Telegrammi. 360



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 360 del 31 ottobre 2010

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Movimento Nonviolento: Un resoconto dal congresso in corso

2. Il programma del XXIII Congresso nazionale del Movimento Nonviolento oggi e domani

3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Barberino Bavarozzi

4. Marco Ambrosini, Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Eva Lotz

5. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Mauro Morucci

6. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Giorgio Nebbia

7. Per sostenere il Movimento Nonviolento

8. "Azione nonviolenta"

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: UN RESOCONTO DAL CONGRESSO IN CORSO

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e volentieri diffondiamo]

 

La prima giornata di lavori del congresso del Movimento Nonviolento e' iniziata nel migliore dei modi. Il primo atto e' stata la premiazione degli studenti del liceo artistico di Brescia, che hanno realizzato i bozzetti per il manifesto del congresso. Le classi coinvolte nel progetto erano presenti al completo, accompagnate dai professori e dal preside dell'istituto. E' stata consegnata una targa, insieme al distintivo del Movimento Nonviolento (la spilla della due mani che spezzano il fucile), e copie del libro di Aldo Capitini "Italia nonviolenta". Durante la cerimonia, veniva trasmessa la canzone Imagine di John Lennon, come sottofondo musicale, e sullo schermo passavano le gigantografie di Gandhi, King, Capitini e Langer.

La relazione introduttiva del presidente Daniele Lugli ha ben rappresentato l'ampio orizzonte nel quale si muove la nonviolenza italiana. La crisi economica, la crisi istituzionale, la crisi morale e politica in cui il paese sta precipitando, ha creato assuefazione al peggio. Il paragone con l'avvento del fascismo nel secondo decennio del secolo scorso non e' azzardato. La strada per uscirne e' quella indicata da Capitini e dal suo antifascismo nonviolento...

La relazione del segretario Mao Valpiana e' stata incentrata sugli strumenti necessari al Movimento per agire. La nonviolenza non esiste senza un'azione nonviolenta capace di incidere sulla realta'. Al centro dell'agire sono le persone, convinte e convincenti, la vera forza del Movimento.

La mattinata si e' conclusa con la proiezione di un video di Alexander Langer sulla convivenza fra le culture.

Nel pomeriggio si e' aperto il dibattito generale, che ha visto anche molti interventi di saluti da parte di associazioni del mondo pacifista (Pax Christi, Mir, Fondazione Capitini, Tavola per la Pace, Banca Etica, ecc.).

 

2. INCONTRI. IL PROGRAMMA DEL XXIII CONGRESSO NAZIONALE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO OGGI E DOMANI

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e volentieri diffondiamo]

 

XXIII Congresso nazionale del Movimento Nonviolento "La nonviolenza per la citta' aperta" Brescia, 29-31 ottobre - primo novembre 2010.

Tutti i lavori si svolgono presso il Centro Saveriano di Animazione Missionaria, via Piamarta, 9 (zona via dei Musei).

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Programma

Domenica 31 ottobre

- ore 9,30: Apertura lavori.

- ore 10-13: Lavori delle commissioni (n. 1, 2, 3).

- ore 13: Pranzo.

- ore 15: Lavori  delle commissioni (n. 4, 5, 6).

- ore 18: Dibattito in plenaria sulle commissioni.

- ore 21: Cena e serata libere (con probabile visita guidata al Castello o alla citta').

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Lunedi' primo novembre

- ore 9: Presentazione dei risultati delle commissioni; dibattito.

- ore 11: Votazioni delle mozioni emerse dalle sei commissioni.

- ore 12: Votazione della mozione generale; elezioni del Presidente, del Comitato Direttivo, del Comitato di Coordinamento.

- ore 13: Conclusioni.

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Si ricorda che il Congresso del Movimento Nonviolento e' aperto a tutti, ma possono votare solo gli iscritti.

Per informazioni: Movimento Nonviolento, sede nazionale, tel. 0458009803, Centro per la Nonviolenza di Brescia, tel. 0303229343.

Nel numero di agosto-settembre di "Azione nonviolenta" sono state pubblicate le tracce di lavoro delle Commissioni, cosi' che ogni congressista possa partecipare in modo adeguato e portando un fattivo contributo. Il Congresso e' il massimo organo decisionale del Movimento. E' il momento di sintesi e valutazione del lavoro fatto, e di programmazione del lavoro futuro. Gli iscritti assumono la responsabilita' di contribuire - ognuno come puo' - alla realizzazione degli impegni comuni.

 

3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO BARBERINO BAVAROZZI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Barberino Bavarozzi.

