"WSF Nairobi, l'appello che accomuna italiani e african" "i: «Fondo globale per la lotta all'AIDS, tbc e malar""ia, il governo italiano rispetti gli impegni»"



Comunicato stampa

L'APPELLO CHE ACCOMUNA ITALIANI E AFRICANI A NAIROBI:
FONDO GLOBALE PER LA LOTTA ALL'AIDS, TUBERCOLOSI E MALARIA,
Il GOVERNo italiano RISPETTI GLI IMPEGNI PRESI

24 gennaio 2007 - Gli impegni presi con il Fondo globale per la lotta
all'AIDS, la tubercolosi e la malaria, vanno rispettati e onorati. È quanto
è emerso nel corso di una conferenza stampa svoltasi oggi, mercoledì 24
gennaio, al World Social Forum di Nairobi, organizzata da attivisti
italiani ed africani per lanciare un nuovo appello al governo italiano,
affinchè mantenga le promesse di finanziamento al Fondo. «Dopo la
dichiarazione odierna del viceministro Sentinelli (che ha sottolineato di
aver fiducia in una soluzione positiva e a breve termine della questione,
ndr), apprezziamo la sua fiducia ma ci aspettiamo una presa di posizione
ufficiale. Il governo deve coprire la quota residua per il 2005, pari a 20
milioni di euro - spiega Vittorio Agnoletto, eurodeputato della Sinistra
unitaria europea, già presidente della Lega italiana per la lotta contro
l'AIDS - e stanziare anche i 260 milioni di euro promessi per il biennio
2006-2007. Non è possibile aspettare oltre. Ogni giorno che passa è segnato
dalla morte di 5000 persone, in Africa, solo per AIDS».
Il Fondo fu lanciato nel 2001 dall'assemblea straordinaria dell'Onu e
l'impegno delle nazioni più ricche fu ribadito in occasione del G8 di
Genova dello stesso anno.
Secondo Raffaele Salinari, presidente di Terre des hommes international
«l'azzeramento del finanziamento al Fondo globale nella prima Finanziaria
del governo Prodi delinea un senso di irresponsabilità gravissimo riguardo
alle condizioni materiali di milioni di persone che potrebbero  percorrere
la strada della cura e della prevenzione da patologie che mettono in
pericolo la sopravvivenza stessa di interi continenti come l'Africa».
Una situazione che gli attivisti italiani, fra cui padre Alex Zanotelli che
a Nairobi ha passato anni tra i sieropositivi dello slum di Korogocho,
ritengono «inammissibile in particolar modo per un Governo che intenda dare
un segnale forte rispetto ad una mutata politica di solidarietà
internazionale».
Sulla necessità di una svolta nel concetto di solidarietà espresso tra nord
e sud del mondo è tornata anche Olayide Akanni, segretaria della African
Civil Society coalition on HIV/AIDS. «Non abbiamo bisogno della beneficenza
- afferma l'attivista nigeriana - bensì di una nuova cultura della
cooperazione. Per questo, come voi europei, anche noi africani stiamo
chiedendo ai nostri governi di rispettare gli impegni presi verso il Fondo
globale».
Impegni che rientrano negli accordi di Abuja del 2001, quando tutti i
leader africani si sono impegnati a investire il 15 per cento del loro PIL
in salute pubblica e quindi nella lotta verso le tre grandi pandemie
rappresentate da AIDS, Tbc e malaria.
Agnoletto, a nome delle decine di firmatari dell'appello 'Subito gli
stanziamenti per il fondo globale', lanciato lo scorso dicembre, ha chiuso
l'incontro coi giornalisti chiedendo «che il Governo e il Parlamento
stabiliscano nei prossimi giorni un dispositivo per assicurare
l'allocazione dei fondi dovuti» e dichiarando «la nostra ferma volontà a
seguire questa battaglia di civiltà con tutte le forme di mobilitazione
possibile sino al suo esito positivo».
All'incontro con i rappresentanti dei media ha partecipato anche il keniano
Simon Nghaca, coordinatore del Kasenter HIV/AIDS young activists.