Portogruaro - Badanti in 160 imparano a "prendersi cura" degli anziani (1859)



Valorizzato il ruolo dell’assistenza a domicilio

Badanti e familiari hanno imparato a "PrendersiCura" degli anziani

Successo per il partenariato tra Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale, Servizi sociali e Itaca

 

 

Portogruaro

 

Centosessanta partecipanti complessivi distribuiti in sette edizioni con un massimo di 30 partecipanti ad ogni corso, la più parte dei quali badanti. Un’ottantina i partecipanti di origine straniera provenienti per lo più dall’Est Europa, oltre che da Marocco, Nigeria, Brasile, Albania, Polonia, Russia Sono alcuni dei numeri dell’articolato percorso formativo attivato recentemente attraverso un partenariato tra Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale, Servizi sociali dei Comuni coinvolti e Cooperativa sociale Itaca, che si è occupata della fase operativa. Nel nostro Paese si sta diffondendo infatti sempre più la presenza di badanti straniere per l'assistenza alle persone non autosufficienti a domicilio. Affinché questa esperienza abbia un risvolto positivo è importante passare attraverso un percorso formativo che aiuti le badanti stesse, ma anche i familiari, che vivono un forte coinvolgimento emotivo nell’attività di assistenza e cura.

 

Sono stati questi i presupposti dai quali è nato il progetto “PrendersiCura”, progettato dai Servizi sociali di Portogruaro (ente capofila del partenariato), finanziato dalla Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale, nell’ambito del progetto di integrazione sociale e scolastica degli immigrati non comunitari denominato “Arcobaleno della cittadinanza”, e gestito dalla Cooperativa Itaca di Pordenone. Sono stati pianificati dei percorsi della durata di 12 ore ciascuno in sette sedi del Veneto Orientale nel periodo tra giugno e luglio, suddivisi in 6 incontri da 2 ore ciascuno.

Le diverse edizioni del corso si sono tenute a Cesarolo (per i comuni di San Michele al Tagliamento, Fossalta di Portogruaro, Teglio Veneto e Gruaro), Portogruaro (per Portogruaro e Concordia Sagittaria), Pramaggiore (per Pramaggiore, Annone Veneto e Cinto Caomaggiore), Santo Stino di Livenza (Santo Stino di Livenza, Torre di Mosto e Caorle), San Donà di Piave (per San Donà di Piave, Noventa di Piave e Ceggia), Jesolo (per Jesolo ed Eraclea) e Fossalta di Piave (per Fossalta di Piave, Meolo, Musile).

 

Sul piano organizzativo una delle esigenze espresse dai Comuni interessati è stata la realizzazione di un piano di sostituzioni dei partecipanti alla formazione, operazione di cui è stata investita l’area Anziani della Cooperativa sociale Itaca che ha assicurato - anche grazie al considerevole sforzo messo in campo dalle socie - interventi al domicilio dell’utenza residente in tutti i Comuni interessati dall’intervento formativo e per tutta la durata del percorso.

Sul piano più strettamente didattico, della progettazione degli interventi si è incaricato l’ufficio Formazione della stessa Itaca, che l’ha realizzata in collaborazione e secondo le linee guida espresse dai Servizi sociali dei Comuni coinvolti nel progetto.

Agli operatori di Itaca (assistenti domiciliari, addetti all’assistenza, Oss, psicologi, fisioterapisti, infermieri) è stata affidata la docenza dei corsi, coadiuvati in questo da una equipe di mediatori linguistici (anch’essi soci della Cooperativa), presenti in aula nella veste di facilitatori nell’acquisizione dei contenuti affrontati da parte degli oltre 80 partecipanti stranieri provenienti per lo più dall’Est Europa, oltre che da Marocco, Nigeria, Brasile, Albania, Polonia, Russia.

 

La presenza di provenienze geografiche e culturali così variegate all’interno dello stesso gruppo classe ha determinato per le docenze l’adozione di un linguaggio il più possibile semplice, corredato da presentazioni ricche di immagini, senza mai scadere nel semplicismo e senza eludere quelle che sono le questioni di fondo del lavoro a domicilio, che presuppone la padronanza di concetti teorici e strumenti operativi in continua integrazione fra loro.

L’intervento si è rivolto finanche ai familiari degli utenti, cui sono stati forniti suggerimenti utili per vivere in maniera serena il ruolo di caregiver, i concetti base della demenza, le conseguenze e le dinamiche comportamentali, relazionali ed emotive che ne conseguono.

 

Nel corso di ciascun intervento si è cercato di affrontare i diversi aspetti rilevanti nel lavoro di cura ed assistenza, grazie al sostegno dei componenti del gruppo classe: dopo una prima introduzione generale sul panorama ed il funzionamento della rete dei servizi sociali (sistema questo all’interno del quale gli assistenti devono sapersi collocare come attori consapevoli del proprio ruolo), si è approfondita la dimensione della comunicazione come passo fondamentale per la rivalutazione del ruolo dell’assistente all’interno della famiglia ospitante.

Nel corso di questo modulo è emersa con forza da parte di alcuni partecipanti la richiesta di suggerimenti per favorire l’accettazione e la valorizzazione del ruolo dell’assistente da parte dei familiari dell’utenza, un problema questo dove spesso giocano un ruolo fondamentale le difficoltà linguistiche e le differenti sensibilità culturali da una parte ed il carico emotivo dei familiari dall’altra.

Significativo da questo punto di vista il titolo dato all’iniziativa: “Prendersi cura” è infatti l’atteggiamento di fondo proposto a chi vuole fare e a chi si trova a svolgere un lavoro assistenziale di base, prendersi cura come “pre-occuparsi”, “aver cura di...”, interessarsi premurosamente all’altro e al contesto in cui si svolge la relazione di aiuto.

 

Gli altri contenuti hanno riguardato il profilo igienico-sanitario ed infermieristico (nell’ambito dei quali sono state approfonditi persino gli aspetti di primo soccorso e le tecniche di igiene e assistenza), quello della movimentazione dei carichi e della mobilizzazione della persona, quello della sicurezza domestica inoltrandosi persino in un “micromodulo” di cucina italiana, utile non solo per l’acquisizione di informazioni circa la conservazione e la preparazione degli alimenti, ma anche per stimolare nei discenti una riflessione su come, anche attraverso il cibo e la gastronomia, sia possibile e persino auspicabile realizzare un intervento assistenziale efficace.

 

“L’ospitalità e la fiducia ricevute dagli anziani accogliendoci come se ci conoscessero da sempre ci hanno ripagato dello sforzo compiuto per raggiungere zone spesso lontane dalle nostre abituali aree d’intervento”: è stato questo il commento unanime raccolto dal gruppo delle assistenti domiciliari impegnate nelle sostituzioni dei frequentanti. Entusiasti i commenti degli stessi partecipanti, attenti, premurosi, curiosi, e dei docenti: grande impegno e grande interesse sono stati manifestati da entrambe le parti per una dimensione, quella dell’assistenza a domicilio, che necessita sempre più di informazione e formazione specifica.

Tra i nodi da sciogliere per una eventuale seconda edizione del progetto, verosimilmente i disturbi e le modalità di comportamento nelle persone affette da demenza, le strategie per il mantenimento del benessere psico-relazionale della persona e, quindi, le modalità di attuazione di interventi rivolti alla salvaguardia delle potenzialità e delle funzionalità presenti nell'anziano così come nel disabile, non necessariamente anziano.

 

Fabio Della Pietra

Ufficio Stampa

Cooperativa sociale Itaca

Pordenone

www.itaca.coopsoc.it

Prot. 1859