Marco Ambrosini, Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Barberino Bavarozzi e' un vecchio amico di questo foglio]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Innanzitutto per una ragione politica: la lotta di liberazione dell'umanita' dalle molteplici forme di flagrante ingiustizia che la opprimono e umiliano non potra' avere esito positivo se non sara' nonviolenta; tutte le esperienze storiche novecentesche lo dimostrano "modo negativo". Ma tutte le sconfitte non dimostrano che la rivoluzione necessaria - e necessariamente nonviolenta - sia impossibile: dimostrano solo che e' ancora il nostro orizzonte, il "non ancora" ancora realizzabile. Inoltre per una ragione morale: proprio perche' sento dentro di me una fortissima spinta al rigore intellettuale e morale, all'intransigenza "azionista" nella lotta politica, ebbene, la scelta della nonviolenza mi aiuta a temperarla con un atteggiamento misericordioso nei confronti degli altri, fallibilista nei confronti di ogni riflessione, aperto alla meraviglia e al mutamento, primieramente rispettoso della vita. Infine per una ragione intellettuale: solo la nonviolenza lotta adeguatamente, coerentemente, efficacemente contro la violenza e la menzogna; solo la nonviolenza autenticamente schiude all'incontro del novum e dell'altro e del se'; solo la nonviolenza favorisce un accesso empatico, accudente, libero e fecondo alla relazione, alla complessita' e alla pluralita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Barberino Bavarozzi: Hannah Arendt e Simone Weil, sapienti di tutta la sapienza politica e morale; e ancora Virginia Woolf e Simone de Beauvoir; Rosa Luxemburg e Luce Fabbri; Franca Ongaro Basaglia e Silvia Vegetti Finzi; Anna Bravo e Maria G. Di Rienzo; Vandana Shiva.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Barberino Bavarozzi: Infiniti. Se non ha avuto gia' la fortuna di averli letti, legga quel giovane Cervantes, Melville, Kafka; I miserabili, le tragedie di Shakespeare, la Commedia dantesca; Tucidide, Tacito, le Operette morali di Leopardi; le Lettere a Lucilio, Giobbe e Qohelet; i tragici greci, Mary Wollstonecraft, Franco Basaglia; Raul Hilberg, Arcipelago Gulag, Kapuscinski; Fuenteovejuna, Germinal, le lettere dei condannati a morte della Resistenza; Arguedas, Jean Amery, tutte le Antigoni; i Delitti esemplari di Max Aub, gli atti del processo a don Milani raccolti col titolo L'obbedienza non e' piu' una virtu', gli scritti di Voltaire contro la guerra e contro l'intolleranza (ovvero tutti gli scritti di Voltaire); Montaigne, Pascal e Balducci; Svevo, Fanon, Bateson; la Storia della colonna infame, tutto Dostoevskij e tutto Tolstoj; Maria Montessori, Paulo Freire, Ivan Illich; la Bibbia, i sonetti romaneschi del Belli, Levi-Strauss; Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, l'autobiografia di Nelson Mandela, gli Scritti sulla nonviolenza di Aldo Capitini; Walter Binni, Sebastiano Timpanaro, Renato Solmi. Quanto alle biblioteche: oltre i gia' citati, tutto di Guenther Anders; tutto di Hannah Arendt; le poesie di Ingeborg Bachmann; Simone de Beauvoir, Il secondo sesso; Il principio speranza di Ernst Bloch; qualunque cosa di Norberto Bobbio; tutto di Heinrich Boell; Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa; di Bertolt Brecht quel che si trova; di Albert Camus soprattutto La peste e L'uomo in rivolta; Elias Canetti, Massa e potere; tutto di Danilo Dolci, ma almeno Esperienze e riflessioni e Creatura di creature; di Erasmo almeno il Dulce bellum inexpertis e la Querela pacis, ma anche i Colloquia con cui ogni persona puo' imparare a parlare, ad ascoltare, a capire; tutti i libri di Eduardo Galeano e particolarmente Memoria del fuoco; Allen Ginsberg, particolarmente l'antologia Jukebox all'idrogeno; Giulio Girardi, Sandinismo, marxismo, cristianesimo: la confluenza; gli scritti sull'ecologia di Andre' Gorz; Robert Jungk; Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell'umanita'; la Brevissima relazione di Bartolome' de Las Casas; tutte le opere di Primo Levi; Emmanuel Levinas; Maurice Merleau-Ponty, Umanismo e terrore; le cose fondamentali di Emmanuel Mounier; Franca Ongaro Basaglia; Erich Maria Remarque; l'autobiografia di Bertrand Russell; tutto di Vandana Shiva; tutto di Tzvetan Todorov e particolarmente Memoria del male, tentazione del bene; Silvia Vegetti Finzi; la Cassandra e la Medea di Christa Wolf; Una stanza tutta per se' e Le tre ghinee di Virginia Woolf. E ancora: Auerbach, Bachtin, Buber; Cesare Luporini, Franco Fortini, Rossana Rossanda; le lettere dal carcere e i quaderni di Gramsci, i Manoscritti economico-filosofici del giovane Marx, Rosa Luxemburg; Saba, Montale, tutte le opere di Franco Venturi. A voler dire un libro solo: la Bibbia, per chi legge il francese nella traduzione di Andre' Chouraqui.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Barberino Bavarozzi: nel mondo, le lotte delle donne per la liberta' comune e per la difesa della biosfera, da Aung San Suu Kyi a Vandana Shiva, da Shirin Ebadi a Wangari Maathai, a infinite altre. In Italia innanzitutto l'opposizione alla guerra e al colpo di stato razzista: ma sono iniziative che pressoche' nessuno conduce col necessario impegno e col necessario rigore; vi e' quasi solo la predicazione di questo foglio, ripetitiva e noiosa come tutte le voci clamantes in deserto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Barberino Bavarozzi: In verita' in ogni campo la nonviolenza gia' agisce, attraverso l'azione di persone che sovente di nonviolenza non hanno mai neppure sentito parlare e che si meraviglierebbero come monsieur Jourdain se qualcuno dicesse loro che cio' che stanno facendo e' esattamente cio' che qui si chiama nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Barberino Bavarozzi: Non so se e' inelegante rispondere cosi', riprendendo in guisa di schidionata alcuni dei termini in cui sono state formulate le domande gia' riprodotte in molte precedenti interviste: la nonviolenza e' il femminismo, l'ecologia, l'impegno antirazzista e la lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la lotta antimafia, la corrente