea per migranti d'Italia, una
struttura progettata - sull'esempio delle carceri speciali tedesche -
non solo per privare della libertà persone senza permesso di soggiorno,
ma per rendere questa prigionia quanto più umiliante possibile,
attraverso un totale isolamento fatto di spazi freddi e asettici, gabbie
anche per l'ora d'aria e per singoli nuclei familiari - prevedendo
l'incarcerazione, illegale di minori -, divisione per genere e etnia,
impossibilità di accesso alla tutela legale e alle regolari procedure
per la richiesta di asilo.

La logica della guerra globale permanente - rafforzata con la retorica
dello "scontro tra civiltà" - nel caso del CPT di Gradisca viene
applicata con scientifica crudeltà alla gestione dei flussi migratori.
Non è certo un'invenzione italiana. E' uno scenario che conosciamo nei
teatri di guerra, dove la vicenda delle torture americane nel carcere di
Abu Ghraib, o i pestaggi dei giovani iracheni da parte dei soldati
britannici sembrano essere solo la punta di un iceberg che per puro caso
emerge alla superficie della visibilità mediatica. Ma lo stesso scenario
si ripete, allucinante, proprio nei paesi paladini della democrazia e
della "libertà": è il caso del carcere statunitense illegale di
Guantanamo, dell'uccisione di 28 migranti africani da parte della
gendarmeria spagnola a Ceuta e Melilla, ma anche della strage di decine
di profughi sudanesi uccisi in dicembre in Egitto. E' per questo che
nelle settimane scorse, tentando di impedire e riuscendo a ritardare
l'apertura -accelerata per motivi elettorali - di questo CPT, abbiamo
gridato più volte "GRADISCA E' GUANTANAMO, QUI E ORA!".

Ma vi è un altro elemento gravissimo che fa sì che l'entrata in funzione
del CPT di Gradisca costituisca una seria e preoccupante ipoteca sul
senso stesso della democrazia in Italia: la gestione del CPT stesso,
affidata alla cooperativa Minerva di Gorizia getta un'ombra sinistra su
tutto il mondo della cooperazione. Nasce così una nuova figura
"professionale", proveniente dall'ambito dei servizi socio-assistenziali
ma con una chiara funzione di controllo e coercizione, che opera nei
nuovi CPT come un vero e proprio CONTRACTOR, una sorta di "mercenario
umanitario", assunto per conto del Ministero degli Interni e preposto
alla gestione, impersonale e disumanizzante, dei "flussi migratori".

A partire da ciò l'Assemblea Permanente ha lanciato il boicottaggio
della Coop Minerva: non solo perché il suo presidente Adriano Ruchini ha
scelto, per puro profitto, di rompere un fronte sociale compatto che
vede movimenti, cooperative, sindacati e istituzioni locali fermamente
contrari al CPT, ma soprattutto perché è inaccettabile che quelli che
dovrebbero essere operatori sociali vengano trasformati in secondini in
un territorio dove molte cooperative sono nate proprio dalla chiusura di
quelle istituzioni totali e disumanizzanti che erano i manicomi.

Accanto a tutto ciò, ricordando le troppe ambiguità e contraddizioni di
parte dello schieramento di centrosinistra su questo tema e dopo
l'arroganza messa in campo da Berlusconi e Pisanu, è urgente e non più
rinviabile che tutti i partiti dell'Unione dicano finalmente con
chiarezza che in caso di vittoria elettorale non tollereranno nemmeno un
giorno di più l'esistenza di strutture simili in Italia.

Abbiamo lottato con tutte le nostre forze per impedire che il CPT di
Gradisca venisse costruito, e malgrado gli spot elettorali del ministro
Pisanu, siamo riusciti a lungo a impedirne l'entrata in funzione. Non a
caso ogni tentativo repressivo e intimidatorio è stato utilizzato per
fermare un amplissimo schieramento contro il CPT che al contrario si è
rafforzato ed è cresciuto, portando anche tutte le amministrazioni
locali a schierarsi per la sua non apertura. Infine il 7 marzo il lager
di Gradisca è entrato in funzione e, a completamento delle manovre
propagandistiche del governo, in tutto il nordest si è scatenata una
caccia all'uomo contro i migranti per riempire questa cattedrale nel
deserto costata più di 15 milioni di euro. Come Assemblea Permanente
contro il CPT non ci sentiamo sconfitti, ma al contrario vogliamo
rilanciare questa lotta come parte di un agire più complessivo che
rifiuta il binomio GUERRA/RAZZISMO assunto come fondamento
dell'ideologia della guerra globale.