calda delle lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse e delle lotte di liberazione dei popoli oppressi; e' l'impegno di pace con mezzi di pace, e' antimilitarismo e disarmo; e' impegno diretto e concreto per il diritto alla salute e all'assistenza, alla condivisione e alla solidarieta', che inveri tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani; e' educazione alla civile convivenza; percezione dell'unita' dell'umanita', politica della vita quotidiana, cura del territorio in cui si vive e delle persone con cui si vive, intercultura e conoscenza di se'; rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra"; riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia; stile di vita sobrio e sostenibile, coscienza del limite, fallibilismo. La nonviolenza? e' lotta come amore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Barberino Bavarozzi: La nonviolenza eredita i grandi acquisti delle rivoluzioni storiografiche otto-novecentesche, dalla storiografia marxista alla scuola delle "Annales", all'impatto sulle scienze storiche delle prassi, dei metodi e delle riflessioni dell'antropologia (levi-straussiana in primis) e piu' in generale delle scienze umane, al portato delle lotte dei movimenti di liberazione contemporanei (anticoloniali, femministi, ecologisti...).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Barberino Bavarozzi: La persuasione - e quindi la capacita' di essa inveratrice - che e' possibile sempre raggiungere delle decisioni col consenso di tutti gli attori coinvolti. Nella storia di solito ci si adopera a tal fine dopo le guerre, tra i superstiti; la nonviolenza sa che e' possibile farlo prima e invece delle guerre.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Barberino Bavarozzi: A costo di apparire un vecchio barbogio, lo sciopero generale. Poi: lo sciopero alla rovescia, una delle forme di lotta piu' immediatamente ed evidentemente costruttive, dalle rilevantissime implicazioni anche sul piano concettuale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Come una progressiva presa di coscienza agita nel nesso con la prassi. I suoi primi modelli sono Antigone e Socrate.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Barberino Bavarozzi: Essendo l'azione diretta nonviolenta il cuore della nonviolenza in quanto lotta concreta e coerente contro la violenza, la preparazione personale a questo agire e' elemento e passaggio decisivo per compiere la scelta della nonviolenza non solo sul piano mentale e interiore, ma come forma di azione pratica sulla realta' sociale, come impegno realmente politico (e la nonviolenza e' dal mio punto di vista eminentemente lotta politica, coscienza politica, azione politica, programma politico: ovvero afferente alla vita in comune dell'umanita' in un mondo che e' uno e di tutti, delle presenti, passate e future generazioni). Uno strumento di lavoro formativo assai utile e' il Decalogo di Kieslowski (la visione e discussione dei dieci film, ma anche la lettura e discussione della sceneggiatura, nel volume di Kieslowski e Piesiewicz); altri libri utili: Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta; Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza; Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza; Maria G. Di Rienzo, Monica Lanfranco, Donne disarmanti; Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta; Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, I conflitti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Questo notiziario telematico quotidiano; la rivista mensile "Azione nonviolenta"; i "Quaderni Satyagraha"; tra le case editrici le Edizioni cultura della pace (Ecp); le Edizioni Gruppo Abele (Ega), le Edizioni Missionarie Italiane (Emi); le Edizioni Qualevita; Gandhi Edizioni; La Meridiana; la Libreria Editrice Fiorentina; ma con l'avvertenza che non pochi libri pubblicati da talune di queste benemerite case editrici sono scandalosamente scadenti; libri molto buoni pubblica sovente Bollati Boringhieri; tra le case editrici storiche (novecentesche) della cultura italiana Einaudi e Laterza hanno pubblicato molti utili libri (ma proprio l'amatissima Laterza ha recentemente pubblicato un pessimo libro contro la nonviolenza, capita anche questo).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Forse qui e' preferibile stendere un pietoso velo di silenzio. In questo specifico campo mi sembra che nell'ambito dell'educazione informale si fa molto di piu' che nelle istituzioni preposte al diritto allo studio. Tra le esperienze-guida, ovviamente il lavoro di Mario Lodi che tuttora prosegue; quello di Danilo Dolci; la scuola di Barbiana...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Barberino Bavarozzi: Propenderei per il no. Potrebbe essere utile tuttavia una collaborazione su singole campagne e una frequente consultazione comune, ad esempio per evitare di intraprendere iniziative che possano essere di nocumento ad altre gia' esistenti e di non minor valore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Barberino Bavarozzi: Bisognerebbe innanzitutto fare un'opera di ecologia della comuncazione, riducendo la produzione e propalazione di scempiaggini e farneticazioni. Invitando a cianciare di meno e a leggere di piu' e meglio. Invece di continuare a compilare diecimila manualetti e volantoni sovente deliranti sulla globalizzazione neoliberista o sull'azione diretta nonviolenta non sarebbe meglio leggere o rileggere il Critone di Platone, il Contr'uno di Etienne de La Boetie, il Manifesto marx-engelsiano, La guerra dei poveri di Nuto Revelli, Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt? Invece di ammannire bolsi predicozzi senza venusta' veruna e di una banalita' che e' peggiore della menzogna, non sarebbe meglio rileggere i Demoni di Dostoevskij o i Minima moralia o Arcipelago Gulag? Invece di flautare nebulosi elogi di una nonviolenza che svapora zuccherosa nel "volemose bene" senz'arte ne parte, non sarebbe meglio guardare in faccia l'orrore della violenza e cosi' approntare i propri e comuni necessari strumenti di resistenza leggendo Guenther Anders, Franca Ongaro Basaglia, Primo Levi?

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Barberino Bavarozzi: Dei movimenti sociali la nonviolenza e' la principale risorsa sul piano delle tecniche organizzative, deliberative, operative; sarebbe bene ne fosse anche l'autocoscienza e il metro di valutazione delle scelte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

- Barberino Bavarozzi: La nonviolenza deve farsi giuriscostituente, ispiratrice di diritto e di istituti giuridici, gestrice degli ordinamenti sociali, governo della cosa pubblica. Il nesso nonviolenza-istituzioni e' la frontiera decisiva del nostro lavoro. Non si parte da zero: tanta parte del lavoro dell'Onu (della parte migliore del lavoro dell'Onu); la Dichiarazione universale dei diritti umani; il lavoro di insigni giuristi e filosofi del diritto da Norberto Bobbio a Luigi Ferrajoli; ebbene, questi ed innumerevoli altri apporti forniscono gia' strumenti e materiali, modelli interpretativi, strumentazioni metodologiche, proposte applicative, verifiche empiriche. Un'esperienza come quella della Commissione per la verita' e la riconciliazione presieduta da Desmond Tutu in Sudafrica fornisce la prova provata della possibilita' concreta di una gestione nonviolenta finanche del diritto penale. E la storia del costituzionalismo moderno e' in re ipsa la storia stessa dell'espansione della scelta della nonviolenza nelle strutture stesso degli ordinamenti giuridici progressivamente vieppiu' democratici.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Barberino Bavarozzi: Un militante politico della sinistra novecentesca che dagli anni Settanta del secolo scorso colse l'indispensabilita' della scelta della nonviolenza per il movimento di liberazione dell'umanita' e di preservazione della biosfera.

 

4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. MARCO AMBROSINI, PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO EVA LOTZ

[Ringraziamo Marco Ambrosini (per contatti: agrcasetta at inventati.org), Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Eva Lotz.

Marco Ambrosini, Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Eva Lotz e' nata in Germania, ma vive da molti anni in Italia, in un ecovillaggio in Toscana, Upacchi; e' facilitatrice di "comunicazione ecologica". Si veda anche la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Marco Ambrosini, Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?

- Eva Lotz: La nonviolenza e' per me un atteggiamento di rispetto e di cura per ogni essere.

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- Marco Ambrosini, Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali sono le personalita' e le esperienze a suo parere piu' significative della nonviolenza?