Per questo ci sentiamo di proporre, come Assemblea Permanente, di
ampliare e rafforzare la Giornata Internazionale contro la guerra del 18
marzo formulando una proposta alle reti migranti, alle associazioni e ai
movimenti antirazzisti e no war, al mondo della cooperazione, ai partiti
e ai sindacati per questa giornata:

-  partecipazione di una delegazione qualificata e rappresentativa alla
manifestazione già prevista a Roma indetta dal Tavolo nazionale contro
la guerra alla quale l'Assemblea aderisce

-  costruzione per il pomeriggio di una manifestazione a Gorizia che,
muovendo dalla Prefettura e toccando la base militare in cui hanno sede
alcuni contingenti italiani utilizzati in Afghanistan e in Iraq,
raggiunga e circondi la sede della Cooperativa Minerva rinnovando la
richiesta di ritiro della stessa dalla gestione del CPT di Gradisca

-  ripresa, a partire dalla serata, del presidio già indetto dalla
Assemblea Permanente di fronte al CPT di Gradisca d'Isonzo nella forma
di un happening artistico-musicale ma anche di una presenza di
solidarietà attiva con i reclusi nel CPT e la partecipazione del
costituendo Foro legale contro la detenzione amministrativa.

Parallelamente, e su richiesta precisa delle reti antirazziste slovene,
intendiamo aderire e partecipare attivamente alla costruzione della
manifestazione indetta per il mese di aprile dal movimento dei
"cancellati" della Slovenia contro la nuova legge di quel paese sul
diritto d'asilo, ben sapendo che la gestione dei flussi migratori non
può in alcun modo essere ridotta a una questione che riguarda i singoli
stati nazionali.

Assemblea Permanente contro il CPT di Gradisca d'Isonzo
Friuli Venezia Giulia
Pianeta Terra



<https://www.itaca.coopsoc.it/article.php3?id_article=1021>CPT Gradisca: 18
marzo manifestazione a Gorizia

CPT - Guerra: 18 marzo manifestazione a Gorizia

Appello dell'Assemblea Permanente contro il CPT di Gradisca d'Isonzo

 Contro la guerra globale e lo "scontro tra civiltà".
 Contro il razzismo e i centri di permanenza temporanea.
 Contro il falso umanitarismo dei mercenari della "Minerva".

18 MARZO 2006 - MANIFESTAZIONE A GORIZIA E PRESIDIO DI SOLIDARIETÀ A
GRADISCA D'ISONZO

Appello dell'Assemblea Permanente contro il CPT di Gradisca d'Isonzo in
occasione della Giornata Internazionale contro la guerra

Il 18 marzo in tutto il pianeta il movimento contro la guerra scenderà in
piazza in centinaia di città per reclamare la fine del clima insopportabile
di guerra globale permanente che sta invadendo la vita quotidiana di tutti
e tutte.

Da due anni in Friuli Venezia Giulia movimenti, associazioni,
organizzazioni politiche e sindacali, singoli cittadini e cittadine si
battono senza sosta per impedire l'apertura a Gradisca d'Isonzo del più
grande Centro di Permanenza Temporanea per migranti d'Italia, una struttura
progettata - sull'esempio delle carceri speciali tedesche - non solo per
privare della libertà persone senza permesso di soggiorno, ma per rendere
questa prigionia quanto più umiliante possibile, attraverso un totale
isolamento fatto di spazi freddi e asettici, gabbie anche per l'ora d'aria
e per singoli nuclei familiari - prevedendo l'incarcerazione, illegale di
minori -, divisione per genere e etnia, impossibilità di accesso alla
tutela legale e alle regolari procedure per la richiesta di asilo.

La logica della guerra globale permanente - rafforzata con la retorica
dello "scontro tra civiltà" - nel caso del CPT di Gradisca viene applicata
con scientifica crudeltà alla gestione dei flussi migratori. Non è certo
un'invenzione italiana. E' uno scenario che conosciamo nei teatri di
guerra, dove la vicenda delle torture americane nel carcere di Abu Ghraib,
o i pestaggi dei giovani iracheni da parte dei soldati britannici sembrano
essere solo la punta di un iceberg che per puro caso emerge alla superficie
della visibilità mediatica. Ma lo stesso scenario si ripete, allucinante,
proprio nei paesi paladini della democrazia e della "libertà": è il caso
del carcere statunitense illegale di Guantanamo, dell'uccisione di 28
migranti africani da parte della gendarmeria spagnola a Ceuta e Melilla, ma
anche della strage di decine di profughi sudanesi uccisi in dicembre in
Egitto. E' per questo che nelle settimane scorse, tentando di impedire e
riuscendo a ritardare l'apertura -accelerata per motivi elettorali - di
questo CPT, abbiamo gridato più volte "GRADISCA E' GUANTANAMO, QUI E ORA!".