- Eva Lotz: Certamente la personalita' piu' nota e' l'inventore della nonviolenza, il Mahatma Gandhi, poi ho conosciuto personalmente tante persone impegnate nell'educazione alla nonviolenza, anche se non la definiscono necessariamente con questo nome, insegnanti, terapeuti, o persone che vivono in maniera nonviolenta, che hanno scelto uno stile di vita sobrio e che si rifiutano di stare dalla parte di un'economia sfruttatrice.

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- Marco Ambrosini, Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa consiglierebbe di leggere sulla nonviolenza?

- Eva Lotz: Sicuramente le opere di Gandhi, libri sulla comunicazione nonviolenta, ma anche tante cose che non portano esplicitamente il titolo della nonviolenza, ma che diffondono piu' o meno lo stesso approccio alla comunicazione e alle relazioni, sulla comunicazione ecologica, l'analisi transazionale, la psicosintesi...

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- Marco Ambrosini, Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze o iniziative nonviolente a suo parere oggi meritano maggior sostegno ovvero meriterebbero di essere intraprese?

- Eva Lotz: Meritano sostegno tutte le forme di educazione e di iniziativa che aumentano l'autoconsapevolezza e le capacita' relazionali di ogni singola persona. Io non credo tanto in iniziative che coinvolgono una gran massa di persone, credo di piu' in un lavoro impegnato in uno sviluppo continuo delle proprie capacita' di gestire le emozioni ed il conflitto, che puo' essere esteso anche al livello del gruppo. Come iniziative per creare una societa' nonviolenta mi piaciono tutte le forme di aggregazione sociale e di convivenza alternative alla cultura consumistica prevalente che ritengo molto violenta, per esempio gli ecovillaggi.

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- Marco Ambrosini, Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Eva Lotz: Sono Eva Lotz, ha 51 anni, sono di origine tedesca, ma da tanti anni abitante in Italia, in Toscana, in un piccolo (eco) villaggio insieme ad altre dieci famiglie. Mi occupo della mia casa, del mio figlio, della mia terra, di insegnamento della lingua tedesca, di formazione in comunicazione ecologica, di counseling relazionale e degli ecovillaggi.

 

5. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO MAURO MORUCCI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Mauro Morucci.

Per un breve profilo di Mauro Morucci si veda la risposta all'ultima domanda di qusta intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?

- Mauro Morucci: L'unico metodo davvero "rivoluzionario" per affrontare e risolvere conflitti di ogni genere.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali sono le personalita' e le esperienze a suo parere piu' significative della nonviolenza?

- Mauro Morucci: Gesu', Gandhi, Martin Luther King, Lorenzo Milani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa consiglierebbe di leggere sulla nonviolenza?

- Mauro Morucci: Tutto quello che hanno scritto e detto le personalita' indicate. Non e' nello specifico un testo sulla nonviolenza ma suggerisco a tutti di leggere "Lettera a una professoressa" della scuola di Barbiana.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze o iniziative nonviolente a suo parere oggi meritano maggior sostegno ovvero meriterebbero di essere intraprese?

- Mauro Morucci: In Italia mi viene da pensare subito a Emergency, ma ce ne sono molte. Ammiro molto l'attivita' di alcuni religiosi come don Ciotti, don Gallo, e molti altri - sconosciuti all'opinione pubblica come del resto lo era don Puglisi - impegnati nelle zone del nostro Paese controllate dalla criminalita'. In generale credo meritino sostegno le molte iniziative portate avanti da persone coerenti che - a causa del loro comportamento lineare - sono inevitabilmente e colpevolmente messe ai margini.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Mauro Morucci: Sono nato a Viterbo nel 1970 dove - a parte il periodo universitario e una triennale esperienza lavorativa tra Cagliari e Milano - ho sempre vissuto e operato occupandomi di editoria, comunicazione ed eventi culturali. Provo a essere il piu' indipendente possibile (tutto il resto e' vanita').

 

6. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO GIORGIO NEBBIA

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Giorgio Nebbia.

Giorgio Nebbia, nato a Bologna nel 1926, docente universitario di merceologia, gia' parlamentare, impegnato nei movimenti ambientalisti e pacifisti, e' una delle figure di riferimento della riflessione e dell'azione ecologista nel nostro paese. Dal sito di Peacelink riprendiamo la seguente piu' ampia scheda: "Giorgio Nebbia, nato a Bologna nel 1926, professore ordinario di merceologia dell'Universita' di Bari dal 1959 al 1995, ora professore emerito, e' stato deputato e senatore della sinistra indipendente. Giorgio Nebbia si e' dedicato all'analisi del ciclo delle merci, cioe' dei materiali utilizzati e prodotti nel campo delle attivita' umane, agricole e industriali. Nel settore dell'utilizzazione delle risorse naturali ha condotto ampie ricerche sull'energia solare, sulla dissalazione delle acque e ha contribuito all'elaborazione dell'analisi del flusso di acqua e materiali nell'ambito di bacini idrografici. Nel corso delle sue ricerche, di ambito nazionale e internazionale, ha studiato il rapporto fra le attivita' umane e il territorio, con particolare riferimento al metabolismo delle citta', allo smaltimento dei rifiuti e al loro recupero, ai consumi di energia. Giorgio Nebbia e' autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche e di alcuni libri divulgativi: L'energia solare e le sue applicazioni (Feltrinelli); Risorse merci materia (Cacucci); Il problema dell'acqua (Cacucci); Sete (Editori Riuniti); La merce e i valori. Per una critica ecologica del capitalismo (Jaca Book). Si e' occupato inoltre di storia della tecnica ed ha fatto parte di commissioni parlamentari sulle condizioni di lavoro nell'industria. E' unanimemente considerato tra i fondatori e i principali esponenti dell'ambientalismo in Italia". Tra le sue molte pubblicazioni segnaliamo particolarmente: Lo sviluppo sostenibile, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1991; La merce e i valori. Per una critica ecologica del capitalismo, Jaca Book, Milano; cfr. anche: Il problema dell'acqua, Cacucci, Bari 1965, 1969; La societa' dei rifiuti, Edipuglia, Bari 1990; Sete, Editori Riuniti, Roma 1991; Alla ricerca di un'Italia sostenibile, Tam tam libri, Mestre 1997; La violenza delle merci, Tam tam libri, Mestre 1999; tra le opere recenti: con Virginio Bettini (a cura di), Il nucleare impossibile. Perche' non conviene tornare al nucleare, Utet Libreria, Torino 2009. Si veda anche la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Giorgio Nebbia: Nel 1960 avevo 34 anni, ero sposato e avevo un figlio di 6 anni. Erano gli anni di Kennedy e Krusciov, della continua serie di esplosioni di bombe nucleari nell'atmosfera, dell'incubo della bomba atomica e delle speranze di distensione fra Stati Uniti e Urss. Erano gli anni di Giovanni XXIII, di don Milani e del Concilio Vaticano II che ho vissuto - da cattolico abbastanza freddo e poco osservante - come una grande rivoluzione: il prete che parla al popolo di Dio, in faccia, il Vangelo e l'Antico Testamento spiegati in italiano a chiare lettere, dopo anni che il Vangelo era stato biascicato dal prete per conto suo. Erano gli anni della guerra del Vietnam con nuove parole di violenza: napalm, pesticidi versati sui campi di riso; ma risuonavano anche vecchie e nuove parole che parlavano di pace e contro la violenza delle armi. Erano gli anni delle lotte per l'indipendenza dei popoli coloniali e della lotta alla segregazione dei neri negli Stati Uniti e in Sud Africa.

I primi anni Sessanta hanno visto anche le contestazioni contro le frodi alimentari: non ricordo se consapevolmente o no, adesso riconosco che era anche quella una forma di protesta contro la violenza contenuta nelle merci, nel modo in cui sono fatte e vendute, nel consumismo.

In queste condizioni quando ho udito la parola nonviolenza, quando ho visto i distintivi con le mani che spezzavano il fucile (ne conservo ancora qualche esemplare) mi e' apparsa aperta una strada da seguire e da non abbandonare piu', nella vita quotidiana, nell'insegnamento, nello studio, nello scrivere e parlare. Devo dire che non sono stato attivo nel movimento ma che il concetto di nonviolenza ha permeato (almeno spero) il mio agire. Nei primi anni Settanta la violenza era anche nelle Universita' dove insegnavo e credo di essere stato sempre a favore dei movimenti degli studenti nella loro protesta contro la violenza che certamente permeava anche il mondo accademico.

Ancora piu' chiaro mi e' apparso il significato della nonviolenza quando sono stato attivo nei movimenti di contestazione "ecologica" nella lotta contro l'inquinamento, lo sfruttamento della natura, nelle sue varie forme, dagli incidenti nelle fabbriche, al nucleare.

Mio figlio e' stato obiettore di coscienza quando, per sostituire il servizio militare, occorreva dichiarare davanti ai carabinieri la propria posizione di antimilitarista, e ci si impegnava a non possedere mai delle armi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Giorgio Nebbia: Isaia non si potrebbe definire una personalita' della nonviolenza in senso moderno, ma il suo messaggio era certamente un invito contro la violenza quando invita a trasformare le spade in vomeri (cap. 2) e quando riconosce che la giustizia e' la fonte della pace (cap. 32). E nel Vangelo ricorrono continuamente le parole "pace" e "amore per il prossimo". "Pace" e' il saluto degli Ebrei e dei Musulmani e un messaggio di nonviolenza e' contenuto nel gesto con cui i preti durante la messa invitano a dichiarare "pace" al proprio vicino.