Ma vi è un altro elemento gravissimo che fa sì che l'entrata in funzione
del CPT di Gradisca costituisca una seria e preoccupante ipoteca sul senso
stesso della democrazia in Italia: la gestione del CPT stesso, affidata
alla cooperativa Minerva di Gorizia getta un'ombra sinistra su tutto il
mondo della cooperazione. Nasce così una nuova figura "professionale",
proveniente dall'ambito dei servizi socio-assistenziali ma con una chiara
funzione di controllo e coercizione, che opera nei nuovi CPT come un vero e
proprio CONTRACTOR, una sorta di "mercenario umanitario", assunto per conto
del Ministero degli Interni e preposto alla gestione, impersonale e
disumanizzante, dei "flussi migratori".

A partire da ciò l'Assemblea Permanente ha lanciato il boicottaggio della
Coop Minerva: non solo perché il suo presidente Adriano Ruchini ha scelto,
per puro profitto, di rompere un fronte sociale compatto che vede
movimenti, cooperative, sindacati e istituzioni locali fermamente contrari
al CPT, ma soprattutto perché è inaccettabile che quelli che dovrebbero
essere operatori sociali vengano trasformati in secondini in un territorio
dove molte cooperative sono nate proprio dalla chiusura di quelle
istituzioni totali e disumanizzanti che erano i manicomi.

Accanto a tutto ciò, ricordando le troppe ambiguità e contraddizioni di
parte dello schieramento di centrosinistra su questo tema e dopo
l'arroganza messa in campo da Berlusconi e Pisanu, è urgente e non più
rinviabile che tutti i partiti dell'Unione dicano finalmente con chiarezza
che in caso di vittoria elettorale non tollereranno nemmeno un giorno di
più l'esistenza di strutture simili in Italia.

Abbiamo lottato con tutte le nostre forze per impedire che il CPT di
Gradisca venisse costruito, e malgrado gli spot elettorali del ministro
Pisanu, siamo riusciti a lungo a impedirne l'entrata in funzione. Non a
caso ogni tentativo repressivo e intimidatorio è stato utilizzato per
fermare un amplissimo schieramento contro il CPT che al contrario si è
rafforzato ed è cresciuto, portando anche tutte le amministrazioni locali a
schierarsi per la sua non apertura. Infine il 7 marzo il lager di Gradisca
è entrato in funzione e, a completamento delle manovre propagandistiche del
governo, in tutto il nordest si è scatenata una caccia all'uomo contro i
migranti per riempire questa cattedrale nel deserto costata più di 15
milioni di euro. Come Assemblea Permanente contro il CPT non ci sentiamo
sconfitti, ma al contrario vogliamo rilanciare questa lotta come parte di
un agire più complessivo che rifiuta il binomio GUERRA/RAZZISMO assunto
come fondamento dell'ideologia della guerra globale.

Per questo ci sentiamo di proporre, come Assemblea Permanente, di ampliare
e rafforzare la Giornata Internazionale contro la guerra del 18 marzo
formulando una proposta alle reti migranti, alle associazioni e ai
movimenti antirazzisti e no war, al mondo della cooperazione, ai partiti e
ai sindacati per questa giornata:

 partecipazione di una delegazione qualificata e rappresentativa alla
manifestazione già prevista a Roma indetta dal Tavolo nazionale contro la
guerra alla quale l'Assemblea aderisce

 costruzione per il pomeriggio di una manifestazione a Gorizia che,
muovendo dalla Prefettura e toccando la base militare in cui hanno sede
alcuni contingenti italiani utilizzati in Afghanistan e in Iraq, raggiunga
e circondi la sede della Cooperativa Minerva rinnovando la richiesta di
ritiro della stessa dalla gestione del CPT di Gradisca

 ripresa, a partire dalla serata, del presidio già indetto dalla Assemblea
Permanente di fronte al CPT di Gradisca d'Isonzo nella forma di un
happening artistico-musicale ma anche di una presenza di solidarietà attiva
con i reclusi nel CPT e la partecipazione del costituendo Foro legale
contro la detenzione amministrativa.

Parallelamente, e su richiesta precisa delle reti antirazziste slovene,
intendiamo aderire e partecipare attivamente alla costruzione della
manifestazione indetta per il mese di aprile dal movimento dei "cancellati"
della Slovenia contro la nuova legge di quel paese sul diritto d'asilo, ben
sapendo che la gestione dei flussi migratori non può in alcun modo essere
ridotta a una questione che riguarda i singoli stati nazionali.

Assemblea Permanente contro il CPT di Gradisca d'Isonzo
Friuli Venezia Giulia
Pianeta Terra