Per i tempi piu' recenti Tolstoj, Walden, Gandhi, Schumacher, e poi Capitini, don Milani, hanno certo influenzato il mio pensiero e comportamento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Giorgio Nebbia: I movimenti di liberazione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Giorgio Nebbia: Nell'economia e nella politica economica: le regole del libero mercato e dell'economia globalizzata sono intrinsecamente violente: possedere piu' merci e piu' denaro significa sottrarre beni ad altri. Risparmiare sui salari dei lavoratori e sulle pratiche di sicurezza nel lavoro e' una violenza contro i lavoratori stessi e le loro famiglie. Costringere, attraverso la pubblicita', i lavoratori a spendere denaro per merci e servizi spesso inutili e frivoli, significa costringere i lavoratori a privarsi e a privare la famiglia di beni essenziali. Significa accettare di subire la violenza della vendita del proprio lavoro a basso prezzo, in nero. Il dogma di possedere piu' denaro induce ad evadere le tasse, una forma di violenza contro gli altri cittadini ai quali le minori entrate dello stato sottraggono assistenza pubblica nella salute, nell'istruzione.

Un altro campo in cui si manifesta la violenza sta nei confronti dell'immigrazione; un impegno di nonviolenza potrebbe essere diretto ad aiutare gli immigrati a superare la violenza rappresentata dalla non conoscenza della lingue del paese di immigrazione, nel sospetto e rigetto che le popolazioni locali manifestano verso gli immigrati, nella mancanza di assistenza e di abitazioni decenti. Inoltre la nonviolenza dovrebbe opporsi alle discriminazioni fra abitanti dello stesso paese, fra Nord e Sud d'Italia, fra i Nord e i Sud che ci sono in tutti i paesi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Giorgio Nebbia: Il rapporto e' diretto: l'ecologia e' la grande lezione di solidarieta' e nonviolenza; anche nei rapporti apparentemente violenti, quelli fra predatori e prede, a ben guardare non esiste l'odio che caratterizza la predazione e la violenza nei rapporti umani. Le pecore non sono contente di essere mangiate dai lupi, ma i lupi non odiano le pecore la cui vita viene sottratta soltanto perche' la vita possa proseguire.

L'ecologia insegna che la vita e' l'unica cosa importante e la protesta contro inquinamenti, distruzioni del territorio, eccetera e' la forma di "contestazione ecologica" contro le offese delle regole "naturali" dell'ecologia.

Per tutto il resto la parola ecologia viene usata in maniera truffaldina, per accattivare i consumatori verso merci che, anche se un po' meno inquinanti di altre, sono sempre violente. L'automobile e' violenta anche se emette un po' meno gas inquinanti. Il termine "contestazione ecologica" e' stato cancellato dal vocabolario, sostituito dalle formule piu' accattivanti di ambientalismo, di ambientalismo scientifico, di sviluppo sostenibile, e simili.

Una analisi nonviolenta delle merci e dei consumi dovrebbe aiutare a comprendere da dove vengono le materie prime con cui sono fatte le merci che usiamo, quale "contenuto di violenza" hanno il rame o i minerali con cui sono fatti i televisori o i telefoni mobili, quale contenuto di violenza sta nella margarina fatta con grassi ottenuti nei paesi ex-coloniali (ma di fatto coloniali ancora oggi) da piante coltivate in terre sottratte alla produzione di alimenti dei nativi e lasciate esposte all'erosione che provoca frane e alluvioni.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, tra nonviolenza e lotta antimafia, tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Giorgio Nebbia: Il rapporto e' unico; il razzismo, la criminalita' organizzata e lo sfruttamento e l'oppressione dei lavoratori e degli immigrati, degli "altri", sono tutti volti della violenza. Direttamente e indirettamente legati alla violenza per la conquista del denaro a spese del prossimo: a mio parere la nonviolenza dovrebbe avere come primo fine la contestazione del possesso di beni che non possono appartenere a una persona o a un gruppo, ma che sono di tutti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Giorgio Nebbia: Le armi sono le merci oscene per eccellenza, vengono fabbricate, studiate, perfezionate per uccidere, per azioni inevitabilmente violente. Qualsiasi campagna contro le armi usate a fini militari, ma anche contro le armi "civili", dovrebbe essere sostenuta con grande fermezza. Se ne potrebbe chiedere l'impegno alle persone che chiedono di essere votate nelle cariche elettive.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Giorgio Nebbia: La televisione che viene propinata in Italia e', per la maggior parte, portatrice e istigatrice di violenza, col suo contenuto di menzogna, di superficialita', di lode del potere e dei consumi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Giorgio Nebbia: Ci si puo' liberare dalla violenza soltanto attraverso l'istruzione e l'educazione: la conoscenza della storia degli "altri", siano essi appartenenti ad altre classi, ad altri paesi, ad altre lingue. Fino a quando nelle scuole non insegneranno a capire da dove viene l'immigrato, quali lingue si parlano nel suo paese, quali sono le sue abitudini, come vive l'operaio nella fabbrica, nei campi e nei cantieri, gli "altri" avranno sempre un'attitudine di violenza e di rigetto degli altri. Una operazione vasta e difficile ma non impossibile, a cui potrebbe contribuire qualsiasi insegnante, dalla letteratura, alla storia, alla geografia, alle scienze naturali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Giorgio Nebbia: Praticamente nessuna.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Giorgio Nebbia: La presa di coscienza del "limite" ha un notevole valore nell'educazione alla nonviolenza. A cominciare da Levitico, 25, quando il popolo ebraico viene invitato a "non coltivare" la terra per lasciarla riposare perche' "e' di Dio" (ma anche perche' lo sfruttamento eccessivo porta ad impoverire delle sostanze nutritive il terreno), a liberare gli schiavi, a restituire i beni accumulati a spese di altri membri della comunita', insomma a non superare dei limiti di possesso e sfruttamento. Ma anche gli economisti, a cominciare dall'Ottocento, hanno invitato a considerare la finitezza di alcune risorse, la necessita' di rallentare lo sfruttamento della Terra, fino alla suggestiva immagine della Terra come "navicella spaziale", unica casa nello spazio.

Anche se non e' implicita nel libro "Limiti alla crescita" (noto col titolo sbagliato "I limiti dello sviluppo") del 1972, la consapevolezza dei limiti fisici della Terra implica il rifiuto della violenza verso lo sfruttamento dei beni comuni che appartengono anche ad altri, al prossimo vicino, al prossimo lontano e al "prossimo del futuro".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?

- Giorgio Nebbia: Considero Internet una straordinaria potenziale fonte di informazione e di documentazione sulle attivita' anche nel campo della nonviolenza. Una occasione di educazione popolare e diffusa su popoli, paesi e condizioni di vita di altri, e di scoperta di forme di violenza a cui prestavo prima meno attenzione o che non conoscevo. Un risvolto violento sta nell'uso frivolo e consumistico, nel chiacchiericcio e pettegolezzo inconcludente, ma una educazione alla conoscenza di opere e iniziative nonviolente e' possibile piu' di quando si scriveva con la macchina per scrivere e si doveva andare a studiare nelle biblioteche.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Giorgio Nebbia: Sono nato nel 1926 in una famiglia piccolo borghese, ho il diploma di liceo classico, sono laureato in chimica. Dopo la laurea sono stato assunto come assistente di Merceologia, una disciplina che si insegna (sempre meno) nelle Facolta' di Economia, ho avuto quindi l'occasione di vivere una strana esperienza di una persona di educazione naturalistica fra docenti di cultura umanistica (economisti, storici, giuristi).

A 32 anni ho "vinto il concorso" alla cattedra di Merceologia nella Facolta' di Economia e Commercio dell'Universita' di Bari dove ho insegnato fino alla pensione, nel 1995. Ho una laurea honoris causa in Discipline economiche e sociali nell'Universita' del Molise e due laurea in Economia e Commercio delle Universita' di Bari e di Foggia.

Sono stato coinvolto nei movimenti di difesa dei consumatori, di difesa dell'ambiente, nelle lotte contro l'inquinamento, la caccia e l'energia nucleare, nella protesta contro tutte le forme di armi, a cominciare da quelle nucleari, e contro la guerra. Sono stato impegnato nella diffusione delle conoscenze sulle fonti di energia rinnovabili, soprattutto solare, e mi sono impegnato nell'insegnamento del carattere violento di molte tecnologie, di molte macchine, di molte forme urbane.

Sono stato candidato ed eletto al Parlamento come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano e ho fatto parte del gruppo della Sinistra Indipendente alla Camera (1983-1987, collegio di Bari) e al Senato (1987-1992, collegio di Brindisi).

Mi sono sposato nel 1955 con una donna che mi ha accompagnato per tutto la vita con una presenza silenziosa e continua anche nelle scelte scomode e che e' morta dopo 54 anni di matrimonio felice nell'agosto 2009. Ho un figlio nato nel 1956, laureato in architettura, impiegato nel campo dell'informatica. Sono un cattolico credente e turbato.

 

7. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

8. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Furio Colombo, La fine di Israele, Il Saggiatore, Milano 2007, pp. 128.

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Riedizioni

- Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Laterza, Roma-Bari 1999, 2009, Mondadori, Milano 2010, pp. XVI + 604, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

- Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi. Tre croci, Rcs - Rizzoli Libri, 1986 e 1979, 2010, pp. 314, euro 7,50 (in supplemento al "Corriere della sera".

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 360 del 31 ottobre 2010

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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